Messaggi di Agosto 2007

Veltroni in piena

Post n°294 pubblicato il 29 Agosto 2007 da monari

Veltroni02g
Walter Veltroni è ormai un fiume in piena inarrestabile. Straripa, inonda, non si contiene. Se lo fa soltanto per far riempire colonne di giornale e spazi nei tg, grazie tante, ma si moderi.
L'eccesso di notizie (o fatterelli spacciati come tali) infastidisce, dà assuefazione e danneggia la nostra salute psichica.

Se lo fa per dimostrare che stando sulla scena oggi, guiderà la politica da palazzo Chigi entro breve, non si illuda. Sarebbe un tentativo da mago sprovveduto, quello di sbattere fuori Romano Prodi prima del tempo.
Dunque, dia un po' retta al vecchio adagio secondo cui «il troppo stroppia».
Quello che preoccupa è il conto alla rovescia rispetto al 14 ottobre. Se tanto mi dà tanto, ci attende un crescendo che oscurerà i primati del Cavaliere.
Il quale, guarda caso, in questi giorni, se ne sta zitto, un po' perché non vuol parlar male di amici fidati come Umberto Bossi, un po' perché lo avranno consigliato in questo senso, ricordandogli la favoletta della rana e del bove.
In questo momento la rana Veltroni vuole imitare il bove di Arcore.
Sappiamo come va a finire nella favoletta.

Walter fin che sei in tempo, fai un fioretto, un voto, una promessa alla tua famiglia: per cortesia, parla un po' meno, siamo frastornati.
Soprattutto perché nei tuoi discorsi si inanellano ovvietà come quella che occorre far rispettare le leggi, il che equivale a dire che se piove occorre l'ombrello, ma si dà il caso nella vita che si può uscire di casa senza ombrello in una giornata di tempo incerto e poi prendersi l'acquazzone improvviso. In Italia le leggi ci sono, ma le si fanno rispettare poco e male, lo sappiamo tutti. È un discorso che più vecchio e noioso non si può.

L'impressione che Veltroni lascia, è quella di chi ogni cinque minuti vuol presentare il "nuovo", nella vita, nella politica, nell'economia, nella cultura.
Purtroppo questo annunciare il "nuovo" come se si fosse un messia appena arrivato, è un vecchio trucco politico. Passati i comizi, tutto resta come prima. "Passata la festa, gabbato lo santo". Raccomandazioni, favoritismi, agganci e lanci di sassi a chi non sta in corteo o processione.

Il vero "nuovo" sarebbe non fare proclami, ma obbligare quanti confluiranno nel Pd a cambiare rotta sin da ora nell'amministrare il denaro pubblico.
Nella mia città (Rimini) l'assessore al bilancio Antonella Beltrami ci ha pensato: ridurre le spese pubbliche, all'insegna del motto: meno auto blu e più aerei per spegnere gli incendi.

 
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Prodi, la pecorella ritrovata

Post n°293 pubblicato il 20 Agosto 2007 da monari

Prodicalderoli
Adesso, eminenza Bertone, che Lei ha dato ragione a Romano Prodi, e che Prodi si dice d'accordo con Lei, adesso fate pagare l'Ici anche a chi non la pagava legalmente sinora..., cioè alle chiese della Chiesa di Roma (intesa come Italia).

Post scriptum. L'on. Calderoli come al solito ha equivocato, L'eminenza Bertone non ha benedetto «la proposta di sciopero fiscale».
Ha dimostrato che la Chiesa ha cambiato rotta. Finora si era fidata dei pluridivorziati inneggianti all'evasione fiscale. Da Rimini, dal Meeting di CL, ha cominciato ad avere un occhio di riguardo verso quel Prodi che era stato considerato una pecorella smarrita. Ma il Buon Pastore l'ha ritrovata... Sinora aveva avuto la tentazione di lasciarla precipitare nel burrone di montagna verso cui era stata avviata con tante benedizioni.

 
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Far la festa al Pd

Post n°292 pubblicato il 19 Agosto 2007 da monari

Festa_2Rincara la dose Filippo Andreatta, sul «Corriere di Bologna» di oggi, pensando al futuro Pd: «La Margherita si sta sfaldando di fronte alla granitica posizione dei Ds e in qualche modo oggi è già sciolta nel Pd. Mi sembra emergano due posizioni: da un lato chi china la testa di fronte ai Ds e viene unificato solo dalla sete di poltrone e di potere. E confluisce nella maggioranza del futuro Pd. Dall'altro lato c'è chi cerca ancora di mantenere una posizione autonoma».

Andreatta si rivolge anche a Veltroni: che partito vuole, una "caserma" con umori staliniani o quella nuova aggregazione di cui si parlava un tempo, ed alla quale lui stesso (Andreatta) ha dedicato tante energie?

La materia del contendere in apparenza è bizzarra: le «feste dell'Unità». Ma dietro ci sta invece il nocciolo del problema. Quando il Partito democratico si aggregherà in pubbliche manifestazioni, appunto la festa del partito stesso, dovrà indossare le vecchie magliette dell'organo del Pci?

L'ex sindaco di Bologna Renato Zangheri, che è stato anche docente universitario ed è uno storico di vaglia, rimette ogni decisione ai militanti.

Ma a quali militanti? Non a quelli del Pd nascituro ma ai fedelissimi delle «feste dell'Unità». Beh, insomma è un modo elegante per dire che nulla dovrà cambiare.



Modesta proposta: che si facciano le «feste dell'Artusi in unità sotto l'Ulivo».



Al precedente post su Filippo Andreatta.



Anteprima

 
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Prodi, Cl e Veltroni

Prodieccetera
Nelle pagine odierne di "Repubblica" di Bologna, Filippo Andreatta confessa tutto il suo sconforto per come stanno procedendo le cose in casa del nascituro Partito Democratico.
«La mia freddezza attuale dopo l'entusiasmo dei mesi precedenti», spiega, nasce dal fatto che Ds e Margherita stanno cercando di mettere ai vertici locali soltanto uomini loro: se ci riusciranno, «quella sarà la cartina di tornasole che il test del rinnovamento è fallito».

Intanto parte a Rimini il Meeting di Comunione e Liberazione, dove (come sempre) si parlerà (anche) di politica. Quest'anno sono attesi Fassino e Bersani.

Piero Fassino il 23 agosto discuterà con Mario Tremonti su «tre cose da fare assieme sul bene comune».

A Rimini, nel Meeting, si tratterà insomma di quei massimi sistemi che reggono il mondo della politica, e che proprio a Rimini hanno trovato applicazione nelle ultime elezioni amministrative, come in una specie di laboratorio privilegiato. Rimini non per nulla è la città che ha "inventato" il Meeting di CL.

Il voto riminese del maggio 2006 ha visto Forza Italia perdere il 52,13% dei suffragi, mentre AN saliva del 16,26.
Ovvero Forza Italia ha lasciato sul cammino 13.207 voti, mentre AN ne ha recuperati  1.422. E gli altri 11.785?
Molti (difficile capire quanti sono stati, dati i cambiamenti nei "simboli" avvenuti tra 2001 e 2006), molti certamente sono finiti a salvare il candidato (rieletto) di Centro-sinistra Alberto Ravaioli.
Il quale avrebbe acceso un cero alla Madonna se fosse riuscito ad andare al ballottaggio. Invece ce l'ha fatta al primo turno...

Il Centro-Destra era senza un candidato storico. Quello improvvisatosi all'ultimo momento, succedeva ad un altro gettatosi nella mischia e poi fermato. Ufficialmente dal cuore (problemi di salute), ma immaginiamo anche dal «portafoglio»: lui gridava troppo forte un «sogno» nuovo che avrebbe rovinato molti affari in corso.
Con la vecchia amministrazione, il Centro-Destra non se l'era passata poi così male. Due assessori dimessi (defenestrati) per la questione del troppo cemento non sono cosa da nulla.

Quindi ben vengano le tavole rotonde del Meeting sulle «cose da fare assieme sul bene comune». Ma ricordiamoci dell'esperimento amministrativo riminese del 2005. Semmai il Meeting riproporrà in sordina qualcosa che storicamente è già accaduto.

Quello che potrebbe accadere a livello nazionale, sarebbe soltanto il sacrificio di Romano Prodi fatto per mano di Fassino e Tremonti, con Veltroni che potrebbe accendere il suo cero «per grazia ricevuta», salendo a palazzo Chigi prima ancora di mettersi seduto a guidare quel Partito Democratico sulle cui sorti una persona perbene come Filippo Andreatta ha segretamente perso ogni speranza ed illusione.

A Rimini finì in giunta un assessore che dichiarò la sua non appartenenza politica: «Non sono mai stata iscritta né vicina ad alcun partito, e più che interrogarmi sul centro-destra o sul centro-sinistra, alla proposta di un impegno in giunta, mi sono chiesta se mi sentivo di tirarmi indietro davanti all’opportunità di operare, da un altro punto di vista rispetto a prima, per le persone e la città».

Ecco che cosa si intende per il «bene comune» di cui tratteranno Fassino e Tremonti. Come si vede a Rimini è già tutto accaduto. Nulla di nuovo sotto il sole, né con il bikini né senza...

La ciliegina sulla torta dell'assessore riminese indifferente alla Destra ed alla Sinistra, fu questa sua frase: «In giunta, sono considerata 'in quota' al mondo cattolico, più che a una coalizione». Se Buttiglione l'ha letta, ha avuto di certo i lucciconi agli occhi per la gioia.

 
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La macina del Vangelo

Post n°290 pubblicato il 12 Agosto 2007 da monari

Messori01g



Forse perché nonostante l'avanzare dell'età sono rimasto ingenuamente legato al principio che se si predica bene non si deve razzolare male, l'intervista apparsa sulla «Stampa» di ieri a Vittorio Messori mi ha lasciato esterrefatto, con un senso di mal di stomaco come si può provare davanti ad una scena orripilante.



Il passaggio più scabroso e meno immaginabile dell'intervista a Messori, per me è stato questo: «È indubbio che nella storia della Chiesa una sessualità disordinata ha potuto convivere agevolmente con la santità. Sono legato al segreto richiesto dai Postulatori, ma potrei fare nomi celebri».



Messori prosegue citando il «fondatore di molte istituzioni caritative in Europa» che, a suo dire, «è stato proclamato Beato nonostante le turbe sessuali che per un istinto incoercibile lo spingevano a compiere atti osceni in luogo pubblico».



Spero che nei prossimi giorni qualche voce autorevole venga a spiegarci che tutto ciò non soltanto non è vero ma è impossibile stante la tanto declamata severità dei processi canonici delle cause di beatificazione.



Riporto un altro passo dell'intervista a Messori: «Queste storie sono il riconoscimento della debolezza umana che fa parte della grandezza del Vangelo. Gesù dice di non essere venuto per i sani, ma per i peccatori. E’ il realismo della Chiesa: c’è chi non si sa fermare davanti agli spaghetti all’amatriciana, chi non sa esimersi dal fare il puttaniere e chi, senza averlo cercato, ha pulsioni omosessuali. E poi su quali basi la giustizia umana santifica l’omosessualità e demonizza la pedofilia? Chi stabilisce la norma e la soglia d’età?».



Mi permetto di ricordare a Messori, illustre scrittore e frequentatore di pontefici con i quali poi scrive libri, che non si tratta soltanto della giustizia umana che «demonizza la pedofilia». C'è anche il Vangelo: «Chi scandalizza uno di questi piccoli che credono, è meglio per lui che gli si metta una macina girata da asino al collo e venga gettato in mare» (Mc 9, 42).



Potrebbe dedicare due minuti del suo tempo, Vittorio Messori, a rileggere questo brano, ed a confrontarlo con le parole che ha pronunciato per «La Stampa» con Giacomo Galeazzi?


 
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Se l'assessore vede 'negro'

Post n°289 pubblicato il 10 Agosto 2007 da monari
 

Biaginiprodi0908












Dalle 17:25 del 9 agosto si legge in rete questa notizia non rispondente al vero, che riportiamo: «Rimini. Compare la foto del presidente del Consiglio Romano Prodi con un ‘Vù cumprà’ su alcuni giornali, dopo che l’assessore alla Polizia Municipale Roberto Biagini si è fatto promotore della campagna antiabusivismo commerciale. Diessini tutti e due, ma questo è sicuramente uno smacco all’impegno dell’assessore, tanto ribadito in questi mesi. [...] Anche se non è dimostrabile che Prodi abbia acquistato merce illegale, Biagini resta di sasso perché invece di chiamare i vigili, si è fatto fotografare sorridente con ’l’amico’. Insomma un brutto colpo per il pioniere delle spiagge senza ‘bancarelle’ abusive, dove tanti italiani comprano senza farsi scrupoli. Ma non lui, il presidente del Consiglio, che condivide con l’assessore l’ideologia politica».

A smentire la notizia è intervento stamani il deputato diessino Giuseppe Chicchi, con un duro articolo sul «Corriere Romagna», in cui non si fa però il nome dell'assessore interessato alla vicenda.

Ampio spazio vi è stato dato dall'edizione bolognese di «Repubblica». Che ne precisa i termini, sotto il titolo «L'assessore 'vede nero' e fa una gaffe».

Il signore africano, Thiam Barra, ritratto con Romano Prodi è un senegalese, lavoratore regolare in Italia. E soprattutto vecchia conoscenza di Romano Prodi con cui si è già incontrato nelle ultime tre estati. Stessa spiaggia, stessa foto.

Nel 2007 di nuovo c'è soltanto la notizia riportata sopra, che però non ha tenuto conto del fatto che l'assessore di Rimini si era precostituito un margine di dubbio: «Ammesso che quello sia un vuccumprà...». L'assessore ha perso la scommessa.


Antonio Montanari

 
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Blog, si Usa così

Post n°288 pubblicato il 06 Agosto 2007 da monari

Scary_hillary_clinton_2
Invito a leggere l'articolo di Alessandra Farkas apparso sul «Corriere della sera» di ieri 5 agosto, argomento: i blog e la politica negli USA. Titolo: «Hillary, Edwards, Obama si inchinano ai blog».
Non provinciale la risposta americana, sottolineata pure nell'occhiello del pezzo: «I siti web dettano i temi della campagna democratica».
Inevitabile è la riflessione di confronto con quanto succede in Italia, non soltanto nella valutazione (quasi sempre negativa, come abbiamo visto...) del fenomeno dei blog, ma nella stessa campagna pre-elettorale del nascituro Partito democratico. Dove la corsa verso le primarie ad un osservatore neutrale
sembra essere una specie di gara notturna ed illegale con motori truccati...
Quello che altrove è normale (l'offerta di più candidati al posto di segretario del Pd), da noi è stato sinora visto come una serie di sgarbi concorrenziali che lasciano in bocca qualcosa tra l'incredulo e l'amareggiato.

 
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E io sarei un servo del padrone!!!

Post n°287 pubblicato il 04 Agosto 2007 da monari

Bassetti
Nell'intervista a Piero Bassetti, pubblicata da «La Stampa» ieri, si legge che i blog «rappresentano oggi un po' quello che per noi una volta si diceva 'Radio serva'...».
Di recente è uscito un bel libro di Robert Darnton, «L'età dell'informazione. Una guida non convenzionale al Settecento» (Adelphi, 26,50 euro), un cui capitolo è dedicato alla diffusione delle notizie a Parigi.
Dove attorno all'albero di Cracovia, un castagno che doveva il suo nome forse alle discussioni accesesi alla sua ombra durante la guerra di successione polacca tra 1733 e 1735 (p. 42), si radunavano le più svariate persone, tra cui anche i servitori che divulgavano notizie segrete sul conto dei loro padroni.
Queste voci pubbliche («bruits publics») non erano del tutto trascurate se all'albero di Cracovia i diplomatici stranieri mandavano loro agenti a raccogliere o seminare notizie... (p. 43).
Come si vede, alla fine della storia, anche servi e serve svolgono un loro ruolo. Così speriamo di noi blogger.





Servitori Caro Max Giordani, non potendo sapere nulla di me, lei giudica graziosamente partendo da suoi convincimenti personali che ovviamente non si cura di verificare se corrispondano ai fatti.

Uno dei suoi convincimenti personali di fondo è il pregiudizio che io sono evidenziato nel blog dai padroni perché sono un loro servo.

Lei trova conferma nella sua opinione partendo dal fatto che io non ho partecipato alla disputa riguardante la presunta «denuncia» contenuta in un blog poi censurato dalla proprietà.

Le confesso: se fossi stato io il direttore di un giornale internettiano come in fin dei conti sono i nostri blog, non avrei pubblicato quel testo.

Se uno scopre degli illeciti, si rivolge alla magistratura. Punto e basta. Se lei prima di scrivere che sono un «servo dei padroni» avesse letto un mio commento di due giorni fa ai lettori intervenuti sul post «Tasse. Che predica!», avrebbe avuto valido ed esauriente motivo per meglio comprendere il carattere alquanto anarchico e ribelle del sottoscritto, sin dai più teneri anni.

Per non affaticarla troppo chiudo qui, e mi scusi se mi autocito riproducendo nuovamente quel commento. Non spero di convincere nessuno, comunque debbo riconoscerle un primato: lei è l'unico che in 48 anni di attività pubblicistica mi ha giudicato un «servo».

Non è un primato da poco, il suo. Che poi sia una frase ridicola (non penso nemmeno diffamatoria, date le circostanze estive che le offrono tutte le attenuanti), è un discorso che trova analogie con l'invidia di un illustre collega che, leggendomi sempre su questo blog, mi ha detto l'altra settimana: «Per forza ti segnalano, citi sempre la Stampa!».

Superior stabat lupus...

Saluti ed auguri: pulisca le lenti degli occhiali, e si sostenga con cibo acconcio, magari con la nostra piada. Tiro le orecchie anche all'esperta amica Cristella: di questa «piadina» vezzeggiata dalla pubblicità non c'è testimonianza nelle tradizioni romagnole.

È un pane ruvido, nato nei primi giorni di vita del mondo in Africa, ruvido come noi romagnoli, capaci di ridere anche quando qualcuno vuole offenderci, come ha cercato di fare (sbagliando obiettivo e sistema) il signor Max. Auguri per battaglie con migliori risultati.

Ecco il mio commento di cui dicevo e che ripubblico, onde il predetto signor Max possa capire che se lo avesse letto non avrebbe avuto la possibilità di pensare quello che ha pensato.

Si legga anche le pagine indicate dai link... sopra un sito intitolato "Appestato"!!

Guardate, cari amici: nello scorso mese di marzo, un quotidiano locale (di Rimini) ha scritto un articolo contro di me, perché qualcuno in «quegli» ambienti non gradisce le cose che produco. O che producevo.

L'occasione è stato un pezzo pubblicato un anno fa sul settimanale diocesano di Rimini, dove raccontavo di una biblioteca francescana posteriore al 1430.

A quel settimanale ho collaborato per 24 anni, tenendo una rubrica che poi ho cominciato a pubblicare anche su questo blog, quando l'ho aperto a dicembre 2005.

Il mio articolo sulla biblioteca francescana è stato definito da un anonimo che so però chi è, una bufala. Invece esistono da cinque secoli documenti precisi e ben noti. Ovvero l'articolo non fa una grinza. Tanto è vero che in altro luogo ho chiesto per questo anonimo il «trattamento sanitario obbligatorio» per i disturbati mentali.

Orbene, l'anonimo è semplicemente manovrato da persone che non vogliono tra i piedi (leggi: in città) persone indipendenti e disposte a dire la propria opinione controcorrente senza lasciarsi intimorire.

L'anonimo è conosciuto dalla redazione di quel giornale che lo ha presentato con un 'nome de plume', spacciando la sua mail per una pubblicazione a stampa...

Il giornale dove l'articolo era apparso NON mi ha offerto il diritto di replica. Perché? Semplicemente non si potevano disturbare i manovratori che avevano ordito la trama contro il pezzo sulla biblioteca francescana, utilizzato come cavallo di Troia per colpire chi stava sullo stomaco o su qualche altra parte del corpo in certi ambienti o tra certe persone potenti.

Tutta la documentazione, si legge qui:

http://digilander.libero.it/appestato.am/storia/rimini.biblio.malat.html
http://digilander.libero.it/appestato.am/rimini/personale.html

Le informazioni qui contenute sono ovviamente riservate: non diffondetele in giro, ci possono essere delle persone vendicative pronte ad agire... Acqua in bocca!!!




 

 
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