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Post N° 110

Post n°110 pubblicato il 25 Dicembre 2007 da dinilu

Finanza creativa
Piove, governo ladro. Tanti anni fa un governo di sinistra (c'era Amato), nottetempo, fece un prelievo forzoso del 7 per mille sui depositi e conti correnti bancari. Non ricordo se quella notte piovve. Nel marzo scorso, con un decreto, é stato imposto un prelievo dello 0,15 per cento sulle pensioni per finanziare un fondo prestiti, senza darne pubblicità, ma prevedendo che, per sottrarsi a tale balzello, occorre fare una formale diffida all'ente che eroga la pensione, sopportandone le spese (raccomandata o consegna alla sede periferica di tale ente). Beninteso il prelievo é sull'importo (non netto, ma) lordo della pensione, come una sortedi addizionale, meglio di sottrazionale.
Sono esonerati dal prelievo le pensioni fino a 600 euro mensili: da 601 euro in poi si é ricchi!
Contrariamente ai flgli di madre ignota, il decreto é figlio ignoto (non noto) di "madre" nota: il governo, di sinistra(estrema)-centro di Prodi & compagni (tra cui Amato).
Freddure
Nel Buranga, repubblicana africana posta tra il Burundi ed il Katanga, ministra della famiglia avrebbero nominato una donna sposata e madre di 5-6 figli, come lì è normale. In Italia, paese membro del G8 (usque tandem?), ministra della famiglia è una vergine di ferro (alquanto arrugginito) che di famiglia e di figli ne sa quanto un gay di passione per la gnocca (i gay, difatti, preferiscono gli gnocchi).
USA e Siria: una questione di peli, direbbe Zucchero Fornaciari: George Bush è Assad inquietato con Nancy Pelosi per le iniziative dalla stessa intraprese con Bashar. Antico adagio: "Tira più un Pelo(si) di donna di un carro di buoi".
Walter come Cesare
Walter l'Afrikano, come Cesare, ha deciso. Alea iacta est (et ovest). Ma Walter, a differenza di Giulio, non deve scendere a Roma. Ci sta già! Deve, al contrario, varcare il biondo Tevere ed ascendere verso il Rubicone, pieno di Sangiovese. L'intatto, l'invitto, il Lohengrin della sinistra, auspicato, invocato, acclamato, osannato (a manca, non pure a destra), si concede.
Il puro eroe scende in campo, verso orizzonti di gloria. Come fu per Costantino, il motto del suo esercito é "Si Walter pro nobis, quis contra nos?". I più entusiasti chiedono di mutare PD in PV (Partito Veltroniano), anzi in PVC (Partito Veltroniano Comunista), indistruttibile.
Sorseggiando...L'Espresso
SATIRA SUCCESSIVA (Omaggio al Maestro Michele Serra). Sorseggiando L'Espresso (fatto con caffé illymitatamente rosso) n. 25 del 28 giugno.
Inizia con la vignetta di Altan. Ai tempi del governo di Berlusconi i personaggi altaniani avevano in mano una banana (per significare la repubblica delle banane). Ma quelle, almeno, erano banane Ciquita. Queste della repubblica di Prodi sono banane ecuadoregne di scarto.
Giorgio Bocca, non sapendo di che parlare, se la prende con George Bush, scoprendo che "la politica americana somiglia a quella dell'antico impero romano". Bocca, in latino os, é sempre ostile a Bush jr. Enrico Arosio riporta la battuta di Grillini "C'é già stato" (un presidente della Repubblica gay). Non oso commentare, non avendo grillini per la testa.
Apprendo che Rita Borsellino cerca un simbolo per il suo movimento. Io suggerirei (non un borsellino: troppo banale ed ovvio) un fungo; beninteso, non di quelli saprofiti.
La regione Toscana, invece, spenderà 150.000 euro di fondi comunitari per un piano biennale di sostegno all'occupazione dei transgender: i fondi, difatti, sono transazionali.
Claudio Rinaldi, a sua volta, maramaldeggia contro il povero Sissi, Silvio Sircana, tacciandolo di "portavoce che tace". Allora é un portasilenzio (D'Annunzio: "l'Arno porta il silenzio alla sua foce"). L'immenso (e rosso, alla Prévert) Serra Michele (IV, dopo l'Arcangelo, Sant'oro e Cucuzza), forse per colpa di un colpo di calore, riempie le sue due brave colonne, di satira preventiva, con scemenzialità (intendo nonsense) amena (Totti direbbe: "A mena? E che j'a fatto?").
In Primo Piano, dopo un servizio sui traghetti/carrette, c'é la Palestina e la lotta fratricida tra Hamas e Fatah, fratelli di sangue (fratelli coltelli, diciamo noi). Il motto di Fatah é "hamassali tutti".
Segue un pezzo di Berselli sul "Fortino Palazzo Chigi": anziché Fort, Debol Apache o Debol Alamo?
Francesco Bonazzi, angosciato, registra la "fuga da sinistra": elettori pronti anche a cambiare voto. Tutta colpa di Prodi, del quale Giampaolo Pansa, nel suo Bestiario ("Il Prof pianti tutti e se ne torni a casa") riferisce che è "dipinto dagli alleati come un premier insufficiente, traccheggiatore, incapace di decidere, un muro di gomma". Gipi auspica che "Prodi ne prenda atto. E salvi se stesso...andandosene", concludendo che "A volte la rinuncia é un atto supremo di coraggio". La rinuncia (gran rifiuto) di Celestino V fu frutto di "viltade", ma la rinuncia di Romano sarebbe segno (rosso) di Prodezza.
Nel seguente "Super Soru Shock" si riferisce l'ipotesi che "qualcuno abbia pilotato la gara (da 56 milioni di euro) a favore dell'agenzia (Saatchi & Saatchi) gradita a Soru". Sor(u)bole, direbbe Bersani. Settanta volte Renzo (il comico calabrese direbbe "Renzo, oh Renzo, oh Renzo...") é dedicato ad Arbore che compie 70 anni. Meno male che non si chiama Oronzo.
Un servizio dedicato a Brad Pitt, attore, produttore, impegnato (allo stato...brado), che interpreterà "Lo strano caso di Benjamin Button", la storia di un uomo che nasce vecchio e vive la vita al contrario: muore in culla. Sembra la storia del Partito Democratico.
Un omaggio a  Gianfranco Ferré, lo stilista che vestiva i sogni: ormai, manzonianamente, Ferrfu.
Per "La lettura", Wlodek Goldkorn (corno d'oro: quello africano?) titola "Non sparate sul '68". D'accordo, meglio sparare sui sessantottini: sono un bersaglio più facile di una "stagione" distruttrice (vietato vietare, tutto e subito ed altri slogans demenziali), in Italia brodo di coltura dei movimenti antagonisti (da Lotta Continua a Potere Operaio alle Brigate Rosse).
Nunzia Penelope tesse la tela sul "Dilemma di Epifani": accordo con il governo sulle pensioni, ma con il rischio di essere scavalcato a sinistra dalla Fiom e dai Cobas. La Fiom di Cremaschi, quello che a Ottoemezzo ripetette dieci volte, a proposito delle BR, "brodo di cultura": cultura marxista-leninista, beninteso (quella di cento milioni di morti).
Last but not least c'é la Bustina di Humbert Eco, questa volta senza fiammiferi, anzi con i fiammiferi, ma privi di fosforo: l'esperto di come fare una tesi o una tesina, insegna come riempire una pagina cazzeggiando di Gian Paolo Stuart Doyle, un "mostruoso" (direbbe Fantozzi) pastiche di Sartre, Mill e Doyle e dei loro "name" e "middle name" (c'é anche un refuso, con la doppia ripetizione di Stuart).
Graffi o unghiate

*Veltroni-Franceschini o Veltrini-Francesconi? Sono della stessa pasta, marxista: invertendo l'ordine dei fattori, il P(ro)D(otto) non cambia.
*PD potrebbe anche essere il Partito (di) Dario (Franceschini). Per Walter é più confacente Pvc (Partito comunista veltroniano).
*Walter l'afrikano e Dario l'Istaspe, i Dioscuri dell'Unione.
*Facce di Porto Tolle: Franceschini se la batte con Diliberto, distanziando Castagnetti, solo faccia di cas-tagna, e Brutti, faccia sui generis, come quella di Tex Willer Bordon.
*Quattro ministri intimano l'altolà a Padoa  Schioppa: I quattro dell'ave Carlo (Marx) ovvero i Quattro Cavalieri della poca lisse, ma della molta rissa.
*La sinistra commemora ed esalta don Lorenzo Milani, morto 40 anni fa. Beatificazione laica: san Lorenzo Milani subito, in nome di Marx.
Dante Benigni o Roberto Alighieri?
Roberto Benigni, la reincarnazione di Dante Alighieri (avete notato quanto gli somiglia, specie di profilo, e vieppiù quando é "laureato" con le foglie di bietola), sta componendo la quarta cantica della Comoedia. Dopo la "discesa" di Walter Veltroni (alea iacta est et ovest), ha iniziato a scrivere la "Veltroneide", ispirata all'Eneide (il nemico di...Turno é...Berlusconi, re dei Rotoli, di banconote).
Il sommo Poeta della Val d'Orcia, Aligh-oggi, memore del suo predecessore fiorentino, Aligh-ieri, intende esaltare il Veltrone, ben più grosso del Veltro dantesco (Inferno, I, vv. 101 ss.). Il Veltrone, che ha già fatto "morir con doglia" la lupa (romana), "non ciberà terra né peltrone, ma sapienza, amore e virtute, e sua nazion sarà tra feltrone e feltrone", cioé tra cielo e cielo (con la benedizione di Benedetto XVI).
Qualcuno, però, ha inteso "tra feltro e feltro" nel senso che il Veltro dovesse essere prescelto tra i francescani, seguendone la regola di povertà.
Su tale falsariga il Veltrone dovrà essere prescelto tra i Franceschini? Solo l'Autore, vivente, potrà Dario l'interpretazione autentica, che scioglierà ogni dubbio, come "La neve (e la tigre)" al sole.
ChetempocheFa(zio)
Fabio Fazio, conduttore di "ChetempocheFa(zio)" (sempre "sereno é", come per Drupi, con i 20 miliardi di risarcimento che ha avuto dalla Rai, che ora gli passa decine di migliaia di euro di compenso), ospitò Adriano Celentano (la cui villa é grande poco meno di quella dell'omonimo imperatore romano a Tivoli), cambiando nome in Rock(o) Fazio. Egli ed i suoi partners Cornacchione, Littizzetto e Paolo Rossi,  formano i quattro moschettieri. La Littizzetto é tanto brava quanto bella; é un fiore, ma pungente: fiore di cactus. Cornacchione: nomen omen, il nome descrive l'uomo. Rossi sembra Yorick (quello del teschio di Amleto) in carne ed ossa.
Il d.g. della Rai Cappon annunciò proprio da Fazio, in diretta, il ritorno di Enzo Biagi: anziché i capponi di Renzo (Tramaglino) abbiamo il Cappon di Enzo (Biagi), il quale anche Lui, come il manzoniano di Carducci, tira quattro paghe per il lesso. Marco Biagi, il quale, grazie alla Lioce & compagni, ha una villa  (più piccola di quella di Celentano e di Visco a Pantelleria) di (m.2,00x0,80=)mq.1,60, alla lieta novella ha tirato un...rantolo di sollievo. Dopo il ritorno di Santorkan (Michele), usqua tandem, fino a quando, Cappon, dovremo attendere la rentrée di Luttazzi? L'attesa é spasmodica, anzi spasmolitica (da supposta di Buscopan). 
Governo e pensioni
Governo e pensioni. Nodo cruciale per le pensioni future: scalone, scalini ("scalelle pe' saglì  'n paravise, songhe 'e vvase..."). Tutto ok per le pensioni, come suol dirsi, in godimento (godi, fanciullo invecchiato mio, direbbe Leopardi). Il Governo le ha aumentate del 2% per l'anno in corso, talché quelle di 40.000 euro mensili percepite dal presidente emerito Ciampi (amato da tutti gli italiani, meno uno) sono lievitate di 800 euro al mese, mentre quella del compagno Cipputi, di 500 euro mensili, si é accresciuta di ben 10 euro al mese, pari a quelli concessi ai Carabinieri e superiori, addirittura, agli 8 euro mensili accordati ai poliziotti. Cipputi ringrazia e gode (come gode, Toto direbbe "che goduria"). Altan, sotto la dittatura di Berlusconi (repubblica delle banane), disegnava Cipputi con una banana in mano, mentre ora, sotto il governo "del popolo" di Prodi, lo disegna senza banana in mano (ce l'ha in un posto non visiìbile?). Cipputi, comunque sempre convinto che i comunisti sono tutti uguali, ignaro che alcuni sono più uguali degli altri: ad esempio Walter Veltroni, il quale prende (per 24 anni di "lavoro" parlamentare) una pensione oltre 9.000 euro al mese.
Morte ai produttori e venditori di morte
La droga è morte, prima psichica (degradazione morale) e poi (con lo sfacelo progressivo) fisica. Chi coltiva la droga, coltiva la morte. I campi di papavero da oppio (In Afganistan o nel c.d. "triangolo d'oro" del sud-esta asiatico) e quelli di coca in Colombia ed in altri paesi dell'America del Sud, dovrebbero essere irrorati di diserbanti o, se necessario, di napalm. I coltivatori (campesinos in Sudamerica o pashtun in Afganistan) dovrebbero essere incentivati, con sostegni economici, a coltivare prodotti commestibili e/o ad allevare bestiame o pollame. Non possono e non debbono vivere procurando la morte agli altri (mors tua vita mea), come i virus, i batteri, le zecche, le zanzare anofele, dai quali ci difendiamo distruggendoli. I venditori di droga (dai grossisti agli spacciatori) sono venditori di morte, vili assassini. Non meritano alcuna pietà. Per vivere c'è il lavoro, con gli altri e per gli altri. Vendere droga è contro gli altri. Meglio allora, se non smettono, che muoiano loro, anzichè adulti e giovani (persino ragazzini di scuola media) e le loro famiglie e quindi la società, della quale l'uso delle droghe è un cancro in continua espansione, con costi altissimi in termini economici, morali e sociali.
Lucio Flaiano
Meglio la pena di morte
310 detenuti condannati all'ergastolo ("fine pena mai") hanno scritto (provocatoriamente) a Napolitano "meglio la pena di morte che il carcere a vita". Li prendo in parola e sottoscrivo: meglio per loro e per le finanze dello Stato. Quanto ci costa mantenere un criminale (un Brusca, un Chiatti, una Erikaina, ecc.) che sta in galera 20-30-40 anni, al costo giornaliero di (almeno) 70 euro?
Tante risorse sottratte alla sanità, alla previdenza, alla giustizia, alla sicurezza, ecc., che, invece, con la pena capitale sarebbero utilizzate a favore della parte sana della società, anziché per un improbabile, se non impossibile recupero di anime perse, di risanamento di cellule del corpo sociale cancerose.

 
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