TRA LE DUE NAZIONALI

Post n°106 pubblicato il 11 Settembre 2008 da AndreaL84
 

Dopo i fasti della Nazionale Assoluta, l’attenzione si è spostata completamente o quasi alla Nazionale Juniores, che da ieri ha iniziato a gareggiare nella competizione continentale.

Le gare di selezione sono stati i Campionati Italiani Assoluti Estivi, quest’anno disputatisi in data e luogo inusuali. Infatti le gare non sono state svolte durante un weekend, visto che fino al 3 agosto erano ancora in corso i Campionati Mondiali, mentre, durante il secondo weekend di agosto, dall’8 al 10, si disputavano i Campionati Italiani Giovanili di Nuoto. Per evitare dunque contemporaneità degli Assoluti con queste due competizioni, la manifestazione è stata organizzata nei giorni di martedì, mercoledì e giovedì, precisamente dal 5 al 7 agosto. Non confermata inoltre la solita sede degli Assoluti Estivi, lo Stadio del Nuoto di Roma, che è momentaneamente sottoposto ai lavori di ristrutturazione in vista di “Roma 2009”. E così ad ospitare i Campionati è stato un altro posto molto ben conosciuto a nuotatori e salvamentisti dello stivale, ovvero Gubbio.

Come già detto, i Campionati erano attesi soprattutto per i giovani, dal momento che i più grandi si giocavano “solo” il titolo italiano, e non più la Nazionale. Esattamente come l’anno scorso. Tuttavia, mentre agli Assoluti Estivi 2007, il livello agonistico fu, fatta eccezione per gli juniores, più basso rispetto alla medesima competizione primaverile, ciò non si è ripetuto quest’anno. Per le femmine, anzi, direi che le prestazioni di vertice sono state mediamente migliori rispetto a Riccione, e questo è comunque imputabile anche al fatto che nelle gare femminili le giovani bazzicano nelle zone più alte delle classifiche, e quindi un loro miglioramento significa automaticamente una salita di livello. Ma anche per i maschi, dove invece, escluse poche eccezioni, sono i Seniores a comandare le graduatorie, il livello agonistico è rimasto stazionario rispetto ai Primaverili: l’unica eccezione è il Superlife, che ha fatto registrare tempi lievemente peggiori, ma questo è dovuto anche all’assenza o alla squalifica in questa prova di atleti importanti. Comunque non ci sono neanche state tante prestazioni rilevanti a livello assoluto, tant’è vero che solo un record italiano assoluto è caduto. Gli altri primati battuti riguardano i Cadetti, con un record europeo juniores e cinque primati nazionali di categoria, e gli Juniores, con quattro record italiani di categoria.

Nessun cambiamento nella classifica di società, con un’altra vittoria delle Rane Rosse di Giorgio Quintavalle & Co., a questo punto quasi del tutto certa di essere la prima squadra civile a vincere lo Scudetto del Salvamento. Con 624.5 punti, i meneghini hanno distanziato, e non di poco, i classici avversari, i VVF Torino, secondi con 464 punti, e le Fiamme Oro Roma (che continuano però ad essere prime con i soli maschi), terze con 456 punti.

Prima di vedere i risultati, notiamo che ci sono state stavolta poche polemiche con l’arbitraggio, a Gubbio affidato ai G.A. Serena Tedesco e Jerry Polesel, e questo comunque è dovuto anche ad una maggior “disciplina” degli atleti nel trasportare il manichino.

 

Prevista, durante la manifestazione, anche una premiazione degli atleti che hanno valorosamente conquistato il terzo posto al Rescue di luglio.

Non presente alla suddetta premiazione, purtroppo, Erica Buratto (CN Torino), che ancora una volta non vediamo partecipare a competizioni di Salvamento. Isabella Cerquozzi (Salaria Nuoto), invece, ha gareggiato soltanto nella prima giornata dei Campionati, ottenendo, tra l’altro, due ottimi risultati: la solita vittoria indiscussa a Torpedo, col tempo di 1’01”10, ed un secondo posto a Manichino, con un eccellente 37”20, tempo molto vicino al suo personale.

Ovviamente nella gara veloce la vittoria non poteva non andare che ad Elena Prelle (Rane Rosse), che, dopo il 37”73 del Rescue per Nazioni ed il 37”32 del Rescue per Club, ha continuato la sua progressione, facendo registrare un buon 36”65. Elena si è ovviamente aggiudicata anche il Misto, anche qui migliorando i tempi delle due manifestazioni mondiali (1’18”00 e 1’16”95 rispettivamente), ovvero chiudendo in 1’16”33. Ma, mentre in queste due gare, Elena si mantiene nettamente al di sopra di tutte nonostante le sue complicazioni alla spalla, ciò non vale per le due competizioni di 200m: nel Superlife, la paladina azzurra, dopo il 2’34”04 delle eliminatorie, non è andata oltre il quarto posto in 2’35”20, subendo negli ultimi 50m l’azione delle atlete più giovani, che la hanno fatta scivolare dal temporaneo secondo posto; nel Nuoto, invece, ha mancato perfino la finale A, classificandosi poi decima con un alto 2’21”.

Anche nel Superlife, comunque, nessuna sorpresa al primo posto, con l’ennesima affermazione, in realtà non così facile, di Martina Mariti (Domar) in 2’32”61. Martina ha inoltre sfoderato una buona prestazione nei 50m Manichino, dove, grazie al suo nuovo personale di 38”24, ha conquistato la medaglia di bronzo. Ed è stata di bronzo, così come a Riccione, anche nel Torpedo, concluso in 1’03”68.

Stavolta l’argento le è stato scippato dalla compagna di squadra Eleonora Chirieleison, la migliore tra le atlete che si giocavano la Nazionale Juniores. La romana, reduce dalle gare su spiaggia dei Mondiali, ha dato prova di essere un’atleta di punta anche in vasca, realizzando tre prestazioni di grido. Una, appunto, nel Torpedo, chiuso col suo personale di 1’03”29. Poi è arrivato un grandissimo, nonché inatteso, miglioramento nel Superlife. Erano due anni che Eleonora non ripeteva il 2’36” che le aveva regalato l’argento agli Europei Juniores 2006: a Gubbio, è andata ben oltre questa soglia, chiudendo in 2’34”05, classificandosi in terza piazza. E poi c’è la migliore prestazione italiana di una categoria Cadetti nel Percorso Misto: nelle batterie la Chirieleison aveva chiuso in 1’20”00 (precedente 1’20”43 della Castenetto), prestazione in finale addirittura migliorata a 1’19”40, che vuol dire quarto posto.

Davanti a lei c’è la nuova primatista juniores della specialità, Samantha Ferrari (CN Ronciglione), che ha abbassato nettamente il già suo primato italiano di categoria (1’20”73) prima nelle eliminatorie, realizzando 1’19”61 (migliorando così anche il record del vecchio percorso, 1’20”21 della Bianco), e poi in finale, bloccando le piastre a 1’19”31: un messaggio a tutta l’Europa. Della Ferrari annoveriamo anche un ottimo 2’18”91 nei 200m Ostacoli, con il quale si è classificata quinta.

Meglio ancora, in quest’ultima gara, ha fatto la solita Claudia Pastorello (Rane Rosse), che per l’ennesima volta ha abbassato il record italiano juniores, portandolo da 2’18”74 a 2’18”66, chiudendo in quarta posizione. E poi per Claudia c’è l’atteso terzo posto a Pinne, anche se con una prestazione (1’02”13) che non è tra le sue migliori. Tra la Prandi e la Pastorello, c’è la campionessa mondiale interclub Marta Mozzanica (Rane Rosse), anche lei con un tempo (1’00”68) un po’ lontano dal suo personale.

La giovane più sorprendente in assoluto è stata però, a mio avviso, Ester Viscardi (Centro Ester), anche se gli strepitosi passi avanti dell’atleta partenopea non sono bastati a garantirle la presenza in Olanda. Veramente da capogiro i suoi 200m Superlife, dove già nelle eliminatorie si era migliorata di ben 4 secondi, chiudendo in 2’35” e rotti. Ma questo è stato solo un antipasto, visto che nella finale Ester è stata capace di una prestazione ancor più superba e sorprendente: 2’33”25 e medaglia d’argento! La Viscardi ha ben impressionato anche nel Torpedo, realizzando in mattinata 1’03”74, non ripetendosi però in finale, e nel Misto, dove ha vinto la finale B con un interessante 1’20”79.

Tra le altre giovani in evidenza c’è Martina Mazzi (Reggiana Nuoto), eccellente a Pinne, dove, realizzando 1’02”14, ha mancato la medaglia per un solo centesimo; e poi le due atlete dei VVF Torino Chiara Borasi e Laura Tafuro, che hanno ottenuto i loro migliori risultati rispettivamente nel Trasporto (quarta in 38”81, dopo aver chiuso le batterie con un già ottimo 38”65, suo personale) e nel Misto (quinta in 1’20”94, ma 1’20”32 nelle eliminatorie).

I Vigili hanno poi potuto contare inoltre anche su un’atleta più esperta, quale Chiara Pidello, eccezionale nel Misto dove si è migliorata quasi due secondi, e, concludendo in 1’18”24, è andata a vincere la medaglia d’argento. Per Chiara grande prestazione anche nei 200m ostacoli, arrivata però troppo tardi, in finale B: con 2’17”42, tempo che le ha garantito il nono posto, in finale A sarebbe giunta terza. Non al massimo invece le altre due atlete attese della squadra piemontese: Federica Porzionato a Pinne e Torpedo non ha ripetuto i miracoli di Riccione, mancando, in entrambi i casi, perfino la finale A; stessa sorte di Cristina Pidello nel Superlife, che, dopo l’eclatante seconda piazza dei Primaverili, si è dovuta accontentare di un dodicesimo posto con un altissimo 2’44”.

Manca ancora il nome della vincitrice del Nuoto, ed è lo stesso della prima classificata dalle fase invernale, ovvero la brava Federica Ferraguti (Nuotatori Modenesi), miglioratasi ancora, realizzando 2’15”91. La segue l’ottima Francesca Frattini (Vogherese Nuoto), capace, come la Chirieleison nel Super, di migliorare, e non di poco (quasi due secondi), il tempo degli Euro Junior di due anni fa, poi non più ripetuto: la prestazione di Francesca vale 2’16”34. Della stessa atleta, segnaliamo anche il buon 1’20”82 nel Percorso, con il quale è giunta seconda in finale B.

Nelle tre staffette “nuotate” si sono riconfermate le vincitrici di Riccione, quindi le Rane Rosse nella 4x50 Ostacoli (Prelle, Pastorello, Mozzanica, Mauri), conclusa in 1’59”67, e nella 4x50 Mista (Oggionni, Pastorello, Prelle, Mozzanica), terminata in 1’46”96, e i VVF Torino (Ch. Pidello, Ch. Borasi, Galetta, L. Tafuro) nella 4x25, dove hanno bloccato le piastre a 1’32”34, 11 centesimi sopra il primato italiano. Vittoria di misura quella dei Vigili, dal momento che le Rane Rosse (Mozzanica, Valente, Ravasi, Prelle) hanno chiuso in 1’33”02. Maggiore il distacco che nelle altre due staffette le meneghine hanno relegato alle torinesi, seconde classificate sia nella Staffetta Ostacoli (Galetta, Cr. Pidello, G. Borasi, C. Borasi), in 2’01”78, che in quella Mista (Ch. Pidello, Porzionato, Galetta, Tafuro), in 1’50”13. Sul gradino più basso del podio c’è sempre il Domar SC, che con gli ostacoli ha realizzato 2’04”48 (con De Blasio, Puccianti, Mariti e Chirieleison), con il torpedo 1’51”37 (con Puccianti, M. Muntoni, Mariti e Chirieleison) e con il manichino 1’41”36 (con lo stesso quartetto della Mista). C’è da dire, però, che l’ordine d’arrivo ufficioso della 4x25 vedeva al terzo posto la RN Bogliasco, poi squalificata. Discorso a parte per la Line Throw, dove si è imposta con 15”89 la coppia dello Swimming Club Alessandria (Cacciabue-Galliano), davanti a quella del CN Nichelino (Grasso-Mouth), seconda in 18”89, e della Reggiana Nuoto (Daolio-Daolio), terza in 25”50.

 

Tra i maschi, il protagonista è sempre Federico Pinotti (Fiamme Oro), che ci ha deliziato con le sue ennesime tre prestazioni di alto livello: 1’57”72 nel Nuoto, 29”95 nel Trasporto e 1’02”11 nel Misto. Inutile dire che in queste tre gare, il doppio primatista mondiale è stato il vincitore incontrastato.

In due casi, dietro Pinotti, c’è il compagno di squadra Germano Proietti, che ha chiuso i 200m Ostacoli in 2’01”19 ed il Percorso con un buon 1’04”33. Curiosamente, Ciccio non ha partecipato alla sua gara, il Superlife, riposandosi così durante la finale della specialità nella quale è campione mondiale.

Nel Trasporto, invece, la medaglia d’argento è andata nuovamente a Marco Mosconi (Marina Militare), che ha realizzato 30”94. Marco è anche giunto quarto nel Torpedo, con un non eccezionale 56”13, mentre nel Misto stavolta non è stato tra i protagonisti.

Il podio delle due gare di trasporto è stato chiuso ancora una volta dal bravo Alessandro Capacchione (Marina Militare), che ha limato un paio di decimi al suo personale del Misto, ottenendo 1’04”43, mentre i suoi 50m Trasporto valgono 31”23. In quest’ultima gara, Alessandro ha avuto, nella lotta la podio, la meglio, per soli 3 centesimi, sul compagno di squadra Diego Giuglar, cresciuto in questa prova, tant’è vero che il 31”26 fatto registrare è la sua migliore prestazione. Segnaliamo nella gara veloce anche il 31”16, ottenuto, però nelle eliminatorie, da Vincenzo Bernardini (Fiamme Oro), incappato in squalifica nella finale.

Ma le squalifiche sono state il cruccio soprattutto di un altro atleta delle Fiamme, Marco Bolognesi, che si è visto escludere dall’ordine di arrivo sia nel Torpedo, sia nel Trasporto e soprattutto nel Superlife, dove avrebbe potuto almeno mirare al podio. Ma, nell’unica gara portata correttamente a termine, i 200m Ostacoli, Marco ha cacciato dal cilindro un’ottima prestazione, 2’01”34, scendendo per la prima volta sotto i 2’02” ed ottenendo la sua prima medaglia assoluta in questa specialità.

Dietro Bolognesi, c’è un altro Marco delle Fiamme, anche lui in forte crescita in questa prova: Buccioni ha infatti realizzato 2’01”77, migliorandosi quasi di un secondo. L’ex atleta dell’Aniene è apparso in buona forma anche nel Trasporto e nel Misto (quarto in 1’05”6), tuttavia anch’egli, come l’omonimo compagno di squadra, ha toppato la gara dove era più atteso, il Superlife, che l’ha visto schierato soltanto nella finale B, dalla quale, peraltro, è stato squalificato.

Con l’assenza dei tre quotati atlete delle Fiamme Oro (Proietti, Buccioni e Bolognesi) dalla finale del Super, gli unici due che potevano concorrere per la vittoria erano il campione primaverile Mariano Carpentieri (Nuoto Napoli) e l’evergreen Marcello Onadi (Rane Rosse). Ha avuto la meglio il torinese naturalizzato lumbard, che è stato in grado di resistere alla carica del napoletano degli ultimi 50m: alla fine la piastra assegna 2’14”36 a Marcello e 2’14”66 a Mariano. Entrambi gli atleti, comunque, avevano fatto tempi migliori nel corso della stagione. Terzo classificato, l’unico big delle Fiamme rimasto, Alessio Fiori, che ha concluso in 2’17”72 (anche per lui si tratta di un tempo alto rispetto ai suoi standard).

Era atteso il duello a Pinne tra i due atleti che ormai si sono rivelati i due più forti al Mondo in questa specialità: Nicola Ferrua (Rane Rosse) e Simone Procaccia (Interamnia). Stavolta, a differenza di Berlino, è stato il teramano ad avere la meglio, imponendosi in 49”95, contro il 50”75 dell’alessandrino. È stata una sfida molto bella, e soprattutto c’è da dire che le due ottime prestazioni sono state ottenute con un trasporto pulito. Terzo il sempre presente Franco Fanella (Marina Militare), con 51”63.

Franco ha inoltre dominato i 100m Torpedo, realizzando un ottimo 53”84, avvicinando ancora una volta il primato mondiale. Peccato non aver visto a Berlino una prestazione di questo tipo! Podio del Traino completato da due veterani della specialità, quali Daniele Battegazzore (Swimming Club Alessandria), secondo in 55”61, e Federico Mastrostefano (Marina Militare), terzo in 55”98. Diamo menzione anche del 55”83 con il quale il già citato Simone Procaccia, bronzo ai Primaverili in tale prova, ha vinto la finale B.

I due giovani più in luce sono stati, come c’era da aspettarsi, Francesco Bonanni (Aniene) e soprattutto Andrea Moretto (Nuotatori Canavesani). Bonanni ha fatto vedere tantissimo nelle eliminatorie , con l’ottimo 56”53 a Torpedo ed un eccezionale 2’17”91 nel Superlife, che trucida il precedente primato italiano juniores (2’19”25 di Moretto). Nelle finali, Francesco si è ripetuto però solo nel Torpedo, classificandosi quinto in 56”77. Anche nel Superlife aveva ufficiosamente fatto meglio, ma il suo 2’16”7, che avrebbe significato per il figlio d’arte medaglia di bronzo ma soprattutto record europeo juniores (il primato corrente è 2’17”01 di Rodriguez, che fino a poco fa sembrava inavvicinabile, adesso non più), è stato annullato da squalifica per affondamento. Stessa sorte gli è toccata a Pinne, dove si presentava come il campione assoluto uscente.

Andrea Moretto ha invece dato il meglio nelle gare pomeridiane, dove ha ottenuto due quinti posti, accompagnati da altrettanti nuovi primati. Nel Nuoto, in realtà, già nelle batterie Andrea aveva migliorato il già suo record italiano cadetti di 2’03”63, portandolo a 2’03”35; ma in finale ha abbassato ancora di più questo limite, peraltro anche nettamente, terminando in 2’02”77. Ma il meglio è arrivato nel Percorso Misto, dove il canavesano ha concluso con un eccellente 1’05”88, migliorando in un solo colpo record italiano cadetti (precedente 1’06”25 di Casini) e record europeo juniores (precedente 1’06”37, già suo). Moretto è stato inoltre lo junior (nel senso “europeo” del termine) meglio piazzato anche nel Trasporto (squalificato in finale B dopo il 32”75 delle eliminatorie) e nel Superlife (settimo in 2’20”37).

Altro record registrato in quel di Gubbio è stato il 2’02”77 nel Nuoto di Alessio Pancaldi (Assonuoto Caserta), che ha battuto il già suo primato italiano juniores di 2’03”74. Premettiamo che questa superba prestazione non è bastato ad Alessio per essere tra i sei convocati della rappresentativa italiana in Olanda.

Record, invece, assoluto di Alessandro Capacchione, Diego Giuglar, Franco Fanella e Marco Mosconi nella 4x50m Ostacoli: il quartetto della Marina si è infatti nuovamente superato, portando il primato nazionale di club a 1’42”54 (precedente 1’42”70). Dietro i fantastici quattro troviamo, non molto distanti, le Fiamme Oro Roma (Pinotti, Proietti, Debilio, Bolognesi) in 1’43”06 e le Rane Rosse (Galluzzo, Bermani, Legnani, Casini) in 1’43”61. Più netta l’affermazione della Marina nella 4x50m Mista, dove Giuglar, Mosconi, Fanella e Mastrostefano hanno chiuso con un buon 1’32”35, staccando le solite Rane (Bermani, Ferrua, Galluzzo, Ballerini), seconde con 1’34”37, e le solite Fiamme (Pinotti, Proietti, Debilio, Locchi), terze con 1’34”40. Ennesima affermazione della Polizia di Stato, invece, nella Staffetta Manichino, anche se stavolta la vittoria di Locchi, Bernardini, Proietti e Pinotti è stata più combattuta, dal momento che le Fiamme hanno ottenuto 1’13”24 e la Marina (Mosconi, Giuglar, Fanella, Capacchione) 1’13”90. Le Rane Rosse (Casini, Onadi, Legnani, Ballerini) hanno qui conquistato un altro terzo posto (1’19”68), dove, prima dell’annuncio delle squalifiche, risiedevano i VVF Torino. Così, l’unica medaglia conquistata dai torinesi, è l’argento della Line Throw in 13”07, per opera di Vicinanza e Foggetti. A precederli sono stati proprio le Rane Rosse, che, con Ferrua e Valente, già campioni invernali, hanno terminato la prova in 12”62; mentre in terza posizione troviamo altri Vigili del Fuoco, quelli di Grosseto (Innocenti-Vasellini), con 13”60.

 

Andrea Longobardo

 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 

ESISTE ANCHE IL GOMMONE

Post n°105 pubblicato il 08 Settembre 2008 da AndreaL84
 

Chiudiamo il discorso sul Rescue 2008 di Berlino e Warnemunde, parlando del quarto Campionato, oltre ai National Team, i Master Team e gli Interclub, previsto nel programma della manifestazione.

Alludo alle IRB (Inflatable Rescue Boat) Competitions, che possiamo rendere in italiano con “gare su gommone”. Infatti non tutti lo sanno, ma nel Regolamento Internazionale di Salvamento si parla anche di tre gare su gommone (avete mai visto, tra le foto del Salvamento, una in cui è ritratto un gommone che sta cavalcando un’onda? Ecco, ora sapete il perché!), che vengono disputate generalmente, e così è stato anche quest’anno, tra la fine dei National Team e l’inizio degli Interclub.

Si tratta di tre gare a squadra e, visto che in Italia sono poco conosciute, ne dò una breve descrizione di seguito:

 

 

-         IRB Rescue (Salvataggio su Gommone)

 

Ogni squadra è composta da tre membri: un guidatore (driver), un soccorritore (crew) e una vittima (patient). La vittima è sistemata dietro una boa a 120m dalla linea di partenza, che si trova vicino la riva, dove l’acqua arriva al ginocchio (come nella gara di Canoa), mentre il soccorritore è sul gommone. Al “via” il driver parte, arriva alla boa, quindi il soccorritore recupera la vittima sull’imbarcazione, e quindi il gommone può ritornare indietro.

 

-         IRB Mass Rescue (Doppio Salvataggio su Gommone)

 

La squadra è composta da quattro atleti: un guidatore (driver), un soccorritore (crew) e due vittime (patients). Le due vittime sono sistemate dietro la solita boa a 120m dalla linea di partenza. La prima parte della gara è identica all’IRB Rescue: il gommone parte, viene recuperata la prima vittima e si ritorna indietro. Giunti a riva, la vittima abbandona il gommone, mentre il guidatore scende dal gommone, corre sulla spiaggia, gira attorno ad una boetta sulla spiaggia stessa e ritorna all’imbarcazione. Quindi viene svolto il salvataggio della seconda vittima nella stessa maniera del primo.

 

-         IRB Rescue Tube Rescue (Salvataggio con Gommone e Torpedo)

 

Ogni squadra ha un guidatore (driver), un soccorritore (crew) ed una vittima (patient). Stavolta, oltre alla classica boa a 120m dalla riva, ve n’è un’altra, 25m più dietro della precedente, e dietro questa viene sistemata la vittima. Al via, partono guidatore e soccorritore, ed arrivano alla prima boa (la più vicina a riva). A questo punto, il soccorritore entra in acqua con il torpedo, raggiunge la vittima, la aggancia e la porta al gommone. Una volta che tutti e tre i membri (guidatore, soccorritore e vittima) sono sul gommone, la gara può essere terminata.

 

 

La partecipazione alle IRB Competitions è prettamente australiana. Nelle gare femminili vi erano esclusivamente team Aussie (erano quattro in tutto). Nella gara di Torpedo maschile, invece, ha partecipato anche una squadra tedesca ed una danese, mentre le squadre australiane nelle tre gare maschili erano cinque.

Inutile dire che i canguri hanno vinto tutto.

Tra le femmine, l’Anglesea si è affermata nel Mass (Cullity, Plant, Bennet, Rogers) e nel Torpedo (Cullity, Plant, Rogers), mentre il Brinie Island (Wells, Way, Tyson) ha vinto l’IRB Rescue.

Doppietta Mass-Torpedo anche per il Mairangi Bay maschile (Morrison, Allson e Tully, nel Mass accompagnati da Moores), mentre nel Salvataggio si è imposto il Southport (Nuttall, Vandermaat, Horan).

 

Possiamo adesso chiudere definitivamente con il Rescue 2008.

La nostra attenzione andrà adesso ai Campionati Europei Juniores, oggi in partenza. Ma prima è giusto ricordare i Campionati di selezione per la Nazionale Giovanile, ovvero gli Assoluti Estivi, svoltisi a Gubbio dal 5 al 7 agosto. Alla prossima!

 

Andrea Longobardo

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 

IL ROSSO COME L'AZZURRO

Post n°104 pubblicato il 08 Settembre 2008 da AndreaL84
 

No, non è un titolo allusivo alla par condicio. Si riferisce semplicemente ai Campionati Mondiali Interclub, disputatisi dal 27 luglio al 2 agosto, in cui le Rane Rosse hanno ottenuto lo stesso fantastico piazzamento della Nazionale Italiana, ovvero il terzo posto.

La squadra di Giorgio Quintavalle era rappresentata, per i maschi, da Marco Ballerini, Nicolò Casini, Andrea De Stefani, Nicola Ferrua, Giovanni Legnani e Marcello Onadi, e, per le femmine, da Francesca Costato, Marta Mozzanica, Claudia Pastorello, Elena Prelle, Silvia Ravasi e dalla nuotatrice Giorgia Mancin. Una squadra sicuramente molto competitiva, ed in piscina, infatti, non ha avuto rivali, aggiudicandosi 13 ori su 20 disponibili (8 con le femmine e 5 con i maschi), che hanno consentito di raggiungere la vetta della classifica di società al termine delle gare indoor. Nelle gare oceaniche, ovviamente, la supremazia australiana è netta, e le Rane sono scivolate al terzo posto. Come nei National Team, anche negli Interclub è la prima volta che una squadra italiana presenzi sul podio. Il Campionato è stato vinto dagli australiani del Northcliffe, che hanno realizzato 495 punti, seguiti dai connazionali dell’Elouera con 466.5, mentre il bottino definitivo delle Rane è stato di 430 punti.

Tra le 144 squadre presenti al Rescue, provenienti da 17 paesi, ce ne erano otto italiane. Dopo le Rane, la miglior squadra tricolore è stata l’Interamnia, rappresentata dal solo Simone Procaccia (che ha partecipato a 4 gare in vasca), giunta in 41esima posizione con 32 punti. In 46esima posizione, invece, i VVF Torino, capaci di 28 punti; poco dietro, al numero 51 con cinque punti in meno, i concittadini del Nuoto Club. Nichelino presente con due squadre: la squadra A, il CN Nichelino, si è classificata 64esima con 12.5 punti; la squadra B, la New Team, 71esima con 7 punti. Il CN Posillipo ha preso parte solo alle gare oceaniche ed è stata l’unica squadra italiana, insieme alle Rane Rosse, ad aver guadagnato punti in queste prove: il risultato finale è il 79esimo posto con 5 punti. Infine, il Team ’63 Torino è in 89esima piazza insieme a tutte le squadre a quota zero.

 

Vediamo i migliori risultati agonistici, partendo dalla vasca.

Nelle gare femminili, solo in due casi (Torpedo e Line Throw), sul gradino più alto del podio non ci sono le Rane Rosse. Grande protagonista è stata Elena Prelle, vincitrice di tre ori individuali, con prestazioni cronometriche migliori rispetto a quelle fatte registrare qualche giorno prima ai National Team. Vittoria netta nel Trasporto con 37”32, un secondo meglio della tedesca Anke Wieland (Haalle-Salkreis), seconda classificata con 38”33. Più di misura l’affermazione del Misto: con 1’16”95, tempo che avrebbe consentito il bronzo alla manifestazione per nazioni, Elena ha avuto ragione sull’australiana Sarah Windsor (Elouera), terza pochi giorni prima, che ha concluso in 1’17”04. Infine, nel Superlife, la Prelle si è imposta col suo stagionale di 2’32”46, con il quale si sarebbe classificata seconda con la Nazionale. Avrebbe valso l’argento ai National Team anche il 58”90 che ha consentito alla bravissima Marta Mozzanica di aggiudicarsi i 100m Pinne, davanti ad un atleta più esperta nonché neovicecampionessa mondiale, la tedesca Aline Hundt (Haalle-Salkreis), che ha realizzato 1’00”41. Marta ha anche ottenuto un bronzo nel Torpedo, grazie ad un ottimo 1’03”54, suo personale: la hanno preceduta la tedesca Katrin Altmann (Obere Elbe), argento nella competizione della settimana prima, con 1’02”54 e l’australiana Naomi Flood (Manly) con 1’02”87. Per la Mozzanica, inoltre, un buon quarto posto nel Trasporto, concluso in 39”12. Il quinto oro individuale delle Rane è nei 200m con Ostacoli, grazie al prestito dal nuoto Giorgia Mancin, che ha bloccato le piastre ad uno strabiliante 2’13”29, diventando così la seconda miglior italiana di sempre (dopo la Buratto) in questa specialità. Nel Nuoto, le Rane esultano anche per il record italiano juniores di Claudia Pastorello, che nelle eliminatorie ha migliorato il già suo primato di 2’19”11, portandolo a 2’18”74. Tempo confermato in finale (2’18”79), dove Claudia si è classificata quinta. Purtroppo è giunta quinta anche a Pinne, gara dove aveva aspettative maggiori: infatti il suo crono della finale è stato 1’03”16, dopo che nelle eliminatorie aveva chiuso in 1’01”19 (e, tra l’altro, lei vale anche meno), che in finale avrebbe significato la medaglia di bronzo.

Milanesi dominatrici nelle staffette, dove hanno vinto tre ori, accompagnati da altrettanti record italiani di club. 1’57”30 l’eccellente prestazione di Prelle, Pastorello, Mozzanica e Mancin nella 4x50m con Ostacoli, oltre un secondo sotto il vecchio primato (1’58”52, sempre delle Rane). Il quartetto si è poi ripetuto nella Mista, realizzando un’altra incredibile prestazione, 1’44”36 (precedente 1’45”31, ancora delle meneghine). Infine, nella 4x25m con Manichino, Mozzanica, Ravasi, Costato e Prelle hanno migliorato l’1’33”39 dei VVF Torino, portando il nuovo limite nazionale a 1’32”25. Decimo posto in 16”29, invece, per Costato e Mozzanica nella Line Throw, gara andata alle tedesche del Rheda-Wiedenbruck (Schlepphorst-Kornek), capaci di 13”35 (tempo da podio con le Nazionali).

Avere una donna italiana in una finale mondiale non è comunque prerogativa delle Rane Rosse: infatti, nei 100m Pinne, Luisa Lancia dei VVF Torino si è classificata settima con 1’06”22 (la mattina aveva fatto anche meglio, 1’05”37). Nella stessa gara, l’altra atleta schierata dai Vigili, Federica Porzionato, è giunta undicesima con 1’05”24. Il Nuoto Club Torino vanta invece cinque finali B. Due sono opera di Roberta Fimiani, quindicesima a Pinne (1’06”29, dopo l’1’05”70 delle batterie) e squalificata in finale nel Misto, dopo aver realizzato 1’25”22 in mattinata (decimo tempo delle eliminatorie); una è appannaggio di Valeria Marmo, sedicesima nel Nuoto in 2’26”64; e due, infine, sono frutto di un “lavoro di gruppo”, visto che sia nella 4x50m Ostacoli (con il quartetto Barone, Dembech, Marmo, Fimiani), che nella 4x50m Mista (con Marmo, Fimiani, Barone e Berruto) il Nuoto Club è giunto tredicesimo, rispettivamente con 2’07”31 e 1’55”60. Nella Mista, il CN Nichelino (Lo Franco, Longhi, Mouth, Grasso), realizzando 1’52”95, è stato il primo escluso dalla finale A; poi, con 1’53”21, ha chiuso la finale B in seconda piazza. Doppia finale B nichelinese, invece, nella gara di Pinne, dove abbiamo il tredicesimo posto di Loredana Grasso (1’05”65) ed il sedicesimo di Elisa Longhi (1’07”90).

 

Tra i maschi, l’unico a confermare il titolo mondiale in piscina è stato Nicola Ferrua, che si è imposto nuovamente nei suoi 100m Pinne, con un’altra prestazione di altissimo livello: 49”63. In questa prova si tratta di doppietta italiana, dal momento che in seconda posizione troviamo un altrettanto bravo Simone Procaccia (Interamnia), capace di 50”04, tempo che avrebbe consentito il secondo posto anche ai National Team. A Pinne, le Rane hanno vinto pure la finale B, con Marco Ballerini, nono in 55”21. Ferrua e Procaccia hanno inoltre disputato assieme la finale di Torpedo: Nicola ha ottenuto un buon bronzo con 56”53, mentre Simone ha ottenuto un meno buono quinto posto con 57”01. La gara, che ha regalato un livello agonistico più alto rispetto alla gara disputata dagli atleti delle Nazionali, ha visto l’affermazione del canadese Marc Prud’homme (Canadian Force), con il record americano di 54”85, seguito dal vicecampione mondiale, il tedesco Enrico Prankrath (Luckenwalde), che ha chiuso in 55”87. Nell’altra prova con le pinne, il Superlife, sono invece di nuovo le Rane a fare da padroni, grazie a Marcello Onadi, vincitore con 2’14”84 (sarebbe giunto terzo ai National Team con questo crono). Giovanni Legnani ha invece superato tutti nella finale B, realizzando 2’19”51 (troppo alto per lui…): nella stessa finale, segnaliamo la rinuncia di Simone Procaccia (la finale di Superlife precedeva quella di Pinne), che la mattina aveva ottenuto 2’24”67. Onadi e Legnani rappresentano la squadra lombarda anche nei 200m Ostacoli, e hanno fatto quello che hanno potuto: ottima quinta piazza di Giò, che ha bloccato le piastre al suo nuovo personale di 2’03”95, mentre Marcello ha chiuso settimo con 2’06”70 (meglio nelle batterie: 2’05”11). Per la cronaca, la gara è stata vinta in 2’00”04 dal francese Guillemme Strohmeier (Colmar). Strepitoso Andrea De Stefani nel Misto, in grado di precedere tutti e di migliorare il suo personale di un paio di decimi: 1’04”46 il tempo del nuovo campione mondiale per club. Gli è andata invece male nel Trasporto, dove è stato squalificato in batterie. Nella gara veloce, considerando che il tempo del primo classificato, l’australiano Andrew Bowden (Elouera), è stato 32”20, le Rane avevano le potenzialità per ottenere una doppietta: invece non è arrivata neanche una medaglia, visto che Nicolò Casini si è classificato ai piedi del podio con un non eccezionale 33”04. Casini non eccezionale neanche nel Torpedo, dove non è riuscito a fare meglio di 1’01”90, che vuol dire quindicesimo posto.

In questa prova, non ha invece mancato la finale A Stefano Foggetti (VVF Torino), che, realizzando 57”74 in batteria, ha staccato un biglietto di ingresso tra i primi otto: in finale, poi, con 59”62, è giunto ottavo. Stefano ha anche conquistato una finale B nel Misto (1’10”73 il tempo di accesso), finale che però l’ha visto squalificato. Una finale B anche per Simone De Ruosi (New Team), decimo a Pinne in 55”21.

Nelle staffette maschili, due vittorie a testa per Rane Rosse e gli australiani del Bulli. Infatti, nella 4x50 Mista, i lombardi sono stati squalificati in batteria per falsa partenza, e così, in finale, si sono imposti gli oceanici (Dekker, Langthorne, Green, McCauley) con 1’33”76. Bulli d’oro anche nella Line Throw, con Green e McCauley che hanno terminato in 9”76, nuovo record dell’Oceania. Nessun problema, invece, per Legnani, Ferrua, Casini e Ballerini nella Staffetta Ostacoli, conclusa in 1’43”28, e per Casini, Onadi, Legnani e De Stefani nella 4x25m, finita in 1’14”74. Due finali B per il Nuoto Club Torino, concluse con un decimo posto in 1’22”24 nella Staffetta Manichino (Trudu, Rosso, Lapi, D’Ambrosio) ed un tredicesimo in 1’39”32 nella Mista (Lapi, Arduino, Trudu, D’Ambrosio). Nella finale B della 4x50m Ostacoli, invece, a rappresentare l’Italia c’è il CN Nichelino (Ferrari, Ostellino, Loria, Maina), sedicesimo in 1’49”44.

Prima di passare alle gare oceaniche, diciamo del decimo posto di Mozzanica, Prelle, Onadi e Ferrua nella SERC, gara vinta dai tedeschi del Berlin-Lichtenberg (Bonn, Schminking, Rittei, Gillich).

 

In Acque Libere, il dominio australiano è più che palese. Sono pochi i casi in cui l’oro è andato ad atleti non australiani. Uno di questi è nello Sprint femminile, dove la britannica Katy Whear (Portreath) ha riconfermato, dopo aver vinto ai National Team, di essere la più forte del pianeta, superando ancora una volta l’australiana Cara Langedam (Bulli). Quest’ultima ha ripetuto l’argento anche nelle Bandierine, battuta stavolta dalla connazionale Melissa Howard (Kurrawa). Doppia riconferma, Canoa e Oceanwoman, per Naomi Flood (Manly), mentre sono atlete del Northcliffe a primeggiare a Frangente e Tavola, e sono rispettivamente Courtney Hancock e Elizabeth Pluimers. Il team più forte del Mondo si è inoltre aggiudicato due staffette, il Salvataggio Tavola (Hancock-Hancock) e la Staffetta Oceanwoman (Harris, Pluimers, Hancock, Hancock), mentre l’Elouera ha battuto tutti nella Staffetta Torpedo (Ellott, Windsor, Soper, Gowan) e l’Anglesea (anche questa squadra australiana, a dispetto del nome) si è aggiudicato la 4x90m (Bernett, Lewtas, Lewtas, Atkins). Il miglior risultato italiano femminile è stato il diciottesimo posto di Alessia La Rocca (CN Posillipo) nel Frangente.

 

Anche per quanto riguarda i maschi, lo Sprint è l’unica gara non vinta da un australiano: si è imposto infatti il neozelandese Paul Cracroft-Wilson (Fitzroy). Tra i trascinatori della Nazionale Aussie, rivediamo Shannon Eckstein (Northcliffe), nuovamente vincitore dell’Oceanman, e Chris Allum (Cronulla), che si è invece imposto nel Frangente. Inconsueta doppietta, Bandierine e Tavola, per Daniel Carruthers (North Burkeigh), mentre il migliore sulla Canoa è stato Stewart Murrey (Manly). Anche in questo caso, due staffette al Northcliffe, rispettivamente l’Oceanman (Eckstein, Crilly, Holmes, Cummins) e la Torpedo (Cummins, Lahey, Crilly, Holmes), mentre il Kurrawa si è aggiudicato il Salvataggio Tavola (Shade-Clayton) e il North Cottesloe la Staffetta sulla Spiaggia (Nolan, Steven, Ben, Todd). Unico italiano in una finale individuale è Giovanni Legnani, quattordicesimo a Frangente. Ma c’è anche il decimo posto di Onadi-Ferrua nel Salvataggio con Tavola e il dodicesimo del CN Posillipo (Parascandola, Costagliola, Costagliola, Costigliola) nella 4x90m sulla Spiaggia.

 

Andrea Longobardo

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 

BRUNA,  L'OCEANWOMAN

Post n°103 pubblicato il 31 Agosto 2008 da AndreaL84
 
Tag: Master

Mentre gli atleti della Nazionale azzurra conquistavano il terzo posto nella classifica per nazioni, c’era un’altra atleta che teneva alto il tricolore nel Salvamento Mondiale. Parlo di Bruna Ravera, autentica protagonista dei Rescue Master, che si sono svolti in contemporanea con i National Teams.

I Mondiali Master sono partiti il 21 luglio con le gare in acque libere, mentre le Nazionali disputavano le gare in piscina, dopodiché, quando la competizione principale si è spostata a Warnemunde, i Master sono andati a Berlino per le gare in vasca.

Il programma della manifestazione mondiale Master prevede in piscina 4 gare individuali e 3 staffette, mentre in acque libere 7 gare individuali e 6 staffette. In vasca si disputano i 200m Nuoto con Ostacoli (100m a partire dai 55 anni), i 50m Trasporto Manichino, i 100m Manichino con Pinne, i 100m Manichino con Pinne e Torpedo e le staffette 4x50m con Ostacoli, 4x50m Mista e Line Throw. Le gare individuali a mare e su spiaggia sono invece le seguenti (i percorsi di tutte le gare sono ridotti rispetto a quelli “assoluti”): Gara nel Frangente, Gara con la Tavola, Gara con la Canoa, Oceanman/Oceanwoman, Sprint sulla Spiaggia (70m), Bandierine sulla Spiaggia (15m) e Corsa sulla Spiaggia (percorso sul bagnasciuga di 2 km per chi ha meno di 60 anni, e di 1 km oltre questa soglia d’età). Le staffette oceaniche Master prevedono invece solo tre frazionisti e sono le seguenti: Gara nel Frangente a Squadre (dove i tre atleti svolgono contemporaneamente il percorso delineato dalle boe), Staffetta con la Tavola (dove ogni frazionista fa il percorso con la tavola, per poi passare l’attrezzo al frazionista che lo succede), Staffetta con la Canoa (analoga alla Staffetta con la Tavola, ma con la canoa), Staffetta Oceanman/Oceanwoman (non c’è la frazione di corsa), Staffetta 3x70m sulla Spiaggia e Salvataggio con Tavola (con due frazionisti, esattamente come nel regolamento degli Assoluti). L’età minima per partecipare è 30 anni, le categorie di età sono esattamente come in Italia, con la differenza che, nelle gare di Manichino, Pinne e Torpedo, chi ha più di 65 anni gareggia comunque negli M60.

 

La partecipazione è stata abbastanza nutrita, con la presenza di atleti master provenienti da 21 nazioni, tra cui il Qatar e il Portorico, al debutto assoluto nel Salvamento internazionale. E la qualità degli atleti pure era buona, visto che i più grandi del panorama Master internazionale c’erano quasi tutti ed in più hanno partecipato anche ex agonisti, atleti che fino a poco fa partecipavano sì ai Rescue, ma ai National Team. Non a caso in piscina sono stati battuti ben 20 record mondiali. Nelle gare in vasca, troviamo soprattutto i tedeschi nei gradini più alti del podio, mentre a mare sono, anche qui, gli australiani a fare da padroni.

Anche l’Italia è stata rappresentata: erano tre i team italiani presenti in Germania. Uno era il CN UISP Bologna, che si è presentato, esclusivamente nelle gare in piscina, quasi al completo ed è riuscito ad ottenere 3 bronzi (Paolo Paoloni, Paola Pranzini ed una staffetta). Poi vi erano due rappresentanti dei VVF Torino, una dei quali, Simona Pognant, ha vinto una medaglia d’argento. E poi c’era lei, l’orgoglio dell’Italia Master del Salvamento, che, nel nostro paese, nonostante la non più venerea età di 41 anni, continua a gareggiare, e con onore, tra gli agonisti: Bruna Ravera. La torinese, che difendeva i colori del Torino Sincro, ha partecipato a ben 10 gare delle 11 in programma (solo nello Sprint non si è cimentata), riuscendo a vincere due ori, accompagnati da altrettanti record mondiali, un argento ed un bronzo. Inoltre Bruna ha siglato anche quattro degli otto record italiani fatti registrare in quel di Berlino. La Ravera è un esempio di come, arrivati ad un certa età, si può continuare ad avere entusiasmo e voglia di divertirsi con lo sport, e, quando atlete così arrivato a traguardi così prestigiosi (un primato mondiale master è pur sempre un prestigio, figuriamoci due), non possiamo fare a meno di esultare con lei.

 

Andiamo adesso a vedere i risultati più importanti e i protagonisti, italiani e non, di ogni categoria.

 

 

Presenza di spicco negli M30, Craig Robinson (Pen-y-Bont), che, fino a pochi anni fa, era titolare della Nazionale della Gran Bretagna: l’anglosassone fa tesoro della propria (grande) esperienza per imporsi nella gare di Frangente ed Oceanman. Su spiaggia comanda invece il sudafricano Wayne Holroyd (Umhlanga Rocks), vincitore sia a Sprint che a Bandierine. In piscina, notiamo due record mondiali: uno, quello del Nuoto, è opera dell’austriaco Thomas Namhofer (OWR Section Military), il cui 2’10”58 è la miglior prestazione master in assoluto in questa specialità (la precedente era 2’10”98 di Eickhoff), l’altro, quello a Pinne, è appannaggio del tedesco Alexey Rezmichenko (Ennigerloh), che termina in 55”41, altra miglior prestazione master assoluta (precedente  56”14 di Speer). Le altre due gare in vasca sono andate al tedesco Thomas Speer (Bietigheim-Bissingen), che chiude i 50m Manichino in 34”30 e i 100m Torpedo in 1’00”55. L’italiano più in alto nelle classifiche M30 è Enrico Piacenza (VVF Torino), settimo nel Nuoto (2’24”71) e nelle Pinne (1’02”83) e nono nel Trasporto (41”57). Poi ci sono i diversi rappresentanti della UISP Bologna: segnaliamo Eros Testa, tredicesimo a Torpedo (1’21”79) e sedicesimo negli Ostacoli (2’51”73); Andrea Luppi e Mauro Sermenenghi, rispettivamente 14esimo (1’23”02) e 15esimo (1’25”77) nel Traino e 15esimo (1’18”65) e 16esimo (1’24”26) a Pinne; e Silvio Gigli, sedicesimo a Torpedo (in 1’31”12).

Anche tra le femmine, presenzia un’ex Nazionale: è la tedesca Claudia Schlepphorst (Rheda-Wiedenbruck), che si aggiudica Pinne in 1’03”86, record mondiale assoluto (precedente della stessa atleta, 1’04”03), Torpedo in 1’07”03, altro nuovo limite master (precedente 1’10”37 di Libera), e la Line Throw (insieme alla compagna Sahlmann) in 13”42. Altra tedesca al top è Nicole Schwarz (Region Uetersen), che si impone a Manichino (44”79) e Frangente. Nelle oceaniche comandano invece le australiane Ruth Kelly (Manly), vincitrice a Canoa, Corsa e Sprint, e Julia Cullity (Anglesea), prima a Tavola e Bandierine. In questa categoria si registra una delle medaglie italiane: il bronzo nel Nuoto della bravissima Paola Pranzini (UISP Bologna), capace di surclassare il vecchio primato italiano di 2’54”45 (di Francesca Genero), e di portarlo a 2’39”78! Paola è poi nona nelle altre tre gare in vasca, ottenendo 54”18 a Manichino, 1’22”88 a Pinne e 1’25”99 a Torpedo. Per la squadra felsinea c’è anche Sara Poggi, undicesima nel Trasporto (1’09”57) e nel Traino (1’38”62), e tredicesima negli Ostacoli (3’34”61).

 

Un'altra vecchia conoscenza del Salvamento internazionale è l’olandese Hans Vijge (Amersfoort), che, tra gli M35, si impone a Pinne in 58”68 e a Torpedo in 59”79, nuovo record mondiale della categoria (precedente 1’05”56 di Haaser).

Tre invece le protagoniste della categoria femminile: in piscina c’è la tedesca Dorothee Strucker (Spelle), neocampionessa a Pinne (1’13”81) e Torpedo (1’12”91); nelle quattro gare a mare, invece, domina l’australiana Penny Locke (Bulli); e su spiaggia, infine, doppio oro (Sprint e Bandierine) per un’altra australiana, Kylie Stewart (Hornets). C’è spazio anche per l’Italia in un podio: mi riferisco alla gara di Torpedo, dove Simona Pognant (VVF Torino) giunge seconda con 1’14”19. Alla “vigilessa” non va altrettanto bene a Manichino e Pinne, dove è squalificata.

 

La miglior prestazione in vasca tra gli M40 maschili è l’1’02”26 che permette al tedesco Georg Gunther (Heusweiler) di divenire il nuovo primatista mondiale di Torpedo (il precedente primato era 1’08”40), dopo essersi già aggiudicato Manichino (36”98); mentre nelle oceaniche comandano gli australiani Paul Lemmon (Freshwater), con Frangente, Tavola e Oceanman, e Paul Stubbs (Kurrawa), con Sprint e Bandierine. La UISP Bologna è più in luce nei 200m Ostacoli, gara dove Marco Sergiacomi si piazza tredicesimo in 2’37”97 e Marco Mingardi quattordicesimo in 2’42”44. La coppia Mingardi-Cervelloti giunge inoltre ottava, con 29”09, nella Line Throw, gara andata alla coppia australiana del Perranporth, capace di 12”22.

Tra le femmine, la nostra attenzione va ovviamente a Bruna Ravera (Torino Sincro). La piemontese ottiene il nuovo record mondiale a Pinne, chiudendo in 1’13”22 (precedente 1’14”28 della Popke), e a Torpedo, realizzando 1’13”53 (precedente molto più alto, 1’19”70 della Kay). Non è finita: c’è un argento nel Trasporto con 47”67, nuovo record italiano (precedente 52”54 della Samanni), ed un bronzo nel Nuoto in 2’43”64, primo limite nazionale in questa categoria. Bruna sfiora poi il podio nel Frangente, chiudendo al quarto posto, e poi si classifica sesta nell’Oceanwoman e nella Tavola, ottava a Bandierine ed undicesima a Corsa e Canoa. Altre due italiane sono in lizza in questa categoria. Una è Chiara Novarese (UISP Bologna), nona a Torpedo (1’29”69), tredicesima a Pinne (1’30”41) e sedicesima nel Nuoto (3’47”82). L’altra è Anna Ballara, che difende i colori di una squadra australiana (il Northcliff), ma in realtà è un’italo-neozelandese: infatti negli anni ’90 ha partecipato a due Rescue con la Nazionale della Nuova Zelanda e ad uno con quella italiana (l’unica medaglia mondiale italiana in acque libere, un bronzo a Tavola, è opera sua). A Warnemunde la nostra vecchia gloria vince Tavola e Canoa, giungendo inoltre seconda a Frangente e terza nella Corsa. Le altre protagoniste della categoria sono l’australiana Margaret Pearson (Newport), che fa en plein nelle tre gare su spiaggia, e l’irlandese Norma Cahill (Clare Ireland), che, come la Ravera, sigla due primati mondiali in vasca, uno nel Nuoto, 2’28”16 (precedente 2’30”02, sempre suo), l’altro nel Trasporto, 45”76 (precedente 45”86, sempre suo), ed in più si aggiudica il Frangente.

 

Il francese Antonio Zezza (St Laurent Complex) abbassa il primato mondiale M45 nel Trasporto e nel Torpedo, realizzando rispettivamente 38”56 (precedente 39”85 di Meik) e 1’06”71 (precedente 1’14”55 di Stacpode), mentre il nuovo limite nel Pinnato, 1’00”81 (precedente 1’04”21 di Popke) è opera del tedesco Heiko Venhor (Gelsenkirchen). Nelle oceaniche, solo l’australiano Martin Ashfield (Alexandra Headland) vince due ori (Sprint e Bandierine). C’è anche spazio per un record italiano, il 3’01”52 con il quale Gianni Nanetti (UISP Bologna) giunge sedicesimo nel Nuoto (il vecchio primato era 3’08”34 di Ferri). Segnaliamo anche il 14esimo posto di Giuseppe Rimondi (UISP Bologna) a Torpedo (1’31”41).

Tra le donne della stessa categoria, facciamo tre nomi: la tedesca Petra Schankin (Region Uetersen), neoprimatista mondiale di Pinne con 1’17”92 (precedente 1’20”65 di Hermans), la statunitense Ann Finley (LA County), oro nel Nuoto (2’44”40) e nel Frangente, e l’australiana Georgina Lynch (Noosa), in vetta nella Canoa, nella Corsa, nell’Oceanwoman e anche nel Salvataggio con Tavola.

 

Superata la soglia dei 50 anni, la miglior prestazione è l’1’09”51 a Torpedo realizzato dal francese Daniel Bembe (St Laurent Complex), che diventa così primatista mondiale M50 (il record precedente era 1’12”56 del nostro Scaramel). A Bembe anche Pinne in 1’12”58. Doppiette pure per il tedesco Pietre Hack (Hensweiler), 43”12 nel Trasporto e 2’30”52 negli Ostacoli, e per l’australiano Colin Widler (Scarboro), che ottiene l’accoppiata Canoa-Oceanman.

Tra le donne cadono tre primati mondiali: la tedesca Angela Franke (Magdeburg) conclude Manichino in 50”77 (precedente 54”94 di Yake), la connazionale Lucy Kunz (Schonungen) realizza 2’49”58 nel Nuoto (precedente 3’03”68 di Dundas), mentre la belga Viviane Callaert (VRC) termina il Torpedo in 1’19”98 (precedente 1’21”37 della Dundas). A mare dicono la loro le australiane Margaret Kyle (Northcliffe), con Canoa e Oceanwoman, e Carole Larssen (Cronulla), con Sprint e Bandierine, ma c’è anche spazio per la polacca Aleksandra Niepodziana (Sport-Figielski), che si impone nella Corsa e nel Frangente.

 

Polacco, anche lui dello Sport-Figielski, è pure il nuovo primatista M55 del Torpedo, Bogdan Dubinski, che, realizzando 1’16”92, straccia il vecchio primato (1’31”64 di Dinev). In piscina in evidenza anche il canadese Jim Wright (Canada Masters), primo nel Nuoto (1’11”62) e nelle Pinne (1’17”30); mentre gli australiani che vincono nelle oceaniche sono Slan Dawies (Cottesloe) e Ted Smithies (Newport), capaci delle combinate Canoa-Oceanman e Sprint-Bandierine rispettivamente.

Tra le donne si dividono quasi tutto la tedesca Evelyn Schoppenhauer (Hagen), al top nel Nuoto (1’37”27), nel Pinnato (1’30”97) e nel Torpedo, in quest’ultima gara col record mondiale di 1’31”45 (precedente 1’45”58 della Herbert), e l’australiana Carolyn McCauley (Cronulla), sopra tutte nelle quattro gare a mare.

 

Il record mondiale nel Torpedo della categoria M60 lo fissa invece il tedesco Wolfgang Schrader che totalizza 1’24”06, trucidando l’1’44”74 di Becharov. A Schrader anche Manichino in 48”86. Ben figura l’italiano Paolo Paoloni (UISP Bologna), che vince la medaglia di bronzo nei 100m Ostacoli, chiudendo in 1’28”69. Per Paolo inoltre un legno a Pinne e Torpedo, in ambo i casi col record italiano: 1’27”07 nella prima gara (precedente 1’28”20 di Anfossi) e 1’31”99 nella seconda (non c’è un precedente). Infine il bolognese ottiene la settima piazza a Manichino, con 1’09”27. A mare i protagonisti sono invece gli australiani Bob Wilson (Queenscliff), che vince Sprint e Bandierine, Peter Hennessey (Hennessey), che si impone a Tavola ed Oceanman, e, per quanto riguarda le femmine, Janice Giells (Cudgen Headland), che è prima in tutte e sette le gare oceaniche.

 

Gli M65 gareggiano per regolamento insieme agli M60 nelle gare di Pinne, Torpedo e Manichino. L’età maggiore non ha impedito però al tedesco Gerhard Hole (Remagen) di vincere Pinne in 1’14”62. Contro i “pari età”, poi, Gerhard si è imposto anche nel Nuoto (1’19”68), nella Canoa, nella Corsa e nel Frangente. A Tavola e Canoa svetta l’australiano Allan Metti (Cronulla), mentre nelle due gare veloci su spiaggia comanda il sudafricano Ross Currie (Fish Hoek).

L’australiana Godwin Beverley (Pacific Palms) è invece l’unica partecipante a Frangente, Tavola, Sprint e Bandierine.

 

Passiamo alle staffette.

In piscina, nella fascia di età 120-140 comandano, tra i maschi, gli austriaci della Section Military (1’39”49 nella Mista, 1’48”09 nella Ostacoli) e, tra le femmine, le tedesche del Gelsenkirchen (2’08”58 / 2’24”28). Nella Mista maschile c’è inoltre il terzo posto della UISP Bologna (Sermenenghi, Gigli, Girotti, Orlandi) in 2’27”52, purtroppo squalificata negli Ostacoli.

Felsinei (Sergiacomi, Luppi, Mingardi, Testa) invece undicesimi nella 4x50m Ostacoli della categoria 140-160, col tempo di 2’11”82.

Germania al top nella fascia 170-200, grazie ai maschi dell’Heusweiler (Mista 1’44”39, Ostacoli 1’53”31) e alle femmine del Magdeburg (2’08”43 / 2’25”00), ed in quella 200+ grazie al quartetto maschile del Gelsenkirchen (1’55”96 / 2’07”65).

Nelle oceaniche, abbiamo, nella categoria 90-120, quattro vittorie degli australiani del Bronte (Frangente, Canoa, Oceanman, Tavola) e tre delle tedesche del Gelsenkirchen (Spiaggia, Oceanwoman, Tavola); nella fascia 110-130 un tris degli australiani del Surfers Paradise (Frangente, Oceanman, Tavola). Australia in vetta anche nella categoria 130-150, con i maschi del Freshwater (Frangente, Oceanman, Tavola, Canoa) e le femmine del Noosa (tutte), e nella 150+ con lo Scarboro (Frangente, Canoa, Tavola) da una parte e il Kurrawa (Spiaggia, Oceanwoman, Tavola) dall’altra.

 

Andrea Longobardo

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 

MONDO CANO

Post n°102 pubblicato il 28 Agosto 2008 da AndreaL84
 

Riprendiamo a riscrivere in questo blog, dopo un periodo di vacanza.

Eravamo rimasti allo storico terzo posto della Nazionale Italiana al Rescue. Nel mese successivo si sono verificati altri eventi nel Salvamento italiano ed internazionale, di cui vale la pena parlare: dall’importante terzo posto delle Rane Rosse ai Mondiali per Club, all’assegnazione dei titoli italiani estivi assoluti e master, per finire con le tanto attese convocazioni per la Nazionale Juniores, che, nella prima metà di settembre, volerà in Olanda per i Campionati Europei.

Spero di riuscire a dedicare spazio a tutto ciò.

Ma, per ora, riprendiamo il discorso da dove l’avevamo lasciato, cioè al terzo posto mondiale dei 12 atleti azzurri (ricordiamoli: Carpentieri, Fanella, Ferrua, Mosconi, Pinotti, Proietti, Buratto, Cerquozzi, Chirieleison, Mariti, Prandi e Prelle) guidati dal CT Antonello Cano, coadiuvato dagli assistenti tecnici Paola Pelle e Massimiliano Tramontana.

Ho avuto modo di intervistare il fautore di questo trionfale risultato, l’allenatore più longevo dello sport italiano, Antonello Cano, che da ben 28 anni sceglie, segue e guida i Salvamentisti più forti dello stivale. Nella seguente intervista (che uscirà, in forma ridotta, sul prossimo numero della rivista “Lifeguard”), il CT ci parla del Rescue appena svolto, della situazione attuale del Salvamento italiano e mondiale, e del suo futuro. A lui la parola.

 

 

L’Italia termina il Rescue con un importante terzo posto. Qual è il quadro tracciato da Antonello Cano? Chi sono i promossi e chi i bocciati di quest’avventura?

Tutti promossi. È stato un obiettivo davvero importante e fortemente voluto dalla Federazione, che infatti ha espresso la sua soddisfazione a fine Campionati attraverso il vicepresidente Paolo Colica. Era una Nazionale bella e forte. E poi completa, grazie al nuovo criterio adottato per le convocazioni. Infatti, con il precedente criterio, venivano convocati d’ufficio i vincitori di quattro gare individuali in vasca. Tale criterio, seppur ci portò ad un risultato fantastico, il quarto posto di due anni fa, non garantiva che tutte le gare venissero ben coperte dagli atleti a disposizione per la Nazionale. Il nuovo criterio, invece, suggerito dalla Federazione, prevede una graduatoria a punteggio, che determina i convocati d’ufficio. In questo modo, vengono preferiti quegli atleti in grado di effettuare più di una gara ad alti livelli. Inoltre, un criterio del genere avvantaggia chi non prende squalifiche, perché anche una sola squalifica può influenzare pesantemente il punteggio conseguito da un atleta. E questo è un altro scopo che la Federazione si era prefissata, ovvero adottare un criterio che permettesse l’accesso alla Nazionale a quegli atleti che poi avrebbero avuto minor probabilità di subire squalifiche nella manifestazione internazionale.

 

Il terzo posto era un obiettivo sperato?

Assolutamente no. Per noi sarebbe già stato tanto confermare l’eccellente quarto posto conseguito in Australia. Poi le gare si sono messe in questo modo: dopo la piscina, nonostante alcune squalifiche, eravamo in testa alla classifica. Senza contare Australia e Nuova Zelanda, che sicuramente ci avrebbero sorpassato con le gare in acque libere, quello che notavamo era il grande distacco che avevamo sul Sudafrica, la grande favorita per il terzo posto. Nonostante in acque libere siamo inferiori ai sudafricani, siamo riusciti ad amministrare il vantaggio e in più abbiamo tenuto a  bada la Germania, che pure si stava dimostrando un avversario pericoloso, tant’è che è alla fine è giunta quarta. Siamo dunque estremamente soddisfatti di questo traguardo, e desidero ringraziare a tal proposito, per l’impegno e la professionalità profusi, gli assistenti tecnici Massimiliano Tramontana e Paola Pelle, la cui direzione è stata ineccepibile.

 

Tra i 12 atleti che ci hanno rappresentato al Rescue, c’è n’era uno che per la prima volta vestiva la casacca della Nazionale Assoluta, Mariano Carpentieri. Come giudichi il suo debutto?

Mariano non è andato al massimo nella sua gara, giungendo quarto in una prova, il Super Lifesaver, in cui ambiva al podio, pagando lo scotto dell’emozione e, soprattutto, dell’inesperienza in campo internazionale. Ma, a conti fatti, un quarto posto mondiale, per un atleta che debutta in questa competizione, è comunque un ottimo risultato.

 

Passato il Sudafrica, adesso avanti, e tanto avanti, ci sono l’Australia e la Nuova Zelanda. Il gap da queste due Nazionali è tutto nelle gare oceaniche. Cosa si farà per raggiungere le due nazioni più forti del Mondo? Si punterà tutto sulle oceaniche o in piscina si può ancora migliorare qualcosa?

Bisogna migliorare sicuramente nelle gare in acque libere, e per questo c’è l’intenzione di effettuare qualche collegiale in Australia, per imparare da chi è più bravo di noi la tecnica nelle competizioni oceaniche. Ma l’attenzione non va data esclusivamente alle gare oceaniche: bisogna stare attenti a non perdere quanto di buono abbiamo conquistato in piscina. Per cui negli anni a venire l’obiettivo è quello di mantenere un certo equilibrio tra la vasca, dove dobbiamo continuare a mostrarci i più forti del mondo, ed il mare, dove dobbiamo crescere.

 

L’Australia è da sempre la nazione più forte del Mondo. E la sua Nazionale è composta per metà da atleti “indoor” e per metà da atleti oceanici. L’Italia potrà arrivare ad avere una siffatta composizione?

Nulla è escluso, ma, per arrivare ad avere una Nazionale da vertice, quello che conta è riuscire a creare un gruppo forte ed affiatato. L’obiettivo è pertanto avere atleti che siano in grado di competere una decina d’anni con la Nazionale: in questo periodo, infatti, potrebbero formarsi con collegiali e competizioni, e dunque migliorare sempre più la loro tecnica. Giunti in età avanzata, sarebbero poi in grado di trasmettere le loro conoscenze ai loro successori. Avendo continui ricambi, invece, una cosa del genere non sarebbe possibile, e si rischierebbe di perdere il lavoro svolto dallo staff tecnico.

 

Come vedi la scena del Salvamento internazionale? La Nuova Zelanda è sempre più vicina all’Australia. Può mettere fine al dominio Aussie che va avanti da anni?

Certo che sì. Già avevo visto a Warendorf, in occasione dell’ultima Coppa di Germania, gli enormi progressi in vasca degli atleti neozelandesi. Adesso, inoltre, la Nuova Zelanda è prima nella graduatoria per i World Games, segno che questa Nazionale sia in forte crescita.

 

Per quanto riguarda l’Europa, invece, l’Italia rimarrà incontrastata ancora a lungo?

La situazione è la seguente: gli avversari più temibili per noi sono da sempre la Germania e la Spagna. La Germania ha un buon gruppo, ma gli manca un atleta di punta. Prima aveva Lutz Heimann, che in piscina vinceva praticamente tutto, ma che, nel momento del suo ritiro, non ha lasciato degni eredi. Sarebbe stato bello vederlo gareggiare contro l’atleta del momento, Federico Pinotti. Purtroppo Lutz ha lasciato, quando Federico ha iniziato, quindi i due non si sono mai scontrati, ma, se lo avessero fatto, per Lutz sarebbe stata dura. Chiusa la parentesi, alla Germania serve quindi quell’atleta di punta, che gli permetta di fare la differenza. La Spagna è invece in calo, e quest’anno anche lei ha pagato un’assenza importante, quella di Fernando Del Villar. Tant’è che non si è qualificata neanche per i World Games, in quanto l’organizzazione dei WG ha deciso di portare solo le prime sette classificate della graduatoria, anziché le prime otto, come da tradizione, per riservare l’ottavo posto alla Cina Taipei, paese organizzatore, e la Spagna è giunta ottava. Dovrebbe esserci comunque a Taipei, perché molto probabilmente la Nuova Zelanda rinuncerà alla partecipazione. In ogni caso, credo che la Nazionale iberica si riprenderà, i tecnici spagnoli hanno la volontà di ripartire e di ricreare un gruppo competitivo.

 

Parliamo della nostra Nazionale. Tra i maschi, ci sono stati tanti esclusi, che spingono per entrare nella Nazionale quanto prima. Buccioni è un atleta che non si discute; Bolognesi e Capacchione hanno avuto una grande stagione; Procaccia ha già vestito la casacca della Nazionale e quest’anno, nonostante l’esclusione, si è fatto valere; ci sono giovani in continuo miglioramento, come Casini e Bonanni; e vecchie glorie della Nazionale come Locchi, De Marco, De Stefani e Mastrostefano. Chi, tra tutti questi, può entrare o rientrare nella Nazionale?

Tutti. Tutti, ma per loro sarà dura. Tutti gli atleti menzionati da te sono da Nazionale e di grande valore. Ma per vestire la calottina azzurra, devono fare anzitutto un salto di qualità, e poi dover dimostrare di mantenersi ad alti livelli per lungo periodo. Quindi si richiede salto di qualità e continuità.

 

Riguardo le femmine, invece, vi sono dal 2001-2002 sempre le stesse quattro atlete che guidano la Nazionale: Prelle, Prandi, Buratto e Cerquozzi. Allora viene spontaneo da chiedersi: ma esiste un ricambio?

Il motivo per cui le quattro atlete sono da anni inavvicinabili è che, oltre ad essere molto forti, hanno anche accumulato una grande esperienza tecnica, che al momento le rende ancora inattaccabili dalle altre. Ma il ricambio esiste sicuramente.

 

Quando sei andato alla guida della Nazionale, nel 1980, l’Italia non era ai vertici del Salvamento mondiale. C’era solo qualche buona individualità, tipo Roberto Bonanni, ma nel complesso, negli anni ’80, erano Polonia e Bulgaria a dominare la scena, mentre l’Italia era relegata ad un ruolo di secondo piano. Poi il boom negli anni ’90, ed adesso siamo ai massimi livelli. Cosa è cambiato in questi 28 anni?

È cambiato il tipo di preparazione, e soprattutto è cambiata l’organizzazione. Inizialmente non avevamo i collegiali, e quindi spesso gli atleti andavano alle manifestazioni internazionali quasi allo sbaraglio. Con gli anni, poi, ci sono stati diversi aiuti, anche economici, della Federazione, che ci hanno permesso di intensificare l’attività dei collegiali, anche al di fuori dell’Italia.

 

Cosa c’è nel futuro di Antonello Cano?

Non so quando, ma tra un po’ dovrò tirare i remi in barca, e per questo mi sto adoperando a preparare alcuni tecnici che potrebbero prendere il mio posto. Posso fare anche qualche nome: Paola Pelle, Massimiliano Tramontana, Ettore Gavarente, Gianpaolo Longobardo e Gianni Anselmetti. Uno di questi potrebbe essere il mio successore. In realtà avrei voluto lasciare già nel 2000, ma la Federazione mi chiese di continuare, a causa del vuoto che si sarebbe creato. Vuoto che non ci sarà la prossima volta, vista la preparazione a cui si stanno sottoponendo questi tecnici.

 

L’ultima domanda è legittima sui Campionati Europei Juniores, che è la prossima manifestazione internazionale in programma. Come andrà l’Italia?

Veniamo da due titoli europei juniores consecutivi, ma per una manifestazione molto aperta quale è gli Europei Giovanili, io ci andrei molto cauto. La concorrenza è agguerrita: ci sono la Germania, la Spagna e anche la Francia, ed aggiungerei inoltre l’Olanda, nazione ospitante, che potrebbe riservare qualche sorpresa. Possiamo riconfermarci, ma adesso bisogna pensare a fare le gare e soprattutto evitare le squalifiche. Poi gli obiettivi ce li porremo via facendo.

 

 

Andrea Longobardo

 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
 

Tag

 

Archivio messaggi

 
 << Aprile 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30          
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

Chi può scrivere sul blog

Solo i membri di questo Blog possono pubblicare messaggi e commenti.
 

I miei link preferiti

FACEBOOK

 
 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963