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LA MASCHERA

Post n°112 pubblicato il 14 Settembre 2008 da legge_di_Murphy
Foto di legge_di_Murphy

Aereoporto Bari Palese - venerdì 12 settembre

Con un collega sono in procinto di rientrare a Milano al termine di una lunga trasferta di lavoro.

Al check-in c'è una discreta coda e così ci tocca aspettare intruppati nella lunga fila. Invecchiando la mia "asocialità" sta peggiorando a vista d'occhio e così mal sopporto le situazioni nelle quali mi debba ritrovare a subire la visione e i discorsi del mio prossimo. Il motivo è semplice. Noi tutti, io incluso, abbiamo perso la semplicità dei nostri progenitori e viviamo le relazioni con i nostri simili come una grande recita da mettere in scena. In breve ognuno di noi, scelta una maschera, ad essa si attiene e trae ispirazione per il proprio comportamento. E così mi ritrovo, mio malgrado, ad ascoltare lo scambio di esperienze di due pseudo intellettuali da strapazzo.

Sulla falsariga del gioco da bambini "celocelomanca", iniziano a sciorinare visite in musei delle più prestigiose capitali europee (Madrid, Parigi, Londra).

".......se non hai mai visto Mosca ci devi assolutamente andare mio caro. Abbi però l'accortezza di scegliere il periodo invernale. Il sole dopo una nevicata, ti assicuro, è una favola...!!!". La postura, l'impostazione vocale è giusta e adeguata per recitare la maschera dell'uomo di cultura abituato a frequentare i migliori e più prestigiosi salotti.

Ci imbarcano nell'aereo e nelle poltrone davanti a noi si siedono due giovanissime coppie. A malapena raggiungono i vent'anni e sono in quella esaltante fase della vita nella quale ti accorgi delle molteplici possibilità che la società moderna ti offre e, soprattutto, ne puoi usufruire in autonomia senza l'aiuto dei genitori. Discutono allegramente ma anche nel loro caso non può mancare il modello "celocelomanca". ".........ti ricordi, Fede, di quella volta che eravamo a Parigi e l'aereo è decollato con due ore di ritardo..?".

".......non dirmi, anche a noi è capitato a Barcellona di dover attendere, fortuna che la compagnia aerea ha avuto almeno la cortesia di offrirci un trancio di pizza al McDonalds..!!".

Certo lo stile, e soprattutto i contenuti , sono meno elevati rispetto ai precedenti intellettuali, ma il concetto non cambia: La postura, l'impostazione vocale è giusta e adeguata per recitare la maschera del ragazzo moderno, sveglio e pronto a cogliere al volo le opportunità che gli si presentano.

Per sovrappiù uno di loro decide di premere il bottone di richiamo per le hostess e così una di loro non tarda ad avvicinarsi. Dalla risposta garbata della stessa intuisco che gli ha chiesto se per i bagagli ci sia l'obbligo del ritiro e reimbarco sulla coincidenza oppure se alla stessa operazione ci avrebbe pensato in automatico la compagnia aerea. Difficile rispondere adeguatamente ad una domanda idiota e così mi ritrovo ad ammirare la hostess e la sua gentilezza. Nel frattempo il "giovane maschio rampante" sta già raccogliendo i frutti della sua audacia ed infatti la fidanzata si appoggia a lui con la testolina con un messaggio e codice comportamentale inequivocabile: "........lo sapevo che eri l'uomo giusto per me..!!!".

Atterriamo alle 22.30 e naturalmente siamo digiuni. Decidiamo per questo di mangiare un boccone e così ci ritroviamo in un ristorante-pizzeria che scopriamo essere di recente apertura. Da una rapida occhiata all'abbigliamento e dalle posture, mi accorgo che il livello degli avventori è superiore alla media. In un tavolo poco lontano dal nostro non posso fare a meno di notare due belle ragazze, abbigliate per la serata con minigonne e generose scollature. Hanno appena finito di cenare e davanti a due calici di buon vino rosso una di loro confida all'amica i propri problemi sentimentali. Il proprietario del locale si avvicina con il conto e mi accorgo, dal suo comportamento, che le conosce bene in quanto abituali frequentatrici del locale. Offre loro un caffè o altro ma loro, atteggiandosi, rifiutano perchè hanno deciso di recarsi in un locale notturno poco lontano da lì. Sono un uomo e naturalmente è una delizia per me vederle uscire dal locale ma è fin troppo evidente la maschera della "femmina fatale" che stanno recitando a favore di tutti i presenti.

Ora vi chiederete chi sia io per "pontificare in siffatto modo". Nessuno.

Ed infatti non vorrei mai possedere la facoltà di potermi osservare perchè è fin troppo evidente che anch'io, ahimè, recito la parte dell'anticonfornista fustigatore dei costumi moderni. Terribile e oltretutto noioso ...!!!

G.P.

In conclusione, per chi non avesse ancora capito di cosa io stia parlando, vi segnalo una bella canzone di Giorgio Gaber che tratta proprio dell'argomento.

http://www.rtsi.ch/gaber/gaber10.htm per chi la volesse ascoltare

IL COMPORTAMENTO

Mio nonno è sempre mio nonno

è sempre Ambrogio in ogni momento

voglio dire che non ha problemi di comportamento.

Ma io non assomiglio ad Ambrogio

l'interezza non è il mio forte

per essere a mio agio

ho bisogno di una parte.

Per esempio, quando sto in campagna

ed accendo il fuoco nel camino

lentamente raccolgo la legna

e mi muovo come un contadino

e se in treno incontro una donna

io mi invento serio e riservato

faccio quello che parla poco

ma c'ha dietro tutto un passato.

E se mi viene bene

se la parte mi funziona

allora mi sembra di essere una persona.

Qualche volta metto il mio giaccone

grigio verde tipo guerrigliero

me lo metto e ci aggiusto il mio corpo (1)

e già che ci sono anche il mio pensiero

e se invece sto leggendo Hegel

mi concentro, sono tutto preso

non da Hegel, naturalmente

ma dal mio fascino di studioso.

E se mi viene bene

se la parte mi funziona

allora mi sembra di essere una persona.

Mio nonno si è scelto una parte

che non cambia in ogni momento

voglio dire che c'ha un solo comportamento.

Io invece ho sempre bisogno

di una nuova definizione

del resto lo fanno tutti (2)

è una tacita convenzione.

Ma da oggi ho voglia di gridare

che non sono stato mai me stesso

e dichiaro senza pudore

che io recito come un fesso.

E se mi viene bene

se la parte mi funziona

allora mi sembra di essere una persona.

Se un giorno noi cercassimo

chi siamo veramente

ho il sospetto

che non troveremmo niente.

 
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