Il Tempio di Murphy

AVVENTURA A BOLZANO

E' un venerdì splendido.

Devo svolgere due facili sopralluoghi presso le sedi di Trento e Bolzano di una multinazionale nostra cliente.

La giornata invernale è fredda ma limpida ed un tiepido sole riscalda gli animi.

Nel pomeriggio mi libero molto presto e pertanto decido di rientrare in tutta comodità per vie alternative all'autostrada.

Squilla il cellulare e decido di accostare, essendo sprovvisto da qualche giorno di auricolare.

E' Alessandro, un collega, che mi chiede alcuni suggerimenti su un progetto che sta portando avanti.

Dal finestrino vedo le auto e i camion sfrecciare veloci e mi accorgo di essere fermo in un punto della statale alquanto selvaggio.

Nessuna costruzione o segno di civiltà per chilometri. Al mio fianco una folta macchia di cespugli e arbusti si estende fino ai piedi della montagna.

Sono immagini bellissime che richiamano alla mente situazioni naturalistiche con inevitabile "effetto diuresi".

Ma Alessandro insiste, alcuni punti non sono chiari e quel prodotto lui proprio lo vuole conoscere nei minimi dettagli;  non deve sbagliare preventivo.

Prima o poi tutto finisce e così anche Alessandro ad un tratto si dichiara soddisfatto.

Mentre lo saluto sono già per strada, ulteriormente "stimolato" dal feddo calato nell'abitacolo dell'autovettura spenta.

In effetti l'Alto Adige regala degli scorci bellissimi e non c'è nulla di più gratificante che "espletare" tra  folti e isolati arbusti nella quiete della natura. 

Mi diverto a innaffiare una pianta alla sua base quando un rumore richiama la mia attenzione.

E' un rumore facilmente identificabile e capisco che qualcuno, uomo o animale che sia, si sta avvicinando.

Sarà capitato anche a voi di avere uno stimolo tanto forte da rivelarsi incontrollabile e così era per me in quel momento.

Con la coda dell'occhio mi limito ad osservare e ad un tratto vedo affacciarsi una giovane donna di colore dal folto della savana (o almeno questa è l'immagine che lì per lì mi è passata veloce davanti agli occhi).

Ma no, non si tratta di un racconto del grande Hemingway e dell'Africa che tanto ha amato.

Banalmente si tratta di una giovane extracomunitaria costretta a vendere il suo corpo lungo la statale del Brennero.

E così ricordo che una sera di ottobre di qualche anno fa, rientrando alla base stanchi dopo un'escursione in montagna, avevo notato nello stesso tratto i fuochi accesi dalle sue colleghe in cerca di clienti. 

Mi  passa vicino con il suo cliente per nulla imbarazzato e cordialmente mi salutano.

A me non resta che finire, alzare la lampo e rimettermi in viaggio.  

".....quando pensi di essere solo, scoprirai di non esserlo affatto....." è questa dunque la lezione quotidiana di Murphy. 

Fine della storia.

E invece no, c'è un finale umoristico della vicenda.

Per strada, ripensando all'accaduto, non ho potuto esentarmi dallo spronare la mia vena cabarettistica per trovare un diverso e più degno finale.

Eliminiamo quindi il cliente e pensiamo ad una apparizione improvvisa della giovane donna che mi trova  con il "pisello" in mano.

A quel punto il gioco degli equivoci, tanto caro ad ogni sceneggiatore comico,  era bello che servito.

Ad esempio avrei potuto dire, con stile da vero gentiluomo:

"....signorina, lei ora penserà di avere a che fare con un cliente eccessivamente impaziente ma la prego di credermi che mi trovo qui per tutt'altro motivo........".

Lascio a voi ora il compito di trovare altri possibili finali, con la preghiera però di non essere troppo volgari.

Non vorremmo mai offendere qualche animo sensibile.

 G.P.