imagomentis

in dondolio insolente

  si spargono vogliosi
di sinonimi sciami
sulle tue cosce schiuse
ad architrave e vortice
di tracotanza e sensi

le ginocchia poggiate
sulla sabbia cedevole
tiepida all'alba e mite
dopo l'inconsistenza
che stillando prelude
l'epos carnale

ed il tuo viso magico
obliquo verso il sole
duttile al sesso e all'iride
che si inarca al crepuscolo
docile ai sogni sparsi
fra cielo e terra

l'onda raggiunge e sfiora
la foce a delta avida
e generosa al gorgo
fino a lambire il ciglio

nel dondolio insolente
dell'esistere
eros e logos sbucciano
corpo su corpo al vortice
carminio e verde
come mani di cieco
sui margini gremiti
di un pensiero disfatto
che smembra il senno

ed anime sbrecciate
da dita inquiete ammucchiano
orgasmi sulle strade
tinte dal vino rosso
nella reminiscenza saccheggiata

nella mancanza
uomini sopra nani
cercano di razziarti
nel gioco distillato
da polpastrelli e lingua

il gesto al ventre
dell'avvinghiarsi in furia
scava nel vuoto un solco
vago d'impermanenza

ed il tuo sguardo implora
al dio pagano fertile
di furia e forza
la leggerezza all'occhio
che spiccato ti sbircia
forme perfette al talamo
docile al tocco
tra luce fioca e miele

in un approssimarsi
straniero e complice
di quell'astro scarlatto
verso il suo oriente