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« di un lessico scarlatto ... | schizzi acciarpati messi... » |
nei dintorni dell’anima gremita c’erano gesti che si snodavano provvisori
in cavità taciute di percezione e di mania proprio sul cogliere profanatore
di una notte incredula agli occhi imbizzarriti e nel ricordo saccheggiatore
notavo le locuzioni farsi cose di acqua cristallina tra margini di ciglia
risarcite dal disincanto agli incroci di strade alberate e fuochi immensi
ed una mano effusa scandagliava l’estremità cedevole dell’apparire
tra bagliori scarlatti di luci improvvise ed insaziabili sulla retina sbigottita
come riflessi sparsi da ombre oscene nelle crepe dei muri tratteggiati
dalle dita sfuggenti sui lineamenti inclinati in curvature fitte d’ossessione
nell’accostarsi inquieti per stropicciare ciò che resta dell’anima sul corpo
fuori dal tempo tutto questo accadeva quando gli dei distratti dal clamore
si rannicchiavano senza custodia nelle sinuosità inspiegabili dell’esistenza
ridotta in pezzi dal quotidiano insistere dei sogni trasumanati dal lessico
e i fatti vuoti saturi di timore girovagavano al margine del nostro uscio
imperfetto supplicando il reale di strapparsi dalle nostre estasi suggellate
il ripercorrersi a tratti è in ogni caso l’andatura mossa della cadenza
oscena tra due guanciali ammucchiati in un giaciglio sfregato con le dita
all’orizzonte di una reminiscenza fatta inclinare a spirale vorticosa di segni
nel ricominciamento in frantumi ammonticchiati dentro l’iride azzurra
messa a soqquadro da un cristallo disgiunto ai bordi di una prima luce
con gli occhi semichiusi sminuzzo le mie frasi di corda sfilacciata
cavando suoni increspati dalle sillabe recalcitranti alla compostezza
e se qualcosa forse vogliono dire essa è racchiusa nel loro dispiegarsi
sui minareti allineati del mio bastione di terraglia esposta al sole a picco
sulle guglie spinose di un linguaggio insorto alla cognizione della colpa
oppure disunirsi tra le fessure cedevoli di una femmina lucciola
e lì cercare di scordare l’essenza in un oblio scavato a mani nude
per farne un’ammucchiata di memoria messa insieme all’eterno
dove presente passato e futuro piroettano nella stradina buia
dell’intelletto che fa rumore e in un rimando con lentezza cigola
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