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« di luci e corpi, di mani...e sono sobrio in un’alba »

dietro il sipario una soglia di terra e di salgemma

Post n°75 pubblicato il 11 Luglio 2011 da imagomentis

 

 

 

 

anche  stamani il mio saluto al sole lo scaravento sui muri

e la vacanza si rinnova in un vuoto da grattare per scelta

 

saranno giorni di carestia e di abbondanza

e ogni mattina lo so mi sveglierò sorpreso

nel mio letto disfatto dall’immaginazione

in bilico strapazzato da chiarori già vecchi

 

eppure qualcuno aspetta un mio gesto accarezzato

ma non so più come condurre la mano e il viso

diventa ogni notte un coccio estirpato di terra e di salgemma

 

se non fosse per il mio sguardo chiaro con riflessi d’azzurro

lo si direbbe un infuso di pietra lavica e alghe ingiallite

messo nel ghiaccio spezzettato ad indurirsi un poco

 

e saranno giorni di menzogne e schiamazzi

ad impilarsi osceni in commerci e consumi

senza penuria o pena e accatastati in mostra

da mani biforcute in stretto accordo rapace

 

ed alla fine accetterò il tuo invito alla bonaccia

per rassettarci tra due lenzuola il corpo scaglioso

e so in premessa che sarà un’apoteosi rimossa

ai vertici del ripulirci ciò che chiamiamo anima

 

ma per tre giorni voglio restare chiuso

a ruminare sul vuoto e le bottiglie copiose

saranno emblema del disastro annunciato

tra fuochi gelidi in un ossimoro goffo

 

poi ti darò semenza per placarti

la sete d’infinito ed il terrore aggraziato

di essere ancora viva tra due fiumi in piena

e resterò appiccicato al tuo delta prolifico

come in un’isola greca pitturata di rosso

 

rimasticando il tempo in strappi sincopati

avrai persino una ciocca spezzata in furto

di un nume smaliziato dal corpo infruttuoso

e ci sarà baldoria di vino e canti e danze

per festeggiare tra di noi l’incoscienza

di un infante cresciuto in un’alcova mistica

forse chiamato unto da dio per un’assenza

che non mi commuove e le mie idee brumose

saranno l’architrave imperfetta al centro esatto

del silenzio chiassoso tra quei muri inclinati di stoltezza

che ripetono il mio buongiorno accecato e ossuto al mondo

 

il saluto però si ostina a rimbombare staccato

tra le esibizioni avverbiali di cosce nude sul tessuto

e bocche portentose nel suggellare segreti vischiosi

 

e se qualcuno m’avesse detto in un giorno alticcio

scriverai una poesia d’amore trafelata di rosso

gli avrei riso in faccia rumoroso di schizzi di jd

 

tra un po’ di giorni anche quest’anno incavato da orme

di macellai e impostori impalerà la storia nella sua replica

e le mie pagine bianche diminuiranno dilapidate e prive

ormai di coscienza illuminata o di religio strappata a morsi

 

ma devo festeggiare nel mio bastione ebbro e disancorato

le nozze pagane e barbare d’argento col mio occhio che scrive

 

(lemmi sparsi si forgiano nell’intimità disabitata di un flashback farinoso

qui e ora e diventano ormeggi disimparati che si allontanano silenziosi)

 

quando mi dissi guerriero di utopie rapinate in pasto crudo

ciò che mi accade sotto lo sguardo non può finire a marcire

nel nulla forte e feroce di transumanza e oblio perciò veloce

misi la mano indelebile nei cinque sensi senza guinzaglio

e incominciai a versare inchiostro nelle risme cintate e vuote

dell’esistenza per fottere la morte che scoppiettava allegra

sui libri letti come in un nubifragio di sublimazioni interrotte

 

e forse per una catarsi priva di senso scrissi parole e scrivo

ancora spesso contratto sui margini incompleti della memoria

l’urlo e il silenzio nel mio tao esagerato di penurie e abbondanze

 

devo cercarmi una dea oscena che rappresenti l’illusione avvolta

da troppi anni di frasi sciolte in suoni e segni accagliati nel vino

in questi giorni di rifiuto innegabile e nel contempo in feticcio

incollare frammenti per farne simulacro e covo sulla tua schiena annunciata

dopo il tramonto del terzo giorno impigliato per rannicchiarti in chiosa  

 

eppure a ben guardare tra lo spazio abbagliante delle righe incagliate

ci sono i sogni inalterati e irrequieti dei miei venti anni a picco inattuale

 
Rispondi al commento:
Ecatina
Ecatina il 13/07/11 alle 07:25 via WEB
..devo cercarmi una dea oscena che rappresenti l’illusione avvolta da troppi anni di frasi sciolte in suoni ..credo davvero che ne avrei bisogno anche io...sarebbe materializzare un equilibrio che sbanda tra due opposti..i tuoi scritti sono all'arma bianca!buongiorno Eca
 
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