AREA PERSONALE
MENU
« ENTROPIA PER UN’ALTRA VOLTA (1) |
e bocca lingua mani nervose e docili e ciocche scompigliate di una figlia d’eva che in silhouette carnosa dal profilo impeccabile si muove sopra il mio corpo nudo e inadempiente in un dirupo di pietra lavica per il vocio di tutto l’alcool erotto nella mia lacera memoria eretica scalfita luccicante madreperla sotto una luce bianchissima ove i simboli si raffigurano in un altrove irrisolto di mimodramma a cenni a reiterarsi allegorie riapparse sul vecchio muro tratteggiato a crepe e poca luce ad infuocarsi incerta con le lanterne tremolanti ad olio e fiamma rosseggiante dietro ad un telo che a doppia dimensione ne fa ombre e riflesso decorato ad oriente a sbirciatina a lampo di quel vuoto di lontananza di mancanza assenza e la bellezza mi racconta storie ad una immagine stordita di fiato e l’eros attende che finisca il climax del sesso arguto e forza d’incostanza cenciosi demoni al climax s’affollano come per una caparra a basso prezzo dell’immortale condonato a cenni in corpi smemorati e stropicciati a ripianare i conti con l’esistere ed è stupore quel rimasticare i resti di una foglia moribonda che nelle sue croccanti venature increspate dal tempo racchiude i resti agli imprecisi cocci del mit-sein ciarliero in carne e sangue delle movenze in talamo dopo i miei lunghi anni di chiostro e di quadrivio vissuti a gola e piena a gola arsa ad ingollare sorsate abbondanti del sé di essere e del sé di esistere con gli sguardi inebrianti e fingitori e gli occhi chiusi abbarbicati al niente solido al tocco dello scribacchiare parole su parole a penna d’oca sopra uno spazio bianco stropicciato che tra le righe senza segno alcuno ragionevole al tatto e folle al sogno incontro osceno che si ricolora nuance collosa di una rimembranza virata seppia antica o nuova all’occhio che si riscrive guercio in pergamene infradiciate di gesti a perdere di vacuità e di lessemi allo scirocco sparsi come vischiose gocciole di seme umano ricongiunte all’anca che si estende sapiente ed accurata come una chiosa illeggibile di mozart vergata frettolosa d’armonia sullo spartito antico in bianco e nero di quei miei sette chakras capomastri che d’eros e di kaos valgono a nulla in questa pantomima da guitti in fregola e un adiacente strofinio di femmina bella allo sguardo ed irrequieta al tocco di corpo in corpo a svellere l’essenza torna tra le mie cosce frettolosa ad indagare il logos ed il nus del mio lasciare segni già tracciati nella mia mente pregna di memoria che nell’altrove magico d’ebbrezza lascia orme e segnali a chi l’intende con la pazienza della ragna in tela per un orgasmo cieco indefinito 13 ottobre 2013
CERCA IN QUESTO BLOG
ULTIMI COMMENTI
Inviato da: StregaM0rgause
il 31/07/2013 alle 07:33
Inviato da: StregaM0rgause
il 02/07/2013 alle 07:56
Inviato da: o3radovicka
il 01/07/2013 alle 21:32
Inviato da: manuela
il 26/04/2013 alle 12:15
Inviato da: StregaM0rgause
il 23/03/2013 alle 07:33