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Messaggi di Agosto 2017
Post n°306 pubblicato il 23 Agosto 2017 da cavallo140
Ma tu saresti contento di avere un figlio gay? La discussione, a un certo punto, arriva su questo. Quasi sempre. A un certo punto qualcuno ti dice: «Ma di' la verità, tu saresti contento se tuo figlio fosse gay?». E lo dice con l'aria di quello che ha tirato fuori l'arma-fine-di-mondo, l'argomentazione a cui non puoi replicare se non arrampicandoti sul muro dell'ipocrisia.
Perché se tuo figlio è gay, certo, dovrà affrontare mille difficoltà in più. Alle medie - le orrende medie - i compagni gli diranno frocio, checca, finocchio. E se anche non lo faranno, lo faranno comunque sentire diverso e solo, in un'età già terribile di suo. Probabilmente la sera piangerà nel letto senza farsi vedere. Magari starà male per anni al pensiero di doverlo dire. E così via, a lungo nel dolore se non nella paura, prima di trovare il coraggio adulto di essere libero e felice. Quale genitore vorrebbe che suo figlio vivesse un'adolescenza così? E allora dai, di' la verità: saresti contento se tuo figlio fosse gay? Eppure, forse, a chi ti fa questa domanda basterebbe rispondere con un'altra domanda, chiedendogli perché ancor oggi l'omosessualità condanna - spesso - a un'adolescenza infelice. E la risposta sta proprio in una società ancora incapace di pensare - e quindi di educare - in termini di accettazione dell'omosessualità come non vergogna. Come variabile tra le tante, né migliore né peggiore. Il ragazzino omosessuale cioé che è sì diverso - diverso dalla maggioranza, s'intende - ma solo come uno che ha i capelli rossi mentre gli altri no. In questo caso, non ci sarebbe nessuna presa in giro, in classe. Nessuna conscia o inconscia discriminazione. Quindi nessuna sofferenza del ragazzino. Quindi, nessuna angoscia dei genitori. In altre parole, sono proprio quelli che ti chiedono «Ma di' la verità, tu saresti contento se tuo figlio fosse gay?» che con queste parole testimoniano e perpetuano una società in cui un padre deve per forza rispondere «no». Perché anche solo chiedendolo, testimoniano e perpetuano un approccio di vergogna per chi è gay. Testimoniano e perpetuano una società discriminante. E quindi creano le condizioni per perpetuare la sofferenza dei figli gay e dei loro genitori. Quando ero ragazzino io - alle elementari che ho fatto in sicilia , tra figli di contadini - la vergogna era avere gli occhiali. Oggi probabilmente la cosa fa ridere, invece vi giuro che era così. Il bambino con gli occhiali veniva preso in giro. E il gioco dei bulli era farglieli cadere dalle orecchie, naturalmente. Poi le cose sono cambiate, a poco a poco, e sono stati accettati come «normali» non solo i quattrocchi ma anche i bambini adottati («Ma tu lo sai chi sono i tuoi veri genitori?), i figli dei divorziati (wow!) fino a quelli degli immigrati («sì, i «negri», che quando ero piccolo io si vedevano solo nei film americani che davano sul primo canale il lunedì sera). Eppure ancora adesso c'è ancora qualcuno che ti chiede «Ma di' la verità, tu saresti contento se tuo figlio fosse gay?». E non si rende conto che solo ponendo quella domanda dichiara di appartenere allo stesso passato in cui si discriminavano i bambini con gli occhiali.
Post n°305 pubblicato il 18 Agosto 2017 da cavallo140
Tag: Franco B. "La cura" di Franco Battiato è da considerarsi poesia. La poesia e la letteratura, come ci ha insegnato il buon Sartre, vivono grazie a chi le legge e chi attribuisce loro un significato. E ognuno interpreta a suo modo un testo, in base a quello che sente, a quello che sa, alla sua esperienza di vita. Il caso del brano "La cura" di Franco Battiato è emblematico, uscito per la prima volta nell'album "L'imboscata" nel 1996 e diventato quasi subito uno dei pezzi più amati della musica italiana.
Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie,
Ti porterò soprattutto il silenzio e la pazienza.
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Inviato da: cassetta2
il 30/07/2024 alle 21:06
Inviato da: OsservatoreSaggio
il 06/01/2022 alle 18:26
Inviato da: cassetta2
il 03/02/2020 alle 16:47
Inviato da: Volo_di_porpora
il 03/10/2019 alle 21:52
Inviato da: karel_A
il 24/07/2019 alle 18:15