Creato da Paracarroemigrato il 22/02/2007

L'inferno del Nord

Storie di un ciclista agonista italiano nel cuore delle Fiandre

 

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Ternat 9/04/2007

Post n°9 pubblicato il 12 Aprile 2007 da Paracarroemigrato
Foto di Paracarroemigrato

Michele è sempre mio ospite.  Ieri ci siamo fatti una passeggiata con inclusa una birra sorseggiata nella terrazza di un caffé nell’incantevole piazzetta di Lier.  Le giornate sono stupende, sole e caldo, ma non troppo.

La corsa è a Ternat nelle vicinanze di Brussel ed è una classica di Pasquetta.  Il circuito è leggermente ondulato e per metà con strade strette e sconnesse.  La parte rimanente è più piacevole per il fondoschiena.  C’è un po’ di vento, ma niente di drammatico.  I giri da percorrere sono 11 e durante la consueta ispezione pre-gara convengo con Michele che ci sarà da faticare parecchio.  Tutte le volte che la strada si stringerà dovremo farci trovare nelle prime cinque posizioni per non rischiare di rimanere bloccati.   Quando ci raduniamo per la partenza scopriamo di non essere in molti al via: solo 37 unità.  Però i più forti ci sono tutti, anzi, direi che ce ne é qualcuno in più.  Infatti scorgo la maglia di campione olandese e un paio di suoi compagni.  Sicuramente non saranno venuti fin qui per una passeggiata.

Partiamo tranquilli, almeno per i primi 500 metri. Poi la corsa si accende. Manteniamo bene le posizioni di testa, e in un paio di occasioni ci lanciamo pure all’attacco.  Il campione olandese è uno scooter travestito da ciclista, cerco di incollarmi alla sua ruota per quanto possibile.  Verso la fine del secondo giro vanno via in 4 con dentro Michele e l’olandese.  Al loro inseguimento si formano due gruppetti di 10 corridori circa ognuno ed io rimango stupidamente indietro.  Ci fermiamo, accidenti.  Mi prende il panico e appena arrivati nella stradina stretta battuta dal vento provo a chiudere il buco.  Dopo due chilometri di pancia a terra e bocca spalancata rientro sul gruppo davanti che a sua volta ha acciuffato i fuggitivi, Michele incluso.  Giusto il tempo di ascoltare un suo commento: “Cazzo, quell’olandese è una moto!!!” e parto al contrattacco non appena vedo i migliori muoversi nuovamente.  Si va fortissimo, sembra una volata. Non riesco ancora a prendere le loro ruote, appena ci riesco uno di questi mi fa il buco perché non tiene il ritmo. Lo salto, altri metri da chiudere. Davanti a me ho solo tre corridori.  Fanno un cavalcavia sulla ferrovia a una velocità impensabile... accidenti ho ancora 5 metri e non riesco a levarmeli.  Nella brevissima discesa spingo ancora di più, tutto o niente. Sento il sapore del sangue in bocca ma ormai non si molla.  A ruota!  Cerco di respirare ma non è facile, si tira a tutta controvento ed io cerco di dare in cambi regolarmente.  Siamo in 5.  Dopo un altro paio di chilometri anche altri 4 corridori che erano tra noi e il gruppo riescono a raggiungerci.  E’ fatta.  Mancano otto giri all’arrivo, è ancora lunga ma quasi tutti i più forti sono qui. Andiamo via regolari e piano piano le mie condizioni migliorano.  Mi sto riprendendo dalla faticaccia per andare via.  Dopo un paio di giri vediamo che il gruppo non è molto lontano, una ventina di secondi massimo.  Ce ne rendiamo conto e aumentiamo la velocità di crociera  per 4/5 km... e il gruppo scompare oltre il minuto.  Tutto perfetto se non fosse che inizio a sentire quel solito fastidio arrivare dalla pancia.  Non dovrebbe essere troppo grave penso.  Pero’ mancano ancora tanti giri, accidenti.  Quando stiamo arrivando al passaggio dei meno tre giri improvvisamente devo rialzarmi.  Assolutamente devo andare in bagno, non posso continuare così.  Mi stacco e mi fermo immediatamente senza nemmeno essere raggiunto dal gruppo.  Fine della corsa.

Tanta fatica, per niente, tante speranze per niente.  Non posso dire: “Avrei vinto” perché almeno un paio di corridori mi erano superiori di una spanna.  Però avrei potuto giocarmela.  Quando sono alla macchina mi rendo conto di non avere nemmeno le gambe doloranti dall’acido lattico. Anche mio suocero si rende conto che sono ancora fresco in viso.  Fresco... ma in bagno.  Il morale è veramente ai minimi storici, ogni volta ce ne è una.  E purtroppo questa non è una situazione nuova... e so perfettamente che si ripeterà, non so quando ma succederà di nuovo.

Fortunatamente Michele si è inserito nel gruppetto inseguitore e con una stupenda volata chiusa al secondo posto ha finito decimo.  Almeno abbiamo qualcosa da festeggiare.  Inutile dire che la corsa è stata vinta dall’olandese allo sprint.  Tra l’altro interessante notare che i primi 5 sono stati chiamati per fare l’antidoping.  Ancora non si sanno i risultati ma due di questi, pur essendo venuti in bicicletta alla corsa, hanno pazientemente aspettato di fare l’analisi.  Nessuno è scappato... nessuno ha fatto finta di non sentire. 

Nel dopo corsa ho ricevuto attestati di stima più di un corridore, se la cosa da un lato fa piacere, dall’altro rende ancora più amaro il ritorno a casa.

Questa volta ci sono diverse foto da mettere online... presto riuscirò a farlo. Abbiate pazienza.

PS Il giorno seguente insieme a Michele siamo andati a fare 120km sul percorso del Giro delle Fiandre, scalando nove muri.  Una bellissima gita a 30 di media.... !!!

 

 
 
 
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