Creato da DanielaStraccamore il 22/09/2013

Daniela Straccamore

Benvenuti alla mia pagina web....ciao, in questo blog ci sarà spazio solo ed escusivamente per le interviste. Troverete un po del mio passato, interviste pubblicate nei quotidiani, interviste dal web, e altro ancora. Ampio spazio a chi vuol parlare di se per far si che la tua arte, le tue passioni abbiamo visibiltà. Con affetto, Daniela Straccamore.

 

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MINO DE SANTIS

Post n°5 pubblicato il 13 Maggio 2014 da DanielaStraccamore
Foto di DanielaStraccamore

 MINO DE SANTIS

Quest’oggi all’interno di questa pagina ci sarà come protagonista il dott.Mino De Santis, capo della Divisione Anti Crimine della Questura di Frosinone. Per quanto mi riguarda  tengo a precisare che per me questa intervista èstata rinviata  di 10 anni. Mi riceve nel suo ufficio all’interno della Questura.

 Dottor De Santis, come e quando ha avuto inizio il suo lavoro?  

“Sono entrato in polizia nel 1973 a 18 anni. Ho frequentato a Roma l’accademia militare per quattro anni, poi da sotto tenente mi hanno trasferito a Torino. A quell’epoca non era facile fare il poliziotto in quella grande città, io stavo alle volanti, ci sono stato per ben nove anni. Erano quelli gli anni di piombo, gli anni del terrorismo più efferato, ogni giorno si rischiava la vita. Commandi di terroristi li potevi trovare dietro ad ogni angolo pronti a spararti e a fare stragi. E’ stato un periodo molto lungo per me, di solito dopo tre o quattro anni vieni trasferito”.

 Dottore lei mi diceva che ama molto Frosinone e spesso non riusciva a starne lontano, lei è nato e vissuto qui, come ha fatto a starne lontano per ben nove anni?  

“A quei tempi ci davano le quarant’otto ore di permesso, avevo solo il tempo di prendere il treno e scendere giù, pochissime ore qua e subito si ripartiva.Oltre alla mia famiglia c’era anche la mia ragazza, quella che oggi è mia moglie, anche lei come me è di Frosinone”.

 Come vi siete conosciuti con sua moglie?  

“Ci siamo conosciuti sul pullman per Foce Verde, mia moglie era allora studentessa universitaria, io spesso le davo una mano nello studio, ecco così,e da cosa nasce cosa”.

Anche sua moglie quindi ha avuto una grande pazienza, ha aspettato diversi anni il suo ritorno. 

 “Le devo dire che a quell’epoca una convivenza non era molto ben vista dalle rispettive famiglie, fortuna ha voluto che partecipando ad un concorso lo ha vinto ed anche lei venne su a Torino”.

Tutto bene quel che finisce bene allora…. 

”Sa? La vita sul nel nord era molto più evoluta che qui da noi, la mia ragazza quindi si trovò una realtà molto diversa da quella vissuta fino ad allora, da ragazza di provincia ad una grande metropoli, l’impatto per lei fu notevole.Fortunatamente si trovò talmente bene che quando tornammo giù definitivamente andò veramente in crisi, voleva rimanere a Torino e non tornare. La qualità della vita era molto elevata, in un attimo si arrivava a Milano, Venezia, la Francia. Insomma, al ritorno per ben sei mesi diciamo che stette veramente male, poi l’ha superato ed eccoci ancora qui. Sono tornato a Frosinone ad ottobre del 86”.

 Lei negli anni novanta è stato il capo della Squadra Mobile di Frosinone, quasi quotidianamente la si vedeva sulla stampa attorniato dai suoi uomini, a seguito di brillanti operazioni di repressione alla criminalità in genere, un uomo che dà tutto alla sua professione, ma lei con qualcuno dei suoi collaboratori ha stretto anche rapporti di amicizia personale? 

 “Le dirò che più che  amicizia è stato un sodalizio, ci si guardava le spalle l’uno con l’altro, siamo stati sempre uniti e sempre pronti a dare la nostra vita, ognuno di noi rischiava, il rischio è stato sempre presente per la difesa dei principi su cui abbiamo sempre creduto e fondato il nostro lavoro”

Vedo, dottore, che  questa stanza è piena di riconoscimenti quanti ne ha avuti?

“Dal Ministero degli Interni mi sono stati conferiti 37 encomi”.  

Mi pare che abbia operato nel cassinate.

“Si, venni trasferito a Cassino per la promozione al grado superiore, fui promosso Primo Dirigente, per due anni e mezzo sono stato alla guida di quel Commissariato di frontiera. Al mio arrivo, grazie alle competente acquisite negli anni, la criminalità in città è stata azzerata. Le dirò che tutto questo grazie anche alla compattezza tra forze dell’ordine tra noi polizia e carabinieri, polizia municipale e soprattutto c’è stata grande e forte collaborazione da parte della cittadinanza. Questo perché ho utilizzato una specializzazione della polizia di nuova istituzione “Reparto prevenzione crimine della Criminalpol”. Visti gli eccellenti risultati avuti nel territorio, il Ministero mi ha messo a capo di questa nuova figura, a capo dei reparti operanti in tutta Italia. Non ho accettato di andar via dalla provincia di Frosinone perché il mio legame con il territorio si è fatto via via con gli anni sempre più forte. Dopo tanto giro vagare sentivo che la mia terra natale mi richiamava, non posso starne più lontano, sono tornato alle mie origini. Ho un amore così grande che ho deciso di andare ad abitare alla casa dei nonni. Io e mia moglie l’abbiamo ristrutturata e lì mi sento veramente sereno. Ci sono i ricordi di infanzia, quegli alberi di frutti in cui mi arrampicavo da bambino per poter cogliere appunto il frutto, la pianta di vite da potare, insomma ora sono a casa e difficilmente mi allontanerò”.  

Vedo che oltre alle medaglie Dott. De Santis c’è un altro importante riconoscimento, lei è anche Commendatore. Mentre gli dico questo sorride compiaciuto e dice

“Per me questa cosa qui acquista più valore perché colui che ne ha fatto proposta al Presidente della Repubblica, fu mio docente all’Accademia all’inizio della sua carriera. Fu mio docente universitario, si chiama Piero Cesari, e nel 2008 appunto Piero Cesari stava in carica alla Prefettura di Frosinone come Prefetto. Me lo ritrovo da professore, alla più alta carica istituzionale della provincia, è stato lui appunto a proporla, e questa cosa mi gratifica molto”.  

Spesso l’abbiamo vista anche ospite di programmi televisivi locali, in un’intervista con Amedeo Di Sora, al programma “Non solo calcio” dell’allora TVN disse mi pare, che lei ama molto viaggiare, ricordo bene?

“Lei ricorda benissimo, si i viaggi per me sono il mio toccasana. Noi con il nostro lavoro siamo reperibili 24 ore su 24, per noi non esistono vacanze, perché anche se in vacanza o in ferie veniamo comunque chiamati. Con le indagini e tutto ciò che ne consegue, la nostra vita è molto frenetica, ad un certo punto è proprio il fisico che dice basta, abbiamo bisogno di riposo. Allora per non correre questo rischio vado molto lontano, se diciamo mi trovo in India chi mi chiama? Nessuno ovviamente, solo scegliendo mete lontane posso essere sicuro di farmi un bel viaggio vacanza e tornare al meglio, riposato e rilassato”.  

Quali paesi ha visitato, dove è stato? Ci vuole raccontare qualcosa di questa sua, a quanto pare,  passione per le mete straniere?

“Faccio prima a dire dove non sono stato, ho girato il mondo, l’ultimoviaggio l’ho fatto due mesi fa, sono di ritorno dalla Giamaica e da Newyork. Faccio tre viaggi l’anno, due con mia moglie ed uno con un gruppo di amici”.  

Dottore la invidio molto per questa cosa, se le do il mio indirizzo, me la invia qualche cartolina al suo prossimo viaggio? I suoi amici di avventura chi sono? Prima me lo stava dicendo.

“Certo che le scrivo qualche cartolina, per così poco! Con i miei amici siamo in quattro, questo sodalizio tra di noi c’è da quindici anni, uno è avvocato, poi un giornalista, e l’altro è medico  legale. C’è una clausola da rispettare tra di noi da sempre, cambiare meta ogni volta e fare due tappe. Vede quel quadro? L’ho riportato dall’ultimo viaggio in Giamaica, con i miei amici andiamo anche a pesca, facciamo in barca la pesca d’altura. Spesso la sera ci ritroviamo a parlare anche di lavoro, è paradossale lo so, evadiamo dal lavoro e poi ne parliamo tra di noi. Non sono ancora stato in Australia, la parte superiore dell’Africa ed alcuni paesi della Scandinavia, in Cina e qualche altro posto. L’Europa e il sud Africa l’ho girata tutta, come pure l’India, Caraibi, l’Asia, ho fatto anche tappa nel deserto del Sahara, come pure il Medio Oriente”.  

Mentre il Dott. De Santis parla, io resto affascinata da questi racconti. Dottore mi consenta ma….qualche domanda friccicarella mi sento di dovergliela fare, più che domande, dirle ciò che si diceva in giro di lei dalle donne ciociare quando era capo della Squadra Mobile, posso?

 “Eccola qua, ora lo so mi creperà, certo che può. Sembrava strano che ancora non mi avesse chiesto o detto nulla, conosco le sue caratteristiche in tal senso”.  

De Santis sorride divertito. Lei è stato per molto il sogno proibito di molte donne del capoluogo e non solo, era il Raul Bova della situazione, insomma, ha fatto girare molto la testa a tante. E’ stato riconosciuto come uno degli uomini più belli, attraenti, ed affascinanti della provincia. Se da una parte c’era chi la temeva, dall’altra chi la desiderava. Lo sa come veniva definito da più donne quando magari al termine di operazioni rilasciava interviste? Quel BONAZZO di De Santis.

“Questa cosa ammetto che mi fa non piacere, ma enormemente piacere, Come venivo chiamato bonazzo? Ma è stupenda questa cosa, ma perché non me lo avete detto prima? Io so di aver avuto diverse fan ed ammiratrici questo si, ma così no, non lo immaginavo, ma se lei lo dice ci credo e mi gratifica si, eppure tanto”.  

Anche io sono stata sua ammiratrice, una volta tramite Maria Rita Grieco giornalista di Rai 3, le mandai una breve poesia con dedica appunto da fan. Non finisce mica qui, c’erano diverse donne che sarebbero state disposte a farsi arrestare da lei anche senza motivo ma ad una sola condizione, che la prima notte in carcere l’avrebbero trascorsa in sua compagnia. A questo punto vedo, noto un De Santis che scoppia a ridere come un pazzo e risponde

 “Daniela ma tu sei spettacolare, avevi tutte queste cose da dirmi ed hai aspettato fino ad oggi per dirmele? Al desiderio di queste donne rispondo che la cosa non era fattibile prima come ora, non è previsto dal codice carcerario che il poliziotto passi la notte in cella con l’arrestata”.  

Diversi anni fa mi venne voce tramite un’amica che un giorno una signora stava guardando le vetrine di un negozio di intimo su a Frosinone alta. Si trovò a passare lei a piedi con uno dei suoi uomini e vi fermaste a parlare. La signora scherzosamente le disse che avrebbe comprato subito quel completino in pizzo solo se lei l’avrebbe aiutata a indossarlo, lei un po’ freddamente le rispose che non c’era trippa per gatti. La poveretta rimase molto mortificata, non si aspettava questa risposta con tanta freddezza. Lei lo ricorda questo particolare o non ò vero niente?

“Ora che ci penso si, ha ragione, è vero si. Sto ricordando anche la signora e il negozio. Oggi, grazie che me lo ha ricordato, mi sento in dovere di chiederle scusa, era ovvio che stesse scherzando! Ma vede? Spesso purtroppo con il ruolo e la carica che ricopriamo non ci è permesso neanche scherzare con il cittadino o con una nostra ammiratrice, ammetto che fui io a non comportarmi bene con lei,  e non lei con me”.  

Dottor De Santis abbiamo finito, ma lei rifarebbe tutto quello che ha fatto finora?

“Si rifarei tutto, per me questo è il lavoro più bello del mondo non potrei fare altro”.

Daniela Straccamore

Intervista pubblicata su L'Inchiesta quotidiano

Febbraio 2011

 

 

 

 
 
 
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