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Un blog creato da francescodil_3 il 04/09/2007

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INSEGNARE

Quando avrai trascorso trent’anni della tua vita a mettere a punto dei fini metodi psico-pediatrici, medico-pedagocici, psico-pedo-tecnici, alla vigilia della pensione prenderai una buona carica di dinamite e farai discretamente saltare qualche isolato di un quartiere di catapecchie.

E in un solo istante avrai fatto di più che in trent’anni di lavoro.

 (Fernand Deligny)

 

 

« frammentiedoardo sanguineti »

Canzone

Post n°217 pubblicato il 20 Maggio 2010 da francescodil_3

 

 

È tutta una vita che passo da qua

e ancora rischio di perdermi

magari è questione di troppa sensibilità

o  sono soltanto motivi tecnici

 

E tu dici,  una bussola

dovevi almeno portarla con te, una bussola,

potevi almeno spiegarmelo

come si usa una bussola, scusa.

 

Ci sono amori che non si ricordano

e baci che non si dimenticano  

persone che passano e non si salutano, e sputano

e cani bianche che a volte ritornano

 

E tu dici,  la vita

dovevi almeno capire perché

la vita

 

Il tempo che cambia col vento che arriva

quest’anima stanca che pure respira

quest’angolo piatto che gira

quest’anima dolce e cattiva

 

che dice,  guardami

dice perché non parli?

 

Dice sbrigati prima che sia troppo tardi

 

guardami

perché non parli?

Fermati prima che sia troppo tardi…

 

(f. de gregori)

 

 
 
 
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GIOVANI E SOCIETÀ

Provate a  dare uno sguardo a come i giovani proletari vengono formati in strada dalla mancanza di riferimenti e di interessi, dall’essenza di dialogo con la società, dalla ghettizzazione rotta solo con la violenza o con la partecipazione al consumo, da quanto si potrebbe fare in termini di spazi, strutture, educazione e cultura e da quanto invece non si fa. (M. Braucci)

 

L O STILE

 

Io sono così. Nei miei libri racconto i fatti, che sono la vera cosa importante. Tutto accade in modo crudo e semplice. Sono le persone che ci ricamano intorno. Certamente questo stile riflette anche il mio modo di essere. Ho faticato molto per trovare il mio stile, quello che meglio mi si adattava. I miei primi scritti erano poesie, ed erano totalmente differenti, meno tristi anche.  Non ne ero soddisfatta però, ritenevo di scrivere come tutti gli altri, che nel mio modo di scrivere non ci fosse niente di originale. Ero anche stanca di quel linguaggio così enfatico e sentimentale. Volevo scrivere in modo più asciutto e più oggettivo. Così sono arrivata a questo stile, meno lirico, più scarno, ma che mi rispecchia anche di più.

(Agota Kristof)

 

PREVÉRT E LA POESIA

L’intelligenza non aiuta affatto a scrivere belle poesie; essa può tuttavia evitare di scriverne di brutte. Se Jacques Prévert è un cattivo poeta è soprattutto perché la sua visione del mondo è piatta, superficiale e falsa. Era già falsa ai suoi tempi; oggi la sua nullità appare lampante, al punto che l’intera opera  sembra lo sviluppo di un gigantesco luogo comune. Sul piano filosofico e politico, Jacques Prévert è innanzitutto un libertario, cioè, fondamentalmente, un imbecille.

 

Michel Houellebecq

 

 
 
 
 

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