Creato da: ocsurte il 23/05/2012
dopo niente è più lo stesso

 

 

 

 

Ultimi commenti

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti possono pubblicare commenti.
 

Area personale

 

Ultime visite al Blog

MidnightPoison18PolvereRugiadaNarcysseLutero_Paganoole170fin_che_ci_sonoocsurtekimtyoscardellestellelubopomakavelikaelektraforliving1963Regina_cretinail_pablo
 

I miei Blog Amici

 

 

 
« Tagliatori di testeA volte ritornano (cit.) »

Partite iva

Post n°69 pubblicato il 12 Aprile 2013 da ocsurte

 

 

 

La strada che dal villaggio dei tecnici conduce al sito nucleare è una lamina lunga due chilometri e mezzo di asfalto sintetico. Vi si accede da una sbarra, posta alla fine del corso di quel piccolo e ordinato agglomerato di abitazioni tutte uguali, previa esibizione delle credenziali ad un terminale PLC che registra gli accessi. Oltre la sbarra, la strada corre dritta senza la minima inflessione che ogni altra via di comunicazione ha, per adattarsi all'orografia del terreno. Niente, senza la pur minima curva o salita o dosso, la strada attraversa quella unica soluzione di grano corto e robusto che ondeggia al vento e porta dritta al cancello del sito nucleare, dove il PLC ti aspetta e ti farà entrare, se il tuo tempo di percorrenza in auto risulterà consono con i dati impostati nelle sue memorie. Roberto ha fatto colazione con Marcella e il piccolo Luca, prima che quest'ultimo fosse preso in consegna dallo scuolabus che carica i bambini in piazza.  Una tavola con poche parole di contorno, la loro. Le uniche che Roberto e Marcella si sforzino di pronunciare sono tese al fine che il loro bambino non avverta il disagio della esistenza senza gioia che si dipana in quella casa.  Poi, un tenero bacio sulla soglia, due corpi che si sfiorano e l'amarezza di non trovare più il brivido del desiderio che li assaliva senza preavviso ad ogni occasionale sfiorarsi, quando vivevano tempi sereni. Ora Marcello è in strada, viaggia a 70 km/h e tiene i finestrini chiusi e l'aria condizionata accesa. Non incontrerà nessuno, durante il tragitto fino al sito nucleare, il PLC che gestisce gli accessi gli fornisce tempi certi di percorrenza. Varcato il cancello, si introduce sotto il tunnel per il lavaggio dell'auto. Troppo cesio 137 nei campi che circondano il sito, le vetture vengono lavate ad ogni accesso e poi a fine turno alla stazione distaccata attraverso la quale fanno ritorno  al villaggio. Lasciata l'auto nel posto assegnato, Marcello si dirige verso gli spogliatoi caldi e varca il portale di accesso. Avvolto dalla nube di argon metanato emanata dal portale, attende il via libera del PLC. Ci vorranno diversi minuti, prima che possa indossare gli indumenti da lavoro ed entrare in zona controllata. E' solo, in quella stanzetta asettica completamente dipinta da resine epossidiche dai colori tenui, la gestione degli accessi fa si che i tecnici di turno entrino uno per volta e si riuniscano solo da ultimo, a ridosso della parete di piombo oltre la quale ci sono le barre del combustibile. Ognuno ha con se il dosimetro personale, lo hanno ritirato negli spogliatoi, previa digitazione del codice personale. Il micro chip che vi è contenuto comunica i dati al PLC che registra gli accessi dei tecnici e i tempi di permanenza in zona controllata. Marcello stringe in mano il suo dosimetro, quel pezzo di plastica di pochi centimetri termosaldato in una busta di polietilene a lui non può dire niente. E' uno strumento a lettura indiretta, che trasmette i suoi dati direttamente al PLC. Comunque lui lo sa, che non gli sarà consentito di lavorare ancora per molto esposto ai cinquanta microsieverth. Quando questo accadrà, i fantasmi che turbano la serenità sua e della sua compagna, acquisiranno una fisionomia concreta. Sarà destinato al lavoro di ufficio, perderà le indennità derivanti dalla mansione per un periodo di almeno nove mesi. Un taglio di stipendio insopportabile, dati i tempi che corrono e gli impegni presi, con il mutuo da pagare e un figlio piccolo da crescere. Roberto sa che non ce la potranno fare, bene che vada dovrà separarsi da Marcella, che tornerà dai genitori nella casa tra i vigneti della Linguadoca, portandosi appresso il piccolo Luca. Questo lui non può accettarlo, separarsi dalla sua famiglia lo vive come la certificazione di un fallimento, il non essere stato capace di tenersi i suoi affetti. La fine di tutto quello che conta, per lui. Sente che se si separerà da loro, anche per solo un periodo, non li riavrà mai più.  Squilla l'interfono appeso alla parete, i tecnici in sala vasche hanno estratto una barra di combustibile dalla piscina, il pesante portone di piombo si apre. Compaiono quattro uomini fasciati nelle tute di tyvek giallo, le maschere sul viso. Sono i tecnici con la partita iva, quelli che lavorano alla centrale su chiamata e pensano in proprio alla dosimetria avvalendosi di professionisti privati. Il colonnello Ferrettì dell'Armee Francaise assiste alla scena da un monitor della sala controllo.(continua)

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
Vai alla Home Page del blog

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963