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Anni ruggenti

Post n°77 pubblicato il 05 Dicembre 2013 da ocsurte

 

Bruno ha ormai oltrepassato quella che convenzionalmente viene definita la soglia della mezza età. 55 anni suonati e pochi, non significativi, rimpianti. Gran parte del suo vissuto è costituito da pagine che, potendolo fare, lui strapperebbe volentieri, come parti di una sceneggiatura che riletta a posteriori appare del tutto inguardabile, ma lui si è sempre imposto di non recriminare contro il destino e ha ritenuto del tutto inutile pentirsi delle scelte intraprese nel corso della vita, neppure di fronte ai fallimenti certificati in maniera inconfutabile dagli eventi. Una sorta di autoassoluzione  che lo ha sempre aiutato ad andare avanti. Certo, se in talune fasi cruciali della sua esistenza avesse tenuto comportamenti diversi, fosse talora stato più pragmatico e non avesse sempre e comunque ceduto il passo a ciò che un istinto indomabile e un carattere fiero ed orgoglioso gli dettavano, il consuntivo che ora traspare da queste righe e il bagaglio di pensieri ed esperienze che ingarbugliano la mente di Bruno, oggi sarebbe altra cosa. Aldilà di quanto di negativo gli sia capitato nel corso della vita, per lui il cruccio maggiore è forse quello di non aver potuto vivere con tutta l'intensità che avrebbe voluto. Come si fa a stabilire se un'esistenza è stata realmente degna di essere vissuta oppure è stato solo uno stanco trascinarsi di adempimenti biologici essenziali?  Ha veramente amato, Bruno, ha lottato e sofferto a sufficienza per inseguire quello in cui crede?  Nella mente di Bruno, alla luce delle esperienze vissute, si è fatta largo la convinzione che l'intensità delle emozioni vissute e il loro ripetersi e ripresentarsi senza soluzione di continuità in tutte le epoche della vita, sia inversamente proporzionale alla quantità e qualità del successo e stabilità raggiunte. Ovviamente questa convinzione deriva da un assunto del tutto arbitrario e, se vogliamo, presuntuoso. Sarebbe come voler affermare che chi non ha provato sulla propria pelle la furia degli elementi di cui è capace il mare, non sia in grado di apprezzare la bellezza della navigazione. Non sappiamo fino a che punto Bruno sia nel giusto a ritenere i ripetuti sconvolgimenti della sua  vita sentimentale e una eternamente non consolidata posizione sociale, come ineludibili accadimenti di una navigazione "a vista", in cui le insidie e le sfide, più che evitarli, le ha sempre accolte e affrontate, anche con una buona dose di intimo compiacimento. Forse ha solo inanellato una lunga serie di scelte sbagliate, forse è bene che si addossi le proprie responsabilità, non cercando alibi in una pretesa mancanza di fortuna. Si può dire che Bruno abbia sempre creduto in quello che ha fatto. Il suo matrimonio a poco più di vent'anni, ad esempio, a lui sembrava perfetto e non riusciva quasi a capacitarsi della fortuna avuta nell'incontrare quella ragazza. Nella realtà, poi, quella "fortuna" si tramutò nell'inizio di tutti i suoi guai peggiori e lui ne uscì con le ossa rotte. Si rialzò soltanto grazie alla intima consapevolezza che nulla avrebbe potuto fare per salvare il suo matrimonio. Si era scontrato con scelte molto forti e determinate di altri e la sua volontà non era contata niente. Poteva solo cercare di salvarsi, se avesse ritenuto che questa vita era ancora degna di essere vissuta. Bruno scelse in questo senso. Andare avanti e lottare. Quindici anni a parare i colpi che quella ragazza continuava a sferrargli per mano del suo avvocato e mai lasciarsi sfuggire una maledizione. Essere investito periodicamente da torrenti di bugie e non derogare mai da un comportamento corretto e dignitoso. Bruno teneva molto al suo stile. Non fece mai niente che lo portasse a compromessi con la sua coscienza, anche nelle scelte più dure, anche quando si trattò di convincersi di non essere mai stato padre. Continuava ad apprezzare la vita, non perdeva occasione per cercare intensità e profondità. Non fece mai niente, o solo molto poco, per procurarsi un'esistenza agevole. Si perdeva in attività di scarso risultato pratico, se rapportate ai tempi attuali. Aveva un passo differente che male si adattava ad affermarsi socialmente ed economicamente, di questi tempi. Con il tempo affinò una sensibilità spiccata per gusti e sapori desueti. Apprezzava, della vita, quello che la maggioranza delle persone aveva disimparato. Chi, tra quelli che lo incontravano, riusciva a posare uno sguardo meno che superficiale sul suo animo, ne rimaneva anche colpito. Non si può dire che fosse una persona banale, scontata. Cercava sempre un'altra interpretazione delle cose e dei fatti, lui sapeva sempre che per tutto esisteva un'altra spiegazione, un altro modo di vedere le cose. Continuava a percorrere il suo tempo, interpretava la vita da attore non protagonista. Capace ancora di convivere con una donna per altri quindici anni senza condividerci niente di veramente profondo e senza provare l'impulso di staccarsene. Solo per non mancare ad una parola, solo perché lui non usa le persone. Casomai il contrario. Qualcuno potrebbe pensare ad una qualche forma di vigliaccheria, nel non voler prendere atto di un amore sterile, che non è mai stato tale. Non si può dire che Bruno sia mai stato una persona saggia e probabilmente mai lo sarà.  Ma se ad una persona ci ha legati anche solo una precedente distinta storia sfortunata che ci ha ferito e resi simili, è pur sempre stata una condivisione.  Aspettare e sincerarsi che sia ineluttabile un distacco invece che rifiutare e abbandonare non è vigliaccheria. E' rispetto. Altre donne hanno provato ad innamorarsi di lui, una c'è riuscita. I sentimenti hanno bisogno di un tempo e di un luogo, per esistere. Se tempi e luoghi sono improponibili corrono il rischio di interagire sulla sostanza e sulla realtà e non saprai mai se l'amore è una causa o l'effetto. La vita per Bruno, come per tutti quelli che ne hanno incrociato la strada, fortunatamente continua. Affrontarla con lo spirito del combattente, fino a che sarà possibile, è la sua determinazione. Alzarsi prima dell'alba e affrontare un giorno che comunque ti riserverà colori e sapori sempre nuovi, se avrai l'umiltà per saperli apprezzare. Conoscere il buono e il bello che c'è dentro tante persone, se riesci a scendergli nel profondo. La Smith & Wesson da sei pollici nel cassetto della scrivania può aspettare. 

 

 

 
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