Creato da Ruth_Arrimbuda il 20/10/2006

Poesia

Sono nato a Borgosesia (VC) nel 1970. Dall'88 al '91 ho pubblicato varie poesie su riviste minori e ho fatto parte del Laboratorio di Scrittura Creativa di Marco Conti a Biella.Finalista al concorso nazionale "La Rocca" di Torino e segnalato al Premio internaz "Nosside" di R.Calabria. Nel 2002 sono alla Scuola di Poesia di Nicola Gardini a Milano.

 

 

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ANNA E FABIO (autore sconosciuto)(sono io)

Post n°12 pubblicato il 11 Febbraio 2010 da Ruth_Arrimbuda

Anna fece la valigia in fretta e furia, con il cuore in gola per la paura che lui potesse scendere e sorprenderla. Un pudore che le era sconosciuto. Buttò quattro stracci nel borsone, diede un'ultima occhiata alla cucina e con le lacrime agli occhi e un nodo alla gola si chiuse la porta alle spalle. Arrivò alla macchina che ormai piangeva senza più riuscire a controllarsi. Una montagna infinita di sentimenti e ricordi le crollò improvvisamente addosso, tanto che fece fatica a imboccare il vialetto per uscire e andarsene per sempre. Ma ci riuscì.

Fabio dal piano superiore, di nascosto, vide tutta la scena. Vide la piccola utilitaria fermarsi allo stop e poi ripartire sulla statale. Richiuse con una calma innaturale la tendina della finestra e si accese un'altra sigaretta. Poi scese al piano di sotto.La cucina era in disordine, più del solito. Pile di piatti sporchi, due pentole, tre pacchetti di Merit accartocciati, corrispondenza mai aperta gettata sul tavolo e un paio di settimane del Corriere della Sera ammucchiati su una sedia. Cercò ciò che sapeva di trovare: una lettera. E infatti la trovò. Era scritta fittamente con inchiostro nero su un foglio strappato di quaderno. Si mise a sedere e con calma iniziò a leggere...

"Caro Fabio, mi aggrappo ancora, disperatamente e scioccamente, ad un pezzo di carta quasi fosse, in certi frangenti, una zattera, la mia scialuppa di salvataggio...". A quel punto Fabio si alzò in piedi e lasciò cadere la lunga lettera sul tavolo. Uscì in giardino e guardò con un'attenzione esagerata oltre le inferriate della recinzione.

Quasi contemporaneamente Anna fermò l'auto ai bordi della strada e a piedi s'incamminò per un sentiero. C'era un forte vento ed essa si fermò a scrutare l'orizzonte, quasi volesse scorgervi il proprio futuro. Fu allora che che iniziò a piovere a dirotto e, assorti nei loro pensieri, Anna e Fabio si ritrovarono forse per l'ultima volta a pensare quasi all'unisono, se tutto il loro amore aveva avuto un senso.

(2005 circa)

 
 
 
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