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SHOEFITI
Post n°785 pubblicato il 18 Giugno 2009 da ROSARIOeSTEFANIA
Nuova moda: scarpe appese ai fili Spunta anche a Caserta «shoefiti»Compaiono a mezz’aria decine di paia verniciate in varie zone della città. È una tendenza già diffusa
CASERTA — Si chiama » (da shoe= scarpa e fiti=graffiti), arriva da Oltreoceano e sta contagiando anche i casertani. Da qualche settimana, in alcune strade cittadine, anzi sopra di esse, appese ai fili aerei della luce o del telefono, penzolano coppie di scarpe, scarponcini, perfino piccoli doposci, verniciati con colori brillanti (giallo, rosa, verde, rosso). Un fenomeno che, per la verità, non molti casertani hanno notato. Lo confermano i Vigili urbani. «Non ci è pervenuta nessuna segnalazione in proposito» dicono. Il segno della scarsa abitudine dei casertani a guardare in alto. E con i tempi che corrono c’è da capirli. Come arrivano lassù quelle scarpe è un mistero. L’ipotesi più probabile è che una volta legata, la coppia venga lanciata sui fili come una sorta di bolas «fai da te». Già visto nelle strade di molti paesi, dalla Germania, al Canada, alla Gran Bretagna, alla Spagna, all’Australia, al Brasile, al Messico, al Perù, all’Irlanda, Israele, Norvegia, Svezia, lo strano fenomeno si sta allargando come una di quelle manie che attraversano i territori del mondo globalizzato. Patria d’origine di questa pratica gli Stati Uniti. Incerte e diverse le motivazioni. In America, pare che quelle scarpe servano a segnalare una zona di spaccio, secondo altri, invece, l’abitudine è nata per ricordare un lutto (le scarpe sarebbero della persona scomparsa), spiegazioni meno sinistre vogliono quelle calzature lanciate sui fili come un modo per celebrare la fine di un ciclo di studi o un imminente matrimonio, insomma, una sorta di rito di passaggio da una condizione all’altra. Segnali convenzionali, originale forma artistica, insolito strumento di comunicazione qualunque cosa sia la nuova abitudine si sta diffondendo in città. La zona più ricca di «scarpe penzolanti» è l’incrocio fra via Unità d’Italia e via Napoli. Sono almeno una diecina le coloratissime calzature appese, mentre cominciano ad essercene anche in altre strade: in via Mazzini, lato piazza Vanvitelli, in piazza Pitesti, altezza Chiesa del Buon Pastore, ad Ercole, in via Appia, località Torretta, e, c’è da giurarci, è solo l’inizio. «Una mattina abbiamo notato quelle scarpe dalla finestra del nostro studio in via Unità italiana» dice l’architetto Vittoria Merola. «Dapprima erano solo due paia, poi sono diventate sempre di più. Non credo siano un fenomeno allarmante, anzi mi piace pensarle come delle installazioni creative, oppure un gesto di 'viral marketing' utilizzate per pubblicizzare, chissà, l’apertura di un negozio o il lancio di un nuovo prodotto». |
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