Quaderno a righe

che è la più grande e inutile cazzata che una persona può fare, aggiungo. ;-)

non sono d' accordo. Sarà utopico, sarò idealista, sarò scema, ma tendo a migliorarmi ove sia possibile nella mia vita.

cercare la perfezione in quello che si fa è giusto, cercarla in quello che si è un po' meno. La cazzata consiste nel rischio di occultare in questa tensione verso un alto ideale di se stessi,le parti di sè più negative, i sentimenti bassi, le macchie, che pure ci rendono così umani e affascinanti. così succede che, inebriati dall'ideale buono-bravo-bello veniamo violentemente e inaspettatamente sopraffatti da quegli stessi mostri che avevamo respinto. Allora lì son cazzi...

L'elogio dell'imperfezione allora? Dove lo mettiamo? Sono d'accordo con Poly, nel momento in cui ho smesso di tendere alla perfezione mi sono sentita più libera. Cresciamo nelle regole imposte, fin quando non ne possiamo più e ci accorgiamo che il nostro malessere arriva proprio da quelle regole, che è impossibile davvero valgano per tutti. E poi sarà che amo il jazz, che date certe minime regole, per il resto è pura improvvisazione. Immaginiamo un Coltrane o un Miles Davis, inquadrati, mai e poi mai avrebbero creato tali capolavori.

Care Poly e Billie dato per scontato che la perfezione è degli dei e gli dei non esistono, quello che intendevo io è che è nel continuo mutamento di noi stessi, nel non essere simili alla famigerata Rocca di Gibilterra, avviene il nostro "perfetamento". Non voglio essere più brava, buona e bella voglio essere diversa e migliore con i miei mostri e con le mie paure. Non voglio essere il freddo e gelido simulacro di me stessa.

Si, d'accordo, ma il punto vero è: cosa considerare perfetto? E' un po' quello che accade con la normalità...Magari il tuo evolvere tenderà all'imperfezione agli acchi di altri... Ecco, allora stabiliamo cosa è perfetto e poi se ne può discutere....

*occhi - sorry

Nella mia megalomania decido io cosa sia perfetto (per me ovvio) l'importante, sempre per me, è il cambiamento.

Sono assolutamente in accordo con l'aforisma, tendere all'obbiettivo utopico della perfezione è esattamente tendere al progetto della natura stessa, se ne siamo coscienti dell'utopia insita in un obbiettivo tanto grande e lo perseguiamo continuamente, ritengo avremo utilizzato correttamente le nostre potenzialità in continuo avanzamento e adeguamento alla nostra imperfezione :-)

hai ragione isa

nn kiedermi il xke ... ma il tuo blog mi affascina... un bacione sporty

te leggo da un po di tempo ..trovo sempre le saggezza nelle tuoi parole .... una volta ho copiato il tuo post delle feste della donna .. chiedo scusa .ma mi piaceva ... ash

che è un concetto dinamico.
come il limite.
per quanto concordo con poly, relativamente a cosa declinare in quella tensione: il fare, o l'essere....

la perfezione come tale non esiste. siamo noi esseri umani che tendiamo a considerare qualcosa o qualcuno "perfetto" ma è solamente un'opinione strettamente personale

man-god-like.

vero verissimo... ciao... e che sia una giornatona :):)

Come non sottoscrivere....direi che è lapalissiano,complimenti per il blog,passero' di qua' molto spesso!Tutto il bene possibile Ocno