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Creato da: enzo.decostanzo il 31/03/2010
" Giovani,vi auguro di scaldare il vostro cuore con il calore di un ideale" (Sandro Pertini) isolano,liberale,socialista

 

 
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Ancim : proposta sul federalismo fiscale per le isole minori

Post n°65 pubblicato il 27 Maggio 2011 da enzo.decostanzo

 

Siamo la prima isola in Italia per numero di abitanti.Non consideriamo Sicilia e Sardegna (macro- regioni).

Quattordici richieste, quattordici punti di un Patto tra Stato,Regioni e Comuni, per l’attuazione del Federalismo fiscale nei Comuni delle Isole minori. Il patto è proposto dall’Ancim e sarà oggetto di discussione nella conferenza Stato-Regioni nella prossima seduta utile.

Si parla di cose concretissime, come le tasse e i diritti sociali (scuola, salute ecc.) oltre istanze relative alla rappresentanza delle isole minori negli organismi istituzionali.  I Comuni delle isole minori chiedono che nell’elaborazione dei costi standard (il cuore della riforma federale) “si tengano presenti le peculiari realtà socio-economiche, il deficit di infrastrutture materiali ed immateriali, la carente attuazione dei diritti delle persone conseguenti alla loro collocazione insulare”. Ancora: “Scuola, alla sanità, al sociale ed mobilità non sono garantiti nella stessa misura dei cittadini della terraferma. Quindi, queste aree necessitano di soluzioni e di interventi mirati e pesati in modo diverso da quello delle aree non insulari”.

I Comuni insulari dichiarano di volersi avvalere della possibilità di introdurre agevolazioni sui tributi loro as-segnati e di dare attuazione a forme di fiscalità di sviluppo per la creazione di nuove attività d’impresa in sintonia con i nuovi bisogni innovativi ed in raccordo con il sistema imprenditoriale e Universitario.  Chiedono di valutare “la possibilità di estendere l’esclusione del vincolo del rispetto di patto di stabilità anche ai Comuni delle isole minori con popolazione su-periore a 5 mila abitanti” e anche la possibilità di introdurre una tassa di sbarco in alternativa alla tassa di sog-giorno.

***

Ecco il patto:

Premesso:

che l’art. 1 della legge n. 42/2009 pone tra i suoi obiettivi fon-damentali quello di assicurare l’autonomia di entrata e di spesa, di garantire la solidarietà e la coesione sociale, di responsabi-lizzare i vari livelli di governo, di costituire un fondo perequa-tivo per i territori con minore capacità fiscale e di prevedere interventi speciali e risorse aggiuntive per le aree con minore sviluppo.

che l’art. 2 prevede la possibilità di forme di accertamento e ri-scossione che assicurino modalità di accreditamento diretto o di riversamento automatico del riscosso, in modo da eliminare i tempi lunghi della reale messa a disposizione dei fondi come nel sistema attuale.

che il principio della flessibilità fiscale, non riconducibile al finanziamento dei livelli essenziali delle prestazioni, e la previ-sione della fiscalità di sviluppo costituiscono due elementi im-portanti per favorire un maggiore livello di spesa e di crescita economica.

che l’istituzione di uno o più tributi propri comunali che l’Ente ha facoltà di stabilire ed applicare, in riferimento a particolari scopi, anche per oneri derivanti da eventi quali i flussi turistici è particolarmente idoneo a produrre finanziamenti per le isole, spalmando l’onere fiscale su una base più ampia e che escluda i cittadini residenti.

che la possibilità di modificare le aliquote dei tributi attri-buiti e di introdurre agevolazioni, costituisce un principio im-portante per i Comuni delle Isole minori per recuperare la emarginazione e la vulnerabilità che le contraddistingue e per mitigare gli svantaggi legati all’insularità.

che la previsione di eliminare, in sede di rispetto del patto di stabilità, i vincoli alle politiche di bilancio degli Enti locali sia li-mitatamente agli importi disponibili della Regione di appartenen-za e sia con la messa a disposizione di eventuali “crediti” di altri Enti locali della medesima Regione può migliorare l’autonomia di spesa ed alleggerire l’attuale rigidità che, se giova alla stabilità, non favorisce la crescita.

che gli interventi previsti dall’art. 16, in attuazione del V com-ma dell’art. 119 della Costituzione, e quelli previsti dall’art. 22 per la perequazione infrastrutturale, costituiscono la base per ga-rantire l’effettivo esercizio dei diritti della persona e per rimuovere gli squilibri strutturali e di natura economica sociale delle isole minori.

che l’art. 27 riconosce, per le aree Sicilia e Sardegna, autono-mia normativa nell’attuazione della legge sul federalismo fiscale e ribadisce il principio che vadano considerati gli svantaggi strutturali permanenti, i costi dell’insularità ed i livelli di reddito pro capite che caratterizzano i territori o parte di essi.

che le Isole minori, appartenenti alle due aree regionali a Statuto speciale, hanno le stesse problematiche di fragilità e di scarso sviluppo socio economico delle altre isole minori italiane.

che il sottosviluppo economico, che caratterizza molte Isole, può essere usato come leva per un nuovo sviluppo fondato su for-me innovative e con l’obiettivo di creare centri di eccellenza nell’ambito della scuola, della ricerca, della cultura, delle attività produttive e dell’occupazione.

che uno degli obiettivi delle nuove politiche di coesione è quello di fare dei territori e delle diversità i punti di forza per una politica rinnovata a livello comunitario, ma anche dagli Stati membri, dalle Regioni e dalle Autonomie.

che gli articoli 174 e 175 del nuovo Trattato di Lisbona, hanno sancito questi concetti in riferimento alle realtà insulari.

che le Isole minori, già dal 2000, si sono date l’obiettivo di va-lorizzare le loro peculiarità e diversità e di trasformare le loro “debolezze” in punti di forza attraverso un agire integrato tra Stato - Regioni e Comuni realizzando un percorso innovativo ed anticipatore dei principi contenuti non solo nel nuovo Titolo V della Costituzione, ma anche nella legge 42/2009.

che con l’approvazione, in Conferenza Stato Regioni prima e novellato in Conferenza Unificata poi, di un “Accordo per lo svi-luppo locale” è stato codificato il principio del loro agire e gli obiettivi di sviluppo economico e sociale da conseguire. Questo Accordo, con il suo documento attuativo DUPIM (documento unico di programmazione dei Comuni isole minori), è in linea con quanto previsto dall’art. 16, lettera e).

che il DUPIM prevede una programmazione pluriennale di progetti, fatta dai Comuni ed asseverata dalle Regioni come coe-renti con le linee programmatiche da esse approvate.

FINALITÀ

1) Con il presente Patto i soggetti promotori si impegnano a dare attuazione ai provvedimenti legislativi approvati ed in via di ap-provazione in tema di federalismo comunale nel modo più coerente con i principi richiamati in premessa ed a privilegiare l’attuazione più innovativa possibile anche in via sperimentale.

2) I Comuni delle isole minori chiedono che il modello di fiscali-tà nelle due aree: Regioni a Statuto speciale e Regioni a statuto ordinario sia uniformato ed allineato alle soluzioni più avanzate e sperimentali che si possano attuare nei due regimi costituzionali.

3) Chiedono che, da subito, nell’elaborazione dei costi standard, si tengano presenti le peculiari realtà socio-economiche, il de-ficit di infrastrutture materiali ed immateriali, la carente at-tuazione dei diritti delle persone conseguenti alla loro colloca-zione insulare.

I diritti alla scuola, alla sanità, al sociale ed alla mobilità non so-no garantiti nella stessa misura dei cittadini della terraferma. Quindi, queste aree necessitano di soluzioni e di interventi mirati e pesati in modo diverso da quello delle aree non insulari.

4) le Isole minori, rientrano nelle aree candidate a fruire sia della perequazione infrastrutturale di cui all’art. 22 legge 42/2009 che alla lettera g) richiama specificamente le isole come realtà che necessitino di paramenti oggettivi per la misurazione degli effetti conseguenti al divario di sviluppo economico derivante dalla insularità e sia dal fondo perequativo di cui all’art. 13.

5) I Comuni insulari dichiarano di volersi avvalere della possibili-tà di introdurre agevolazioni sui tributi loro assegnati e di dare at-tuazione a forme di fiscalità di sviluppo per la creazione di nuove attività d’impresa in sintonia con i nuovi bisogni innovativi ed in raccordo con il sistema imprenditoriale ed Universitario.

6) Valutare la possibilità di estendere l’esclusione del vincolo del rispetto di patto di stabilità anche ai Comuni delle isole minori con popolazione superiore a 5 mila abitanti. Essa è una realtà circoscritta a 13 Comuni ed il cui impatto attuativo sarebbe quasi ininfluente sui grossi numeri della finanza pubblica.

7) Valutare, con le Regioni, la possibilità di essere destinatari pri-vilegiati nella più elastica attuazione dei vincoli di bilancio sia all’interno degli importi regionali disponibili, sia di quelli degli Enti locali.

8) Fare salvo, come previsto dall’art. 7 dello Schema di decreto legislativo in materia di risorse aggiuntive ed interventi speciali per la rimozione degli squilibri economici e sociali, il fondo - 2008/2009 specificamente previsto per le isole minori e di ri-confermarlo anche per gli anni successivi fino all’approvazione dello specifico disegno di legge isole minori.

I Comuni delle isole minori si sono già dotati di una programma-zione pluriennale di interventi, asseverati dalle Regioni, e che so-no in linea con il dettato legislativo della legge 42/2009 e specifi-camente art. 16 lettere b) c) d) ed e).

9) Nella revisione del decreto legislativo 23/2011 chiedono una modifica all’art. 4, prevedendo la possibilità di introdurre, in eventuale alternativa alla tassa di soggiorno, una tassa di sbarco che meglio risponderebbe al dettato ed allo spirito dell’art. 12 che - valorizzando l’autonomia tributaria - dà facoltà all’Ente di stabilire ed applicare tributi in riferimento a particolari scopi, soprattutto di flussi turistici.

10) Chiedono una modifica al decreto legislativo N. 23/2011 comma 7° art. 2 là dove si prevede l’assegnazione di un’ulteriore quota del 20 percento della dotazione del Fondo sperimentale di riequilibrio per le sole isole monocomunali, poiché questa specificazione di “monocomunale” penalizzerebbe numerose realtà insulari per il solo fatto di insistere in un’unica area insulare e ciò sarebbe in contrasto con principi della legge 42/2009.

Si conferma la volontà dei Comuni, che insistono in un’unica area insulare, di dare attuazione all’obiettivo di attivare funzioni fondamentali in forma associata nella consapevolezza che si possa dare migliori servizi ottimizzando le risorse pubbliche.

11) Propongono di prevedere forme di accreditamento diretto o di riversamento automatico del riscosso, anche in deroga alle attuali procedure, per sperimentare come la più celere messa a disposi-zione dei fondi favorisca l’efficienza amministrativa, ma anche la migliore responsabilizzazione degli amministratori locali che sa-rebbero obbligati a comportamenti più efficaci oltre che più effi-cienti.

12) I Comuni delle isole minori chiedono che il Presidente dell'ANCIM faccia parte della neocostituita Conferenza perma-nente per il coordinamento della finanza pubblica, quale rappre-sentante di un insieme di realtà comunali particolarmente signifi-cative e come luogo dove potere rappresentare i problemi eviden-ziati nel “Patto” anche in considerazione che la realtà insulare non ha - fino ad ora - rappresentazione in nessuno degli organismi già costituiti.

13) I Comuni delle isole minori, essendo portatori di istanze peculiari, auspicano particolare ascolto anche nelle attuali sedi di dibattito come la Commissione bicamerale per il federalismo fiscale. Chiedono di essere invitati alle convocazioni del Comitato di rappresentanti delle Autonomie territoriali, di essere come Associazione ANCIM, punto di riferimento per l’elaborazione dei questionari che saranno la base per la definizione dei costi standard e di costituire - al suo interno - uno specifico gruppo di lavoro titolato “federalismo isole minori” di cui chiedono di fare parte.

14) Costituire - da subito - un gruppo di lavoro con i rappre-sentanti delle sette Regioni, nei cui territori insistono le isole minori, con i Ministeri dell’economia e finanza, delle riforme per il federalismo, dell’interno, della semplificazione ammini-strativa, del rapporto con le Regioni e con ANCIM per valuta-re l’impatto della normativa sul federalismo comunale nelle isole minori e quali eventuali correttivi o percorsi attuativi nuovi porre in essere.

 

http://www.tenews.it/giornale/2011/05/27/scuola-sanita-tasse-di-sbarco-le-proposte-isole-minori-37681/

 
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