FERNANDO ZORZELLA

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Creato da FernandoIR il 14/04/2011

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REVOLUTION – IL ROMANZO : 5° PUNTATA

Post n°6528 pubblicato il 25 Gennaio 2021 da FernandoIR
Foto di FernandoIR

Questo è un  romanzo scritto interamente da Zorzella Fernando e presentato a puntate qui sul blog.

Le puntate usciranno in maniera casuale.

IMPORTANTE : RIBADISCO IN MODO CONVINTO E PRESSANTE CHE i nomi di persona, gli edifici, le vicende, le situazioni, tutto il romanzo è frutto di PURA PURA PURA fantasia e non ha nessuna nessuna nessuna attinenza con la realtà.

I luoghi sono reali, ma le storie no.

TESTO DELLA PUNTATA

Il contingente, poche ore dopo partì alla volta di Asparetto.

Arrivati nei pressi della base militare si appostarono.

Un soldato disse: “William li circondiamo?”

William rispose: “Siamo in pochi per farlo, poi l’erba è alta e non vorrei che disperdendoci fossimo più vulnerabili.”

Il soldato proseguì: “Pensi che ci sia qualcuno all’interno?”

William: “La recinzione è rotta ma il resto è tutto a posto. ………… Ok avanziamo a piedi, sdraiati nell’erba, mentre qualcuno controlli le vedette anche se sono vuote.”

Il contingente avanzò lentamente e quando fu tutto dentro al recinto della base una voce tuonò: “Fermatevi o spariamo!”.

William allora gridò: “Non sparate siamo militari, contingente Aquila di Genesi, siamo alla ricerca di aiuto.”

La voce dalla base: “Uscite dal recinto della base, fuori tutti, noi non abbiamo bisogno di niente.”

William proseguì: “Siamo militari voi  chi siete?”

La voce: “Militari anche noi, ma non vi vogliamo!”

Dalla base partì una raffica di pallottole in aria.

William: “oooooooooooooooooooooooo fermi siamo dei vostri, ci uccidete così!”

La discussione proseguì e si capì che i soldati rintanati nella base avevano seri problemi psicologici.

Un soldato ebbe un’idea e la espose: “William cantiamo l’inno d’Italia a squarciagola, forse sentendolo ritorneranno in se.”

William rispose: “Proviamo e speriamo che non sia l’ultimo inno che canteremo. …………… Ok al mio tre tutti insieme.”

Tutti e 50 cominciarono a cantare, intonando un canto ricco di passione e calore che penetrava le ossa. La pelle d’oca fece venire a tutti, da quanto tempo non lo cantavano, da quanto non sentivano più quell’amor di patria tanto combattuta e disperata in quei momenti.

Quanti erano gli italiani superstiti? Quanti stavano male? Quali insidie nascondeva ora questa nuova e strana Italia?

Ad un tratto …………… dalla base ……….. il canto uscì e si unì in un solo e unico coro.

Le bandiere dell’Italia si alzarono e sventolarono al vento. I nostri ce l’avevano fatta. Al cuore, allo spirito di quei soldati avevano puntato. Fu quell’inno, quell’amor di patria che li fece rinsaldare e sentire l’ardore che solo un soldato a pieno servizio può sentire.

La base si aprì, un portone si alzò, mostrando la strada che conduceva sottoterra. In riga marciando uscirono tutti, come se si trattasse di una cerimonia solenne.

Il battaglione Aquila in segno di rispetto fece lo stesso e si mise in riga.

Quando furono l’uno davanti all’altro, Mauro, Capitano del contingente di Aspareto, disse: “Sono il Comandante Mauro, a rapporto signore. Porgo le mie scuse e quelle di tutti perché per colpa nostra abbiamo rischiato di spararci tra fratelli.”

William: “E’ da tanto tempo che non mi veniva la pelle d’oca in questo modo.”

William spiegò i motivi che li avevano portati li, tutto spiegò per filo e per segno, sugli immortali, sul gruppo da liberare, su come liberarlo, su ciò che serviva, su Genesi, con l’aiuto di Alfred come rappresentante.

I nostri ebbero una bella sorpresa, perché ad Asparetto, c’erano 120 soldati, 50 medici e 30 infermieri, c’erano grosse quantità di armi e un buon equipaggiamento sanitario.

Si poteva dire che la missione contro gli immortali si poteva portare avanti.

Tornarono tutti a Genesi e per strada proseguirono cantando e strimpellando canzoni militari, utili in quel mo mento per fare gioco di squadra e gruppo.

Il clima di festa, però, aveva completamente dimenticato Roberta.

Gli “Orsi Neri” erano arrivati alla loro base, nei pressi di Rovigo, nascosti in mezzo ad un bosco di pianura, costruito a puntino.

Roberta venne accolta adeguatamente da alcune donne ed aiutata a lavarsi, vestirsi e mangiare.

Venne poi fatta sistemare dentro ad una tenda prigione, da cui si riusciva a vedere l’esterno da due ampie finestre.

Fuori due guardie verificavano che non fuggisse.

Lei non aveva neanche fiatato per tutto il tempo, dalle finestre notava che in quella zona del campo venivano tenute le donne appena catturate, una per ogni tenda.

Ogni tanto ne veniva presa una e non faceva più ritorno.

Roberta vedeva la scena e non riusciva a capire cosa potesse succedere.

Passarono le ore ed ad un certo punto vennero due guardie a prendere anche lei.

Gentilmente la accompagnarono all’interno di un’altra tenda dove si trovò circondata da altri uomini, molti uomini, tutti giovani e di buon aspetto.

Uno di loro prese la parola: “Signora sono lieto di darle il benvenuto nella comunità degli Orsi Neri. Mi hanno raccontato cosa ha provato a  causa di uno dei nostri, ma come ha visto è stato subito punito.”

Roberta sfogò la sua rabbia e urlò: “Siete solo dei rozzi animali, maiali, carne da macello, che il cielo vi strappi le palle e ve le calpesti davanti agli occhi.”

L’uomo replicò: “Non sia così severa. Lei si trova qui e per ora è stata trattata bene, sarà lei a decidere come vorrà passare i prossimi giorni avvenire. Noi pensiamo che ogni donna ci deve mettere del suo, e a questo punto lei godrà di ogni privilegio possibile, sarà trattata come una regina se tra i ragazzi qui presenti ne sceglierà uno che diventi il suo compagno. La comunità le garantirà tutto ciò di cui ha bisogno. Se questo ragazzo in  qualunque momento non avrà rispetto di lei verrà punito e lei potrà sceglierne un altro.”

Roberta: “Siete dei sporchi animali io non farò niente con nessuno e non sceglierò nessuno in questa maniera, voglio essere libera e vivere da libera. Voi volete delle donne da riproduzione circondate da una gabbia di cristallo.”

L’uomo proseguì: “Mi dispiace che la prenda così, le altre hanno scelto sapendo che offrivamo molto. ………. Vuol dire che deciderò io con chi lei dovrà stare.”

Roberta: “Ribadisco che siete la feccia del mondo.

L’uomo fece passare un po’ di tempo, sperando che Roberta cambiasse idea, se lei avesse scelto sarebbe stato meglio.

Era una ragazza bella e giovane ed intorno a lei c’erano molti ragazzi giovani e aitanti.

Mentre l’uomo si stava prestando a nominare chi avrebbe dovuto prendersi Roberta, arrivò uno dentro la tenda di corsa e gli sussurrò all’orecchio che la ragazza era stata trovata nella zona dove si era disperso il loro amico Gianni.

Così si decise di proseguire ad interrogare Roberta.

Le chiese da dove veniva. Lei commise un grosso errore dicendogli e spiegando da dove veniva, sperando in cuor suo che l’avrebbero rilasciata.

A questo punto si decise che Roberta era preziosa e venne riportata nella sua prigione.

Arrivata nella gabbia pianse a lungo, perché aveva capito di aver sbagliato, in questo modo ora avrebbero potuto cercare di estorcerle altre notizie, come ad esempio la giusta ubicazione di Genesi.

A Genesi, Elena e Luisa si trovavano nella stessa tenda a spettegolare del più e del meno.

Luisa: “Ho trovato l’uomo della mia vita, però devo cercare di conoscere di più su di lui.”

Elena: “Tipo?”

Luisa: “Tipo il nome, tipo tutto sono rimasta folgorata.”

Elena: “A me è successo di farlo con uno ……”

Luisa: “Ma dai, chi è? Dove? Quando?”

Elena: “Non te lo dico, è inutile parlarne, mi è piaciuto, ma non mi sento ancora pronta per qualche storia seria.”

Luisa: “Il mondo deve andare avanti anche su questo.” 

Elena: “Lo so hai ragione, ma è iniziata subito con il sesso e non so se è una buona cosa.”

Luisa: “Bè se a me succede con chi mi piace ora, con quel bel fustone, mi sentierei molto contenta.”

Elena: “Cambiando discorso un attimo, ma Roberta non si vede da un po’, ma dove è finita?”

Luisa: “Non ciò fatto caso, domani la cerco per fare quattro chiacchiere, è da un po’ che non le parlo assieme. ………. Dell’intruso che mi dici di bello?”

Elena : “Fin che non si sa qualcosa di certo sugli Orsi Neri, è meglio che venga tenuto in gabbia, ha assalito Jenny, e poteva andare a finire veramente male.”

Luisa: “Giusto, però se non erro qui nei d’intorno non si è mai visto nessuno, no?”

Elena: “Speriamo che non venga nessuno a cercarlo.”

 
 
 
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