FERNANDO ZORZELLA

Dal cuore alle parole!!!

Creato da FernandoIR il 14/04/2011

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VENNE IL GIORNO : IL ROMANZO : 6° PUNTATA

Post n°6555 pubblicato il 21 Febbraio 2021 da FernandoIR
Foto di FernandoIR

Questo è un  romanzo scritto interamente da Zorzella Fernando e presentato a puntate qui sul blog.

Le puntate usciranno in maniera casuale.

IMPORTANTE : RIBADISCO IN MODO CONVINTO E PRESSANTE CHE i nomi di persona, gli edifici, le vicende, le situazioni, tutto il romanzo è frutto di PURA PURA PURA fantasia e non ha nessuna nessuna nessuna attinenza con la realtà.

I luoghi sono reali, ma le storie no.

TESTO DELLA PUNTATA

Fu, il telegiornale delle 13,00 che fece raggelare il sangue ai nostri amici.

Il giornalista aprì l’edizione con questa notizia: “E’ di pochi minuti fa l’importante annuncio che è arrivato in varie lingue a tutti i governi del mondo tramite le loro ambasciate, dalla Libia, in cui si da nota che si è insediato un vero e proprio Governo, comandato dal Generalissimo Vancovar, grazie al cui esercito, sta per pacificare la Libia. Tutte le sommosse e le azioni di rivoltosi, stanno per essere sedate, per portare nuova pace e la nascita di un nuovo stato Libico Ateo ma aperto a tutte le religioni. Il Generalissimo proseguo dicendo che per motivi di sicurezza interna e per non far rischiare la vita a nessuno, vengono simultaneamente chiuse tutte le ambasciate in Libia degli stati esteri, vengono fatti allontanare tutti i giornalisti esteri, tutte le organizzazioni internazionali di ogni tipo, viene chiusa la rete internet, tutti i confini e lo spazio aereo. Si chiede all’Onu, alla Nato e alle altre organizzazioni Militari di comprendere il delicato momento, promettendo che a breve seguirà un comunicato ufficiale del Generalissimo in persona.”

4  minuti lunghissimi, che raggelarono il sangue di tutti, fecero capire ai nostri che non era un sogno, ma quell’incontro era l’inizio di una cosa che avrebbe veramente cambiato il mondo. Tutti guardarono Nicola, attendendo che dicesse qualcosa.

Nicola, non si fece attendere.

Nicola: “Ci hanno ascoltato!.................. Ci hanno ascoltato!”

Nicola cominciò a ridere, a dimenarsi, a saltare di gioia continuando a ripetere: “Ci hanno ascoltato! …………. Ci hanno ascoltato! ………… Lo capite ci hanno ascoltato! Non distruggeranno la terra come avevano intenzione di fare.”

Tutti vedendo Nicola ridere e piangere nello stesso momento, corse ad abbracciarlo, e strngerlo, in un caloroso gesto di affetto.

Mirko piangendo: “Sei il nostro capo! Sei un mito.”

Paola con le lacrime agli occhi: “Hai perso anni sopra ai libri e ora hai fatto la differenza. Sei un grande.”

Tiziana lo abbracciò e lo baciò.

Nicola: “Grazie a tutti, grazie! Siamo all’inizio però! Ora il mondo conoscerà una nuova era.” Mirko: “Speriamo che sia un’era di pace e abbondanza.”

Nicola: “Non sappiamo niente, forse, ma dico forse, se proseguiranno così, non conosceremo un nuovo olocausto mondiale, ne una guerra atomica. Speriamo.”

Tiziana: “Ora dobbiamo attendere che arrivino a prendersi ciò che hanno chiesto.” Paola: “Io sono pronta Tiziana.”

Tiziana corse dall’amica ad abbracciarla.

Tiziana: “Amica mia non voglio che in nessun modo ti facciano del male.” Paola: “Dobbiamo avere fede.”

Il primo annuncio fatto al mondo divenne subito effettivo.

Sembrava che quel grande pezzo di terra che era la Libia fosse invisibile al mondo. Sembrava che solo se si era Libico si potesse stare in Libia.

Tutte le organizzazioni internazionali di ogni tipo e grado cercarono di mettersi in contatto con il Governo Libico, perché si voleva capire che cosa stesse succedendo, ma le risposte erano sempre quelle: “Non ci serve niente, lasciateci da soli!”

Nel frattempo successero anche delle cose molto strane, che però nessuno riuscì pienamente a capire.

La stazione spaziale internazionale e la stazione spaziale cinese vennero investite da una pioggia di meteoriti che le distrusse completamente.

Questo, raggelò tutti gli studiosi, perché non si aspettavano una cosa del genere.

Non sapevano che erano stati proprio gli extraterrestri a compiere questo gesto, con lo scopo di bloccare possibili corse allo spazio.

Infatti, l’opinione pubblica cominciò a riflettere sul fatto che se ci fossero state persone a bordo sarebbero morte e che con tutti i problemi che aveva la popolazione del mondo si poteva anche far a meno di inviare missioni nello spazio.

Arrivò, l’8 Dicembre, giorno in cui si era ipotizzato l’arrivo di Vancovar per venire a riscuotere ciò che voleva in cambio di un gesto di pace.

Paola stava camminando attorno all’osservatorio riflettendo.

Le domande che continuavano a rimbombare nella testa di Paola, erano sempre le stesse: mi faranno del male? Tornerò a casa? Se un domani grazie a questo gesto ci sarà la pace tra le due civiltà, il suo gesto sarà ricordato?

Domande importanti.

Nicola continuava a studiare per capire a cosa poteva servire l’ovulo di Paola. La risposta a tutto arrivò alle 17,30.

Il silenzio che circondava l’osservatorio venne rotto da un sibilo che divenne sempre più intenso, spegnendosi improvvisamente con l’atterraggio della navicella.

Nicola e Mirko scapparono fuori a vedere mentre Paola corse dentro gli uffici a piangere dalla paura.

Vancovar scese da solo, e si avvicinò a Nicola e Mirko con l’aria di chi aveva mantenuto una promessa ed ora voleva la sua ricompensa.

Nicola: “Vi stavamo aspettando!”

Vancovar: “Bene! Spero che abbiate fatto i compiti a casa.” Nicola: “Certo che li abbiamo fatti!”

Mirko: “Cosa pensavi di noi Vancovar?”

Vancovar: “Pensavo che vi sareste tirati indietro e non avreste mantenuto la parola.” Mirko: “Noi non siamo persone inutili, siamo persone che mantengono la parola data.” Vancovar: “Scusami Mirko ma i tuoi capi non vi rappresentano allora.”

Nicola: “Ho visto che hai accettato il mio consiglio.”

Vancovar: “Ciò pensato su! In fondo il coltello dalla parte del manico ce l’abbiamo noi. Speriamo di non doverci ripensare.”

Nicola: “Io penso che è quello che ti conviene di più. Vedrai che alla fine mi darai ragione.” Vancovar: “Abbiamo gli occhi di tutti voi sapiens puntati addosso!”

Nicola: “Lo so, la paura che per portare la pace tu stia facendo una carneficina.”

Vancovar: “Non è così! Chi crea problemi viene punito, chi vuole vivere in pace, sta vivendo in pace. In questo breve periodo quello che voi chiamate Libia, è migliorata rispetto a come l’avevate lasciata voi.”

Nicola: “Avete tutte le risorse naturali che volete li.”

Vancovar: “Lo sai, tu ci conosci bene, non ci servono. Non abbiamo attraversato la galassia con un motore a petrolio, come voi chiamate quel liquido nero che sgorga dalla terra.”

Nicola: “Lo so! Non ti servirà direttamente, ma vedrai che se tu conosci bene noi, ti verrà molto utile.”

Vancovar: “Chi verrà con noi? Quale donna verrà con noi?” Nicola: “Paola, verrà con voi! Eccola che sta per arrivare.”

Vancovar se la ricordava bene, perché la sua pelle ambrata, i capell mori lunghi e mossi, avevano lasciato il segno.

Vancovar: “Ok! Vieni anche tu?”

Nicola: “Vorrei, per rassicurarmi sull’incolumità di Paola.”

Vancovar: “Già per quello che hai detto mi offendi. Ti ho già detto che non le torceremo neanche mezzo capello. Certe volte, non capisco se tu ci abbia studiato così bene come dici.”

Nicola: “Porta pazienza, ma la paura c’è.”

Vancovar: “Io volevo che venissi con noi per darti la possibilità di conoscerci di più.” Nicola: “Vengo anche io volentieri.”

Vancovar: “Ci consideriamo amici?” Nicola: “Si! Voglio considerarti un amico.” Vancovar: “Andiamo allora!”

Nicola e Paola salutarono gli altri due e poi salirono sulla navicella. Tiziana e Mirko osservarono i due amici andarsene.

Tiziana: “Non li vedremo più ritornare.” Mirko: “Non dire così. Torneranno di sicuro.”

Tiziana: “Faranno quello che devono fare e poi li uccideranno.”

Mirko: “No! Io ho fede! Mirko li ha convinti, vedrai che torneranno e ci spiegheranno cosa è successo.”

Tiziana: “Stammi vicino per piacere.”

Mirko: “Non ho nessuna intenzione di staccarmi da te o stare lontano d ate non preoccuparti.” Tiziana: “Ci useranno come marionette.”

Mirko: “Basta Tiziana, non pensarci, pensiamo che forse grazie a questo sistema, magari avremmo un futuro e una possibilità, magari per convivere con loro.”

Tiziana abbracciò stretto Mirko, per sentirsi protetta e lui fece lo stesso. Con le mani le accarezzava la schiena per farla sentire protetta e coccolata.

Entrati, bevettero qualcosa si andarono a sdraiare per riprendersi dallo stress appena vissuto. Per i nostri amici, tutto questo, li portava a vivere in una sorta di limbo, in cui non sai veramente che strada dovrai prendere e quali saranno i tuoi nuovi obbiettivi.

Mirko raggiunse Tiziana, nella stanza dove aveva cercato riposo. Entrò e chiuse la porta.

Mirko: “Come ti senti?”

Tiziana: “Non so darmi pace, mi è venuto perfino mal di pancia. Mi sento come se mi stesse venendo la febbre.”

Mirko: “Vai a casa, non rimanere qui.”

Tiziana: “Non so che fare ho la testa nel pallone.” Mirko: “Anche Roberto si sente così.”

Tiziana: “Ha già detto qualcosa al suo staff a Palermo?”

Mirko: “Dice di no, perché non sa come spiegare la cosa con le parole giuste. Sta pensando a chi dirlo, come selezionar ele persone.”

Tiziana: “Basterebbe dirlo a poche persone sbagliate per far un vero e proprio caos.” Mirko: “Appunto.”

Tiziana si alzò e se ne andò tra le braccia di Mirko. Tiziana: “Tienimi al caldo, per piacere, mi sento indifesa.” Mirko: “Non ti lascerò mai sola.”

Tiziana: “Non ho più nessuno, ho solo qualche lontano parente.”

Mirko la accarezzò, avrebbe voluto baciarla, ma non lo fece per il profondo rispetto c he nutriva per lei. Baciarla ora sembrava rubare qualcosa a chi è indifeso.

Mirko: “Vado da Roberto e gli dico che ti accompagno a casa. Ci prendiamo la giornata libera. Domani ci metteremo ai posti di comando e cercheremo di capire di più su questi esseri.”

Roberto venne informato da Mirko, che approvò l’idea e poi anche lui si diresse verso Palermo per informare il suo staff.

Aveva bisogno di appoggi importanti per riuscire a trovare una zona da preparare per metterla in condizioni da poter ospitare più persone possibili.

Arrivato a Palermo, chiuse dentro una stanza i suoi collaboratori più stretti e chiese di ascoltarlo in rigoroso silenzio.

Roberto: “Carissimi amici e colleghi, vi chiedo di ascoltarmi non fate domande fino a che non ho finito. Come sapete tutti abbiamo un centro ad Enna, diretto dal Dott. Valentini Nicola, che ha lo scopo di captare e studiare, eventuali segnali extraterrestri provenienti dallo spazio. Ebbene, 3 mesi fa. Circa, un segnale partito da Sirio è stato captato.”

La gente in sala cominciò a rumoreggiare.

Roberto: “Silenzio per piacere!........... Il Dott. Valentini ed il suo staff ha inviato dei segnali di

risposta e dopo poco tempo ha ricevuto una chiara risposta extraterrestre.” Otto mani si alzarono per fare domande.

Roberto: “Aspettate per piacere!........... Vennero fatti tutte le verifiche del caos e tutto dava a

pensare che il segnale fosse vero. A questo punto abbiaMo girato le informazioni alle agenzie internazionali che hanno smentito tutto. Però c’è un però!........... In un messaggio spedito dagli

alieni il Dott Valentini ha trovato una richiesta, un invito ad incontrarci, e con il mio aiuto l’incontro è avvenuto in mezzo al deserto Libico. Il viaggio è stato programmato grazie a delle mie amicizie nei servizi segreti italiani.................... Arrivati nel luogo dell’incontro siamo stati raggiunti da una vera e

propria navicella alliena e abbiamo preso contatti con loro.”

Il brusio nella sala divenne assordante, e per placare la sete di informazioni di tutti, Roberto dovette proseguire dando risposta alle loro domande.

Uno di loro: “Perché è satto tutto in mano a Nicola e non si è cercato di convincere a suon di dati le organizzazioni internazionali.”

Roberto: “Perché hanno bollato tutto come un falso e non ci hanno dato possibilità di replica.” Uno di loro: “Perché Nicola non è qua con te?”

Roberto: “Nicola e la Dott. Pighi Paola, sono stati prelevati da una navicella e a quest’ora si trovano in Libia per prendere contatto meglio con gli allieni.”

Uno di loro: “Sono venuti loro a prenderli?” Roberto: “Si!”

Uno di loro: “C’è pericolo che succeda qualcosa ai nostri due colleghi?” Roberto: “Spero vivamente di no! Ci hanno rassicurato.”

Uno di loro: “Sono in pace?”

Roberto: “Ecco, questo è il tema caldo di questa situazione. Loro erano venuti per conquistarci, come sempre avevamo pensato noi studiosi, ma Nicola li ha convinti a mescolarsi in mezzo a noi e a cercare di vivere con le nostre regole.”

Uno di loro: “Allora, cosa hanno detto?”

Roberto: “Praticamente, penso che abbiano invaso la Libia, e da li cercheranno di mescolarsi a noi.”

Uno di loro: “Quindi non sappiamo se sono in pace veramente.”

Roberto: “Non lo sappiamo, a dire il vero sappiamo pochissimo su di loro. Io infatti volevo che ci concentrassimo nel lavorare assieme ad un nuovo progetto.”

Uno di loro: “Che progetto!”

Roberto: “Noi non sappiamo cosa vogliono da noi, e grazie a Nicola siamo riusciti a prendere

tempo. L’idea mia, di Nicola e degli altri, è di cercare di trovare una zona segreta sicura e molto grande per creare un rifugio dove mettere in salvo più persone possibili in caso di bisogno.” Uno di loro: “Prima di tutto le nostre famiglie?”

Roberto: “Certo, ci mancherebbe.”

Uno di loro: “Dobbiamo riempire questo posto con persone con attitudini e capacità specifiche ma diversificate per essere in grado di affrontare ogni evenienza.”

Roberto: “Certo, dobbiamo selezionare persone capaci di afre di tutto e con capacità specifiche per risolvere problemi specifici.”

Uno di loro: “Esempio, dottori, infermieri, meccanici, elettricisti, un po’ di tutto.” Roberto: “Appunto.”

Uno di loro: “Cosa facciamo per ora, nell’immediato.”

Roberto: “Dobbiamo prepararci a traslocare il centro, perché le strutture che abbiamo sono un buon punto di partenza per costruire un buon centro logistico.”

Uno di loro: “Per ora diciamo qualche cosa in giro?”

Roberto: “No! Per ora vi chiedo il massimo silenzio e fiducia.”

Molte altre domande seguirono su vari temi, tutti avevano ben chiaro che se la cosa sarebbe diventata di dominio pubblico sarebbe stata la fine del mondo, l’idea di Nicola, che per ora sembrava tenere, era la migliore.

Restava il fatto che nessuno al mondo sapeva cosa stava succedendo in Libia.

 
 
 
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