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attualità, politica, cultura

 

 
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I sondaggi elettorali condannano a morte chi sorregge il Governo dei banchieri

Post n°176 pubblicato il 16 Aprile 2012 da r.capodimonte2009

 

Il premier ha tentato di ripercorrere la strada del “bisogna far presto”, del “se le riforme di Monti sono a rischio lo spread è a rischio”, del “o così o tutti a casa”, ma non fa più paura a nessuno, ormai, neppure a Gasparri e a Cicchitto, i quali sanno bene che la legislatura arriverà ad ottobre, perché la grande menzogna ormai ha le gambe corte. E cioè che era necessario un governo di tecnici per salvare l’Italia di Napolitano, di Casini e di Fini, al posto di Berlusconi e Tremonti che l’avevano mandata a picco. No l’Italia stava andando a picco né più né meno come adesso, con la Fornero e Passera, solo che Berlusconi ormai era sputtanato per il mondo intero (causa sessualità senile) e Tremonti era un commercialista furbetto. Ma poi sono arrivati gli incapaci, quelli delle formule, che non sono stati in grado di fare altro che far precipitare il paese nel buio della recessione, togliere il fiato alle aziende e alle famiglie, creare le condizioni per svendere l’Italia ai loro amici americani. Sono stati i sondaggi elettorali a mettere in crisi la Trimurti degli spalleggiatori a delinquere: la Lega, nonostante l’offensiva giudiziaria (il 50% della quale tutta da dimostrare!) sta assestandosi su un 1% in meno, lontana dalle speranze dei giudici politicizzati, amici dei poteri forti. L’IDV è in ascesa, I Grillini sono al 7%, l’astensionismo al 30%. Cosa resta a Bersani e soci? Un pugno di mosche, un Paese devastato e milioni di lavoratori  a pensioni e stipendi da fame (quelli che ce li hanno), altri milioni in prossimo licenziamento e altri milioni senza niente, né pensione né stipendio. I giovani a casa, il sindacato diviso più che mai.  E ad Alfano? Un’Italia aggredita proprio sulla base elettorale del PDL, famiglie e piccole e medie aziende, malversate dalle gabelle di Monti, mentre le riforme per un rilancio economico indispensabile stanno di là a venire. Prima si doveva passare a queste e poi eventualmente tassare. Ma Monti, lo si sapeva, doveva obbedire a Washington e a Berlino e impalare l’Italia a certi dettami deflazionistici e recessivi, per orientare tutto il Pil verso le banche, le quali, nonostante Monti e nonostante Draghi, sono sempre più a fondo. Sentite quel che ha proposto il presidente dell’Abi e amministratore di Montepaschi, la banca più esposta d’Europa, il compagno Giuseppe Mussari: un plafond di 5 miliardi di € (dopo che grazie a Monti e Draghi ne aveva già inghiottiti 30) per gli investimenti delle PMI, con prestiti a cinque anni a tasso variabile. Voi direte: finalmente, qualcosa si muove in questo mare di merda! Le PMI, infatti, non vengono pagate dallo Stato nonostante che abbiano regolarmente fatturato per oltre 100 miliardi, anticipato l’Iva per 20 (e questo è un prestito forzoso al Governo dei morti di fame), e non abbiano visto una lira. Il duo Agenzia delle Entrate-Equitalia, nonostante tutto le tampina ugualmente e, spesso, le distrugge dal punto di vista creditizio, guardandosi bene da ogni tipo di compensazione. Il Tesoro, sempre Monti, rivuole a Roma tutti i soldi che i Comuni hanno ricavato dalle tasse locali e che spesso adoperano per pagare le loro commesse; la Cassa Depositi e Prestiti (sentite questa, perché è la più comica della settimana), anziché deviare almeno il risparmio postale verso il credito delle PMI ci andrà a comprare dall’Eni la rete Snam per il 29% (pari a 4 miliardi di €), quando la CDP è già azionista dell’Eni e quindi della Snam per il 26,3%, quindi si tratta di un “imbroglio” che nessuno dei nostri parlamentari ha il coraggio di portare alla luce. Stando così la situazione, e tenendo conto che la riforma del mercato del lavoro, così com’è danneggia al massimo le PMI perché rende più caotico e ingestibile il mercato in uscita e assurdo quello in entrata ormai solo a tempo indeterminato, dice Mussari: noi i soldi ve li diamo, ma a patto che le imprese che ce li chiedono siano in bonis, è cioè: “non devono avere posizioni debitorie classificate come sofferenze, partite incagliate, esposizioni ristrutturate o esposizioni scadute sconfinanti, né procedure esecutive in corso”. Aggiungiamo noi, e magari posseggano un tesoretto di un centinaio di mila euro da mettere in garanzia! E’ paradossale che ancora si permetta a gente come Mussari, un uomo che proprio un mese fa ha negoziato un aumento di stipendio di oltre il  30%, di aprire bocca e i sindacati, specie quelli padronali, non lo mandino a quel paese! Le PMI non sono in bonis, perché le banche non sono in bonis, perché il governo, non è in bonis, perché l’Italia è in mano a gente come Mussari, che vorrebbe la botte piena e la moglie ubriaca. Se i 5 miliardi di € dovranno andare alle PMI a queste condizioni, gliene resteranno in mano 4, è logico, perché le altre aziende continueranno a sperare e a morire. E’ troppo facile fare il banchiere senza rischi e poi amministrare un istituto che dovrebbe fallire e non lo fa solo perché la BCE gli regala miliardi, anche se non è in bonis, dott. Mussari!

Questa è la filosofia delle nostre banche e questa è la filosofia del nostro Governo: chi ha veramente bisogno di denaro per la propria azienda se lo scordi e diventi pure, dice Monti, un evasore fiscale!

Già, perché per costoro, Monti, Befera, Passera, Napolitano & Soci (sarebbe troppo facile definirli la Banda Bassotti!) gli evasori sono persone un po’ strane. Chi lavora, evade il fisco e mette da parte milioni e li manda all’estero è uguale a chi non ha più lavoro, né riesce a riscuotere il suo credito con la pubblica amministrazione, ha pagato fino all’ultimo le tasse e i quattrini li teneva nel conto corrente del Montepaschi, ma adesso non ha più nulla se non i debiti con l’Agenzia delle Entrate o con l’Inps o con l’Inpdap. La Banda Bassotti fa la somma 1+1, mette tutti nel calderone, chi evade il fisco e ci guadagna e chi non paga il fisco, non ha più niente, ma lo pagherebbe eccome come ha sempre fatto. Ecco il ghiochetto dell’”evasione” che fa tanto comodo a chi ci governa e a chi ci prende per i fondelli. Tutte le statistiche che Befera ci sbatte in faccia sono false! La vera evasione fiscale, quelle di chi ci guadagna sul serio, è un decimo di quella che intendono come “recupero crediti” da chi non ha più niente e magari si suicida! Su 120 supposti miliardi di “evasione”, quella vera, dei disonesti, è appena di 15 miliardi, il resto è il cimitero voluto da un anno a questa parte da certi economisti, che farebbero bene ad andarsene, prima di essere “beccati” dalla furia popolare.

Avete sentito mai una parola di commiserazione uscire dalle bocche di Monti, della Fornero o di Passera, a proposito di questi “evasori”, che sono così “furbi” da preferire la morte alla vergogna?

ITALIADOC

 

 

 

 

 
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