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Creato da: r.capodimonte2009 il 13/10/2009
attualità, politica, cultura

 

 
« PINO RAUTI HA INVENTATO ...LA CASTA DEI LEGISLATORI... »

Prima il regime, adesso i suoi mass media hanno il timor panico di Grillo! Le truffe del Governo Monti

Post n°342 pubblicato il 05 Novembre 2012 da r.capodimonte2009
 

Dopo la sconcertante vitalità mostrata dal M5S in Sicilia, dove era dato per un risultato di meno della metà, è stata tutta una fibrillazione di uomini, mezzi, istituzioni e perfino padri della patria, come Napolitano, Scalfari e Ferrara. Eppure tutti continuano a tacciare il movimento di totale carenza di programmi, qualunquismo, populismo, emanazione autarchica e autocrate di un comico che non rispetta le regola democratiche, antipolitica, come se quello che sta avvenendo in questo disgraziato Paese da svariati anni, e soprattutto nell’ultimo anno, consista in uno sbocciare di programmi efficienti e sufficienti per rinsaldare l’economia italiana, un fiorire di proposte politiche da parte di parlamentari onorevoli e onorabili, anziché gente legata ai privilegi di casta; appartenenti a partiti che sono il vanto democratico del Paese, basti guardare  la responsabilità e l’onestà dei loro segretari amministrativi, che le condividevano a tal punto con gli iscritti, da rubarsi i contributi elettorali, o di certi capi-bastone come il tribuno Di Pietro o il Cavaliere, l’uno che addirittura ci comprava le cascine coi soldi del partito e l’altro che ci faceva i festini, tutto naturalmente in nome della democrazia; che dire infine della famosa antipolitica, la quale è casomai la medaglietta che si è cucita addosso l’ultimo governo, ispirato dai poteri forti e da un gruppo di potentati, banche, massoneria, centrali finanziarie, vaticano, cooptato in forma autoritaria da un uomo che è stato più sovietico di un membro del politburo!

Ma la fibrillazione adesso percorre come una corrente elettrica di 10.000 volt anche i media che i partiti controllano, come se a coloro che li compongono, altra casta inviolabile, fossero saltate tutte le rotelle. Evidentemente la paura, prima flebile, si sta trasformando in timore panico e poi in terrore, come se Grillo e i suoi, si portassero dietro un vero e proprio Termidoro alla Robespierre con tanto di ghigliottine, ovviamente mediatiche, che la rete e le adesioni innalzano sempre più in alto. Ed è tutto un fiorire di bestialità, che rendono il tramonto di questi pennivendoli e fini dicitori privilegiati, molto triste e indecoroso, cosa che ci fa comprendere che in realtà si tratti solo di gente asservita e vile.

Ed ecco allora che i media, e con questi intendiamo anche i santoni e i soloni, come i Crozza, i Fazio, i Saviano o i giornalucoli “indipendenti” di Sky, e de Il Giornale o di Libero, per non parlare dei soloni iperpagati del Corsera, de La Stampa, de La Repubblica, e de Il Messaggero si danno alle facili cronache della fantapolitica, nelle quali Beppe Grillo diventa un ucronico personaggio che può tutto, in grado di capovolgere la storia, la logica politica, di raddrizzare le circonferenze, fare le quadrature dei circoli o perfino far convergere le parallele!

E nel tritatutto mediatico si infilzano come tordi i Di Pietro presi con le mani nella marmellata, con parenti e amici; i Berlusconi che, come la Cassandra, in cima alle mura della sua Troia ormai condannata, consulta i fondi del the per prevedere il futuro,  sotto una vociante platea di fiduciari, che aspetta paziente i numeri al lotto; i due galletti del PD, che sembrano usciti da una “paleada” di Città del Messico, dove si scontrano i poveri pennuti, per il divertimento degli scommettitori, e alla fine ne restano due simulacri di penne e sangue, che muoiono poco dopo, per l’inutile scontro; o altri due poveri cristi e anticristi, che tutta l’Italia segue  con grande  turbamento, nella domanda angosciosa: si metteranno insieme a governare il Paese, o ognuno resterà per conto suo, mescolando il diavolo Vendola con l’acquasantiera Casini? E poi, ad un tratto appare Ingroia, e subito dopo spunta da dietro le quinte il maschilismo e, ancora, il “casaleggismo”, noto fenomeno legato, si sa, alle logge americane di Romney: già ci sarebbe lui dietro il M5S, non lo sapevate?

Insomma un simpatico pourpurrì di amenità e idiozie, che dà il colpo di grazia alla credibilità morale dell’Italia, con un Presidente della Repubblica, colpito da nevrosi arteriosclerotica, una malattia innovativa del suo settennato, che le coordina e le avalla. Nel frattempo e giustamente il M5S cresce…

 

La notizia è da prima pagina… di Collodi: il Governo ha deciso per le nuove regole imposte dalla UE e relative ai pagamenti della pubblica amministrazione. Infatti… non ha deciso, ha dovuto decidere, perché al solito l’Italia è il fanalino di coda in quanto a truffe e malversazioni da parte degli Enti Pubblici, il cui unico merito è quello di pagare con superstipendi i suoi manager inetti. Allora dal 2013 i lavori contratti con le p.a. dovranno essere liquidati entro 30 giorni e solo in alcuni, rari casi, 60. Per chi non rispetterà le regole, si aggiungeranno l’8% di interessi.  Perché vi diciamo che c’è di mezzo Pinocchio, perché già nel decreto Salva Italia queste regole erano invalidate ancora prima di nascere, e naturalmente lo scippo è passato sotto silenzio da parte dei commissari europei amici di Monti. I motivi? Molteplici. Primo, quello basilare dell’arretrato di oltre 70 miliardi che il Governo non ci pensa proprio a pagare e che sta costando alle imprese, specie quelle piccole, dissesti e  fallimenti. Uno spiraglio sembrava aperto, dopo le bugie di Passera alle orecchie benevolenti della Confindustria e Confartigianato, mosche cocchiere di Monti, quando si disse di un meccanismo per cui dovevano essere le banche ad anticipare le fatture delle imprese verso lo Stato o gli enti locali, oppure si dava il via alla famosa compensazione tra debiti e crediti, cioè tra tasse e fatture. Tutte le banche hanno fatto marameo, Monti si è rimangiato le compensazioni,  tutti con i nasi lunghi e le fate turchine incazzare nere! Adesso arriva l’ultima barzelletta: se lo Stato o le p.a. non pagano, alle ditte saranno riconosciuti interessi all’8%, ma, sempre in base al Salva Italia, le imprese, in caso di ulteriori elusioni, contrariamente a quanto è permesso alla Agenzia delle Entrate e alla sua mano armata, Equitalia contro chi s’ammazza per lavorare e riscuotere il dovuto,  non potranno né procedere ad atti di precetto, né tantomeno a pignoramenti! E allora, imprese, ve lo diciamo senza tema di essere smentiti: sappiate che, intanto non beccherete un euro di arretrati, perché i vostri soldi vanno a pareggiare il pareggio di bilancio e il Fondo Salvastati per il 2013, e dopo il 2013, quando, il vostro credito aumenterà di 8 punti percentuali, tale resterà anche allora, a meno che l’Italia non decida opportunamente di mandare al diavolo la UE e i suoi strozzini!

 

Quello che il duo-comico (questo sì) Cancellieri-Patroni Griffi sta arrabattando sul tessuto amministrativo dello stivale, assomiglia molto alle visioni paranoiche di Hitler, che muoveva sulla carta le sue divisioni fantasma, o a quei diplomatici francesi e inglesi che divisero l’Africa e il Medio Oriente con la riga e la squadra. Per eliminare le province e dare ragione ai partiti che le ingrassano, hanno deciso di lasciarne in piedi un bel po’ e aggiungerci, perché no, una decina di città metropolitane, ad imitazione di Washington DC. E sono riusciti nell’intento di far scoppiare una serie di rivoluzioni locali da capogiro, che andranno ad alimentare lo scontento e quindi il M5S! Con le forbici, la “nonna d’Italia”, quella che quando non cucina i biscotti per i suoi nipotini, manganella i poveri disoccupati, si è messa a tagliuzzare la penisola in tante formelle e centrini, aggiungendo un po’ lì e togliendo un po’ là, in modo da mettere insieme un amalgama di interessi contrapposti e di tradizioni divergenti che neppure un matto uscito da un manicomio sarebbe stato in grado di fare! Alla fine il mosaico salterà per aria, già lo sappiamo, perché il fine ultimo e corretto sarebbe stato di eliminarle tutte le province, e non fare i saltapicchi, ingenerando gelosie e tribolazioni, come sono i personaggi da baraccone di questo governicchio fin dall’inizio!

 

Certo di queste ambasce se ne fregano i manager bancari, cui il “finto” governatore di Bankitalia (finto perché non governa niente, visto che il potere ce l’ha la BCE!) ha rivolto l’ennesima preghiera di ridursi gli stipendi. E’ già perché ci voleva Ignazio Visco a compiere questa semplice operazione! Bastava chiamare Elsa Fornero, in un momento non piagnucoloso, e farle arrotondare le retribuzioni, nella stessa misura in cui ha arrotondato le pensioni  e i contributi agli handicappati: zac, e via il 20%! Ma no, e poi il professore si sarebbe trovato con le spalle scoperte, negli inciuci che ha in corso con le banche!

Vediamo almeno di rivelare quando guadagnano questi signori, proprio nel momento in cui i loro istituti, come minimo sarebbero da mettere in amministrazione controllata o, come nel caso di MPS  e UBI, da chiudere.

Naturalmente qui ci riferiamo non solo ai manager operativi ma anche a quelli rappresentativi, tipo membri dei cda, dei collegi sindacali, dei presidenti, vice-presidenti, ecc. Nel 2011 le principali otto banche italiane hanno speso 134 milioni di emolumenti, di cui 28,3 Banca Intesa-S.paolo, 20,8 Mediobanca, 18,7 Unicredit, 18,2 Banco Popolare, 13,4 UBI, 13,2 MPS, 11,1 BPM, 10,7 PopEmilia. Un gruzzoletto pari a 270 miliardi di vecchie lire. Agli stipendi dei manager si accompagnano anche le buone uscite, perché le banche hanno l’abitudine di “rubarseli” a vicenda, specie quando sono in odore di inchiesta giudiziaria, ma in lista per cariche massoniche di rilievo. Famosa fu quella di Alessandro Profumo (via da Unicredit con 40 milioni), Matteo Arpe ex-Ior (via da Capitalia con 31 milioni), Cesare Geronzi, l’eternauta (via da Capitalia con 20 milioni e via da Generali con altri 16!). Vediamo gli stipendi, in ordine di importanza e spesso di “demerito”: Antonio Vigni ex-direttore generale di MPS, 5,4 milioni+4 di fine rapporto (dopo aver fatto praticamente fallire l’istituto); Corrado Passera, ad di Banca Intesa 3,5; Fiorenzo Dalu, dg di BPM 3,5; Mimmo Guidotti, dg BPER 3,3; Renato Pagliaro e Alberto Nagel, Mediobanca, 2,6 e 2,5.

Di contro le loro banche hanno maturato perdite per 26,1 miliardi di € (53.000 miliardi di vecchie lire) e stanno immettendo in cassa integrazione e in pensionamenti anticipati (esodati) qualcosa come 25-30.000 dipendenti!

 

Ora forse comprenderete un po’ meglio perché tutte queste brave persone, come le chiamano Napolitano e Monti, hanno paura della ghigliottina (quella in senso figurato, naturalmente)!

 

ITALIADOC

 

 

 

 

 
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