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I "panni sporchi della sinistra": il trasformismo di Napolitano verso i poteri forti e occulti.

Post n°663 pubblicato il 18 Novembre 2013 da r.capodimonte2009
 

Dopo la pubblicazione del libro di Ferruccio Pinotti e Stefano Santachiara, “I panni sporchi della sinistra”, ed. Chiarelettere, con un intero capitolo dedicato ai rapporti equivoci, per non dire sconcertanti e lesivi della democrazia, del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, il quale farebbe parte (ma se voi leggete il nostro blog ve l’abbiamo rivelato già molti mesi fa!), non solo della massoneria, a cui sarebbe iscritto per tradizioni di famiglia (il padre Giovanni, liberale d’hoc, avvocato in Napoli, sarebbe il fondatore della loggia locale, insieme a Giovanni Amendola), ma dei poteri forti, che la stessa ha poi inglobato a livello internazionale, allontanandolo sempre di più dalle sue origini comuniste, incernierandole con il potere burocratico e bancario, internazionalista come il polit-buro sovietico, e quindi gradito e servito; abbiamo la conferma che l’ìntrigo di corte che ha portato i 30 senatori e i 23 deputati del PDL a tradire Silvio Berlusconi, è figlio proprio di questi ambienti, e che il cavaliere s’era veramente illuso, o meglio aveva preso un abbaglio, sulla volontà del Quirinale di toglierlo d’impaccio.

Adesso, dentro il PD qualcuno sta spalancando gli occhi, come da un brutto sogno: tutto quel che di peggio può esistere di antitetico al socialismo e all’idealismo di sinistra, proprio da Napolitano, con una serie di mosse “trasformiste” da manuale, è stato sbugiardato e mistificato, dietro i triti e ritriti appelli alla concordia nazionale e alla stabilità, alla giustizia sociale e alla intangibilità delle istituzioni europee, giustificato pienamente dai suoi “agenti” dentro il partito; e così, mentre il PD perdeva la sua fisionomia giorno dopo giorno, cadeva in potere delle leve più reazionarie e neo-liberiste, quelle cattoliche più integraliste, con Renzi e Letta, cioè  la “nuova DC”.

La stessa operazione è stata programmata da lungo tempo anche dentro il PDL, e non è un caso che i protagonisti della “scissione” siano tutti personaggi in odore di massoneria, da Cicchitto a Schifani, da Lupi a Quegliariello, a Formigoni, mentre il resto non sono altro che peones o ex-olgettine promosse da Berlusconi, legati alla poltrona.  E non è neppure un caso che, fatta la frittata, adesso che la conta è al termine, molti se la ridano di gusto, perché i numeri degli scissionisti non bastano di certo a far dormire a Letta i sonni del giusto, non appena si dovranno fare i conti con la sua “riappropriata” tendenza a non fare nulla di concreto per il Paese, obbedendo pedissequamente a quel che Napolitano ha ordinato: lasciare il paese nel caos. Fino all’inevitabile arrivo della Troika, che lui già concordò con la famosa telefonata di Obama nel novembre del 2011, dopo la quale il Cavaliere, si “fece defenestrare”. Secondo i due autori, le motivazioni furono garantite proprio dai capi massoni, amici di entrambi, come Raffi, Magaldi, Dell’Utri, Confalonieri, Gianni Letta: fu stretto un patto d’acciaio (alla massonica!) per cui il Cavaliere avrebbe tolto le tende, e i subentranti gli avrebbero garantito l’impunità. Se non che i pasticci provocati dall’altro massone di ferro, il Professor Monti, il subentrante, fecero saltare il banco, e il Paese andò alle elezioni col risultato che sappiamo, cioè la vittoria dell’anti-politica, così la chiamano nelle logge, quel che temono di più, perché mette in forse potere e privilegi di casta.

Odesso le bocce sono ferme, ma non per molto. Le figure che hanno condotto l’offensiva sono “marcescenti”: Alfano è loro prigioniero, e gli daranno lo stesso valore del due a briscola. L’obbiettivo e portare il Governo Letta al mese di luglio, in modo tale che possa poi, nel semestre europeo, non negoziare la riparametrazione degli accordi di Maastricht (come sostiene il buon Fassina, grado molto basso della gerarchia, e infatti gli credono solo gli idioti!), ma per negoziare l’intervento della Troika, che magari, dopo averci spodestato di quel che resta della nostra sovranità e aver ottenuto a prezzo di realizzo, in garanzia, i nostro gioielli di Stato, ci concederà un qualche centesimo di sforamento nel rapporto debito/pil, che non sarà più necessario, tuttavia, perché per noi sarà l’epilogo, a causa dei debito contratto col FMI!

Sinceramente non è ancora chiaro il compito di Matteo Renzi; secondo noi, e ci sembra che Pinotti e Santachiara condividano questa tesi, gli è stato affidato l’incarico di ridurre il PD ad un coacervo di ex-comunisti, da accantonare, come SEl o RC, mentre la linea-cattolica prenderà il sopravvento, e si salderà col PPE.

E il Cavaliere? Il Cavaliere ha una occasione storica: mettersi a fare la concorrenza al M5S in senso anti-europeista, ma le sue credenziali sono piuttosto deboli: sarebbe l’ennesima operazione trasformista. Nello stesso tempo, però, potrebbe mettersi alla testa di coloro che vogliono andare a formare a destra un partito omogeneo, moderato, ma tosto, che potrebbe dare del filo da torcere, a livello di opposizione, alla “nuova DC” di Napolitano, orchestrata dai poteri forti europei e americani, ovviamente in perfetta intesa con il M5S e la Lega.

Chi vivrà, vedrà. (ITALIADOC)

 
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