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Creato da: r.capodimonte2009 il 13/10/2009
attualità, politica, cultura

 

 
« Renzi, Grillo e Berlusco...Le "scoregge" umane puzz... »

Le menzogne e la disonestà di chi ci governa, e che non rinuncia a ricevere e a distribuire privilegi!

Post n°686 pubblicato il 14 Dicembre 2013 da r.capodimonte2009
 

Il tanto sbandierato decreto di abolizione del finanziamento pubblico dei partiti, non solo entrerà a regime al 75% entro il 2017, e fino ad allora Letta & C. godranno di un altro mezzo miliardo di prebende ai danni del cittadino, ma alla fine sempre 50 milioni di € saranno devoluti in ogni caso dallo Stato, mentre il resto arriverà da “donazioni private” e dal 2 per mille, che, nel caso di non compilazione resterà allo Stato che lo redistribuirà ai partiti in modo proporzionale. Perciò come vedete, e come già accaduto per l’Imu, ciò che viene tolto dalla “porta” rientra “dalla finestra”; e questo è logico, quando di fronte abbiamo un Governo di bugiardi, che non possono fare altro che mentire alla gente, che invade le piazze e le strade del Paese, e che invece chiede verità! E il motivo è sempre quello: non sanno e non possono abbassare i costi della casta, e quindi non c’è un soldo bucato per fare le riforme, a meno che non vogliamo che i “vopos” dell’UE vengano a manganellare i nostri cittadini, come hanno fatto in Grecia, e come tentano di fare in Ucraina, mescolandosi ai “filo-europeisti”. E mentre Letta indice conferenze stampa in cui ci racconta che la legge di stabilità ci risolverà la vita (ma ripetiamo senza spendere un soldo, anzi andando per l’ennesima volta a rubacchiare dalle accise sui carburanti, come se questi “carburanti” fossero le classiche rape da cui estrarre il “sangue”, che si chiama costo dei trasporti, e quindi costo delle derrate, e quindi aumento dei prezzi, e quindi ancora diminuzione della domanda!), le aziende continuano a chiudere, i debiti dello Stato a non essere pagati, gli esodati a grattare il fondo del barile per campare, i precari ad accendere un fuoco di sterpi per riscaldarsi.

Facce di bronzo, menzogneri, arraffatori, disonesti: tutti epiteti che il popolo sceso in piazza ha edulcorato, e che costoro si meritano ogni giorno di più!

E pensate che questa “legge truffa” sul finanziamento dei partiti è sgusciata via perché lo ha ordinato il nuovo “messia” del Nazzareno (non è, purtroppo, un tragico gioco di parole!), come sguscerà la riforma elettorale, spostata alla Camera, che altrimenti avrebbe dormito per altri due anni di “comoda stabilità mortuaria”, solo perché il M5S ha voluto aderire. Poi sarà tutto da vedere il pateracchio che ne risulterà!

Sulla moralizzazione della politica e dell’economia, comunque, il Governo viaggia sempre col vento in poppa. Gli ultimi arrivati, i dodici apostoli del “messia”, puri di cuore ma con le zanne affilate, danno l’esempio. L’affascinante e algida governatrice del Friuli, Debora Serracchiani, innalzata agli altari da Matteo Renzi, ha tentato di dirottare subito 30.000 € al mese di rimborsi spese per il “presidente”, cioè lei, dal Fondo per lo Sviluppo Economico, dove fluiscono i soldi che i deputati grillini hanno rispedito al mittente. Capirete la bagarre! Poverina, con tutti i viaggi che dovrà effettuare tra Udine e Roma, sta a vedere che ci rimetterà di tasca propria!

La Manutencoop, una delle imprese cosiddette “cooperative” emanazione dirette del PD e malversatrice di gare d’appalto e privilegi, che olia, poi, con milioni di € in mazzette, dirette alla P.A., è in questi giorni all’attenzione della stampa “libera”, non certo quella di regime, tutta presa ad ossequiare, appunto, l’ “uomo del destino”. Non si sa come questo gigante, da 2.500 dipendenti (ma non era una cooperativa?), lo troviamo inserito in tutti gli affari di Stato, è ovvio, in modo regolare, perché se non vince le gare d’appalto sempre e dovunque (sic!) viene convocata, senza se e senza ma, in barba al sani principi di concorrenzialità, tanto cari ai neo-liberisti del PD, dalle maggiori imprese private e di Stato, perché è la “migliore”. Infatti:

-gestisce i servizi di pulizia di NTV (la linea Freccia Rossa di Montezemolo & C.), attraverso la sua partecipata Manutencoop Facility Management;

-gestisce ogni spilla dentro oltre 100 ospedali, attrezzando camere, cucine, sale operatorie, laundering, sterilization, vestiari, ecc. attraverso 5 stabilimenti industriali (tutte cooperative!), in un mega appalto “continuativo” del valore di miliardi;

-è entrata a suo tempo (grazie ai buoni uffici del compagno Colaninno) dentro la Telecom, dove non si sa bene perché e per come, ha “inghiottito” il ramo d’azienda di cui nessuno parla, nell’ambito della catastrofe in cui è ridotta la ex-telefonia di Stato, privatizzata dai neo-liberisti ex-comunisti, cioè la “gestione degli immobili”, in cui ha fatto il bello e cattivo tempo, fino al punto da “accaparrarsi” i bocconi migliori, lasciare in pancia ai nuovi soci idioti di  Franco Bernabè, le catapecchie, e migliaia di lavoratori “inutili”;

-altre gestioni pubbliche e private, che per non annoiarvi non citiamo, tra cui parte dei servizi nei cantieri della TAV.

Cosa succede? Che finalmente il sindacato “amico” CGIL si sveglia, e constata che in Telecom si parla, da capo, come al momento dell’entrata di Manutencoop, di migliaia di esuberi, che adesso, che la cooperativa rossa viene cacciata via a furor di popolo, si sono raddoppiati, e c’è il rischio che toccherà risolvere la situazione indovinate a chi? Alla “cig in deroga”, e quindi all’Inps, e quindi ai poveri contribuenti italiani! Naturalmente la CGIL dà le colpe agli amministratori uscenti di Telecom, non a quelli che nel 2004 regalarono alla Manutencoop l’appalto sugli immobili, e che si lasciano dietro un contenzioso giudiziario di oltre 1,1 miliardi. Pensate, fino ad ora gli uomini della Camusso non si erano accorri di nulla!

Ma c’è di peggio: quel che accade dentro Freccia Rossa, dove, secondo il sindacato CUB-Trasporti, la cooperativa, memore delle sue antiche simpatie staliniste, ha applicato un contratto degno della Lubianka. Contratti part-time di 5 ore (dalle 21 alle 2), poi aumentati a 8 ore senza straordinari; gente chiusa nei magazzini e nelle officine come i cinesi, quando ci fu un grave black-out elettrico, per impedire che si allontanassero a bere o a pisciare; niente dotazione di guanti per svuotare i cestini, col rischio di venire punti dalle siringhe; sfruttamento iniquo delle ferie, che vengono calcolate senza poter saltare un intero turno, ma allacciate sempre ai turni di notte. Il tutto in una plateale “gestione in sottorganico”, di cui i sindacati della Triplice, ovviamente, non si sono accorti, ma non se n’è accorta neppure l’accoppiata Montezemolo-Della Valle, i padroni, che hanno preferito “non vedere” i comportamenti “neo-liberisti” dei compagni!

Un ingenuo sindacalista, tale Antonio Amoroso, ha fatto notare che certe imprese, che riescono a surclassare la concorrenza con ribassi nei prezzi delle forniture da Terzo Mondo (quasi conoscessero il prezzo limite indicato nella gara d’appalto!), che oltretutto ammaliano i lavoratori con la promessa di farli “soci”, e invece li abbandonano a loro stessi e poi licenziano, dovrebbero essere escluse dagli elenchi dei fornitori!

E veniamo alla prossima catastrofe economico-finanziaria che ci sovrasta, e che assomiglia molto da vicino all’Ilva. Un’altra storia poco edificante scoperta dal M5S e denunciata puntualmente, contro uno dei maggiori tycoon imprenditoriali, ma in salsa svizzera, tale Carlo De Benedetti, proprietario della CIR, il polo chimico (cui è giunto l’ingegnere ebreo dopo aver scalato, nell’ordine, il Banco Ambrosiano, Olivetti, Omnitel-Telecom, Mondadori, ecc.), che gestisce attraverso la società elettrica Sorgenia, alcune centrali a gas ((Termoli, Modugno, Turano e Aprilia)  e a carbone (Savona), tra le più inquinanti d’Italia, ed ora in profonda crisi, con 1,8 miliardi di debiti e un bilancio dei primi nove mesi del 2013 attestato a -430 milioni. Indovinate qual’è la banca più esposta? MPS, con 5-600 milioni, e poi man mano altre dieci.  Ora, il commendatore con nazionalità svizzera non ha alcuna intenzione, come d’altra parte ha sempre fatto, di andare a toccare i suoi libretti di risparmio posteggiati nelle banche della confederazione (che si presume abbiano saldi di oltre 5 miliardi, tutti regolarmente evasi!): anche se la situazione sta rapidamente precipitando, specie perché c’è di mezzo il MPS, la banca ormai più sputtanata e scoperchiata, impegnata in un aumento di capitale che la Fondazione non può permettersi, ma che la dirigenza pretende, pena il fallimento (e la rimessa da parte del Tesoro dei famosi 4,5 miliardi di Monti-bond!). La Sorgenia è sotto di 800 milioni, Sorgenia Power di 650, e Tirreno Power per altri 800, una vera emorragia, dovuta ad errori strategici ed industriali: si è voluto investire in centrali obsolete e inquinanti, comprate dall’Enel a quattro soldi, che lavorano ad ¼ della potenza, e perciò vanno chiuse. Ma chi pagherà?

Improvvisamente il quotidiano La Repubblica, il settimanale l’Espresso, e lo stesso commendatore si sono espressi a favore di Matteo Renzi: un quarto d’ora dopo, mentre i giornali del Cavaliere pubblicavano la notizia paradossale, che la Cir, dopo aver incassato per il lodo Mondadori, oltre 400 milioni di €, ne vorrebbe altri 100, per danni morali e materiali (e sta cercando un giudice di quelli “obbiettivi e democratici” per vincere la causa!), il Governo Letta si metteva subito in moto “per dare un aiutino” a De Benedetti. E come?

In un “capitoletto” della legge di stabilità, approvato dalla Commissione Bilancio del Senato, con l’opposizione di F.I., e M5S, è passato un emendamento di Scelta Civica (Mario Monti è un noto “compagno di merende” di De Benedetti), che solleva la centrale turbogas di Turano-Bertonico dal pagamento di 22 milioni di oneri urbanistici, a cui è stata condannata la Sorgenia dal Tar del Lazio. Inoltre, a latere, è stata inserita , dagli uomini del ministro Zanonato, una proposta per il cosiddetto “capacity payment”, una sorta di sovvenzione pubblica alle centrali elettriche per garantirne la “capacità di funzionamento”, relativamente alle centrali a gas! Se non è una legge “ad personam” questa, quale altra lo è?

E’ ovvio, stavolta non c’è di mezzo Silvio Berlusconi, ma per Matteo Renzi va tutto bene: il conquibus che riceverà è la forza dell’editoria progressista del Gruppo De Benedetti, che intascherebbe subito dallo Stato 100 bei milionicini!

Intanto continua la guerra ambientalista contro la quinta centrale di Carlo, quella di Savona, a carbone: ma vedrete che Matteo Renzi farà altri “miracoli”. Non è forse un “messia”?   (ITALIADOC)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
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