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Il summit ambientalista di Parigi decide sui bombardamenti!
Post n°1221 pubblicato il 02 Dicembre 2015 da r.capodimonte2009
I grandi del mondo (solo ad indicare le proporzioni, non certo la saggezza!) approfittano ancora una volta delle pietose condizioni ambientali del pianeta per discutere sulle loro ansie imperialiste, che ogni giorno di più, con la guerra contro il terrorismo, si dimostrano sempre più agguerrite, nel voler scalzare lo Stato Islamico, e magari la Siria e i curdi, per riappropriarsi delle fonti petrolifere, che pure avevano conquistato con la guerra in Iraq e in Libia! L’opzione “vittime” conta molto poco: 200.000 dopo la guerra iraqena, 300.000 in Siria, altre 50.000 a causa dei bombardamenti contro il Califfato. Di che soggetti si tratti, guerriglieri, civili, vecchi, donne e bambini non importa a nessuno, l’importante e prevalere: illudendosi che l’Occidente ne uscirà da capo vincitore! Secondo noi la rabbia giovanile che ha svergognato, a Parigi, in questi giorni, l’ennesimo summit-barzelletta, è sacrosanta, se non altro per destare da questo sonno ipnotico l’Europa, che, mentre canta la Marsigliere e accende ceri, non comprende ancora il grande inganno e la mistificazione che il potere gli butta come fumo negli occhi, per nascondere ben altre magagne: la povertà e la disoccupazione incalzanti, il dominio sempre più assoluto dell’alta finanza e dell’usura, la spoliazione delle economie da parte della speculazione più gretta, l’abbandono, quindi, delle politiche di tutela ambientale, ormai ridotte a vuote voci di bilancio, nella corsa dei potentati ad accaparrarsi le risorse ad essa dedicate! E allora ecco che il premier cinese ci richiama alla fratellanza ecologica, mentre tutte le televisioni del mondo trasmettono le immagini allucinanti dello smog che copre il suo paese come un sudario; e il presidente yankee che fa autocritica, mentre costruisce altre dieci centrali al plutonio, e il ponte di San Francisco, ormai è solo un fantasma avvolto dalle nebbie degli scarichi industriali, e per fotografarlo bisogna ricorrere ai ritocchi! E ci si inventa una nuova forma di finanza, per ingannare ancora di più i popoli, specie quelli che sono arrivati a frotte, a Parigi, sperando in aiuti umanitari, il III e IV mondo, i quali, solo adesso si affacciano verso le forme energetiche che i paesi ricchi sono riusciti a trasformare nel suicidio della Terra, e che si vorrebbe strappare loro, come accade in Medio Oriente, ma anche in America Latina e in Asia. Si tratta di un gioco al massacro, costruito con abilità, per ridurli in schiavitù, negando loro l’indipendenza dalle fonti energetiche, che magari hanno nei loro territori, con la scusa che inquinano; in modo da trasferirle verso le ormai dissennate economie consumistiche e globaliste. L’idea è di sostituire l’uso degli idrocarburi (che ai paesi capitalisti –compresa la Cina, l’India la Russia, il Brasile- ha permesso di progredire, senza guardare in faccia a nessuno), con dei titoli di credito negoziabili, gli eco-crediti, che questi popoli dovrebbero adoperare invece di sostituire il fuoco a legna con la stufa, il riscaldamento delle pellicce con quello a carbone, l’illuminazione delle candele con l’elettricità per tutti, anche nei villaggi più lontani, l’acqua fredda con l’acqua calda... Pezzi di carta, coperti dalla garanzia delle banche usuraie occidentali e cinesi, badate bene, non solidi aiuti finanziari, e quindi labili, dal punto di vista del valore di mercato, che rappresentano l’ “handicap ecologico” di cui vengono fatti carico. UNA TRUFFA VERA E PROPRIA! Che copre quella maggiore, che è insita nello stesso ragionamento scientifico che attribuisce esclusivamente all’attività umana, il riscaldamento globale: guidati da una massa di falsi tecnici, fondazioni criminali e mistificatrici, media di regime, e talune associazioni ambientaliste, si è dato ad intendere che la temperatura del pianeta aumenta a causa di un certo ”effetto serra” che, guarda caso, proprio i Paesi che lo avallano scientificamente e culturalmente, si guardano bene dall’evitare. E invece dovrebbero darsi da fare immediatamente con le energie alternative, che, invece, tralasciano! Suicidio? Incoscienza scientifica? Dabbenaggine politica? Andatevi a leggere un qualsiasi intervento della scuola di pensiero che è contro queste menzogne. Su Il Giornale di ieri, ad esempio, Franco Battaglia nel suo articolo, La più grande menzogna dei nostri tempi ansiosi, fa un sunto molto esplicito. La spiegazione, semplificata è ovvio, è che la Terra non si scalda per colpa dello smog (anche se certo non la favorisce, visto ad esempio l’inquinamento dei fiumi, dei mari e adesso dei Poli, specie quello Sud che è la fonte maggiore di acqua dolce del pianeta!”), ma perché il suo clima evolve in funzione del suo raffreddamento, visto che periodicamente, si ghiaccia: l’ultima volta l’ha fatto diecimila anni fa in termini globali (c’erano i mammuth e i rinoceronti lanosi!); poi, ciclicamente, inizia il disgelo, cioè le temperature aumentano, come è avvenuto dal 1400 fino ad oggi, sempre in modo crescente, e se fosse vero che è l’inquinamento umano che la determina, è cresciuta per più di 400 anni per conto suo! Il gioco vale la candela: ed è basato proprio sulla mistificazione in atto anche a Parigi! Mentre i colpevoli dell’inquinamento piangono lacrime di coccodrillo, distribuiscono ai paesi più poveri gli eco-crediti quotati in borsa (che alla fine ritornano ad essere solo carta straccia), al posto dell’uso delle loro risorse energetiche, che, grazie alle varie multinazionali, finiscono nelle pance di questi rettili predatori. Ovviamente ci sono paesi che tentano di alzare la testa contro questo mercimonio capital-scientifico: ma per l’uso strumentale che siamo abituati a farci imporre dai media, vengono definiti “canaglia”: il Venezuela, l’Equador, l’Argentina, l’Uruguay, il Viet-Nam, la Korea del Nord, Taiwan, l’Indonesia, la Siria, l’Iran, l’Algeria, il Chad, la Mauritania, ecc. Sono quei popoli e quei governi che rifiutano l’assistenzialismo occidentale e cinese, e mantengono, o tentano di farlo, nazionalizzando le loro risorse. Fino a quando la Cia, l’MI6 o i servizi i intelligence dei paesi predatori non decideranno di rovesciarli, come hanno fatto in Iraq e Libia. (ITALIADOC)
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