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Creato da: r.capodimonte2009 il 13/10/2009
attualità, politica, cultura

 

 
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L'Italia supportata dalle mafie politiche e imprenditoriali

Post n°1398 pubblicato il 22 Agosto 2016 da r.capodimonte2009
 

Ormai è un fatto acclarato: chi sostiene sfacciatamente Matteo Renzi e il suo catastrofico Governo, che sta in piedi ancora grazie alla mistificazione riformistica, e alla minoranza del suo partito, da tempo vendutasi, anima e corpo, al poltronismo più degenere, è proprio l’Europa dei biscazzieri, dei bancarottieri, dei pavidi mediatori dell’immigrazione clandestina, degli imprenditori corrotti e corruttori, i quali, non meriterebbero neppure di essere tacciati con questo appellativo, un tempo sinonimo di lavoro e onorabilità.

E il motivo per cui questa “Armata Brancaleone” si sia schierata compatta per l’ex-sindaco fiorentino, che, pure, l’ha profondamente delusa, tanto da considerarlo ormai un altro “pinocchio” di quelli che Giorgio Napolitano ha tenuto a battesimo, è che la vittoria in Italia di un movimento antagonista e rivoluzionario come il M5S, mai disposto, in ogni caso a svendere il proprio paese come a suo tempo fecero i falsi-rivoluzionari greci di Tsipras (la sinistra, comunque la prendi, non si smentisce mai!), possa attecchire, come una reazione a catena, o meglio come una pandemia, nel resto del continente; buttando all’aria tutti i piani nefasti della Germania e degli Stati Uniti.

L’appuntamento di Ventotene, che fa sorridere, pensando all’insulto che questi tre personaggi ignobili portano a chi, dietro le sbarre, già nel 1941, progettavano un’Europa unita, ma non certo in nome dei banchieri, ci ricorda lo stesso insulto che un pugno di screanzati, mistificatori ed ignoranti hanno portato ai nostri padri costituenti, tagliuzzando la Costituzione a proprio uso e consumo: tre piccoli-grandi briganti, che hanno depredato, risorse, ma soprattutto dignità, ad un’Europa condannata a fare da scendiletto all’Alta Finanza e all’imperialismo americano, e che da quindici anni non ha altro da dire (e da fare) che travagliare i suoi popoli. Un appuntamento, anch’esso “dietro le sbarre”, perché comodamente ospitato nel ventre corazzato di una nave da guerra, dopo che questi tre masnadieri, copiosamente arroccati dietro nugoli di scorte compiacenti, sono perfino riusciti a lasciar assassinare i propri cittadini, colpiti, senza pietà, da un terrorismo di cui portano sulle spalle l’intera responsabilità.

Ed ecco perché Matteo Renzi cerca di dimostrare, con questa pagliacciata, che lui conta meno di zero, perché ha in mano l’ago della bilancia degli altri due, attaccati alla stessa corda sfilacciata che lo trattiene sull’abisso, e rilancia, dicendo che comunque vada il referendum le elezioni anticipate non si faranno mai.

Che questa eventualità fosse già ascritta al suo destino di perdente, lo si poteva già immaginare, altrimenti i masnadieri non avrebbero voluto a tutti i costi un personaggio come Sergio Mattarella al Quirinale, eletto sotto dettatura dal’ex-autarca, e dietro benestare dei massoni, ma non quelli di casa nostra, bensì quelli che, come George Soros, supportano gli imperialisti alla Clinton. Ma la vergogna che ha voluto sbattere sulla faccia sbiadita di questo ectoplasma politico, rammentandogli che lui sta lì per delega, è arrivata subito dopo alcune frasi che il Presidente ha mormorato al convegno della massoneria clericale di Rimini, quando ha cercato di “annaffiare” il netto contrasto che si sta allargando a macchia d’olio, tra il sì e il no, dopo le pervicaci, paranoiche parole che il PdC aveva lanciato come monito verso i contrari alle riforme, perché lui se ne sarebbe andato via! Mai pensato, questo. come mai si è immaginato che dalle rape si possa trarre sangue: chi mentisce sapendo di mentire da mattina a sera, soprattutto ai propri cittadini, è come il pastorello che gridava “al lupo, al lupo!”, e alla fine restò senza il gregge. E’ quello che sta accadendo a Renzi, ed ecco perché cerca disperatamente un braccio che lo tragga dal mare putrido in cui è caduto, lui e tutti gli emuli del suo Governo.

A regola, una cordicella potrebbe lanciargliela la Merkel, confermando quella “flessibilità” tanto agognata: ma la cancelliera deve stare molto attenta a distribuire favori a chi non li merita proprio, perché i tedeschi non sono sciocchi, e hanno visto come ha trattato la Grecia (che pure aveva chiesto la sua bella flessibilità!), e adesso come potrebbe, al contrario salvare l’Italia (si fa per dire, perché 10 miliardi sono per Renzi, come uno sternuto!), perché le elezioni si avvicinano, così come si avvicinano quelle francesi, con un Hollande già spazzato via dai sondaggi, con l’incubo Le Pen ad un passo!

Ma la cordicella più sbisunta gliel’ha voluta lanciare Confindustria, un sindacato padronale mai caduto così in basso, ripieno di imprenditori in galera o inquisiti, sopresi a fare la festa al sistema bancario, dietro pagamento di innominabili mazzette: qualcuno direbbe, più ce ne hanno di soldi, più ne cercano. E’ questo infatti quel “fondo del barile” di cui parlava Engels: quando i “padroni” perdono il senso della ricchezza, perdono la loro funzione manifatturiera: divengono speculatori, e uccidono il lavoro, il proprio e quello operaio!

E non è un caso che questo “cimitero degli elefanti”, ormai ridotto a scheletri, ripieni di privilegi e imbambolati di potere, abbia eletto come presidente un piccolo “tipografo”, Vincenzo Boccia, uomo assai legato al premier e alla sua famiglia, il quale, proprio ieri, affermava: “Il nostro impegno è che vinca il “sì” al referendum costituzionale, perché sarebbe una buona precondizione per costruire una politica economica intelligente per il Paese. Perché riteniamo che la governabilità e la stabilità siano la precondizione per una politica economica di lungo termine.”

E’ evidente che questo individuo non ha neppure la dignità di ricordare che in due anni e mezzo questo Paese è arretrato di un altro 20%, proprio grazie alle politiche rinunciatarie e passive, avallate da un Governo compiacente e schierato contro i lavoratori, della media e grande industria, la quale ha succhiato dai capezzoli avvizziti di un sistema bancario che già aveva sfruttato all’inverosimile, restituendo solo debiti ed evasione fiscale, e relegando milioni di dipendenti a carico dell’Inps, e quindi dei pensionati poveri, grazie a miliardi di ammortizzatori sociali, concordati con i colleghi di casta di CGIL-CISL-UIL. Mentre grazie al Jobs Act, inventato nelle stanze dei bottoni di Bruxelles e controfirmato dalla stessa Confindustria, andava a papparsi miliardi di contribuzioni gratuite, salvo licenziare subito dopo, non appena perso il vantaggio, che era solo elettoralistico.

E forse che gli altri sindacati padronali, quelli degli artigiani, dei commercianti, degli agricoltori e della piccola impresa hanno approfittato di questo olocausto per denunciarlo? Qualche volta Coldiretti, raramente la CGIA di Mestre, hanno sollevato qualche polverina: il resto, silenzio.

E mentre andava in onda questo accordo leonino tra tutte le istituzioni che avrebbero dovuto “difendere” lavoro, lavoratori e imprese, per sorreggere Renzi, ricavandone solo piccoli privilegi di tipi burocratico e personale, un mare di aziende fallivano, ma non perché ci fosse la crisi, che questo guaio ne aveva già disintegrate un buon 10%, ma perché la P.A., cioè il Governo, si è rifiutato di pagare qualcosa come 65 miliardi di debiti, regolarmente fatturati!

Ci chiediamo se il dott. Vincenzo Boccia sia al corrente di questo regalino, che certamente dipenderà dal “no referendario”, come sostiene lui, e non da una totale incoscienza politica ed economica da parte di persone che improvvisano e mentono dalla mattina alla sera.

Su questo ottimismo del “sì” dunque, Confindustria basa il futuro del Paese, perché tanto, poco gli frega di quanto avverrà: la maggior parte dei grandi trust ha delocalizzato, e ha portato i soldi avanzati dalla disoccupazione in Lussemburgo a alle Cayman; il resto ha ceduto alle multinazionali; chi resta, conta ancora su fidi bancari rinnovati automaticamente, dopo che le garanzie si sono volatilizzate da tempo; e, grazie alla bonomia sindacale, hanno riempito di maestranze i loro capannoni ormai vuoti, per evitare il fallimento; e magari ritrovarsi poi i propri debiti “cartolarizzati” in certificati senior garantiti dallo Stato, e su cui investire i soldi derubati al lavoro!

Dice ancora Boccia: “La sfida è aprire i propri capitali, diventare meno impresa familiare nel senso stretto, diventare meno patriarcali, e questo è una questione culturale e crescere senza debito in un mondo in cui non si guadagna più con i depositi, un mondo in cui le banche non guadagnano più con i titoli di Stato.” SCHIZOFRENIA PURA.

A questo punto possiamo scegliere, tra il tipografo che stampava libri e si credeva un editore, e invece era solo uno stampatore con la mani inzaccherate d’inchiostro, o tra il gatto che si credeva tigre, e un giorno la vide riflessa sullo stagno e provò a ruggirle, ma miagolò soltanto. Questo è lo spessore di tali personaggi: Boccia, Renzi, Boldrini, Napolitano, Mattarella, ecc, ecc.

Finchè il popolo li lascerà “miagolare”, si contenderanno l’Italia, e la ridurranno in briciole. Ma, credete, se dovessero sentire un ruggito, come quello dei cittadini ormai esasperati, di loro non resterebbe che il ricordo. (ROBESPIERRE)

 

 
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