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attualità, politica, cultura

 

 
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I motivi intrinsechi della nuova legge sulla "tortura"

Post n°1614 pubblicato il 10 Luglio 2017 da r.capodimonte2009
 

C’era proprio bisogno di “accontentare” questa Unione Europea dei fallimenti, che ci ha abbandonato sulla crisi dell’immigrazione, che ci ha fatto sderenare migliaia di risparmiatori, azionisti, obbligazionisti, e mettere a carico della collettività 20.000 bancari (corresponsabili delle malefatte dei loro capi!), risparmiando i banchieri criminali assistiti da una magistratura compiacente, acquisendo una legge sulla “tortura”?

Che c’azzecca? In un Paese dove vengono puntualmente “torturati” i cittadini di ogni tipo, specie quelli poveri, dal fisco usuraio, da una sanità che uccide e non assiste, da un welfare dove si pagano quattro soldi di pensione a chi ha lavorato una vita, e si strapaga con milioni di € chi fa come mestiere il politicante, il faccendiere, il mafioso, il giornalista bugiardo? Dove la sicurezza del cittadino è a disposizione delle forze della natura, terremoti e alluvioni, della disonestà dei costruttori, della corruzione dei tribunali, della insensatezza delle Forze dell’ordine utilizzate, per la maggior parte, come scorte alla politica?

Non si era forse capito che questa “tonsura giudiziaria” andava a cozzare contro l’ultima indipendenza delle polizie, quelle non ancora svergognate dal mercimonio di Stato, che d’ora in poi, non solo cattureranno i criminali, ben sapendo che poi certi magistrati daranno loro permessi premio, con cui scapperanno via, o impronteranno processi-farsa alla “buonista” in cui la legge non la applicano, ma la interpretano, per rimetterli subito in libertà; ma dovranno stare molto attenti a come si comporteranno, perché una spintarella, una parola a voce alta, una manetta troppo stretta, faranno scattare il reato di “tortura”! PARADOSSALE!

Perché, dunque l’Europa, si comporta così, e va a inaugurare un “progressismo” alla rovescia, che rischia di azzerare ciò che resta della dignità e della sicurezza dei popoli?

L’Europa dei massoni e dei banchieri, del complottismo dei poteri finanziari contro il lavoro e il risparmio; dell’ invasione etnografica a scapito dell’equilibrio sociale, ha paura: ha paura che le “uniformi”, ormai trattate come “carne da cannone” (vedi i disordini ad Amburgo), o come “bagnini di salvataggio” e “infermieri da strapazzo” del moderno “schiavismo”, possano uscire dai ranghi, e una buona volta, chiedere il conto.

Questa massa di giovanotti che finora ha abbassato la testa, umiliata tutti i santi giorni, da un trattamento salariale da terzo mondo, da una corruzione sempre più profonda che colpisce gli alti gradi, che ormai, politicizzati, servono il regime in guanti bianchi, senza pensare alle dotazioni ridicole e a rischio che vengono servite alla truppa; formata per lo più dalla “leva meridionale”, quella che ogni giorno deve scegliere tra l’impiego in polizia o in cosca; questa massa di “yesmen” che vengono strapazzati da ciò che resta del regime fascista, settant’anni di “prefetti” di cartapesta, che non hanno più adito in una democrazia moderna e funzionale, di controllo del territorio, sono esasperati, e non siamo noi a dirlo, ma i sondaggi, ovviamente discreti, che danno dei risultati a dir poco sorprendenti! Si evidenzia, cioè, un malcontento generalizzato, che non ha ancora trovato un punto di raccordo “coordinamento o organizzazione” che sia, tra Nord-Centro e Sud, ma che ha già intaccato, i sindacati di polizia, i Cocer, e i gradi intermedi dell’esercito. Ovviamente la gente ignora anche i numerosi atti di ribellione verificatesi nei reparti, e stroncati nel modo più feroce, ma la cui conoscenza, silenziosamente, si diffonde, accompagnata, è ovvio, da quella omertà che, purtroppo, anima la maggior parte, che vive di questo magro tozzo di pane, e non capisce ancora la profonda verità di Pier Paolo Pasolini, che la descriveva come “guerra tra poveri”.

Di che uniformi si tratti, a questo punto, poco importa: si è perso per strada il senso stesso di questa portanza! Invece di difendere la gente, invece di soccorrere, di salvaguardare, di assistere, costoro vengono destinati a scortate migliaia di politici, a presenziare a cerimonie le più insulse e inutili, a proteggere i palazzoni dove si consuma la profonda e inarrestabile scissione tra il popolo e le istituzioni: abitati da veri e propri autocrati, preoccupati solo di tutelare se stessi! Salvo poi, quando la protesta popolare finalmente si esprime, ANCHE SENZA VIOLENZA, e allora il regime li comanda a mazziare i poveri, i disoccupati, gli studenti, i pensionati.

E così la “repubblica dei reprobi” riesce a contenere le giuste reazioni dei giovani, sia quelli che hanno il companatico, che quelli che non ce l’hanno; che quelli che hanno scelto di scappare dalla società, illudendosi di indossare una uniforme che lo rendesse degno di uno Stato e di una bandiera, ma poi si son resi conto della trappola. Una “trappola etica”, un vero e proprio inganno: la consapevolezza di detenere un’arma in esclusiva, di aver imparato le regole e i codici, di aver fatto giuramento di dare sicurezza al cittadino, ma poi di non sottostare a nessuno di questi assiomi, perché il regime vuole altro...

Ecco che, perciò, c’è bisogno di “imbrigliare” ancora di più questa massa do scontenti, di traumatizzati, di falliti, che giorno dopo giorno, riassumono consapevolezza. C’era bisogno di strappare loro di mano l’ultima certezza, quella di fare il proprio dovere, quando si trovano di fronte l’abominio, lo sfruttamento, la violenza, la corruzione. E con il reato di “tortura”, il regime  ci riuscirà. Perché è esso stesso, abominio, sfruttamento, violenza e corruzione. E ha bisogno di una “divisa colorata” che lo salvaguardi, e soprattutto, che lo conservi in salute e attività... (ST.JUST)

 

 
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