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Quel che c'è dietro i fallimenti bancari

Il Trio Lescano dell’economia italiana, Padoan, Visco e Vegas, rispettivamente ministro dell’Economia, Governatore di Bankitalia e Presidente della Consob vanno in giro per l’Europa, dopo essere passati dalle redazioni mendaci dei media di regime, e dagli istituti di rilevazione, altrettanto menzogneri, dall’Istat all’Inps, da Confindustria a Bankitalia, a raccontare frottole sul sistema bancario italiano; mentre decine di campanelli d’allarme che vanno dal FMI, ai grandi giornali economici, come l’Economist (che, poi, è in mano alla famiglia Elkan!), fino ad osservatori molto prossimi, come i commissari UE, suonano a morto.

Ormai il ritornello di questa “faccia di bronzo” che Renzi ha elevato ad un dicastero del tutto avulso per un burocrate come lui, lo conoscono tutti: “Siamo fiduciosi... Il risparmio sarà totalmente garantito... Il sistema delle banche italiane è solido.” Così come le canzonette che ci canticchia l’uomo che non si accorse dei fallimenti delle banche, nonostante ne avesse la responsabilità diretta della vigilanza, e che attacca: “Vedendo le copertine dell’Economist che sono una grande esagerazione, non capisco qual è il problema. Si parla di questi dati aggregati (sui crediti deteriorati) che sono francamente sbagliati, perché la maggior parte di questi ha a fronte garanzie importanti!” Allo stesso modo che il controllore delle truffe bancarie mai controllato, oggi si difende, e nessuno lo caccia via a pedate, dopo che azionisti e risparmiatori hanno visto andare in fumo oltre 50 miliardi in operazioni sul capitale di banche fallite, mente tutta una serie di gravissime altre operazioni speculative di borsa stanno martoriando l’indice MIB, ormai da anni!

La verità è che il Governo è in piena apnea, e non sa più che pesci pigliare, mentre le banche perdono ogni giorno consistenza patrimoniale, corrose da oltre 250 miliardi di crediti in sofferenza, caricati al 40% di solvibilità, mentre ne valgono sì e no la metà! Per cui questi signori banchieri, che avrebbero dovuto essere vigilati, hanno scommesso montagne di derivati sulla risoluzione delle partite deteriorate; o peggio, hanno continuato a prestare denaro ai politici e agli imprenditori malavitosi; o peggio ancora, hanno continuato a percepire emolumenti e liquidazioni da nababbi, mentre i risparmiatori venivano derubati. Ogni bilancio, quindi, è falso; ogni salvataggio che si prospetti, anche eventuale, diventa impossibile, perché poggia sull’inconsistenza di quei dati aggregati di cui sopra.

E, mentre la UE non ci sta, perché è scoperta a livello finanziario dalla Brexit, Renzi tenta, da bravo biscazziere, il trucco del coniglio: si vuol resuscitare il famoso Fondo Atlante, affondato in mezz’ora come l’omonimo continente, dai fallimenti, tentando di ricaricarlo di tutto un po’: qualche spezzone di ciò che resta ancora fruibile di certe banche azzoppate, come Unicredit (di cui, però, gira già la voce che sarà costretta ad un aumento di capitale nefasto, per rispondere all’appello di Padoan!); i soliti miliardi derubati ai correntisti postali, dissanguando CDP in operazioni ad alto rischio, che lo statuto non consente; e perfino un prelievo forzoso di 500 milioni dalle  “casse previdenziali”, le quali, per bocca del dott. Alberto Oliveti, presidente delle cassa-medici, si sono espresse per il sì senza neppure conoscere rischi e valutazioni dell’operazione (ma siamo certi che i medici concordano?); mentre altre casse, come l’Inpgi (giornalisti) sono vuote come gusci di noce.

Allora, quid facendum?

Intanto, checchè ne dica il Trio Lescano, la prima imputata ad essere chiamata in giudizio sarà MPS, di cui il Tesoro, grazie alle truffe contabili di Mario Monti (Monti-bond), è diventato azionista, dopo aver lasciato sul terreno oltre 200 milioni di € di perdite. La banca, che, ricordiamo, da 5 anni è praticamente in default, dopo aver falsificato a bilancio una perdita di oltre 15 miliardi, e averne sacrificati in altre operazioni sul capitale, inutili e costose, altri 10, attualmente vale circa 800 milioni, ma contiene nel suo intestino 10 miliardi di metastasi di crediti insolvibili: ma non la si vuol fare fallire, assolutamente. Voi credete perché resterebbero a terra oltre 10.000 bancari e 500 dirigenti? Anzi, il fallimento li tutelerebbe con le cig. Siete convinti che fallendo, si distruggerebbero altri patrimoni? E’ falso, perché tutti i patrimoni sono stati già distrutti, e i risparmiatori involati: purtroppo restano 8 miliardi di obbligazioni subordinate, che in ogni caso sarebbero spazzate via dal bail in.

ALLORA PERCHE’ NON SI VUOL FAR FALLIRE IL MPS?

Perché con il fallimento, si innesterebbero i reati di bancarotta fraudolenta, truffa aggravata, appropriazione indebita e falso in bilancio, oltre, ovviamente, di autoriciclaggio. E i giudici, quelli veri, e non quelli che passarono sopra l’omicidio di David Rossi, buttato giù dalla finestra della banca prima che scoppiasse lo scandalo, a quel punto avrebbero in mano documenti che testimoniano quanto questo istituto sia stato svaligiato, per anni e anni, dai partiti, dalle fondazioni, dalle amministrazioni, dalle cooperative e dai faccendieri, tutti legati, mani e piedi, all’ex-PC-DS-PDS e ora PD.

E questo significherebbe la caduta del Governo, e la fine definitiva del PD.

(ITALIADOC)