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Creato da: r.capodimonte2009 il 13/10/2009
attualità, politica, cultura

Messaggi di Marzo 2017

 

Il regime sta raschiando il fondo del barile, perchè ha le ore contate

Post n°1542 pubblicato il 23 Marzo 2017 da r.capodimonte2009
 

Nel momento più delicato, quando è in ginocchio per il contemporaneo default economico e finanziario, per una sistema di corruttele, unico al mondo (dice il Presidente dell’eurogruppo, “utilizziamo le risorse europee –che siano già nostre di diritto o di altri- a tarallucci, donne e vino”, e tutti si scandalizzano della verità!); e per la crisi irreversibile del modello politico catto-socialista, il regime si chiude a riccio, e sotto l’arbitrio di una maggioranza parlamentare che è considerata dalla stessa Consulta (e dopo la conferma che è così, in base ai suoi numerosissimi comportamenti!), abusiva e fuori-legge, promuove praticamente il “raschio del fondo del barile”, cioè l’accaparramento degli ultimi privilegi e prebende che gli serviranno, poi, al momento in cui il popolo accorrerà a farsi giustizia da sé, a mantenersi esule, a pietire il suo paradossale “senso della democrazia”, che ha, al contrario, smontato, pezzo per pezzo! E che cos’è se non questo, la vittoria di Pirro dei giorni scorsi, con il salvataggio di Lotti, Minzolini, e, ieri, dei vitalizi nefasti, che mettono alla berlina il popolo che, invece, sotto la mannaia della legge Fornero, gode e godrà di pensioni da fame?

Lo stesso accade per le nomine di Stato, che sono state effettuate, forse per l’ultima volta, con il sistema del “giglio magico”, rinunciando d’acchito, senza che costoro fossero minimamente esperti del settore assegnato, anzi ricoperti di inchieste giudiziarie e di criticità (che per il regime sono medaglie al valore!), a programmazioni economiche valide per lo sviluppo di aziende strategiche, che dovrebbero rappresentare il volano del Paese, e invece ci vengono scippate, d’accordo con i manager traditori, dalle multinazionali globaliste! E’ chiaro che, chi verrà dopo, sarà costretto a confermarle fino a scadenza, oppure, e sarebbe la cosa migliore, ad arrestare costoro per alto tradimento, e sostituirli con chi veramente ha a cuore il bene dell’Italia!

Ha ragione chi parla “di tramonto dell’impero”, cioè di un sistema che non si accorge neppure di cosa sta accedendo nel mondo, al di fuori di quelle quattro mura di antichi palazzi nobiliari, dove si sono rifugiate le nostre istituzioni programmate dai poteri forti a far finta di niente e a tacere sulle grandi persecuzioni contro il popolo (bastava guardare ieri cosa succedeva di fronte alle agenzie di Equitalia,  dove migliaia di persone, terrorizzate da un “fisco borbonico”, si accalcavano per avere ratei pagati magari con la svendita di se stessi, o dei propri figli, visto che il resto da tempo non ce l’hanno più!): con i partiti tradizionali cui si deve la gestione predatoria e usuraia del mondo da settant’anni, da quando si fondò una democrazia “sui generis”, dettata con regole artefatte, che avrebbe dovuto far dimenticare l’obbrorio delle tirannie, e che si è fatta essa stessa “tirannia del consenso”: violentando il cittadino con metodi mediatici da “minculpop” da far invidia al sign. Goebbels, o con guardie armate in grigioverde, gabellieri più feroci di quelli degli sceriffi medioevali; o mistificando lavoro ed impresa, sacrificando il primo, ma distruggendo la seconda che non si allineasse ai dettami della corruzione!

Siamo alla vigilia di un “compleanno nefasto”, quello che determinò, 60 anni fa, il coronamento di questi regimi che hanno ingannato perfino sulla proprietà della moneta, trasformatasi da mezzo di pagamento a fine speculativo e usuraio, per cui il popolo da proprietario, si è trovato debitore, ma non di merci, oro o valori, ma di milioni di tonnellate di carta straccia. E questo compleanno, che si “festeggerà” a Roma speriamo sinceramente che a loro signori vada per traverso, in tutti i sensi, e che capiscano, ma non lo crediamo, che non sono più graditi nel Governo dell’Europa, e li stiamo buttando fuori, nonostante le loro violenze parlamentari, fiscali, sociali, e i loro metodi sciacalleschi e predatori.

E per ora li stiamo buttando fuori con le parole, poi lo faremo con il voto, e se non bastasse, con la rivoluzione!  (ST.JUST)

 
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Certa magistratura toscana va tenuta d'occhio dal Ministero

Post n°1541 pubblicato il 22 Marzo 2017 da r.capodimonte2009
 

Sempre per dimostrare la equidistanza di questo blog dall’ “amore sviscerato per le magistratura (da sinistra), come dalla critica più invasiva (da destra e dal centro), vi segnaliamo che si stanno concludendo, ad uno ad uno, i processi contro le grandi frodi, truffe e corruzioni avvenute negli istituti di credito nazionali, a cominciare da MPS e da Banca Etruria, e dimostrandosi appieno il teorema secondo il quale i banchieri sono legati agli ambienti massonici né più né meno che certi giudici. E se non costituissero una specie di “paradosso mitologico”, specialmente le procure toscane, dove il famoso “giglio magico” domina incontrastato, a livello di una vera e propria setta criminale. Ci riferiamo a Siena e Arezzo.

A Siena, dopo sette anni di indagini, archiviazioni, nuove indagini e nuove archiviazioni, ancora non sappiamo chi buttò dalla finestra di Palazzo Salimbeni il manager David Rossi, e anzi, tutti coloro che si sono permessi di dubitare delle sentenze di archiviazione comminate da quei procuratori, come il giornalista de Il Fatto, Davide Vecchi o la vedova, Antonella Tognazzi, che ha in mano le prove che il marito non aveva alcuna intenzione di sacrificare la vita per la loggia massonica e criminale che si era impadronita della banca senese, e che lo aveva coinvolto, sono stati tacitati. Infatti come giudicare il pm Menicucci che ha deciso di far svolgere il dibattimento a porte chiuse, obbligato, sotto pena della galera il giornalista Augusto Mattioli a rivelare le fonti delle sue indagini, se poi l’on. Giuseppe Civati, di SI, Daniele Pesco e Giulia Sarti del M5S, hanno duramente attaccato il neo-candidato social-cattolico alla segreteria del PD, nonché ministro di Grazia e Giustizia, Andrea Orlando, perché se ne sta con le mani in mano, e lascia correre? Mentre questi giudici “impelagati con il potere politico” stanno massacrando il senso stesso della verità, che dire della famosa mail che il morto inviò all’ad. Fabrizio Viola, poi indagato per reati risibili (false comunicazioni sociali!), minacciando di uccidersi se il manager non lo avesse “aiutato” (evidentemente sapeva troppo, e temeva per la sua vita!), e che Viola non ha neppure tentato di negare, ma che poi è stato deciso di non ammettere tra le prove? Era vero o era falso? E della ricostruzione fisica della morte, da cui risulta dalle indagini dei carabinieri, che il corpo presenza segni evidenti di colluttazione, prima di cadere dalla finestra?

Per questi “inquisitori da sballo” l’archiviazione è stata disposta per la seconda volta, ma i deputati, adesso, pretendono che gli ispettori del Ministero vadano a controllare, e intanto stamattina, saranno in aula, sfidando i giudici!

Ad Arezzo, il dott. Pierluigi Boschi, papà di Maria Elena, sempiterna “madrina” di Matteo Renzi, anche quando lui al governo non c’è, è l’unica figura manageriale di Banca Etruria che sia restato “immune” dal rinvio a giudizio per bancarotta fraudolenta, eppure era quel vice-presidente che si rivolse al confratello Carboni perché gli indicasse nuovi agenti criminali da introdurre nell’istituto, già in defualt. Una specie di “miracolo”, visto che tutti gli altri, dal presidente all’ad, fino agli uscieri, sono tutti coimputati. Lui no! In Banca Etruria, per chi non lo sapesse, erano costoro che si distribuivano milioni di affidamenti per farsi gli affari propri: molti gestivano aziende messe su con i denari della banca, senza alcun limite, altri si costruivano ville faraoniche o compravano yacht; un po’ come è accaduto alla “piccola” Banca delle Marche, dove si giravano affidamenti di 2-300 milioni agli amici degli amici, per progetti immobiliari fantascientifici solo sulla carta: e questi “amici”, poi, in camera caritatis, se li spartivano con i dirigenti! Anche da qui, scarse notizie, ma nessuno in galera.

Ma in Toscana, la magistratura “collusa” non copre solo gli scandali bancari. La procura di Firenze, ad esempio, assomiglia a quelle bestiole ammaestrate da cui vengono pretese mossette e figurette per allietare il pubblico. E’ dai tempi in cui la ditta Matteo Renzi & C. (e con C. intendiamo la sua famiglia, ma anche i suoi “compagni di merende”, che lui ha poi introdotto nel governo, negli enti pubblici e nelle forze armate!), ha cominciato la scalata al potere da Presidente della Provincia, e poi sindaco di Firenze, che la Corte dei Conti lo indaga per peculato e appropriazione indebita, per aver sperperato, senza pezze d’appoggio oltre 600.000 € di spese non certificate; che pure, per la medesima accusa, ma per importi molto inferiori, sono costati il posto al sindaco di Roma, Marino (3.000 €), e al senatore Minzolini (65.000 €) tuttora scandalosamente in carica! Il Comune di Firenze, tra l’altro, con un sindaco avatar di Matteo Renzi, Dario Nardella,  è immune e silente da ogni tipo di sospetto, come quando crollò l’intera spalletta del Lungarno, perché voluta dal Padreterno, e non dai mancati controlli del Magistrato delle Acque fiorentino, indovinate, altro amico di Renzi!

Arriviamo, infine, alla procura di Pisa, dove, con una lentezza e un silenzio assordanti (che non assomigliano in nessun modo alla velocità e alla gazzarra contro la Raggi, a causa della fuga di notizie avvenuta da parte della procura di Roma!), va avanti un’inchiesta terrificante, che vede coinvolta l’intera giunta, dove si falsificavano addirittura fidejussioni per lavori pubblici da 3,5 milioni, e che costeranno all’amministrazione oltre 10 milioni. Finora niente di nuovo, in attesa fiduciosa che le cose arrivino alla prescrizione...

I PROTAGONISTI DI TUTTO QUESTO LURIDUME, TUTTI ESPONENTI DEL PD!

 

Ecco, perciò, alcuni esempi di come la magistratura zoppichi di brutto, quando si fa politica. Ma aspetteremo invano che l’ANM, una volta tanto, ammetta che “c’è del marcio in Danimarca”! (ITALIADOC)

 
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L'anniversario degli Accordi di Roma non è una festa, ma un lutto per i popoli europei!

Post n°1540 pubblicato il 21 Marzo 2017 da r.capodimonte2009
 

Una situazione internazionale così complicata non si conosceva da molto tempo: alla vigilia, soprattutto, di quell’anniversario “magico” che le lobby e le caste europee, politiche e finanziarie, vorrebbero celebrare a Roma, mascherando clamorosamente tutti i loro immensi fallimenti! Solo adesso, da quando il M5S ha sciorinato, articolo dopo articolo, quel Patto di Maastricht, che, a leggerlo bene, suona, né più né meno, come un diktat di un gruppo di imperialisti “fascisti” che determinano la fine di ogni barlume di democrazia in quegli Stati che, inopinatamente, dovessero aderirvi, prima fra tutti la nazione ospitante (la più cialtronesca delle tante, perché non aveva neppure, come la Grecia, i titoli economico-finanziari per aderire!); solo adesso molti “soloni” si rendono conto di questa tagliola in cui siamo tutti caduti. E che non era altro che il prosieguo di quell’altra manovra, nata a Bretton Woods, radiocomandata dal duo  Harry White-John Keynes (inventore il primo del Fondo Monetario Internazionale, il secondo del “debito pubblico” senza limiti), che avrebbe poi portato, in successione, all’abolizione della copertura aurea della moneta, al signoraggio della stessa da parte dei banchieri, all’impoverimento dei popoli, privati di uno strumento d’uso, divenuto metodo attivo di strozzinaggio di finti creditori, appunto gli istituiti emittenti! I quali divennero, senza alcuna giustificazione, se non quella di aver vinto la guerra, i proprietari di questo mezzo, e quindi i “prestatori” di carta straccia, pronta a confondere i popoli, attraverso le malversazioni (già viste nel 1929) e l’usura sugli interessi.

Gli Accordi di Roma non furono altro che la conclusione di un iter di cui la moneta americana, l’unica al mondo in grado di determinare il valore di tutte le altre, e quindi di determinare il controllo degli Usa sul resto del mondo, si fece scudo, soprattutto nei confronti dell’Europa servile, dove si erano nel frattempo accampati veri “traditori” del Vecchio Continente, ben consapevoli delle strumentalizzazioni in atto: con la determinazione, perciò, di creare una moneta, l’euro, che potesse scavalcare la sovranità monetaria dei singoli Paesi, in nome di un monetarismo globalista, in cui il dollaro l’avrebbe sempre fatta da padrone (da moneta abusata, molto prima della decisione di Nixon di staccarla dall’oro, a “moneta di riserva” niente di più paradossale, visto che, come la definì Giacinto Auriti, funziona come “moneta coloniale”!). Dal 2001, l’euro non è altro che il “prestito del prestito” che i banchieri fanno della moneta nazionale (abolita) sulla moneta unica, che stampano a debito di tutti gli europei, e che con malcelata prepotenza, considerano a loro credito.

Ben conoscono questa vicenda coloro che, grazie a questo delitto incommensurabile contro i popoli della terra, che hanno versato il loro oro per avere in cambio dollari svalutati o rivalutati secondo convenienza, cioè gli americani (e prima di loro gli inglesi!); e oggi hanno trasformato questa coercizione finanziaria in imperialismo armato, attraverso il Pentagono e la Nato, quest’ultima ridotta ormai a mero strumento di aggressione contro chiunque si ribelli a questo status mondiale, e presto, se gli equilibri strategici dovessero fallire, in una nuova guerra, che potrebbe distruggere l’umanità.

A questo punto è lecito domandarsi che cosa si è fatto, da parte europea, dalla firma di quegli “accordi” tanti anni fa: pressocchè nulla, perché non solo il Vecchio Continente, con la sua potenzialità culturale, economica e sociale, mai si è posto come “terza via” contro i due “imperialismi “ russo-americani; ma ha calpestato tutti i presupposti che da Ventotene in poi, avrebbero dovuto portare gli europei a costituire uno “Stato” unitario, alternativo, da ogni punto di vista, e non un “mercato delle vacche” dove imperano aguzzini, speculatori e usurai, e che non è neppure in grado di risolvere il fenomeno immigratorio!

Lo schiaffo diplomatico che Donald Trump ha rovesciato sulla “cancelliera di ferro”, che pure rappresenta questa tipologia d’Europa, nata ad immagine e somiglianza dell’influenza nefasta d’Oltre Oceano, dimostra con quanta sufficienza sia trattata questa Unione fallimentare, su cui le strategie americane avevano fatto buon conto, per predarla gradatamente, ma che invece si mostra come un inutile e continuo esborso.

Un aspetto che noi italiani, ormai ruota di scorta del grande naufragio, dovremmo utilizzare per uscire dalla tagliola finchè siamo in tempo, riaggiudicarci la nostra moneta, riportarla al giusto scopo che essa detiene, mero strumento per scambiare merci, di proprietà del portatore, che ne crea il valore di scambio, e non di chi la emette, spendendo i soldi della tipografia. E anche se questo concetto può sembrare pura teoria, non è un caso che sia tra le battaglie più profonde che il M5S, e Beppe Grillo, si sono messi in testa di combattere.  C’è di mezzo una grande differenza tra la concezione della banca che presta moneta e lo Stato che se ne fa elargitore: tra l’istituto di emissione che si privatizza e distribuisce la riserva senza alcuna remora, ai suoi soci in affari, e quello che la gestisce mentendola a garanzia degli impegni di spesa dello Stato e dei cittadini, ma anche del debito estero. E come  nasca un abisso tra la nefasta concezione di un debito pubblico che grava sulle innocenti spalle del popolo, attraverso la moltiplicazione selvaggia del titoli di credito, a scapito della ricchezza nazionale, e dell’inflazione o deflazione che sia; e una corretta gestione del titolo di credito garantito da una solida base monetaria o merceologica, e che sia quindi, non una “farfalla” come si definisce ad esempio la cambiale o un BOT, ma un vero accordo tra un debitore e un creditore entrambi riconoscibili.

Ecco perché, fin d’ora ci schieriamo con tutti coloro che, il giorno 25 marzo, 60 anni dopo, anziché festeggiare questo traguardo fallimentare, lo contesteranno in tutti i modi possibili ed immaginabili! (ITALIADOC)

 

 

 

 

 

 
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Gli scatafasci renziani a nome dell' "avatar" Gentiloni

Post n°1539 pubblicato il 20 Marzo 2017 da r.capodimonte2009
 

La paura fa novanta, ma non certo la paura per la CGIL, che un attimo dopo che il Governo e il mincoop Poletti hanno dato l’estrema unzione ai voucher, ha esultato, come se fosse la sua una vittoria. Certo, lo è, ma si tratta della classica “vittoria di Pirro”, che alla signora Camusso, ex-archeologa, serve, forse per fermare l’emorragia di un centinaio di tessere, contro le migliaia che perde ogni giorno: ci riferiamo alla fretta di eliminare questi “assignee”, che sarebbero dovuti servire per agevolare i lavori a cottimo fino a 7.000 €, evitando di pagarli al “nero”, ma che poi i nostri “amici” industriali hanno creduto bene di trasformare nell’ennesimo esperimento sulla pelle dei lavoratori, non contenti che il Jobs Act, che pure avevano preteso, non funzionasse, per mancanza cronica di carburante! Infatti questa corbelleria di legge “rottamatrice”, guarda caso, agli art. 48-49-50 li aveva previsti, eccome, guardandosi bene dal porne limitazioni d’uso!

In realtà la fifa del “giglio magico”, cui si è iscritto questo “Ottone conte Degli Ulivi” marchigiano, che tanto ricorda Totò, signore nato in quel di Tolentino, ma poi mai cresciuto del tutto, era quella di veder trasformato il referendum in un nuovo “plebiscito” contro Matteo Renzi, e questo né lui né tantomeno la CGIL lo volevano!

Ma non è finita qui per l’avatar Gentiloni (così definito per evitare di utilizzare la sgarbata parola “pupazzo”!): sotto le sue tremebonde sbracciate per guadagnare più tempo possibile verso il tracollo elettorale, viene spinta avanti in Parlamento una “legge sulla giustizia” che potremmo facilmente chiamare “legge Consip”, visto che dovrà evitare a tutti i costi che le lobby e le caste possano da capo essere “scoperte” a intrallazzare e predare lo Stato, mentre il generale in capo dei Carabinieri fa la spia a costoro, per evitare che siano intercettate. Che cosa prevedere questo pateracchio?

-che le intercettazioni saranno ammesse solo se ci sarà la certezza dell’attività criminosa in corso, e quindi il magistrato dovrà fornirsi di doti telepatiche: un garantismo sfacciato “di principio” per tutti i corruttori e concussori!

-i magistrati dovranno attendere che sia il ministro della Giustizia, (cioè il politico che sta di casa dirimpettaio ai lestofanti!) a stabilire che tipo di applicazione tecnico-informatica dovrà essere usata, in modo da permettere agli indagati di prenderne valide contromisure!

-la legge prevede un taglio di 100 milioni sul finanziamento per le intercettazioni!

-il magistrato inquirente avrà a disposizione solo 3 mesi (sic!) per decidere l’archiviazione o il rinvio a giudizio: si passa così dai due o tre anni, che effettivamente erano un “monstre”, a tempi impossibili, se si pensa che una rogatoria internazionale impiega circa otto mesi!

-tutti i cittadini che non esercitino il mestiere di giornalista saranno condannati fino a 4 anni di carcere se sorpresi a diffondere filmati, registrazioni audio, o telefoniche, prassi inaugurata dai media di regime, proprio nella vicenda Consip, per dare una mano al “giglio magico”, e che ora viene estesa alla libertà di comunicazione, che decade ignominiosamente!

Risultato? Che d’ora in poi tutte le inchieste sui politici della criminalità organizzata filo-governativa neppure inizieranno, o se inizieranno, alla fine si consumeranno nel nulla o nella prescrizione,

L’avatar ovviamente va avanti, mentre non si accorge che le nomine di Stato, sottogamba, gliele sfila il “rottamatore”, perché è lui che tiene i contatti con la massoneria (ancora), e non vuole altri tra i piedi, perché ha da concordare il pacchetto di percentuali che gli enti destineranno, con i nuovi manager, alla sua fondazione Open, “aperta...a tutto!”

E deve subire la nuova e nefasta puntata che vede in piazza i lavoratori di Ethiad-Alitalia, che il confratello Luca Cordero ha già ridotto in brandelli, con 2.500 esuberi, e 500.000 € di perdite al giorno; mentre spunta all’orizzonte il default finale (dopo che i rispettivi azionisti sono stati indotti a versare ancora miliardi per aumenti di capitale utili solo a liquidare le vecchie oligarchie criminali) di Unicredit, Veneto Banca, Popolare di Vicenza, Carigenova, e le 4 bancarelle fallite, che nessuno vuole, e che sono da capo senza rifornimenti... Ah, già dimenticavamo MPS!

I “confratelli “Renzi, padre e figlio” invece di continuare a fare sogni di gloria, dovrebbero forse pensare a rinnovare il passaporto, per un Paese senza diritto di estradizione!  (ROBESPIERRE)

 

 

 
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Dietro lo sgarro costituzionale di Minzolini, c'è il salvataggio di Berlusconi

Post n°1538 pubblicato il 17 Marzo 2017 da r.capodimonte2009
 

Il teorema costruito ieri al Senato per distorcere la “Legge Severino”, costruita all’uopo dalla sinistra “compatta” per espellere, a suo tempo, il pregiudicato Berlusconi dal Parlamento, dimostra, ma non ce n’erano ormai più dubbi, che l’operazione di ricompattamento tra PD e F.I. è in atto,  e si attende, per la firma dell’accordo, l’arrivo dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, la sentenza sul ricorso proprio dell’ex-premier (a suo tempo condannato per frode fiscale!), che chiede l’annullamento della decadenza dalla carica di senatore. Guarda caso, la vicenda di ieri, giunge a proposito, come la ciliegina sulla torta.

Non dimentichiamo che in Senato e alla Camera ci sono una trentina di ex-magistrati, quasi tutti ancora in funzione, tutti appartenenti ai partiti di maggioranza e a F.I., che di meccanismi dissuasori se ne intendono, a cominciare dalla signora Finocchiaro, la quale, dopo trent’anni di gestione politica, non si è ancora decisa a decadere da giudice. Il fatto stesso che questo Parlamento, che pure ieri ha dato prova di pura “eversione”: cioè di essere teleguidato da una tirannia di loschi individui che non solo non hanno rispettato il mandato parlamentare, diventando trasformisti, non solo hanno intrapreso carriere legate ormai alla corruzione dell’intero sistema politico, ma non rispettano le leggi da essi stessi votate, dileggiando il popolo che, invece, quelle leggi deve rispettare, pena sanzioni anche gravi; il fatto stesso che costoro non hanno mai pensato, prima, di elidere questa prassi vergognosa, di commisurare la giustizia alla politica, con un andirivieni pernicioso, dentro e fuori parlamento e tribunali, dimostra che, evidentemente, ci sguazzano. Se ricordate le nostre pesanti riserve sull’intero apparato legislativo che riguarda la giustizia, che sbandierammo durante la vicenda Raggi (l’incancrenimento contro la sindaca, che veniva coinvolta per colpe altrui, obbedendo a precise istruzioni politiche e mediatiche!), dimostra che questa nefandezza dipende dai magistrati stessi, che, corrotti nella loro stessa dignità, amano tenere i piedi in due staffe: e questa debolezza e vaniloquenza (di cui è maestro il presidente dell’ANM, Davigo!), si rispecchiano adesso sulla legge che a forza di fiducia, il Governo dei “mazzettari e spioni” sta passando in gran fretta (dopo anni che era ferma nelle cantine dei palazzacci), e dove si ritrovano, puntualmente, tutti i paletti necessari a strappare ai giudici ancora più autorità e dignità! Ma cosa c’era da aspettarsi da un sistema giudiziario marcio, esso stesso, e ve lo abbiamo dimostrato, come tutto il resto degli apparati istituzionali?

E’ da qui, che la compagine degli “eversori” ha trovato pane per i propri denti: sulla persona di Giannicola Sinisi, giudice che per 20 anni ha fatto politica a sinistra come sottosegretario nei governi Prodi e D’Alema, poi di nuovo in toga, a “subissare” il “povero” giornalista-senatore Augusto Minzolini, altro appartenente a caste intoccabili,  condannandolo per peculato, e quindi “inaffidabile”: questo ha fatto scattare l’operazione senatoria, il colpo di mano, che ha affossato definitivamente la Legge Severino, che, d’ora in poi, non potrà più essere portata a giustificazione di condanne di politici corrotti!

Ma il disegno, dicevamo sopra, è più vasto: adesso il giudice Guido Raimondi, napoletano, 64 anni, Presidente della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, che dovrà decidere (tra altre 79.999 cause pendenti) sul ricorso dell’uomo di Arcore, si troverà la strada spianata (oltre che per il taccheggio nei suoi confronti del neo-Presidente del Parlamento Europeo, Antonio Tajani, sponsor n. 1 dell’ex-cavaliere!), da un fatto obiettivo: se questa Legge Severino non viene neppure più rispettata dal Parlamento italiano, che quindi la ritiene in qualche modo “superata” (il giudizio è nella sostanza, anche se dietro abbiamo visto invece cosa cova!), allora cosa volete da me? Che Berlusconi riprenda il suo posto in Senato, e casomai sia il senato stesso a confermarlo! Una decisione manichea, che, ovviamente aprirà le porte di Palazzo Madama a Berlusconi, e all’idea di una coalizione PD-F.I. contro il M5S.

E’ chiaro a quel punto, che la coppia infernale tenterà di costruirsi una legge elettorale ad hoc, per aprire le porte ad un Governo di larghe intese, in cui questa classe dirigente marcia e corrotta, possa ancora perpetuarsi come una nidiata malefica. (ITALIADOC)

 

 

 
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