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Creato da: r.capodimonte2009 il 13/10/2009
attualità, politica, cultura

 

 

Contro i diktat di Emanuel Macron prepariamo un nuovo Sessantotto!

Post n°1633 pubblicato il 27 Settembre 2017 da r.capodimonte2009

Due giorni dopo la mezza sconfitta della cancelliera, ecco che la spudoratezza “massonica” di Emanuel Macron si evidenzia in tutta la sua procace invasività. Egli si fa “teorizzatore” di un’Europa tutta sua, dotata innanzi tutto di un’unica “forza di polizia militare”, che non si bene a cosa dovrebbe servire, se non a dare addosso ai vari movimenti anti-europeisti che spuntano ovunque come funghi, piuttosto che al terrorismo internazionale, che, lui, ormai considera, come l’immigrazione clandestina, un affare di altri: tanto il popolo francese è peggio di quello italiano, più batoste prende più la metà non va a votare per idiozia, e l’altra metà continua pedissequamente a premiare lobby e caste di potere! Così queste governano col 25% dei voti effettivi... E paradossalmente parla a nome di tutti, naturalmente Germania esclusa, della servetta Italia soprattutto, e predica la sua lezioncina su come questo continente svaligiato dai suoi amici banchieri e mafiosi, dovrà diventare una “formidabile” piazzaforte, dotata di cannoni (di fico) e di una politica estera, emula del famoso “cancelliere di ferro” (Mogherini!). Ci porge il palmo della mano, e ne trova un’altra appiccicosa e sudaticcia, quella di Gentiloni, per significarci del “bene” che abbiamo fatto in tema di accoglienza, e in cambio si prepara a digerire un altro bel pezzo dei nostri asset, grazie alla compiacenza dei nostri traditori della patria, che li svendono per 30 denari (Leonardo, Telecom, perfino l’aceto balsamico!); evidentemente, neppure una parola sull’economia europea (e gli osservatori prezzolati da giornalisti non lo notano, guarda caso, nei loro untuosi commenti!), per non scontentare la Merkel, che adesso è alle prese con una brutta gatta da pelare, la formazione di un Governo “giamaicano”, che non promette niente di buono.

Che la “grandeur” se la passi come la nostra repubblica, e in taluni aspetti, anche peggio, è cosa nota, ma Macron ha soluzioni immediate a portata di mano, gliele suggeriscono nonno Rothschild, e la nipote, la sua moglie-mamma: trasformare i contratti di lavoro delle maestranze in contratti precari (e qui la Germania è una grande maestra, tanto che l’Italia l’ha copiata, ma naturalmente, in modo sbagliato!), in modo che le grandi imprese, dominate dal multilateralismo della globalizzazione incassino profitti destinati, non agli investimenti, ma alle borse, dove le lobby esercitano il loro potere discriminatorio tra ricchi, sempre più ricchi, e poveri, sempre più poveri. Infiltrare nei prodotti europei, specie quelli mediterranei, le tossine e gli OGM del Ceta e di altri accordi suicidi, contrattando mazzette massoniche coi confratelli d’Oltre Oceano; e contemporaneamente fare argine alla Russia, tentando di escluderla dal progetto “eurasiatico”, che non è solo profondamente “alternativo” a quello europeo e americano, ma comprende una nuova concezione spirituale e culturale, con a capo la Chiesa d’Oriente, ormai giunta al punto di collisione con il Papa “eretico”: progetto che preconizza grandi mutamenti radicali su economia, cultura, riforme sociali, ambiente, e che si coniuga con tutte le altre politiche mondiali alternative al dollaro (Brics).

Ovviamente chi è cresciuto su abbecedari compilati nelle logge segrete e dentro le stanze dei bottoni di Goldman & Sachs, non vede questi principi di buon occhio e allora ecco che vuole, illuso, che gli altri “burattini” che ancora seguono questi dettami, abbarbicati in Italia, Germania, Francia e Spagna, e loro satelliti, imparino la lezione a memoria.

Nessun giornale o TG però ha voluto inquadrare quei 10.000 dimostranti che lo aspettavano fuori dalla Sorbona, e che volevano letteralmente linciarlo!

Qualcuno, con più anni sulle spalle, non dimenticherà che esattamente 49 anni fa, proprio da quelle stesse mura di Parigi risuonò la sveglia di quel riscatto generazionale che si manifestò  contro ben più misere conglomerate, illiberali e di potere, che allora volevano imporre la loro volontà: oggi la situazione è peggiore, molto peggiore, e i giovani, speriamo, se non di questa generazione (ormai conformata), ma della prossima, dovranno ribellarsi, o il loro destino è deciso, come è deciso quello di un formicaio. E allora, siamo convinti, risuonerà, ancora una volta, quella chiamata alla rivoluzione delle intelligenze, contro il conformismo dei ruffiani: “Ce n'est qu'un début continuons le combat!” (ITALIADOC)

 

 
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Il trionfo di Alternativa per la Germania (AfD): le menzogne dei nostri media di regime

Post n°1632 pubblicato il 26 Settembre 2017 da r.capodimonte2009

Spedire come inviati due giornaliste in gonnella di origini levantine per commentare il successo dell’AfD, oltretutto tra le più esposte politicamente (sono entrambe notoriamente di estrema sinistra), da parte della Tv di Murdoch, evidentemente dimostra ancora una volta l’obiettività dell’informazione che vige in Italia! E tra i veleni sparsi contro il partito della signora Weidel, definito “di estrema destra, con connotazioni razziste”, mentre non ha nulla a che vedere con l’autentico partito neo-nazista NPD, ma si tratta di una formazione simile alla Lega, ma anche ai grillini, democraticamente eletta, piena di difetti, ma non certo hitleriana (che, tra l’altro, ha espresso in modo assai collaborativo, un omaggio all’Italia per essersi sobbarcata quasi da sola l’impegno migratorio, mentre la Germania lasciava che il resto d’Europa stesse a guardare!); le due faziose hanno subito sottolineato che è avvenuta una scissione da parte di frau Petry, la vecchia leader, che intendeva proporsi, con le sue idee ultra-xenofobe, come alleata della vera estrema-destra (e per questo è stata isolata, e si è dovuta dimettere dal gruppo!). Sinceramente di questa gente menzognera  e ruffiana faremmo volentieri a meno, se non fosse che Sky finanzia in prima persona la fondazione renziana Open, ma non sappiamo con quanto denaro: forse sarebbe bene che i suoi abbonati lo sapessero!

Il difetto “maggiore” che AfD mette sul piatto della bilancia di un’elezione, che dopo 16 anni finalmente ha visto sciogliersi una vera e propria dittatura politica, basata sull’alta finanza neo-liberal-socialista e legata ad un imperialismo di tipo economico-sociale ai danni del Sud Europa, Italia compresa, è che sostiene un cattolicesimo tradizionalista (che sta prendendo sempre più piede ovunque, sotto gli sconquassi “francescani”, con un Papa adesso addirittura in sospetto di eresia e di corruzione!), che ha spacchettato l’alleato ipocrita della Merkel, la CSU bavarese, ed è profondamente anti-europeista (vuole una Germania che si sfili dall’Unione Europea, e casomai faccia accordi separati, come la Gran Bretagna  dopo la Brexit). Non è un caso, infatti, che AfD sia stata fondata da un economista, Locke, che poi si è dimesso al momento in cui ha capito, come tutti i teorici, che la politica deve seguire il pragmatismo, non le formule matematiche.

Checchè ne dicano le due bugiarde, e quindi la redazione menzognera di questa TV da strada, AfD è un movimento molto simile al M5S, che obiettivamente, tuttavia, anche a causa delle problematiche molto più attive in tema di immigrazione (la Germania ospita oltre 6 milioni di stranieri, anche se sta facendo discriminazione tra immigrati accogliendo esclusivamente islamici acculturati e con esperienze lavorative, che poi immette tranquillamente nei “mini-job” da 450 € al mese!), spinge maggiormente su una politica di blocco o riduzione dell’immigrazione, visto che, a far bene i conti, dai 43 milioni di occupati, con un record positivo di disoccupati del 6,7% (un record che Berlino condivide solo con l’Austria che  ha il 5,1!),  esce il più vergognoso “gioco delle tre carte” del mondo. Come evidenziano, infatti, i dati dell’istituto tedesco di statistica e dello Iab (l’agenzia governativa per la ricerca sul mercato del lavoro) nel 2013 nella Repubblica Federale si è lavorato per 58,07 miliardi di ore, mentre nel 2000 il monte ore totale era pari a 57,92 miliardi di ore. In sostanza negli ultimi tredici anni la somma delle ore lavorative non è cambiata, solo che gli occupati sono cresciuti dai 39,92 milioni del 2000 ai 42,3 milioni del 2013. 2,38 milioni di posti di lavoro in più a parità di ore lavorate. Cosa significa? Che in molti casi un posto di lavoro a tempo pieno del 2000 si è trasformato in tre mini-job o in due part-time. Ci sono più occupati ma sono occupati per meno ore, meno soldi e con minori garanzie.

Se ci pensate, si tratta del copia-incolla del nostro Jobs-Act, appreso da Renzi nelle lunghe ed intime sedute con la cancelliera, mentre fingeva, alla faccia degli italiani scemi, di contrastarla e criticarla! E naturalmente rientra nei dati falsificati all’uopo dall’Istat!

Come potete vedere, perciò, l’AfD non è affatto un partito di estrema destra, a meno che tutti quei movimenti che si prefiggono di cancellare dalla faccia della terra questa Unione Europea “schiavista”, regina del precariato e dell’alta finanza creativa, socia degli usurai che hanno trasformato le banche in lobby affaristiche, distruggendo intere filiere produttive (in Germania questo non accade, perché esiste una “banca di stato”, la KfW, che opera fuori bilancio (sic!), e che si occupa esclusivamente di crediti sociali (reddito di cittadinanza), e impieghi a favore alla piccola e media impresa (tramite crediti circolanti, la famosa moneta parallela!); mentre la grande industria viene cogestita da imprenditori e operai (consigli di gestione); che tutti quei questi movimenti, appunto, siano “fascisti”, in nome di quella “guerra delle parole” tanto cara al signor Emanuele Fiano. Il quale è un altro che predica bene, ma razzola male, molto male! (ITALIADOC)

 

 

 
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Le elezioni tedesche: una lezione per l'Italia

Post n°1631 pubblicato il 25 Settembre 2017 da r.capodimonte2009

La batosta, perché di questo si tratta, subita dalla Merkel, ma soprattutto dai “cristiano sociali di baviera” questi servi sciocchi dell’ex-pupilla della gioventù comunista DDR, e di conseguenza dal Partito Socialista, interpretato da uno dei più fanatici esponenti della burocrazia neo-liberista europea (e che ha fatto la fine indecorosa di tutti i socialismi europei, a cominciare da quello francese!), ci trasmette un messaggio importante: qualcosa sta cominciando a incrinarsi nelle certezze autoritarie ed illiberali del trust economico-politico- massonico messo a capo di quest’Unione Europea, che l’unica cosa che è diventata, una cosca di banchieri corrotti, e della loro cerchia di profittatori di regime. Così, mentre Schultz ritorna a fare il bottegaio di salsicce, qual è sempre stato, la “herr fraulein” si accoppia con i rimasugli della sinistra cosiddetta riformista e progressista, potremmo chiamarli gli epigoni renziani tedeschi, liberali e verdi, che per una poltrona venderebbero le loro madri (come fanno in Italia!); ma intanto cresce a dismisura il partito di estrema destra (ma non nazista come sbugiardano i nostri fogliacci menzogneri), che si porta a casa qualcosa come 80 deputati, diventando l’ago della bilancia del totalitarismo democristiano, una vera e propria spina nel fianco dell’organizzazione politico-mafiosa che in questo anni la leader germanica si era costruita nella sua paranoia di potere; e che ha scontentato, anche se i nostri giornalisti lo tengono per sé, le classi piccolo borghesi e la gioventù (non certo i figli di papà che si sono subito mossi per protestare contro le advance sociali e corporative della signora Weidel, candidata cancelliera, schiacciate, le prime, dalle classi privilegiate, arricchitesi con la speculazione bancaria, l’import-export (grazie all’euro-marco sopravvalutato); precarizzati i secondi, grazie a i mini-contratti, che sono serviti soprattutto alla granfe impresa per sfruttarli! E poco conta, se tra questi milioni di giovani, ci sono milioni di ex-migranti, turchi, siriani, iraqeni (pochi i neri, perché discriminati ovviamente dal tedesco!), accalappiati con la scusa che lì il lavoro c’era: ma poi, fatti i conti con lo stipendio miniaturizzato e i costi altissimi causati dalla moneta, costoro si sono ritrovati nel ghetto della miseria. Che, intendiamoci, non è una miseria all’italiana, ma sempre dura e priva di prospettive, è!

Il PD se la fa sotto: in Germania AFD nasce come populismo, ma non lo è, perché manca un vero movimento di protesta generalizzata come in Italia. In realtà è una componente della destra, potremmo definirla , sovranista-anti-europeista, una specie di “leghismo”, che mira alla condivisione del potere, non certo a fare le marcette col braccio teso. Un vero problema per la “pacioccona”, che adesso si troverà costretta a ripensare l’intera politica dell’accoglienza, ma soprattutto una politica economica che sfrutta l’Europa come una sanguisuga. Contrariamente a quel che si potrebbe pensare, infatti, AFD, ha più contenuti sociali di quel che sembra, tanto a avvicinarla più al M5S che alla Lega: e quando diciamo “contenuti sociali” parliamo anche delle politiche discriminatorie, in campo economico e sociale, del Nord Europa nei confronti del Sud Europa!

Dopo le parole non certo fraintendibili di Luigi Di Maio, dirette anche “a tutti coloro che non ci hanno votato”, e non ci pare di capire che si riferisse al PD o ai suoi vari ramoscelli rinsecchiti che ancora lo tengono in piedi, Renzi è stretto, da una parte da Berlusconi (ormai definitivamente escluso dall’eleggibilità, e quindi dimezzato!), dall’altra dal M5S che proporrà una strada che non è certo quella di Arcore o quella del giglio magico, e non ha speranze, se non qualche trucco elettorale, che in ogni caso diventa incontrollabile anche per lui, per proporre una “grosse koalition” che in germania è caduta!

E non potrà chiedere aiuto, questa volta, né ad un Napolitano, in via d’estinzione, né ad un Macron, il cui alibi si sta smontando di giorno in giorno, né, tantomeno, ad Angela Merkel e ai suoi sgherri, che finora hanno fatto finta di sopportare le discrasie economiche dell’Italia, per timore di sfamare il mostro populista, che adesso, in una veste ancora più pericolosa, si trova in casa. (ITALIADOC)

 
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L'Europa è alla vigilia di un'apocalisse sociale ed economica

Post n°1630 pubblicato il 23 Settembre 2017 da r.capodimonte2009

Sono passati appena sette giorni da quando il Commissario alla UE, Junker, ci ha raccontato, in una rara apparizione di sobrietà alcoolistica, quale sarà il futuro della sua Europa: momenti che si sarebbero vissuti meglio di fronte ad uno spettacolo horror! Ci arriveremo. Ma prima, come se fosse un perfido gioco del destino, sono arrivate dalla gran Bretagna due notizie per lui luttuose: che il Pil inglese, dopo solo un anno dalla Brexit, è, in crescita, il maggiore d’Europa (2% contro l’1,7 della Germania!), ma soprattutto, come ci informa il Financial Time, 80 banche centrali del mondo stanno rapidamente riducendo la loro esposizione in euro a favore della sterlina, aumentata del 2,63% (si parla di circa 6.000 miliardi di euro!); i motivi, lo capirebbero gli studenti al primo anno di economia, ma non lo capisce o fa finta di non capirlo la BCE, sono essenzialmente due (tralasciando le scarse prospettive politico-economiche di un club di lobbisti incapaci): l’artefatto aumento dell’euro rispetto al dollaro, che serve alla FED americana a salvare capre e cavoli con maggiori esportazioni, nelle aree proprio delle imprese europee, le quali, come oche giulive sono pedisseque a quest’Unione criminale; e la letale tossicità del “quantitative easing” di Draghi, che ha portato a tassi d’interessi al negativo, cioè al suicidio. Una manovra che non c’entra niente, tra l’altro, con la ripresa economica del vecchio continente, ma è tesa unicamente al salvataggio della mafia bancaria.

Da notare che dietro il “burattino” Junker si muove il burattinaio Schueble, e la sua padroncina Merkel, adesso che ha assunto il nuovo valletto Macron: e il loro fetore si sente lontano un miglio.

a)   La Troika verrà istituzionalizzata: cioè quel che vediamo in Grecia sarà estero a tutti i partner che, in futuro, dovessero derogare dalla tirannia tedesca, con i metodi “comunisti” che abbiamo visto, e che finora sono serviti solo a salvare bancarottieri corrotti, ad impoverire i greci fino al parossismo, e svendere gli asset produttivi ellenici a Berlino.

b)   Il MES (Meccanismo Europeo di stabilità), cui l’Italia partecipa con la bella sommetta di 25 miliardi l’anno, si trasformerà in un FME (Fondo monetario Europeo), che accorrerà sì al capezzale delle economie bisognose (come quella italiana), ma non certo gratis: imiterà, in tutto per tutto, l’esosità, l’usura e la predazione ufficializzata del fratello maggiore americano. In questo modo, con ogni probabilità, i tedeschi continueranno a inglobare risorse straniere, legalmente, e senza, naturalmente che i popoli possano correggerne il tiro: in nome di che? Ma della democrazia, bellezza!

c)    Scarsa propensione allo schema di garanzia dei depositi, come proposto, ad esempio, dai partiti all’opposizione, compreso il M5S: se è vero che la nostra Costituzione difende il diritto al risparmio, e i nostri Governi, schiavi dell’Unione, invece, lo sacrificano ai banchieri; altrettanta supponenza verso la proposta, proveniente dall’Est Europa, di condizionare i surplus di bilancio di certe economie (Nord Europa), riequilibrandoli con cessioni fiscali o di liquidità verso chi detiene, invece, minus; a meno che non vengano garantite le solite riforme di tipo stalinista che abbiamo visto in Grecia!

d)   Il rischio sui debiti dei singoli Paesi non sarà condiviso (eurobond), anzi, non solo resteranno separati i debiti consolidati (come quello italiano, il maggiore), ma le banche saranno costrette a contabilizzare i titoli sovrani non più a rischio “zero”, ma sobbarcandosi i ratei negativi!

e)    Insomma, in prospettiva, come anche si è compreso con l’accordo leonino tra Francia e Germania, l’Europa sopravviverà, ma solo “sdoppiata”, a Bruxelles amano parlare di “due velocità”. In realtà, e Parigi se ne è tirata fuori per un pelino, grazie all’appoggio della FED, che non vuole rischiare la perdita da capo di un importante partner atlantico di tipo militare, come accadde ai tempi di De Gaulle; ci sarà un’Europa sempre più ricca e un’Europa sempre più povera: la prima che sfrutterà barbaramente la seconda. Un principio abbondantemente promosso dal PD  e da F.I nel nostro Paese, dove le classi dirigenti, sempre più lobbiste e corrotte, si guardano bene dal promuovere riforme sociali adeguate, che rischierebbero, altresì, di riportare alle urne quel 50% di cittadini impoveriti che hanno dichiarato guerra alla politica, e che permette loro di tenersi il potere con percentuali del 20%. E non è un caso che i principi di Junker siano stati approvati e applauditi proprio dai delegati del PD e di F.I., gli stessi, che stanno accordandosi con i loro padroni di Bruxelles, su una legge elettorale che, come in Germania, ricacci indietro la democrazia agli Anni Venti del secolo scorso! (ITALIADOC)

 

 

 
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L'inoppugnabilità della candidatura DI MAIO

Post n°1629 pubblicato il 19 Settembre 2017 da r.capodimonte2009

Sul fatto che sia Luigi Di Maio l’unico candidato premier per il M5S, i media di regime si sono sbizzarriti in una serie di elucubrazioni menicomiali e senza costrutto, che vanno dalla conferma che il movimento è un qualcosa di assolutamente autoritario e pragmatico, fino al fatto che presto il bubbone si manifesterà addirittura con una scissione, tralasciando le varie ironie alla “bello fico” del democraticissimo, nonché comunista Il Manifesto. In realtà, a scanso di equivoci, in pochi avrebbero scommesso un centesimo su una gara a due o tre, che alla fine, poi, incoronasse comunque il vice-Presidente della Camera, ormai da anni in pectore per questa opzione. In particolare, Roberto Fico, l’ala sinistra dei Cinquestelle, così come Alessandro Di Battista, l’ala destra, presentandosi, avrebbero certamente causato una catastrofe ideologica, alla vigilia delle elezioni siciliane (che non è affatto detto che i grillini vinceranno!), e soprattutto in vista delle politiche, che sono la meta agognata di Grillo e dei Casaleggio da quattro anni! Perché nascondere, che, all’interno del “grillismo” non possa esistere una “destra” e una “sinistra”, che pur non avendo quasi nulla a che fare con le tradizionali connotazioni politiche, si confrontano su un tema ormai giunto a determinazione: la condivisione o l’alleanza con altre forze politiche, oppure l’intangibilità dell’esclusività politica e morale sugli altri soggetti politici. Non una differenza da poco, che, tuttavia sta assumendo la dicotomia dell’impossibile, visto che, se non altro i sondaggi (ma chi ci vuole credere?) hanno ormai piazzato il movimento in quel 28-29% che non serve per giungere al governo della repubblica da soli. E bisogna ringraziare gli dei che quella percentuale sia sempre lì, a martoriare la banda renziana, e che appunto le varie componenti ideologiche si siano assunte, lodevolmente, la responsabilità, di lavorare d’amore e d’accordo.

Non era facile, per carità, resistere, oltretutto di fronte all’ “arco costituzionale antigrillino”, di impronta simile a quello che negli Anni Ottanta discriminò la destra italiana, costituito da quasi tutte le forze politiche, comprese le estreme, terrorizzate che l’ex-comico potesse giungere al potere. Accompagnato, questa volta, dall’intera o quasi galassia mediatica, che mai, prima d’ora aveva dato una prova di sé tanto conformista nei confronti di un regime vero e proprio.

L’altra considerazione è quella che fa riferimento alla ormai accertata insindacabilità della web-democrazia, che a questo punto, si assottiglia fino a rendersi “presunta”, visto che agli iscritti toccherà votare un plebiscito.

Come se questa operazione, e ci rivolgiamo ai soloni della repubblica nata dalla Resistenza e obbediente alla costituzione, fosse un atto eversivo, o, addirittura, un disconoscimento di comportamenti ligi e partecipativi verso il popolo italiano!

LA SCELTA INOPPUGNABILE DI METTERE UN SOLO CANDIDATO IN FIERI DEL PREMIERATO, È STATA NON SOLO SAGGIA, MA ANCHE INEVITABILE. Lo abbiamo ribadito sopra, per motivi ideologici, lo confermiamo adesso, proprio i nome di certi ideali, calpestati e svergognati, da quando il Paese è stato ridotto semplicemente a protettorato straniero, sia dal punto di vista politico, che economico, che strategico.

L’ITALIA NON È PIÙ UNA DEMOCRAZIA ORMAI DA QUASI SETTE ANNI, da quando gli Stati Uniti e l’Unione Europea stabilirono che era necessario, visto che i Governi Berlusconi, nel bene e nel male, avevano tentato di restituirle un’autonomia dall’ ”atlantismo” e dal marco-dollaro, ridimensionarla, imponendole scelte letali  in politica estera e in politica economica: costringendo, sotto ricatto giudiziario, un Berlusconi mai tanto pavido ad appoggiare la insensata aggressione alla Libia; seguita, subito dopo, dagli intrighi massonici, che avrebbero condotto al potere, cacciato l’istrione, l’alta finanza internazionale, con lo scopo di dimezzare la potenzialità imprenditoriale e la ricchezza del Paese, attraverso la manipolazione e la corruzione degli istituti di credito, e di una classe imprenditoriale senza spina dorsale. In questo sette anni se ne sono viste di cotte e di crude, ma soprattutto si è vista l’occupazione dello Stato da parte di lobby mascherate da partiti neo-liberisti (né più di destra né più di sinistra!) vendute, pezzo per pezzo, ai poteri forti, e che hanno via via trasformato il Parlamento, la Giustizia, e le istituzioni in meri esercizi di trasformismo, di corruzione, di intrigo, strappando di mano al popolo il controllo democratico sullo Stato e sui suoi meccanismi, abiurando la Costituzione, e inaugurando la stagione delle caste: da quella giudiziaria a quella imprenditoriale, da quella culturale a quella mediatica. Tuttavia, mentre era in corso questa trasformazione nefasta, e i più scappavano dalle loro responsabilità elettorali, altri reagivano, e nasceva così il M5S, vera alternativa di lotta al sistema. Un movimento che, tuttavia, avrebbe pagato per lungo tempo la sua “ingenuità” e le sue “opzioni morali”, diventate cibo per il “minculpop” mediatico, ormai assurto ad alleato primario dei nemici della patria.

E chi ancora sostiene che in Italia sia vigente la libertà democratica, si vada a scorrere la semplice enumerazione dei disastri e delle prevaricazioni sociali (tutti programmati), accaduti in questi anni, in cui il popolo è stato tenuto in ostaggio: la sudditanza estrema dall’Unione Europea, che ha significato, praticamente, perdita della sovranità economica e monetaria; la disintegrazione della piccola e media impresa e dell’agricoltura, poli trainanti dell’economia nazionale, accompagnata da un incremento deleterio dell’inquinamento ambientale; l’aumento incontrollato della disoccupazione, specie quella giovanile, la perdita di valore da parte dei salari e delle pensioni, il mercimonio vergognoso dei privilegi, lasciati intatti nei confronti delle caste e delle lobby, anche politiche; la sconsiderata politica migratoria che ha portato l’Italia al fallimento, non solo finanziario, ma anche morale, mentre l’Europa le voltava la faccia, lasciandola sola, grazie a Governi complici, nella gestione suicida di questa emergenza; la catastrofe bancaria e finanziaria, che ha coinvolto, in prima persona, la stessa Banca d’Italia, del tutto corresponsabile della mancata vigilanza su collassi superiori a 50 miliardi di €, tutti o quasi concentrati su milioni di risparmiatori truffati.

C’è forse una nota di positività da sottolineare?

E allora, di fronte a questo cimitero degli elefanti, mentre il PD e Forza Italia (sempre complice di questa situazione), stanno tentando di reggere allo tsunami raccogliendo rottami di ogni genere, per ricominciare da capo, rafforzandosi in vista della gestione ultima del tracollo definito del paese, già chiaramente enunciato recentemente dall’alcoolista Junker; illudendo gli elettori con richiami alla democrazia del confronto (primarie, consultazioni di base, congressi, ecc.), quando di confronti non esiste traccia, aldilà delle menzogne renziane e berlusconiane; allora cosa avrebbe dovuto fare il M5S, che è l’unica opzione politica in grado di fermare questo olocausto nazionale, “fingere” di soppesare i candidati, di  dividere l’elettorato, di scoperchiare polemiche o invidie (che ci sono sempre, è la natura umana)?

Il candidato c’è, è quello e basta: il premier! Se poi avverrà che il movimento raggiunga la maggioranza e venga convocato al Quirinale, ci sarà posto per i ministri, e allora le componenti (se così vogliamo chiamarle) avranno l’occasione di partecipare in modo adeguato alla gestione del potere.

Il cui, scopo principale sarà proprio quello di ripristinare una democrazia ridotta in brandelli! Mai come oggi, chi non ha compreso questi passaggi, è meglio che emigri...  (ITALIADOC)”

 

 

 

 
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