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Ragazze, potere e mammą
Post n°130 pubblicato il 05 Maggio 2009 da ipersurrealistart
Tanto più grande diventa il potere di Silvio Berlusconi, tanto più la gente si mostra interessata al suo rapporto con le donne. Un premier come seduttore e come prodotto di mercato. L’ottobre scorso, sorpreso davanti ad una discoteca milanese, Berlusconi disse: “Se dormo anche solo tre ore, ho energia sufficiente per fare l’amore per altre tre ore”. Laconico il commento dell’autore dell’articolo: “[Berlusconi] ha 72 anni”. E’ l’aspetto che conta, l’apparenza è il messaggio. Berlusconi è l’antipolitico al potere, lo showman che fa lo statista, il giullare che fa il duce. Tutto e il suo contrario. Berlusconi è un supereroe senza poteri speciali. Proprio come un personaggio dei fumetti, egli può assumere qualunque forma: patron del calcio, messia, mostro del sesso e padre di famiglia, capo di stato e cantante di piano-bar, pio cattolico e libertino, industriale e operaio. Berlusconi si è trasformato in articolo di consumo, in un prodotto di mercato il cui unico messaggio è: scegli me! Non si distingue più tra privato e pubblico, e in Italia la tendenza è ancora più diffusa che nella Francia di Sarkozy. Berlusconi ha fatto dell’intrattenimento politica, e della politica un reality-show. Il suo avvocato è stato nominato ministro della giustizia, il suo medico deputato. Un’ex showgirl e pin-up è ora ministro per le pari opportunità. E una delle prime iniziative della Carfagna è stata proprio quella di impedire alle prostitute di vendere il proprio corpo. Berlusconi ha liberato la televisione italiana dal giogo della Chiesa per condurla nel magico mondo del consumismo. Italia 1 inventò nel 1983 il fenotipo della velina, quella creatura con i grossi seni e le gambe lunghe che da allora in poi diverrà una presenza costante in quasi tutti gli show televisivi. Oggigiorno c’è un concorso per diventare velina. Un’alta percentuale di ragazze italiane sogna di fare la velina, e di sposare poi un calciatore o una popstar. Oppure ancora di diventare addirittura ministro. Indimenticabile quella telefonata intercettata tra Berlusconi e il suo consigliere particolare Marcello Dell’Utri, la notte di San Silvestro del 1986. In quell’occasione Berlusconi si lamentava perché due ragazze dello show Drive-In avevano dato buca a lui e all’allora primo ministro Bettino Craxi: “Vuol dire che questa sera non scoperemo. Chi non scopa l’ultimo dell’anno, non scopa tutto l’anno”. Così come il suo potere, quest’uomo di stato vorrebbe rendere eterno anche il suo corpo. Egli trangugia elisir di lunga vita, non fuma e non mangia carne. Recentemente, Berlusconi ha addirittura annullato un incontro con il presidente dei ministri del Baden-Württemberg perché lo attendevano in una beauty-farm umbra per un trattamento completo secondo i metodi del Dr. Mességué. Definisce se stesso uno sgobbone, perché si occupa sempre di tutto ed è onnipresente: “Io lavoro sempre e non dormo mai più di due ore per notte”. Il suo medico personale, Umberto Scapagnini, ha dichiarato che Berlusconi è “tecnicamente quasi immortale”: “il suo fisico e il suo spirito hanno dimostrato una capacità di resistenza del tutto sovrannaturale. Egli è geneticamente diverso”. Sono più di 15 anni che Silvio Berlusconi plasma l’Italia. Il Paese si è rispecchiato in lui, anche quando lui al potere non c’era. Berlusconi ha fissato i temi, il linguaggio e lo stile della politica. Per il politologo britannico Colin Crouch, l’Italia di Berlusconi è l’esempio più eclatante di “società post-democratica”. Può essere. In questi ultimi tempi, la democrazia non ha più nulla a che fare con capacità o competenze specifiche, bensì con il consenso. E nessun altro politico europeo è una macchina acchiappa-consensi più efficiente di Berlusconi. In Germania, la politica di Berlusconi viene sostanzialmente vista come un tentativo di turbare l’ordine pubblico. Berlusconi è quello che, in occasione dell’incontro al vertice tenutosi a Trieste, si nascose dietro ad una colonna e gridando “cucù” spaventò il cancelliere tedesco Angela Merkel. Ciò che si tende a dimenticare è però che Berlusconi, da buon populista, ha messo al lavoro i suoi ministri proprio su quei problemi che sono da considerarsi come esempi tipici di quell’incapacità gestionale propria dello “stivale che puzza” Italia [definizione di SZ-Magazin]: gli scioperi selvaggi, la spazzatura a Napoli, la prostituzione di strada e il furore regolamentativo bizantino, il centralismo, la poltronaggine degli ufficiali pubblici e la lentezza della giustizia. Mah, sarà... Tutti sanno quanto sia difficile dover riformare un Paese nel quale le norme vengono volentieri interpretate come un’offesa all’intelligenza personale. [da “Mädchen, Macht und Mamma” di Alexander Smoltczyk] |
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