Creato da jex_77 il 06/01/2009 |
Combattiamo!
Combattiamo gli abusi, tutti, le violenze, gratuite e non, le guerre, le ingiustizie, la povertà, l'indifferenza.....insomma tutto ciò che ci rende ignobili al cospetto di Qualcuno che, forse prima o poi, Ci Giudicherà!
CHIAMA E DENUNCIA!
Bambini sfruttati, violentati e picchiati. Costretti a fare l'elemosina e a consegnare i soldi, pena le botte, ai loro aguzzini, nella maggior parte dei casi parenti o genitori. Di storie tristi e angosciose che hanno come protagonisti i bambini se ne sentono tante, troppe. E' in crescita purtroppo anche il fenomeno degli abusi sessuali sui minori
compiuti spesso da persone di loro conoscenza, nella maggior parte dei casi familiari.
"Le violenze avvengono sopratutto dentro casa e non riguardano solo le famiglie degradate ma tutte le classi sociali e tutte le categorie di professionisti" dicono gli esperti della Polizia di Stato. "Tra l'altro
gli abusanti si avvicinano ai bambini gradualmente e in modo subdolo per riuscire a conquistare la loro fiducia". E in fenomeno si diffonde sempre di più anche su Internet. In alcuni casi per fortuna rari, ma raccapriccianti le violenze sono tali da arrivare perfino ad uccidere le piccole vittime.
Oltre agli uffici minori, istituiti presso le varie questure in seguito alla legge n. 66 del 96, con lo scopo di risolvere i problemi dei minorenni e delle famiglie in difficoltà, è stata costituita anche una Sezione Minori presso la Direzione centrale della polizia criminale e alcune sezioni
specializzate presso le Squadre mobili delle questure. Questi uffici si occupano in particolare delle indagini sugli abusi sessuali, lo sfruttamento della prostituzione, la pornografia infantile e il turismo sessuale a danno dei più piccoli. Bisogna inoltre sottolineare l'impegno, in costante aumento, che la polizia postale e delle comunicazioni
dedica alla denuncia e all'oscuramento dei siti internet a contenuto pedo-pornografico. Utile si è rivelata la collaborazione dei navigatori che a Stop-it, il sito realizzato dall'associazione "Save the Children" in collaborazione con la Postale, a cui sono giunte dal 2002 ad oggi ben 7.770 segnalazioni.
Come difendere dagli abusi i propri figli? Prima di tutto parlare con loro e non lasciarli troppo da soli.
COPIATE ED INCOLLATE!!!
Nel mondo dei blog siamo numerosi ,pero', possiamo riuscirci a far girare un messaggio a tutti per una causa buonissima ANTIPEDOFILIA! Perche' episodi su tanti bambini siano solo un brutto ricordo per tutti. Daremo un segnale... CREDIAMOCI INSIEME!! Ricopiate sul vostro blog o profilo questo stralcio e vediamo quanti di noi riescono realmente a dar vita a questa campagna e,dopo averlo copiato aggiungete la vostra firma... come dire IO CI STO!!
Combattiamo insieme:
Goldrake - Actarus - Neruda74s - Antonio - missfiore - ladyviolet991 - navyseal2006-usb1_dgl - mammina76 - ioia1976 - luca85dgl5-natyr6-miky -glisser1972-pluto027-Dark_Anima_Oscura-maryargiolas-§trega25-jex_77
TEMA DI UN BIMBO DI 12 ANNI......
.....Gli Stati riconoscono il diritto di ogni bambino ad essere protetto
contro lo sfruttamento economico e a non essere costretto ad alcun
lavoro che comporti rischi o sia suscettibile di porre a repentaglio la
sua educazione o di nuocere alla sua salute o al suo sviluppo fisico,
mentale, spirituale, morale o sociale[…]” Così dice l'articolo 32 della
convenzione ONU sui diritti dell'infanzia, tuttavia nel mondo, 211
milioni di bambini e bambine lavorano. Hanno meno di 14 anni,
dovrebbero andare a scuola, giocare, avere tempo per riposare, e invece
lavorano: nei campi, nelle discariche, sulla strada, ovunque vi siano
opportunità di guadagnare qualcosa per aiutare a sopravvivere sé e la
propria famiglia. Alcuni riescono a trovare il tempo per frequentare la
scuola, ma la maggior parte di essi non ha mai messo piede in un'aula
scolastica, ed è probabile che non lo farà mai. A meno che qualcuno li
aiuti. Le stime più recenti ci dicono che i bambini lavoratori vivono
soprattutto in Asia, ma che è l'Africa il continente in cui, in
proporzione, è più alta la probabilità che un bambino sia costretto ad un'occupazione precoce. Tuttavia, i baby-lavoratori sono numerosi nei paesi a medio reddito
e non mancano neppure nei paesi industrializzati: trecentomila in
Italia, paese che, per questo triste primato, si colloca nelle prime
posizioni europee superato solo dal Portogallo e dall'Albania.....
CLICCA E FIRMA
TRATTO DA WWW.POLIZIADISTATO.IT
La legge n. 38 pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 15 febbraio 2006 contenente: "Disposizioni in materia di lotta contro lo sfruttamento sessuale dei bambini e la pedo-pornografia anche a mezzo Internet"
E' stato previsto un'inasprimento delle pene e viene ampliata la nozione di pedo-pornografia e del suo ambito. Riguardo alla prostituzione minorile (art.600bis) viene punito chi compie atti sessuali, in cambio di denaro o di altra utilità, con minori di età compresa tra i 14 e i 18 anni. Per quanto riguarda il turismo sessuale è previsto l'obbligo per i tour operator che organizzano i viaggi di inserire, sui cataloghi e sui documenti forniti agli utenti, in modo evidente la dicitura: "la legge italiana punisce con la reclusione i reati concernenti la prostituzione e la pornografia minorile, anche se commessi all'estero".
Le sanzioni previste per la pedo-pornografia on line (dagli art. 600ter e 600quater del codice penale) si possono applicare – seppure diminuite di un terzo – anche alle immagini virtuali. Per immagini virtuali si intendono quelle realizzate ritoccando foto di
minori o parti di esse "con tecniche di elaborazione grafica…(omissis) la cui qualità di rappresentazione fa apparire come vere situazioni non reali".
La normativa agevola sempre di più anche l'attività degli inquirenti prevedendo la possibilità di arresto in flagranza di reato per l'acquisto o la cessione di materiale pedo-pornografico anche virtuale.
Tra le pene accessorie, in caso di condanna, l'interdizione perpetua da qualsiasi incarico nelle scuole di ogni ordine e grado, negli uffici o nelle strutture, pubbliche o private, frequentate prevalentemente da minori. Una serie di obblighi e responsabilità sono previste anche per i fornitori di servizi in Rete. Questi in particolare hanno l'obbligo di segnalare al "Centro Nazionale per il contrasto alla pedo-pornografia sulla rete Internet" i soggetti e le imprese che distribuiscono o commerciano materiale pedo-pornografico e a fornire le informazioni sui contratti. Inoltre per impedire l'accesso ai siti segnalati i fornitori di connettività alla rete Internet devono utilizzare strumenti di filtraggio.
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http://www.cristianesimo.it/pedopreti2.htm
Post n°194 pubblicato il 31 Luglio 2010 da jex_77
PERCHE’ MOLTI PRETI SONO PEDOFILI? Intervento di uno psicoterapeutaSempre più spesso, nonostante la censura di Stato si affanni per impedire la divulgazione di questo genere di notizie, vengono riferiti dalla stampa, ma soprattutto dai siti internet italiani ed esteri, episodi di pedofilia che hanno come protagonisti dei preti. Che si tratti di una vera e propria “epidemia” lo dimostra anche lo zelante interessamento del signor Giuseppe Ratzinger il quale, qualche anno fa, da cardinale, interveniva con veemenza contro i media americani che “osavano” diffondere questo genere di notizie, che potevano turbare i fedeli e gettare discredito sulla Chiesa cattolica. Evidentemente già da allora il modello di “informazione corretta” adottato da Ratzinger era quello italiano, enfatico e trionfalistico quando si tratta di osannare il papa, omertoso e mistificatorio quando si tratta di nascondere le malefatte della chiesa o dei suoi funzionari. La mancanza di pudore da parte del signor Ratzinger giunse persino a fargli teorizzare che, poiché la percentuale di preti con esperienze di pedofilia (che in America viene stimata fra l’1 e il 6%) non sarebbe superiore a quella della popolazione generale (il che è tutto da dimostrare), ciò dovrebbe indurre i giornalisti a considerare del tutto “ovvio” che debbano esistere dei preti pedofili, quantomeno in quantità tollerabile e statisticamente “inevitabile”, al punto da non creare più “inutili” e inopportuni scandalismi di fronte a tali eventi che, sempre secondo Ratzinger, non dovrebbero nemmeno “fare notizia”, essendo in qualche modo già “scontati”. Ora, ci si potrebbe domandare come mai la Chiesa non ha mai spiegato perché fare il prete cattolico non attenui, o perlomeno non ponga un freno morale, a queste disinvolte tendenze che, non dimentichiamolo, producono veri e propri crimini e non peccatucci veniali. Da coloro che si proclamano predicatori di verità divine nonché strenui difensori di inconsapevoli embrioni, sempre pronti a condannare tutto e tutti, ci si dovrebbe attendere quantomeno un minimo di coerenza e di comportamenti esemplari, ma evidentemente così non è. Sta di fatto che questo atteggiamento di copertura verso i preti pedofili sarebbe costato a Ratzinger un procedimento giudiziario negli Stati Uniti, per oggettivo favoreggiamento, se non fosse che la nomina a papa ha fatto decadere la possibilità di proseguire l’iter, ed arrivare magari ad una condanna. Questo è avvenuto non in quanto Ratzinger è divenuto capo di una chiesa, ma in quanto “capo di Stato” estero, ovvero del Vaticano, quindi, secondo le leggi vigenti negli USA, “immune” dalla competenza dei tribunali. Quanto alla situazione americana, vale la pena ricordare che la sola diocesi di San Francisco, in California, ha patteggiato risarcimenti alle famiglie dei bambini vittime di preti pedofili, per ben 21 milioni di dollari. Per tutti gli Stati Uniti le cifre dei risarcimenti si aggirano intorno al miliardo di dollari. Un vero disastro economico per il cattolicesimo americano, che oltretutto non gode di alcun finanziamento pubblico. *** Al di là di queste notizie viene da chiedersi: perché i preti diventano pedofili? Molti penseranno che sia uno degli effetti del celibato forzato, ma se dipendesse semplicemente da questo, dovremmo osservare somiglianze statistiche con analoghe situazioni di castità obbligatoria, cosa che non risulta. Del resto, se la condizione di celibato diventasse insostenibile per il prete, perché non ripiegare nella normale eterosessualità adulta, più o meno clandestina? No, certamente il comportamento pedofilo non può essere spiegato con la semplice repressione sessuale, nemmeno se esasperata e prolungata negli anni. Sebbene la pedofilia sia un crimine particolarmente odioso perché colpisce le vittime più indifese e disarmate, va tuttavia detto che essa evidenzia uno stato di regressione psichica da parte di chi la mette in atto. Un pedofilo non è mai completamente adulto, bensì cerca, a livello inconscio, di rievocare simbolicamente la sua stessa infanzia. La mancanza di maturità sessuale da parte dei preti, che l’esperienza del seminario non ha certo potuto permettere, potrebbe aver “fissato” lo stato evolutivo psichico ad uno stadio preadolescenziale. Questa interpretazione narcisistica del comportamento pedofilo dei preti sarebbe confermata dall’osservazione dell’età media delle vittime, spesso compresa fra gli 8 e i 12 anni. Va anche sottolineato che nella quasi totalità dei casi si tratta di pedofilia omosessuale, ed anche questo elemento ci fa capire come il prete pedofilo abbia pesanti conflitti da risolvere con sé stesso, con la propria sessualità, con la propria storia e soprattutto con la propria identità. La pedofilia è comunque un fenomeno estremamente complesso, non è semplicemente espressione di tendenze regressive infantili negli adulti (altrimenti i pedofili sarebbero milioni!). Va considerato un altro fondamentale aspetto: il rapporto sado-masochistico. Anche qualora non vi sia violenza, è innegabile che il pedofilo, per sottomettere la vittima, faccia leva sul suo potere adulto e sulla sua superiorità fisica e psicologica. E’ anche evidente che lo scopo del pedofilo non è di procurare piacere, ma di ottenerlo, anche usando la propria preda come fosse un giocattolo inerme. C’è dunque una notevole componente ideologicamente autoritaria nella pedofilia. Un autoritarismo che si esprime come un bisogno di possessivismo morboso, invincibile, da cui non ci si può sottrarre. E’ estremamente significativo che in molti episodi riportati dalle cronache, si nota che i preti pedofili generalmente non prendono particolari precauzioni per nascondere i propri perversi comportamenti. Nel loro delirio di onnipotenza (che è anch’esso di origine infantile) essi preferiscono contare sulla omertà delle proprie vittime piuttosto che sul mettere in atto i comportamenti devianti in contesti protetti, magari lontano dal proprio ambiente. *** A questo punto possiamo avanzare un’ipotesi che forse dà un senso logico a tutto quanto esposto precedentemente, e che potrebbe almeno in parte spiegare il ricorrente nesso fra comportamento pedofilo e condizione di prete. Riepilogando, abbiamo analizzato le principali componenti della pedofilia e abbiamo riscontrato regressione, autoritarismo, possessivismo morboso. Guarda caso, si tratta dell’essenza più intima della teologia cattolica! Il cattolicesimo, fra tutte le religioni del mondo, è infatti quella che offre al popolo il maggior numero di simboli infantili: non a caso il personaggio più proposto, più venerato, più rappresentato e rispettato è una mamma. Poi, proprio come si fa con i bambini, vengono continuamente propinate promesse, minacce, premi e punizioni. Raramente, o forse mai, si parla di responsabilità personale o di libere decisioni, quelli sono comportamenti troppo adulti, i cattolici possono solo osservare, seguire, credere, aderire, obbedire, confessare, pentirsi, ecc. Sempre a proposito di regressione infantile, si osservi che il principale rito cattolico, nonché il comportamento più meritorio e sacro, è un comportamento “orale”, cioè l’eucarestia. Che i buoni cristiani debbano fare la comunione tutte le domeniche ricorda incredibilmente un vecchio luogo comune: “i bambini buoni mangiano tutta la pappa”. Non solo: nella liturgia cattolica si insiste, non a caso, sul fatto che l’ostia debba essere “imboccata” dalle mani del sacerdote, e non presa in mano dall’adepto. Come accade con una mamma che nutre un bambino che non sa ancora tenere in mano il cucchiaino. Pochi hanno notato che, a suo tempo, ci fu un richiamo di papa Wojtyla proprio su questo argomento, ovvero dell’ostia “imboccata” dal prete, dato che molte chiese si stavano disinvoltamente protestantizzando su questa formalità apparentemente insignificante, distribuendo ostie direttamente nelle mani dei fedeli. Ma alla chiesa certi dettagli non sfuggono, perché ne conoscono l’enorme portata psicologica. Ed è infatti così che la chiesa vuole che siano i suoi sottoposti: inermi, inconsapevoli, bambini che si abbandonano ciecamente nelle mani di una autorità protettiva e consolatoria. Bambini che non sanno nemmeno usare le proprie mani. Guarda caso, anche i pedofili hanno bisogno di soggetti passivi ed inconsapevoli. Curioso vero? Sta di fatto che il bambino stuprato, vittima del pedofilo, magari del prete-pedofilo, è quindi una metafora del cattolico perfetto: sottomesso, timoroso, silenzioso, fiducioso che ciò che accade è per il suo bene. *** Il prete pedofilo non cessa dunque di essere prete (“Tu es sacerdos in aeternum”), anzi, forse esprime nella forma più eloquente ed esplicita quella ideologia che la sua mente ha assorbito da anni e anni, finendo per identificarsi con essa. Avete notato? I preti pedofili se scoperti non lasciano mai il sacerdozio, a differenza dei preti che hanno avuto delle “banali” relazioni con donne. Inoltre, difficilmente vengono sospesi dalle celebrazioni religiose, tutt’al più vengono trasferiti “per non dare scandalo”. Ora sappiamo perché: la pedofilia esprime in realtà ruoli e significati profondamente ed intimamente “cattolici”, sebbene il prete pedofilo abbia il paradossale ruolo di essere contemporaneamente vittima (sia dei suoi problemi personali che di una ideologia oggettivamente nociva per l’equilibrio psichico) e carnefice (perché commette abusi senza preoccuparsi dei danni indelebili che procura agli altri). La dinamica “prete pedofilo-bambino” è dunque una efficace metafora del rapporto fra la chiesa e i suoi fedeli, fra l’istituzione possessiva e autoritaria, e i suoi seguaci ingenui e “bambini”. Tra l’altro la chiesa, battezzando bambini inconsapevoli, e indottrinandoli sin dalla scuola materna, a ben vedere mette in atto le stesse tecniche di adescamento usate dai pedofili, che infatti fondano la loro seduzione proprio sulla non conoscenza, sulla non consapevolezza e persino sul senso di timore riverenziale che la vittima avverte “dopo” l’avvenuto “battesimo” (in questo caso il termine va interpretato con un doppio senso). In entrambi i casi, questi bambini “vittime” (sia di pedofili che di chiese pedofile) sanno provare solo sensi di colpa, e non l’opportuno e sacrosanto diritto alla propria integrità mentale e fisica. Infatti, come tutti gli psicoterapeuti sanno bene per esperienza professionale, ricevere una educazione rigidamente cattolica non lascia minori conseguenze negative nella personalità rispetto agli effetti dei traumi psicologici che derivano dal subire episodi di pedofilia. Anzi forse questi ultimi, essendo tutto sommato più circoscritti, possono essere superati più facilmente. *** Un’altra analogia simbolica fra pedofilia e cattolicesimo la troviamo, nientemeno, nella messa. Che cos’è la messa? La rievocazione del sacrificio di una vittima innocente! Il rito del cosiddetto “agnello” che viene sacrificato sull’altare “per l’espiazione dei nostri peccati”. Un prete, dunque, che celebra la messa, drammatizza simbolicamente (per la teologia cattolica addirittura materialmente) il “sacrificio di una vittima innocente”. Potremmo paradossalmente dire che anche i pedofili “sacrificano vittime innocenti”. Questo è molto importante perché è il cuore dell’ideologia cattolica. Abituare la propria mente a pensare che sacrificare vittime innocenti sia un rituale sacro, positivo, espiatorio, purificatore e da cui scaturisce il bene, può certamente confondere l’inconscio, “abituandolo” a concezioni sottilmente perverse e sacralizzate. Il prete pedofilo, stuprando bambini, per quanto spaventoso e deviante possa sembrare, non fa altro che “celebrare una messa”, usando simboli diversi ma evocando significati analoghi, ovvero: la vittima innocente va sacrificata. Il suo sangue non è la prova della violenza umana, al contrario, esso ci “lava” e ci purifica! Del resto, cose simili accadevano anche in molti antichi riti religiosi. Quanti poveri animali sono stati torturati, dissanguati e uccisi affinché i sacerdoti si illudessero, in tal modo, di ripulire sia la propria coscienza che quella altrui! *** Possiamo infine concludere che il pedofilo, sia esso prete o no, è una persona con gravi problemi, che in modo irrazionale, deviante e purtroppo dannoso per gli altri, cerca sé stesso e la sua perduta identità sessuale. Nel caso in cui il pedofilo sia un prete, la situazione è resa ancora più complessa a causa della nefasta influenza psichica di quella teologia che è stata oggetto dei suoi studi, della sua formazione e della sua vita. L’omertà della chiesa, e le sue solite negazioni dell’evidenza, oltretutto, impediscono a questi preti di essere curati, supportati da specialisti della psicologia, magari portati in psicoterapia. E perché no, studiati di più, affinché si possa tentare di prevenire il continuo ripetersi di questi fenomeni. Evidentemente la chiesa preferisce tenersi dei preti pedofili, che continueranno a fare vittime innocenti, piuttosto che correre il rischio di confrontarsi con delle menti liberate.RIPORTATO INTEGRALMENTE DAL WEB - NON CI E' DATO SAPERE CHI SIA LO PSICOTERAPEUTA. |
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Questa è una battaglia che sento ardere dentro me
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La lotta alla Pedofilia. Questo cancro della società moderna
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Fermiamoli! Denunciamoli! Esplodiamo!
E' un diritto dei bambini vivere un'infanzia serena
è un dovere per noi cosiddetti "adulti" proteggere la loro infanzia.....
Non ignoriamoci, guardiamoci attorno ed occhi sempre aperti!
Jex ;-)
Inviato da: annarel_la
il 08/12/2010 alle 18:32
Inviato da: nonna.fra
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Inviato da: annarel_la
il 18/11/2010 alle 20:32
Inviato da: jex_77
il 05/11/2010 alle 08:23
Inviato da: capitano570
il 03/11/2010 alle 19:33