JON.L il 06/12/06 alle 11:24 via WEB
mi verrebe da rispondere aquesto tuo post con un paiio dei miei, uno riguarda l'aoressia, che tralascio, anche se in stretta relazione con questo post, ma mi limito ad inviartene uno, che se riterrai troppo lungo o invasivo,scrivo fin d'ora che lo potrai eliminare tranquillamente...
Nella nostra società spesso si parla di malessere psichico e spirituale, è qualcosa di cui ne soffrono molte persone e forse la società stessa. Questo malessere è determinato da una serie di fattori, che concorrono esponenzialmente a formarlo... non stò qui ora ad enunciarli, ma una cosa è certa, manca una spiritualità, che sempre più si stà perdendo ed assieme a lei i valori che la supportano ed il senso della vita stessa, lasciando sempre più posto per il nulla, il non senso ed il materiale... NON PARLO DI RELIGIONE, QUANDO MI RIFERISCO ALLA SPIRITUALITA', MA A QUALCOSA DI MOLTO PIù PROFONDO, INTIMO E PERSONALE; una società in cui prevale una dimensione sull'altra, abbandonando una parte CENTRALE della nostra essenza, creando un profondo squilibrio e inducendo la gente a perdere di vista la via... l'appagamento e l'egoismo personale prevale su ogni altra cosa e tutto diviene lecito al fine di soddisfarlo: Importante è stabilire delle priorità, tra quello che si vuole ora, imminentemente e quello che si desidera nel profondo dell’animo. Accade, che si pensi sia inutile decidere, impegnarsi per la vita, questo succede per paura della morte; in questo contesto, a rendere indifferenti le cose non è la vita, bensì la morte. La vita è tempo: il nostro tempo,composto di ricordi, speranze, di emozioni, ma soprattutto è composta da relazioni con altri. Noi siamo amici, nemici, figli, padri, madri, donne uomini, colleghi e in queste relazioni interagiamo di continuo. Porsi la domanda di cosa si vuole, diviene un’imperativo della vita, la richiesta di cosa ognuno di noi voglia da questo tempo e questa vita, quindi diventa il primo e più importante passo da seguire. Cosa vogliamo dalla vita? Penso che ognuno di noi voglia vivere bene ed essere felice… Da questo ovviamente sorge la domanda: cosa mi dona felicità e mi fa stare bene? Credo che per prima cosa si debba sentirsi trattato come essere umano non inferiore ad altri in quanto tale. Molti pensano che sia il possesso a donare la felicità, ma in verità molto spesso questo porta a perdere la vita e il tempo, rincorrendo cose che poi alla fine si scopre che in realtà non ci servono e ci hanno rubato il nostro tempo, nella ricerca di possederle, se andate nel profondo di voi stessi, scoprirete che realmente le cose che vi hanno donato felicità, spesso non sono legate al possesso, ma a cose semplici naturali, che si vivono e non si possono possedere: sentimenti, emozioni, attimi vissuti, spazi percorsi, esperienze e gesti ricevuti e donati… Dunque in questo scopriamo una grande verità, enunciata anche 2000 anni fa e ribadita negli anni da saggi e grandi, con varianti, ma che semplicemente dice: tutto ciò che tieni per te lo avrai perso per sempre, tutto ciò che donerai sarà tuo per sempre. Quello che teniamo stretto, ci tiene vincolati a sua volta, più possediamo e più siamo posseduti dal nostro avere. Andando in questo senso scopriamo altre verità scordate, che concorrono alla propria felicità e conseguentemente a quella altrui: Scrive Erich Fromm: “tutto ciò che fai agli altri lo fai pure a te stesso; questo nasce ovviamente dal messaggio Vangelico : non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te! L’amore riveste anche un profondo ruolo nella felicità umana, essendo esseri sociali e avendo bisogno di condividere la vita per trovare nel percorrere lo specchio in cui riflettere la propria esperienza, nasce l’esigenza primaria di Amore, di amare ed essere amati, e parlando d’amore mi riferisco ad ogni sua variante e forma. La vita dunque dovrebbe essere "passione" in ogni azione gesto parola,questo la rende grande,nel nulla troviamo il tutto, ma se cerchiamo qualcosa perdiamo noi stessi... il Tao è la via per il nulla, ma il nulla in esso è considerato la via che porta a se stessi... Dunque in questo contesto, il valore del vivere, nasce nella ricerca di se tessi delle proprie verità e del proprio senso e motivo d'esistere... C'è chi riesce a nasconder-si la verità... Non la reputo fortuna nasconder-si qualcosa è semplicemente un modo per vivere superficialmente, evitando di andare in fondo per paura di vivere “con passione” e veramente questa esperienza... Ognuno ha un suo livello e decide più o meno consapevolmente in quale vivere e percorrere il suo tempo:la profondità è complicata e formata di grandi passioni, dubbi e ricerca, la superficie è molto più leggere e crea meno impegno, ma vivere in superficie, non dona l'intensità che crea la profondità, sia nel bene che nel male, nella profondità tutto assume più forza e colore ogni cosa si vive con intensità esponenziale ed i colori sono più intensi... La verità alberga in ciò in cui noi crediamo, si può aver fede, oppure no, si può credere in ideali oppure solo in se stessi, ma la cosa importante è che una volta che siamo risusciti a trovare noi stessi e le nostre verità, sappiamo essere coerenti e vivere in queste, agire in quel senso e percorrere la strada che abbiamo deciso sarà la nostra. Fatto questo avremmo dato un senso alla nostra vita e se quello in cui abbiamo deciso di credere sarà reale bene altrimenti comunque avremmo vissuto con passione e non ci saremo lasciati vivere...Capita di sentire che ci vuole coraggio, ma il coraggio, non significa non aver paura, ma credere che esista qualcosa di più importante della paura stessa. La paura è un'emozione innata in ogni essere umano, ha un suo scopo e ruolo fondamentale per la salvaguardia di se stessi,la paura genere adrenalina, che serve ad allertare il corpo e la mente ed a renderlo iperattivo e pronto all'attacco o alla fuga... La paura ha un senso ed un motivo d'esistere, come ogni altra emozione. Ha un'utilità fin tanto che non si trasforma in terrore e perdita di capacità intellettiva e reattiva e, fin tanto che è motivata oggettivamente conferma la sua valenza. Nel momento in cui arriva senza un apparente motivo e si presenta nelle sue infinite forme e divagazioni, con inconscia motivazione, diviene patologia e le sue radici si devono spesso ricercare nell'inconscio e nel profondo, nelle sue ancestrali origini, o rimossi motivi. Quando la paura è positiva diventa una sfida, un limite da superare per trovare conferme e confronto, per ricercare il proprio limite e superarlo, per appagare la propria innata sete di andare oltre i propri limiti e paure , annullando in questo modo il potere della paura stessa e della paura suprema, togliendole forza e potere decisionale... L’infelicità, la paura nascono spesso dal modo in cui si vive La felicità esiste già nell’uomo. Non ci si deve preoccupare d’ essa, perché esiste già nel cuore delle persone come esiste ogni altro sentimento Molti affermano di voler essere felici, ma spesso accade che si afferma una cosa, facendone un’altra. Ci sono delle condizioni da seguire per vivere felici e per vivere in salute, per ottenere queste cose ci si deve impegnare in quel senso, quindi ci vuole impegno e volontà, non basta il solo pensiero alla felicità, ma si deve agire in quel senso. Fare passeggiate nei boschi, in montagna, in luoghi armoniosi, nuotare o correre sulla spiaggia, fare esercizio fisico, adottare uno stile di vita sano, rispettare il proprio corpo e la propria mente, non lasciarsi trasporta dall’eccesso ricercare la spirutalità innata in ognuno di noi. Lasciarsi andare al cibo ed alla pigrizia, concorrono a questo degrado.mangiare in modo ossessivo, distruggere la salute per poi continuare a chiedere dove poterla trovare... Bisogna cambiare il meccanismo che distrugge la nostra vita, cambiare le priorità e lo stile. La salute non è qualcosa che si può trovare da qualche parte, non è un oggetto. La salute nasce da un modo completamente diverso di vivere. A creare malattia e paure concorre il modo scorretto in cui viviamo e lo stesso crea infelicità e paure. Tutti noi protendiamo verso la felicità, ma questa non può nascere dal solo desiderarla, dobbiamo trovare la capacità di osservarci dall’esterno in modo onesto ed obbiettivo, comprendere cosa ci rende infelici, cosa alimenta quel senso di infelicità e la costruisce, una volta riusciti a comprenderne il motivo e la causa, si deve trovare la forza per invertire questo processo, prendendo decisioni, a volte anche drastiche, dando un taglio al riproporsi di eventi che vanno ad alimentare quel senso di infelicità, paura, tristezza, dolore e compiendo uno sforzo per trovare un’altra rotta, seguendo la strada che è innata in noi… L’infelicità, spesso comporta un grande sforzo per attuarla, mentre la felicità esiste latente in ognuno di noi, tutti gli esseri vivono di questo sentimento naturalmente, sono i comportamenti, i condizionamenti, i sistemi complessi che stiamo usando a causare l’inversione di tendenza che stà dilagando nelle nostre vite. La paura e le fobie, le psicosi e le depressioni ne sono un sintomo in costante aumento, sono la cartina tornasole di qualcosa che non va, di un’avanzare nella direzione sbagliata nella vita e nel divenire, della nostra esistenza. Jò
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