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La sposa cadavere di Tim Burton
Post n°26 pubblicato il 04 Dicembre 2005 da deppfan
Tag: articoli
E’ un momento professionale decisamente felice per TIM BURTON. L’ex ragazzo prodigio del cinema americano, anticonformista e spesso non capito, ora è un regista di successo, osannato dalla critica e amato dal pubblico, capace di ottenere grandi risultati senza rinunciare alla sua poetica: un’ ironia grottesca con fortissime venature di malinconia. Quest’anno, a brevissima distanza dal successo planetario de La fabbrica del cioccolato, torna con un gioiello di animazione, La sposa cadavere, che riporta alle atmosfere del suo Nightmare before Christmas. Burton parla con entusiasmo del metodo di animazione “stop motion”, una tecnica antica che ha richiesto una preparazione lunghissima: “Ciò che affascina di questa tecnica è la capacità di rendere le storie molto emozionali. Volevo creare un film di animazione che avesse una forte partecipazione emotiva. Nelle storie d’amore c’è sempre una parte positiva e una parte triste. La miscela tra questi due elementi era il fulcro del film. Ho visto per anni quel genere di animazione, a partire dai film di Ray Harryhausen, e mi è sempre sembrato un mezzo per ottenere qualcosa di profondamente emotivo. Penso dipenda dal fatto che è realizzata manualmente. Ed è per questo che mi sembrava il mezzo giusto per questa storia. Tutte le forme di animazione sono valide, ma c’è qualcosa di speciale nella costruzione di questi piccoli set, con i pupazzi, l’illuminazione, insomma c’è qualcosa che mi comunica un maggiore senso di realtà rispetto ad altre forme di animazione”. Burton sembra non fare gran differenza nell’affrontare film di animazione e film con attori in carne e ossa, le tematiche sono simili e il mezzo espressivo viene scelto per l’aderenza alla storia che si deve realizzare: “Io adoro la tecnica dello stop motion ma non farei tutti i miei film in quel modo! Quello che cerco di fare è trovare il mezzo giusto per ogni determinato progetto. E’ stato così anche per Nightmare before Christmas. Avrei potuto farlo in animazione tradizionale, con i disegni,ma non lo ritenevo adatto. Mi hanno proposto di fare La sposa cadavere con la computer animation ma sentivo che doveva essere realizzato in questo modo. Abbiamo anche fatto dei tentativi ma il film non aveva lo stesso sentimento. Penso che la scelta del mezzo sia importante proprio come la scelta dell’attore giusto”. Uno dei fattori strabilianti dal punto di vista visivo è l’utilizzo del colore, una gamma di sfumature di grigi avvolge i personaggi del mondo dei vivi, mentre i morti sono raffigurati con esplosioni di colori: “Abbiamo fatto in modo che il mondo dei vivi apparisse come quello dei morti e viceversa. Una sorta di confronto tra una vita fatta di regole e una vita creativa. C’è sotto un grande lavoro di sfumature soprattutto nei casi in cui i due mondi convergono. Il colore, la sua assenza o la sua presenza, sono stati trattati come personaggi della storia. Penso che il mio interesse nella storia nasca dalla contrapposizione tra la vita repressiva della terra dei viventi e la vitalità della terra dei morti”. Un altro tema del film è il ritratto feroce della comunità umana, invidiosa, arrivista, pronta a tutto per interesse economico o di classe. “Questo è quello per cui si combatte continuamente nella società – osserva Burton – si cerca sempre di rinchiudere le persone in categorie. Qualsiasi cosa io faccia, dipingere o scrivere o altro, è per oppormi a questo meccanismo, per spezzare la normalità usando la mia immaginazione. Ho sempre sofferto il conflitto tra conformismo e difesa delle individualità”.
Articolo tratto da FILMTV n.43
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Inviato da: volandfarm
il 25/03/2009 alle 04:32
Inviato da: volandfarm
il 24/03/2009 alle 23:59
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il 24/03/2009 alle 23:59
Inviato da: lorteyuw
il 24/03/2009 alle 14:20
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il 24/03/2009 alle 14:20