Creato da julietjolie il 24/07/2008

Casa di nonna

Tessere il futuro col filo dei ricordi.

 

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10 Settembre 2017

Post n°563 pubblicato il 28 Agosto 2018 da julietjolie
 

Le rose di Amatrice

Ci siamo tornati ancora una volta, l'ultima era stata ai primi di giugno.
Ci siamo tornati per incontrare una cara amica e buttar giù insieme un progetto di solidarietà.
Ci siamo tornati come si va a far visita al Camposanto o in pellegrinaggio.
Ci siamo tornati ancora una volta senza macchina fotografica, con soltanto le nostre lacrime.
Abbiamo pranzato con un panino dato che i ristoranti dell'area-food erano strapieni e se non avevi prenotato non c'era niente da fare. Ne siamo stati tutti contentissimi, anche se non ho potuto fare a meno di rammaricarmi per l'occasione mancata di dare un pò di ossigeno alle altre attività produttive locali che ancora non hanno un punto vendita dopo più di un anno! Tutte quelle persone che hanno mangiato benissimo e si sono riportate a casa le foto delle macerie (verrebbe quasi da dire di non toglierle, sono un'attrattiva turistica! Poveri noi!) avrebbero certamente comprato souvenirs e kit per fare l'Amatriciana o la Gricia.
Ma non è di questo che volevo scrivere.
Questo terremoto mi ha cambiato o meglio ha cambiato profondamente il mio rapporto con la Terra.
Da piccolina, alla scuola elementare, la maestra mi ha insegnato che esistono esseri viventi ed esseri non viventi. Che ci sono persone, animali e cose. Terra: nome comune di cosa, femminile, singolare. Montagna: nome comune di cosa, femminile, singolare.
Terra e montagna appartengono al regno minerale, sono inanimate, sono cose.
E' qui l'inganno, l'errore che poi partorisce mostruosità come raccontare ai bambini che dentro la terra c'è un drago che scatena i terremoti. La terra è un essere vivente. Come tale cresce, si muove, respira.
Non può essere altrimenti. Come è possibile, se la terra è soltanto una cosa senza vita, che da essa nascano erbe, fiori, alberi e frutti? Che essa dia vita, acqua e cibo?
San Francesco, del cui spirito è piena la valle in cui vivo diceva:
Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre Terra,

la quale ne sustenta et governa,
et produce diversi fructi con coloriti fiori et herba.
Il terremoto? E' soltanto la terra che cresce. Le montagne che si stiracchiano.
Ogni volta che percorro la strada per Amatrice resto a bocca aperta per lo stupore e la meraviglia davanti alla maestosità degli Appennini così come mi accade ogni volta che vedo schiudersi una rosa.
Ad Amatrice le rose fiorite sono ovunque, nate nei giardini di case che non esistono più, profumano l'aria dove ondeggiano alberi che sono sempre lì. I rampicanti ricoprono i muri indifferenti alla loro rovina, la natura non sembra scossa più di tanto in mezzo a tutta quella distruzione.
Davanti a quel che resta dell'imponente, un tempo, chiesa di Sant'Agostino, proprio in faccia alle montagne, osservo ciò che resta dell'opera dell'uomo: cumuli di sassi, tegole, cemento, ferro. L'opera di Dio è lì, immota e quasi immutata ma soprattutto viva con i suoi colori e profumi.                             
Che cos'è l'uomo perchè te ne curi, il figlio dell' uomo perchè te ne dia pensiero? Eppure l'hai fatto poco meno degli angeli, di gloria e di onore l'hai coronato, tutto hai posto sotto i suoi piedi.
E lui, cieco, tutto distrugge pagando il suo pegno all'avidità.

Ci siamo tornati e come ogni volta sulla strada del ritorno ci siamo fermati da Amelia, di Casale Nibbi, per comprare quello che ha sia esso yogurth di fattoria, ricotta, caciotta o il fantastico stracchino stagionato.
Comprerei anche i sassi pur di sostenere le aziende di queste splendide persone forti e tenaci proprio come le loro montagne.
Ci siamo tornati e ancora una volta siamo tornati a casa col cuore straziato.

Non ci sono immagini in questo post perchè io foto lì proprio non ne faccio, non posso dimenticare che lì sotto, sotto quelle macerie, sono morte 249 persone e le foto prese da internet non trasmettono assolutamente quello che ho visto lì con tutto il suo orrore e la sua meraviglia.
Venite a vedere con i vostri occhi.

 
Commenti al Post:
Le rose di Amatrice
 
atapo
atapo il 17/09/17 alle 22:22 via WEB
Ero stata sui monti Sibillini cinque anni fa, PRIMA... ci torneremo, per l'aiuto che può dare il turismo. Intanto continuo a comperare le lenticchie di Norcia...

 
Juliet il 21/09/17 alle 16:57 via WEB
sono posti bellissimi e se lo dico io che sono una patita del mare vuol dire proprio che hanno un fascino irresistibile

 
CiaoGi_57
CiaoGi_57 il 18/09/17 alle 11:13 via WEB
Ciao Giulietta. Mia sorella era là l'anno scorso proprio la note della scossa, e quest'anno ci è tornata, come in un pellegrinaggio, anche lei voleva portare un supporto economico, comprare cose per dare in qualche modo il suo piccolo sostegno. Ho un cugino, invece, che con le sue mani d'oro, dall'anno scorso ripara e rimette a nuovo roulotte che vengono comprate da un'associazione no profit proprio per quelle persone che ancora stanno aspettando una sistemazione. Dall'anno scorso credo che abbia già fatto almeno una decina di viaggi, in carovana con altri volontari per portare laggiù, sia le roulotte che altri generi di necessità.

 
Juliet il 21/09/17 alle 18:45 via WEB
Sono queste le cose che mi commuovono...persone lontane che diventano così vicine. Le persone come voi sono quelle che mi fanno ancora credere che il futuro non sarà poi così brutto come lo dipingono giornali e televisioni.

 
RavvedutiIn2
RavvedutiIn2 il 05/12/17 alle 14:24 via WEB
Dei terremoti e delle catastrofi naturali in genere, noi umani non abbiamo colpe, ma dei loro effetti, considerando che si potrebbe ad esempio costruire meglio, dei loro effetti, si, ne abbiamo colpa. Ciao a te. Roberto

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