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Quando gli uomini creano opere immortali...

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"Persistenza della memoria", Salvador Dalì

Post n°3 pubblicato il 28 Marzo 2008 da Junglearte

L'opera che vado trattando oggi è di una bellezza enigmaticamente scorcentante, così come del resto la maggior parte delle altre opere nate dall'estro geniale di Salvador Dalì.

Salvador Dalì (il cui nome per intero era, come per molti suoi connazionali, davvero lungo e difficile da tenere a mente: Salvador Domingo Felipe Giacinto Dalì Domenech) nasce a Figueres (in Spagna) l'11 maggio del 1904, e muore nel medesimo posto agli inizi del 1989). E' stato sicuramente uno degli artisti di maggior peso del '900, e oltre che pittore è stato anche scultore, designer, scrittore e cineasta.

Già dal suo volto potrete capire l'esuberante creatività artistica che lo caratterizzava, accentuata poi dall'incontro con alcuni artisti quali Pablo Picasso, Luis Bunel, Federico Garcia Lorca. E' stato influenzato prima dal cubismo e poi dal surrealismo. (Di seguito qualche sua opera)



Una curiosità su di lui è sicuramente quella che egli realizzò il famosissimo logo del chupa chups nel 1969 in un'ora! Ve lo sareste mai aspettato?

"Persistenza della memoria", l'opera che andiamo ammirando, è stato realizzato nel 1931, è un olio su tela e le sue dimensioni sono abbastanza modeste (24 x 33 cm).

Come potrete agevolmente notare tutto il dipinto è incentrato su 4 colori base: il celeste di cielo e orologi, il marrone rugginoso e il nero dell'ambiente, il giallo di monti, luce e contorno degli orologi. Con solo questi colori Dalì è riuscito a creare una opera che, per le sue caratteristiche, per questi orologi che sembrano come squagliarsi e colare a mò di vernice, rimane impressa nella mente e spinge a chiedersi il significato profondo che voleva trasmettere l'autore.

Di seguito vi riporto quanto trovato riguardo l'opera sul sito http://tenaviv.interfree.it :

In uno dei suoi scritti autobiografici, The Secret life of Salvador Dalí del 1942, l’artista descrive la genesi di questo dipinto inizialmente intitolato Orologi molli che rappresenta, in un certo senso, la storia della personalità di Dalí in eterno contrasto tra la dura scorza esterna del proprio ruolo pubblico e sociale e la sensibile “mollezza” della propria fragile interiorità.
Su uno dei tanti paesaggi di Port Lligat, tra gli scogli aguzzi della Costa Brava e un ulivo secco e malinconico in primo piano, Dalí immaginò tre orologi come oggetti inattesi, sottratti alla realtà quotidiana e deformati dallo sguardo delirante di un sogno, che è quello creato dall’inconscio dell’artista sintetizzato nell’occhio dalle lunghe ciglia che giace addormentato (secondo un’idea già proposta da Dalí ne Il grande masturbatore del 1929). Questi tre orologi sul punto di sciogliersi al sole - mentre un quarto, ancora chiuso nel suo coperchio dorato, è assaltato da un cumulo di formiche brulicanti - rappresentano l’aspetto psicologico del tempo, il cui trascorrere, nella soggettiva percezione umana, assume una velocità e una connotazione diversa, interna, che segue solo la logica dello stato d’animo e del ricordo. L’opera, ribattezzata Persistenza della memoria, che oggi è indubbiamente il pezzo più famoso del MoMa di New York, venne acquistato dal mercante americano Julien Levy decretando il successo e la fortuna economica della produzione di Dalí negli Stati Uniti.

Null'altro d'aggiungere: opera unica di un artista indimenticato e indimenticabile!

 
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