Il VENTO e il LEONEIl guaio è che gli uomini hanno una particolare abilità nello scegliere proprio le cose peggiori per loro (J. K. Rowling) |
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IL CANTO DEL DERVISCIO
L'uomo è un flauto di canna, sospeso sugli abissi. E invoca la sua origine, cui vorrebbe tornare, tra i lamenti. Poiché è la strada di casa che ha smarrito, e la cerca. Udendolo, il mio cuore è mosso a pietà. E vorrebbe aiutarlo, ma non osa, perché sa che il compito è suo, di lui solo. E l'amore è una dolce follia, che riesce a guarirci dal peccato. Gli innamorati si incontrano, senza parlare, e ciascuno di essi dice proprio ciò che deve dire, ciò che l'altro s'aspetta. Mosè perse i sensi, alla vista del Divino. E così l'amante, che rincorre l'amato. E lo scorge dappertutto, avvolto in mille veli. Che gliene annunciano l'onnipresente esistenza. E quando l'incontro ha luogo, è una dolce ebbrezza, nel delirio, a imporsi. Queste storie si aprono al mondo. Esse sono rivolte agli amici, affinché imparino a guardare. E intraprendano il cammino, se già non si sono messi in viaggio.
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Post N° 85. Sono giunto sin qui, alla fine di tutto. Ho guardato negli occhi il gabelliere dal naso adunco, l’espressione arcigna; i sogni stipati nel paniere, come un minatore col suo pranzo. Non sono più in grado di discernere quei messaggi che la vita dispone in combutta col destino; forse è solo stanchezza o la collaudata diffidenza che mi porto sulle spalle come un sacco da emigrante; forse tutte le spigolose sfumature che mi colorano le mani sono smalto di pittore, illusione da parete. Troppe parole di confine mi indossano taglienti, e queste tavole di frassino in cui adagio il mio sospiro, evocano lamenti silenziosi, ambascerie di scongiuro: – di che sanno le tue labbra? Del sangue di Abele o delle mani di Caino? – . Raccogli le tue bandiere, le tue sconce carabattole di passione d’ordinanza: non possono più illudere nessuno. Sosta in quell’anfratto di speranza che sa di favola d’Oriente, senza il cordone reciso di pazienza, senza il desiderio affranto di rinascita. Vi troverai uno squarcio di passato, privo del sorriso di un bambino, un ponte diroccato di dolcezza, parole sterili ed egoismo. Sono giunto sin qui, alla fine di tutto. Accolgo una sigaretta fra le dita, e come un prestigiatore d’altri tempi disegno parabole di fumo. In lontananza le ombre scemano: il sipario è chiuso. |
Inviato da: Kastaghir
il 10/11/2009 alle 03:11
Inviato da: hope.s
il 10/11/2009 alle 03:08
Inviato da: space.dream
il 12/01/2009 alle 23:07
Inviato da: space.dream
il 12/01/2009 alle 22:56
Inviato da: Gioconda_I
il 25/11/2008 alle 14:49