Il VENTO e il LEONEIl guaio è che gli uomini hanno una particolare abilità nello scegliere proprio le cose peggiori per loro (J. K. Rowling) |
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IL CANTO DEL DERVISCIO
L'uomo è un flauto di canna, sospeso sugli abissi. E invoca la sua origine, cui vorrebbe tornare, tra i lamenti. Poiché è la strada di casa che ha smarrito, e la cerca. Udendolo, il mio cuore è mosso a pietà. E vorrebbe aiutarlo, ma non osa, perché sa che il compito è suo, di lui solo. E l'amore è una dolce follia, che riesce a guarirci dal peccato. Gli innamorati si incontrano, senza parlare, e ciascuno di essi dice proprio ciò che deve dire, ciò che l'altro s'aspetta. Mosè perse i sensi, alla vista del Divino. E così l'amante, che rincorre l'amato. E lo scorge dappertutto, avvolto in mille veli. Che gliene annunciano l'onnipresente esistenza. E quando l'incontro ha luogo, è una dolce ebbrezza, nel delirio, a imporsi. Queste storie si aprono al mondo. Esse sono rivolte agli amici, affinché imparino a guardare. E intraprendano il cammino, se già non si sono messi in viaggio.
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I MIEI BLOG AMICI
In questa terra lontana puoi percepire cio' che in nessun altro luogo al mondo ti e' dato di comprendere. Puoi osservare il lento mutamento dell'esistenza, il trascorrere delle stagioni in un solo giorno, o semplicemente cio' che e' stato milioni di anni e fa e cio' che sara' in eoni di tempo a venire. Non occorre andare lontano per osservare dentro se stessi, ma e' necessario vivere altrove per riscoprire quali siano le radici che ci ancorano al nostro passato, permettendoci di crescere verso il futuro. Venite in questa terra ai confini del mondo. Abbandonatevi tra le braccia di qualcosa che non avete mai immaginato. Sentirete nuova linfa scorrervi dentro, una forza indescrivibile e primordiale. Trasvolate l'oceano e le terre emerse sino agli antipodi. Nessun vi chiedera' chi siete, dove andate o donde venite. Per una volta, forse, sarete davvero solo voi stessi. |
Post n°111 pubblicato il 05 Novembre 2009 da Kastaghir
Guardo questo cielo Ciao Alda Qui ai confini del mondo le notizie arrivano quando meno te lo aspetti ... Solo ora ho saputo che un'altra anima che incarnava parole e sentimenti si e' spenta. Il mio pensiero per te.
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. Crist sensa cros, ò mòrt, biond partisan che ‘t pende con la còrda al còl, strossà, le man daré dla shin-a ai pols gropà, j’euj fiss al cel: a un ragg ëd sol lontan . Ij cornajass, ch’at vòlo antorn, a van a posesse an sij branch dl’erbo gëlà e con dë strèp ëd bèch e dë sgrinfà scarnirlo toe fatësse ‘d Crist paisan. . An slë sfond invernèngh ëd la campagna, biancastra ondolà parèj d’un mar, l’erbo e tò còrp son ferm ant na mistà. . Ma un fil ëd sangh, dai tò pé rèid, a sagna ant ij sorch frèid come scalin d’autar scaudand la smens dël gran dla Libertà. . (Luigi OLIVERO) |
Post n°109 pubblicato il 11 Febbraio 2009 da Kastaghir
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«[…] acciò che tu più agevolmente apprenda di fare, dèi sapere che a te convien temperare et ordinare i tuoi modi non secondo il tuo arbitrio, ma secondo il piacer di coloro co’ quali tu usi, et a quello indirizzargli […]» . Che ci piaccia o meno, nel quotidiano, interagiamo con il nostro prossimo. Ognuno di noi si comporta nei modi e nelle maniere che più ritiene consoni alla situazione, talvolta con buon senso, tal’altra senza curarsi minimamente di ciò che sta facendo. Esistono però delle convenzioni, differenti da luogo a luogo, che in particolari ambiti, regolano i rapporti sociali fra le persone. Vediamone alcune: . In automobile: - se guidate un SUV, ricordatevi che è un auto arrogante, perciò guidatela come guidereste un’utilitaria - fate accomodare la persona di maggior riguardo accanto al guidatore - regolate riscaldamento, aria condizionata, volume dello stereo secondo i desideri di tutti - evitate di appendere cornetti e portafortuna, cagnetti semoventi, bamboline e immaginette varie - evitate coprisedili in paglietta, plastica e finta pelle - se guidate all’estero, ricordatevi che oltre confine ci si ferma sempre davanti ai pedoni in attesa di attraversare le strisce pedonali e che il clacson non è uno strumento musicale In ufficio: - arrivando o lasciando l’ufficio, si saluta sempre non solo il capo o il collega, ma anche la centralinista, la segretaria e il personale addetto alle pulizie - “per favore” e “grazie” si usano sempre quando si fanno richieste a colleghi, collaboratori e subalterni - si critica l’esecuzione di un lavoro, mai l’esecutore in termini personali - nelle riunioni non ci si parla addosso né si interrompono gli altri relatori e neppure si abusa del tempo a disposizione per parlare; inoltre non si tengono accesi computer e cellulari consultando in maniera ossessivo-compulsiva messaggi o posta elettronica - non si masticano la gomma o i cappucci di penne o matite A tavola: - non si agura buon appetito. Se qualcuno lo fa, meglio far finta di nulla o accennare un sorriso - per iniziare a mangiare, si aspetta la padrona di casa - assumere una postura corretta sulla sedia, senza irrigidirsi ma neppure stravaccarsi, ricordando di non poggiare mai i gomiti sul tavolo, nemmeno al termine del pasto - mai posare il cellulare accanto al piatto: non è una posata - mai riempire fino all’orlo i bicchieri di acqua e vino. Se il commensale che vi siede accanto vuole versarvi del vino, dite “no, grazie” ma senza coprire il bicchiere con la mano - mai soffiare su un cibo caldo e mai spiaccicare il riso per raffreddarlo - il coltello normale non deve tagliare il pesce, la frittata e la torta - la “scarpetta” non si fa, ma se proprio si vuole, in un pranzo informale, è opportuno tenere il pane fra le dita e non usare la forchetta - mai usare gli stuzzicadenti e mai e poi mai usarli coprendosi la bocca con la mano - noccioli di olive e ciliege, lische di pesce non vanno sputati, ma raccolti con la mano e poggiati su un lato del piatto. Ossicini di selvaggina e semi di cocomero vanno tolti prima di iniziare a mangiare - i pasticcini vanno presi dal vassoio insieme alla cartina pieghettata - mai dire “cin cin” durante un brindisi - al ristorante non chiamate il cameriere battendo col coltello sul bicchiere, né chiamarlo urlando “capo” o “garçon” - sempre al ristorante ricordarsi che i piatti vengono serviti a sinistra, mentre il vasellame sporco viene ritirato da destra - nelle scegliere i vini non fate finta di essere intenditori - alla fine del pasto, nei pranzi formali, le posate vanno appoggiate sul piatto verticalmente (a ore 6; ricordando che le posate appoggiate sul piatto a ore 8.20 indicano al personale che non deve ritirare la portata in quanto non avete terminato), il tovagliolo infine va appoggiato senza essere piegato alla sinistra del piatto - fondamentale poi ricordare che mentre si beve, il mignolo va sempre tenuto in basso Gesti comuni: - non si fanno commenti ironici o di superiorità se qualcuno intorno a noi infrange le regole del galateo - non si risponde “salute” quando qualcuno starnuta - non si esclama “salve” a conoscenti o sconosciuti - non si dice “piacere” stringendo la mano a qualcuno - non si presenta la propria consorte dicendo “la mia signora” - ci si presenta con nome e cognome, così come ci si firma (e non viceversa), in genere non esibendo alcun titolo a meno che le circostanze non lo richiedano - si stringe la mano altrui con naturalezza, senza stritolarla od offrire la propia floscia e umidiccia - si tiene spesso spento il cellulare, dotandolo di una suoneria discreta o usando la modalità di vibrazione, rammentando ai nostri amici che non siamo a disposizione ovunque e comunque . Chiaramente queste sono indicazioni sommarie, discutibili naturalmente, ma generalmente accettate quali basi di minimo buon senso ed educazione, elementi fondamentali per il reciproco rispetto. Naturalmente se desiderate aggiungerne altre, scrivetelo pure. In proposito, per quel che mi riguarda, non sono sempre incline a seguire pedantemente le convenzioni, anzi, infrangerle dando deliziosamente scandalo, talvolta, è veramente gradevole. Del resto, in questi frangenti, come trekkiana memoria consiglia, amo rammentare a me stesso la 48° regola dell'Acquisizione ferengi: « The bigger the smile, the sharper the knife», che possiamo grossomodo tradurre come «Più grande è il sorriso, più affilato è il coltello» |
. Mi accosto a queste fenditure di dialogo, barricate contrapposte di favori, solitudini intellettuali o semplici cinismi dell’età; mi accosto con la curiosità infantile di scoprire, di nutrire quel desiderio atavico di comprensione, di salda chiarezza di parole. Scorgo al breve sguardo un orizzonte scomposto dagli eventi, congetture disposte dalle voci contrastanti, dalle brillanti intuizioni di volti sfiniti dal colore della piazza. Scorgo al breve tatto la densità d’idea, greve nel disperato tentativo d’evasione. |
È la festa più solenne dell’anno celtico. Si celebra il 1° novembre e segna l’inizio dell’anno. In quanto fine di un anno e inizio di un altro, la notte di Samhain è un “periodo sospeso”, al di fuori del dominio del tempo storico e costituisce un canale attraverso il quale si può entrare in contatto con l’Altro Mondo. Proprio quest’ultimo carattere magico e di unione fra i due mondi è rimasto nella cristianizzazione della festa, che ne ha fatto Ognissanti e i Morti, con il loro corrispettivo folklorico di Halloween. Etimologicamente significa “riunione”, per altri “fine dell’estate”. Poiché i Celti si dicevano discendere da Dispater, cioè da un dio notturno, e computavano il tempo per notti e non per giorni, è ragionevole pensare di fissare l’inizio dell’anno d’inverno e non in primavera. La festa era della più solenni, contraddistinta da banchetti, giochi e festini, e la sua durata era in genere di quindici giorni, ma comunque sempre almeno tre giorni prima e tre giorni dopo Samhain. Era in tutti i sensi una “riunione”, o assemblea, che vedeva unita tutta la comunità intorno a banchetti di carne di maiale o di cinghiale, cibo dell’immortalità. La gente del síd incontrava quel giorno gli esseri umani e ogni portento poteva accadere. Si tenevano delle fiere e i druidi giudici fissavano importanti questioni di diritto e politica, si emettevano sentenze. In Irlanda ogni fuoco doveva essere spento e sarebbe stato acceso solo quando i druidi della residenza reale di Tara ne avessero riacceso uno. È questo il momento, sospeso e dunque eterno, in cui Mac Oc spodesta sua padre, il Dagda e ne ottiene temporaneamente il síd, “per una notte e per un giorno”, cioè perl’eternità. (J.A. MacCoulloch, The religion of ancient Celts) |
. Girovagando fra i blog si leggono cose simpatiche … fatemene postare una letta around the web: Una coppia decide di andare per una settimana al mare e di recarsi nello stesso hotel di 20 anni prima, durante la loro luna di miele. Ma all’ultimo momento, colpa di un problema sul lavoro, la moglie e’ costretta a partire con un giorno di ritardo. Decidono cosi’ che il marito parta il lunedì e la moglie l’indomani. L’uomo arriva come previsto, affitta la camera e si rende conto che nella camera si trova un pc connesso. Decide di scrivere alla moglie, ma sbaglia indirizzo e la e-mail arriva a casa di una vedova appena tornata dal funerale del marito, morto per un infarto. Dopo essersi cambiata la vedova decide di dare un’occhiata alla posta elettronica, per vedere se ci sono lettere e trova la e-mail. Il suo cuore non resiste e cade in terra. Ecco cosa c’era scritto: "Alla mia cara sposa. Sono arrivato bene, sarai sicuramente sorpresa di ricevere mie notizie ora e con questo metodo, ma qui ci sono dei pc e puoi scrivere ai tuoi cari. Sono appena arrivato e ho già verificato per il tuo arrivo domani. Non vedo l’ora di vederti e spero che il tuo viaggio sia bello come il mio. Ps: Non portare molti vestiti, perché qua fa un caldo d’inferno...." |
. Tra le varie letture che si possono trovare sui quotidiani, sono incappato in una lettera significativa e piuttosto simpatica a proposito degli amici quadrupedi. Ve la posto perché merita riflessione e sorriso: «Un uomo scrisse ad un hotel in Irlanda per chiedere se avrebbero accettato il suo cane. Ricevette la seguente risposta: “Caro signore, lavoro negli alberghi da più di trenta anni. Fino a oggi non ho mai dovuto chiamare la polizia per cacciare un cane ubriaco nel corso della notte; nessun cane ha mai tentato di rifilarmi un assegno a vuoto e non ho mai trovato un asciugamani dell’albergo nella valigia di un cane. Il suo cane è benvenuto. Se lui garantisce può venire anche lei”». |
Inviato da: Kastaghir
il 10/11/2009 alle 03:11
Inviato da: hope.s
il 10/11/2009 alle 03:08
Inviato da: space.dream
il 12/01/2009 alle 23:07
Inviato da: space.dream
il 12/01/2009 alle 22:56
Inviato da: Gioconda_I
il 25/11/2008 alle 14:49