Il VENTO e il LEONEIl guaio è che gli uomini hanno una particolare abilità nello scegliere proprio le cose peggiori per loro (J. K. Rowling) |
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IL CANTO DEL DERVISCIO
L'uomo è un flauto di canna, sospeso sugli abissi. E invoca la sua origine, cui vorrebbe tornare, tra i lamenti. Poiché è la strada di casa che ha smarrito, e la cerca. Udendolo, il mio cuore è mosso a pietà. E vorrebbe aiutarlo, ma non osa, perché sa che il compito è suo, di lui solo. E l'amore è una dolce follia, che riesce a guarirci dal peccato. Gli innamorati si incontrano, senza parlare, e ciascuno di essi dice proprio ciò che deve dire, ciò che l'altro s'aspetta. Mosè perse i sensi, alla vista del Divino. E così l'amante, che rincorre l'amato. E lo scorge dappertutto, avvolto in mille veli. Che gliene annunciano l'onnipresente esistenza. E quando l'incontro ha luogo, è una dolce ebbrezza, nel delirio, a imporsi. Queste storie si aprono al mondo. Esse sono rivolte agli amici, affinché imparino a guardare. E intraprendano il cammino, se già non si sono messi in viaggio.
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SamhainÈ la festa più solenne dell’anno celtico. Si celebra il 1° novembre e segna l’inizio dell’anno. In quanto fine di un anno e inizio di un altro, la notte di Samhain è un “periodo sospeso”, al di fuori del dominio del tempo storico e costituisce un canale attraverso il quale si può entrare in contatto con l’Altro Mondo. Proprio quest’ultimo carattere magico e di unione fra i due mondi è rimasto nella cristianizzazione della festa, che ne ha fatto Ognissanti e i Morti, con il loro corrispettivo folklorico di Halloween. Etimologicamente significa “riunione”, per altri “fine dell’estate”. Poiché i Celti si dicevano discendere da Dispater, cioè da un dio notturno, e computavano il tempo per notti e non per giorni, è ragionevole pensare di fissare l’inizio dell’anno d’inverno e non in primavera. La festa era della più solenni, contraddistinta da banchetti, giochi e festini, e la sua durata era in genere di quindici giorni, ma comunque sempre almeno tre giorni prima e tre giorni dopo Samhain. Era in tutti i sensi una “riunione”, o assemblea, che vedeva unita tutta la comunità intorno a banchetti di carne di maiale o di cinghiale, cibo dell’immortalità. La gente del síd incontrava quel giorno gli esseri umani e ogni portento poteva accadere. Si tenevano delle fiere e i druidi giudici fissavano importanti questioni di diritto e politica, si emettevano sentenze. In Irlanda ogni fuoco doveva essere spento e sarebbe stato acceso solo quando i druidi della residenza reale di Tara ne avessero riacceso uno. È questo il momento, sospeso e dunque eterno, in cui Mac Oc spodesta sua padre, il Dagda e ne ottiene temporaneamente il síd, “per una notte e per un giorno”, cioè perl’eternità. (J.A. MacCoulloch, The religion of ancient Celts) |
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il 10/11/2009 alle 03:11
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