Il VENTO e il LEONE

Il guaio è che gli uomini hanno una particolare abilità nello scegliere proprio le cose peggiori per loro (J. K. Rowling)

 

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Nulla albergherà più del necessario
sul volto scevro di parole
Accadrà a questo attempato desiderio
di sorgente
silenzio inerte di peccato

Dell'attesa languida di luce
paziente canto di rugiada
non si avrà notizia

 
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« Così è, se vi pareSilenzi »

Galateo, overo de' costumi

Post n°107 pubblicato il 20 Novembre 2008 da Kastaghir
 

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«[…] acciò che tu più agevolmente apprenda di fare, dèi sapere che a te convien temperare et ordinare i tuoi modi non secondo il tuo arbitrio, ma secondo il piacer di coloro co’ quali tu usi, et a quello indirizzargli […]»

.

Che ci piaccia o meno, nel quotidiano, interagiamo con il nostro prossimo. Ognuno di noi si comporta nei modi e nelle maniere che più ritiene consoni alla situazione, talvolta con buon senso, tal’altra senza curarsi minimamente di ciò che sta facendo. Esistono però delle convenzioni, differenti da luogo a luogo, che in particolari ambiti, regolano i rapporti sociali fra le persone. Vediamone alcune:

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In automobile:

-            se guidate un SUV, ricordatevi che è un auto arrogante, perciò guidatela come guidereste un’utilitaria

-            fate accomodare la persona di maggior riguardo accanto al guidatore

-            regolate riscaldamento, aria condizionata, volume dello stereo secondo i desideri di tutti

-            evitate di appendere cornetti e portafortuna, cagnetti semoventi, bamboline e immaginette varie

-            evitate coprisedili in paglietta, plastica e finta pelle

-            se guidate all’estero, ricordatevi che oltre confine ci si ferma sempre davanti ai pedoni in attesa di attraversare le strisce pedonali e che il clacson non è uno strumento musicale

In ufficio:

-            arrivando o lasciando l’ufficio, si saluta sempre non solo il capo o il collega, ma anche la centralinista, la segretaria e il personale addetto alle pulizie

-            “per favore” e “grazie” si usano sempre quando si fanno richieste a colleghi, collaboratori e subalterni

-            si critica l’esecuzione di un lavoro, mai l’esecutore in termini personali

-            nelle riunioni non ci si parla addosso né si interrompono gli altri relatori e neppure si abusa del tempo a disposizione per parlare; inoltre non si tengono accesi computer e cellulari consultando in maniera ossessivo-compulsiva messaggi o posta elettronica

-            non si masticano la gomma o i cappucci di penne o matite

A tavola:

-            non si agura buon appetito. Se qualcuno lo fa, meglio far finta di nulla o accennare un sorriso

-            per iniziare a mangiare, si aspetta la padrona di casa

-            assumere una postura corretta sulla sedia, senza irrigidirsi ma neppure stravaccarsi, ricordando di non poggiare mai i gomiti sul tavolo, nemmeno al termine del pasto

-            mai posare il cellulare accanto al piatto: non è una posata

-            mai riempire fino all’orlo i bicchieri di acqua e vino. Se il commensale che vi siede accanto vuole versarvi del vino, dite “no, grazie” ma senza coprire il bicchiere con la mano

-            mai soffiare su un cibo caldo e mai spiaccicare il riso per raffreddarlo

-            il coltello normale non deve tagliare il pesce, la frittata e la torta

-            la “scarpetta” non si fa, ma se proprio si vuole, in un pranzo informale, è opportuno tenere il pane fra le dita e non usare la forchetta

-            mai usare gli stuzzicadenti e mai e poi mai usarli coprendosi la bocca con la mano

-            noccioli di olive e ciliege, lische di pesce non vanno sputati, ma raccolti con la mano e poggiati su un lato del piatto. Ossicini di selvaggina e semi di cocomero vanno tolti prima di iniziare a mangiare

-            i pasticcini vanno presi dal vassoio insieme alla cartina pieghettata

-            mai dire “cin cin” durante un brindisi

-            al ristorante non chiamate il cameriere battendo col coltello sul bicchiere, né chiamarlo urlando “capo” o “garçon”

-            sempre al ristorante ricordarsi che i piatti vengono serviti a sinistra, mentre il vasellame sporco viene ritirato da destra

-            nelle scegliere i vini non fate finta di essere intenditori

-            alla fine del pasto, nei pranzi formali, le posate vanno appoggiate sul piatto verticalmente (a ore 6; ricordando che le posate appoggiate sul piatto a ore 8.20 indicano al personale che non deve ritirare la portata in quanto non avete terminato), il tovagliolo infine va appoggiato senza essere piegato alla sinistra del piatto

-            fondamentale poi ricordare che mentre si beve, il mignolo va sempre tenuto in basso

Gesti comuni:

-            non si fanno commenti ironici o di superiorità se qualcuno intorno a noi infrange le regole del galateo

-            non si risponde “salute” quando qualcuno starnuta

-            non si esclama “salve” a conoscenti o sconosciuti

-            non si dice “piacere” stringendo la mano a qualcuno

-            non si presenta la propria consorte dicendo “la mia signora”

-            ci si presenta con nome e cognome, così come ci si firma (e non viceversa), in genere non esibendo alcun titolo a meno che le circostanze non lo richiedano

-            si stringe la mano altrui con naturalezza, senza stritolarla od offrire la propia floscia e umidiccia

-            si tiene spesso spento il cellulare, dotandolo di una suoneria discreta o usando la modalità di vibrazione, rammentando ai nostri amici che non siamo a disposizione ovunque e comunque

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Chiaramente queste sono indicazioni sommarie, discutibili naturalmente, ma generalmente accettate quali basi di minimo buon senso ed educazione, elementi fondamentali per il reciproco rispetto. Naturalmente se desiderate aggiungerne altre, scrivetelo pure. In proposito, per quel che mi riguarda, non sono sempre incline a seguire pedantemente le convenzioni, anzi, infrangerle dando deliziosamente scandalo, talvolta, è veramente gradevole. Del resto, in questi frangenti, come trekkiana memoria consiglia, amo rammentare a me stesso la 48° regola dell'Acquisizione ferengi: « The bigger the smile, the sharper the knife», che possiamo grossomodo tradurre come «Più grande è il sorriso, più affilato è il coltello»

 
 
 
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