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E pensare che dormivano in convento (La Casta)

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Colpirne uno per educarne cento

Post n°154 pubblicato il 22 Ottobre 2011 da kit_1809
 
Foto di kit_1809

I soliti idioti (delinquenti) - Ci risiamo. Roma, 15 Ottobre. La sinistra estrema ritorna alle vecchie abitudini e per mano di un migliaio di deficienti, coglioni, delinquenti, imbecilli, l'ennesima manifestazione degli ex “girotondini”, si trasforma in una gara alla devastazione. Tutti sapevano, ma nessuno ha fatto nulla. E' questa la tesi che va per la maggiore su certi giornali. Peccato che la faccenda non stia proprio così. A Genova, dove ci scappò il morto, i poliziotti furono oggetto di una persecuzione giudiziaria: loro indagati e chi devastò a piede libero. Se si conoscono i fondamenti dell'aritmetica, era matematico che i poliziotti, sempre sotto tiro, si sarebbero sottratti allo scontro con i black bloc e così è stato. La rete era piena di minacce e farneticazioni (basta dare un'occhiata ai post della sfera comunista circolati i giorni precedenti la manifestazione), ma finché gli organi di polizia che rischiano spesso la vita non avranno carta bianca, chi si prende la briga di arginare il fenomeno? La condanna dei politici è stata quasi univoche, salvo i distinguo di quel coglione di Vendola, che non ha perso l'occasione per sparare cazzate. L'ultima in ordine di tempo, proprio dopo i disordini romani, è un'escalation di dichiarazioni vuote, che avevano come obiettivo, quello di proporre ricette alternative a quelle proposte da Di Pietro (a cui vanno i miei sentiti complimenti). Anche questa volta la “melanzana unta” di Bari, ha messo in cascina un altro record: tante parole, nessun significato. Ma veniamo al dunque e elenchiamo le “illuminanti” dichiarazioni di Vendola: black bloc figli del precariato (ahahahahaha); il governo non ha saputo fare prevenzione; le leggi speciali non servono a nulla; il blocco nero coinvolge frammenti di antagonismo e destra sociale (lo sapevo! sono fascisti!).

Black bloc – Intanto a Roma erano un migliaio e dagli striscioni di capiva benissimo quello che avrebbero fatto. Se gli organizzatori e i partecipanti non hanno fatto nulla per lasciarli fuori, non vedo come ci si possa poi meravigliare. Questi farabutti sono in larga maggioranza figli di papà e girano il mondo sfasciando vetrine, tirando sanpietrini e facendo uso di droghe. Dalle nostre parti li conosciamo bene e di precario, vi assicuro, hanno ben poco. Per il 99% appartengono alla sinistra estrema, iscritti alla CGIL, assidui frequentatori dei centri sociali. C'è ancora molta confusione: chi incendia vigliaccamente, sfascia, etc., non può essere apostrofato quale “fascista”, come invece hanno urlato i dimostranti pacifici ai black bloc.

Prevenzione – Quando si ha la certezza assoluta che i cattivi vengono messi in gattabuia e i buoni vengono premiati, allora si può considerare di prevenire. Se i poliziotti avessero calcato la mano, come doveva invece essere fatto, ci saremmo ritrovati con 12 arresti tra i black bloc e 30 tra i poliziotti. Questo grazie ad una magistratura anacronistica e anarchica.

Leggi speciali – Sapere che dopo aver incendiato e sfasciato, nella migliore delle ipotesi, torni a casa con una mascella fratturata o con 3 anni di carcere, dovrebbe aiutare il cervello (quel poco), a non effettuare strani voli pindarici. Purtroppo questa sinistra sessantottina, non ha dimenticato certi suoi vizi e la sua innata dote all'assoluzione dei compagni che sbagliano. Garantismo! Che brutta storia...

Colpirne uno per educarne cento – Contro questi delinquenti, non serve discutere, né tantomeno scendere a patti. Cariche a cavallo e sonore bastonate in testa, sono la cura necessaria per convincere questi coglioni a comportarsi in modo civile. Non ci vedo niente di illiberale e non credo che se uno sfascia una vetrata e sbatte a terra una “madonnina in gesso”, possa essere considerato un cittadino normale a cui vanno riconosciute certe libertà e garanzie. Nel momento in cui compi certi atti, perdi tutti i tuoi diritti. Picchiare i vandali, costringere loro a risarcire i danni è il modo più civile per affrontare i problema.

 
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