Creato da kit_1809 il 28/08/2006
E pensare che dormivano in convento (La Casta)
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LE CONTINUE AMNESIE DELLA SINISTRA
Cercheranno di far passare il 4 giugno in sordina, così come altri avvenimenti da mal di pancia, che questa sinistra parziale, ha imparato a odiare. Questa data scatena nei progressisti italiani ed europei, da sempre attratti dal fascino del comunismo cinese e sovietico, dei fastidi intellettuali notevoli. Qualcuno dirà che ha la bandiera arcobaleno alla finestra – simbolo dell’ipocrisia nostrana –, altri organizzeranno mini sit-in cui parteciperanno i soliti parvenu dei salotti bolscevichi, tanto per far vedere che la sinistra non ha scheletri negli armadi, ma nei fatti, la sinistra tutta, passerà un brutto 4 giugno: ventesimo anniversario del massacro di piazza Tienanmen.
La nostra sfortuna, oltre ad avere Berlusconi (così accontentiamo Franceswschinoviz…), è di avere un presidente della Repubblica, che da quando risiede al Quirinale, è il primo cliente (per importanza) di Ikea Italia: gli armadi arrivati nell’ultimo anno al Quirinale, potrebbero bastare a ospitare i paramenti ingombranti di 9.000 cardinali… Lui però negli armadi non ci ha messo abiti, bensì ricordi! Ricordi non lontani di quando con Ingrao, nel novembre 1956, il nostro caro presidente, brindava all’invasione russa in Ungheria.
Gli organi di stampa, manipolati dal PCI, riportarono letture distorte e partigiane della repressione, ma il punto più alto di “prostituzione politica”, lo toccò proprio Napolitano, consegnando alla storia, poche farneticanti righe, che qui riportiamo…
di Giorgio Napolitano
Come si può, ad esempio, non polemizzare aspramente col compagno Giolitti quando egli afferma che oltre che in Polonia anche in Ungheria hanno difeso il partito non quelli che hanno taciuto ma quelli che hanno criticato? È assurdo oggi continuare a negare che all'interno del partito ungherese - in contrapposto agli errori gravi del gruppo dirigente, errori che noi abbiamo denunciato come causa prima dei drammatici avvenimenti verificatisi in quel paese - non ci si è limitati a sviluppare la critica, ma si è scatenata una lotta disgregatrice, di fazioni, giungendo a fare appello alle masse contro il partito. È assurdo oggi continuare a negare che questa azione disgregatrice sia stata, in uno con gli errori del gruppo dirigente, la causa della tragedia ungherese.
Il compagno Giolitti ha detto di essersi convinto che il processo di distensione non è irreversibile, pur continuando a ritenere, come riteniamo tutti noi, che la distensione e la coesistenza debbano rimanere il nostro obiettivo, l'obiettivo della nostra lotta. Ma poi ci ha detto che l'intervento sovietico poteva giustificarsi solo in funzione della politica dei blocchi contrapposti, quasi lasciandoci intendere - e qui sarebbe stato meglio che, senza cadere lui nella doppiezza che ha di continuo rimproverato agli altri, si fosse più chiaramente pronunciato, che l'intervento sovietico si giustifica solo dal punto di vista delle esigenze militari e strategiche dell'Unione Sovietica; senza vedere come nel quadro della aggravata situazione internazionale, del pericolo del ritorno alla guerra fredda non solo ma dello scatenamento di una guerra calda, l'intervento sovietico in Ungheria, evitando che nel cuore d'Europa si creasse un focolaio di provocazioni e permettendo all'Urss di intervenire con decisione e con forza per fermare la aggressione imperialista nel Medio Oriente abbia contribuito, oltre che ad impedire che l'Ungheria cadesse nel caos e nella controrivoluzione, abbia contribuito in misura decisiva, non già a difendere solo gli interessi militari e strategici dell'Urss ma a salvare la pace nel mondo.
Il Giornale n. 110 del 11-05-06 pagina 1 e 43
Ci rimane quindi assai difficile accettare le solite prediche del compagno Napolitano, che in questi giorni predica distensione… I comunisti tali nascono e tali muoiono. L’esempio evidente è proprio il compagno Franceschini, che, grazie all’aiuto della solita stampa, ha lanciato vili attacchi al presidente Berlusconi, in virtù del mito dei “valori” comunisti e del bieco disegno di sollevare le folle per raggiungere l’obiettivo con cui è stato scelto dal partito: disarcionare Berlusconi con tutti i mezzi!
L’Italia è veramente un paese democratico – al contrario di ciò che dice la sinistra – e saprà valorizzare gli ideali liberali che sono a destra. Tanto democratico, che consente a chiunque di manifestare il proprio dissenso, sfasciando vetrine ed inveendo contro i caduti. Speriamo che almeno il governo non lasci passare questa commemorazione – così come faranno gli organi di stampa vicini al regime bolscevico del pazzo ferrarese – senza averla ricordata.
Altro che veline! Là quella notte, un manipolo di oligarchi decretò la morte intellettuale del paese, uccidendo barbaramente migliaia di persone, in nome della purezza morale del regime, così come Franceschini – senza l’uso delle armi – sta tentando di fare in Italia: agli studenti non piaceva il regime repressivo, alla sinistra italiana invece, non piace stare all’opposizione. Tutti legittimati a fare i cazzi propri?
Con i respingimenti, la sinistra ha incassato il più duro colpo mai ricevuto dalle dimissioni di Veltroni. Il PD, ora in mano al folle Franceschini, vuoto di idee e di programmi, ha alzato le barricate così come fece il governo Prodi. Chi paga il tributo più alto (grazie a Dio non di sangue…), sono i cittadini, che assistono sbigottiti alle nuove trovate populiste del leader bolscevico, a cui dà spalla anche il comico Di Pietro.
L’Italia ha bisogno di un’altra sinistra (il vero problema è questo), ma finché nessuno chiuderà con il passato e con quel vizio di “fare i comunisti”, avremo sempre parlamenti litigiosi e gravi parzialità intellettuali, come quelle del massacro di Tiananmen.
Quando finiranno queste amnesie? Quando avremo una nuova sinistra, con una classe politica che pensi un po’ più alla gente e un po’ meno alla lotta di classe?
La Spagna ha chiuso con il passato e con la sanguinosa guerra civile scatenata da Franco. In Italia invece, la sinistra vive ancora per il passato e per le revisioni storiche: alcune mal digerite, come quelle di Giampaolo Pansa.
Non dimentichiamo Tiananmen e non dimentichiamo tutte quelle stragi taciute da chi ancora non ha fatto i conti con se stesso.
Alla vigilia delle elezioni europee, penso che a sinistra ci sia davvero ancora poco spazio per il presente. Come costruiranno un’alternativa valida alla destra, senza proporre qualcosa?
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Inviato da: Peluches de rźve
il 15/08/2013 alle 09:18
Inviato da: kit_1809
il 07/09/2011 alle 17:45
Inviato da: volevofareilcuoco
il 07/09/2011 alle 16:50
Inviato da: giufazz
il 07/09/2011 alle 15:33
Inviato da: kit_1809
il 07/09/2011 alle 12:07