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E pensare che dormivano in convento (La Casta)

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Nacht der langen Messer

Post n°147 pubblicato il 01 Aprile 2010 da kit_1809
 

 “..E seduceva quelli che abitavano sulla terra coi segni che le era dato di fare in presenza della bestia, dicendo agli abitanti della terra di fare una immagine della bestia che avea ricevuta la ferita della spada ed era tornata in vita..”. [Apocalisse 13.14]

 

 

Mangialardi ha vinto, anzi, stravinto! L'uomo dalle due facce è riuscito anche nell'impresa, di evitare i ballottaggi, che avrebbero comunque decretato una sua vittoria. L'aggettivo migliore per catalogare questa catastrofe politica, è proprio Apocalisse. Che altro sennò?

Il designato alla successione dell'Angeloni governerà per 10 anni. Perfino le più caute previsioni – quelle che lo vedevano vincente al secondo turno – sono state disattese. Il PDL, che raccoglie in regione il 25,94% è crollato, forse siamo al minimo storico. Alle comunali, in appoggio alla lista Marcantoni, ha raccolto appena il 18,11% di consensi: un 7,83% in meno, che probabilmente avrebbe ridimensionato il successo della lista Vivi Senigallia, creata da Mangialardi per raccattare consensi tra gli industriali, gli imprenditori e professionisti vari. Gerini e soci se la sono cavata benissimo e il loro exploit, con appena 2 settimane di campagna elettorale, è assai curioso.

Seducenti intellettuali, dicono che è stato premiato il buon governo dell'Angeloni. Altri sostengono che in un comune come Senigallia, sia normale favorire questa o quella cricca: “Marcantoni avrebbe favorito di certo la sua!”, affermano facoltosi senigalliesi vicini a Mangialardi. Invece il mio modestissimo pensiero è che il buon Fabrizio, non aveva proprio una cricca alle sue spalle e le vuote parole che di solito di dicono in campagna elettorale, servono a ben poco se non possono essere "foraggiate" dai fatti.

Il mantenimento del potere prevede il rispetto di banali regole: 1. dai da mangiare ai tuoi e cerca di darne sempre di più. 2. non ti curare dei rompicoglioni, ma vedi di continuare a dar da mangiare. Questo – evidentemente – crea un serbatoio di consensi trasversale, che accontenta anche il cittadino che vota Berlusconi alle regionali e Mangialardi alle comunali. Così hanno fatto un croce sulla lista Vivi Senigallia tanti illustri elettori del centro-destra, gli scontenti del PD e tutti quelli che ruotano nell'orbita professionale dei candidati.

La politica locale cari miei, si basa su questo principio: non si fa nulla per nulla. Se proprio vogliamo mandarli a casa, possiamo scegliere di abbassarci al loro stesso piano, oppure cercare di informare i cittadini e sputtanare quanto più possibile questa condotta clientelare e subdola, che nulla ha di illegale, ma molto ha di immorale.

La cosa curiosa è che il senigalliese medio che vota Mangialardi, sbraita, inveisce e si indigna, ma poi nell'urna è sempre pronto a cambiare idea: “tanto se c'è qualcuno che mi può fare un favore, questo è Mangialardi e chi altro?”. I piagnistei pre-elettorali degli elettori di sinistra sono oramai storia e tradizione; ricordo vagamente anche quelli di 5 anni fa, periodo in cui l'Angeloni sembrava veramente invotabile.

Adesso si apre una nuova fase e un'opposizione capace, potrebbe trarre giovamento da alcuni spunti, che, nel disastroso panorama generale, potrebbero agevolare un ipotetico ribaltone futuro. Mangialardi ha grandi gatte da pelare: la ex GIL riesploderà presto, il piano Cervellati idem, le assegnazioni edilizie ai soliti noti, le consulenze, l'edilizia popolare con i prezzi parigini e la circonvallazione anche. Se su questi temi si picchia duro e si controbatte con proposte serie, si potrebbe già cominciare a seminare per il futuro. Non facciamoci però trarre in inganno: l'attuale maggioranza risulta più forte della precedente. I comunisti veri sono fuori dalle balle e sono stati rimpiazzati da marionette – su tutte quelle di Vivi Senigallia – a cui sono stati promessi mari e monti, pronte ad alzare la manina senza collegare il cervello. Vigilare e colpire senza ritegno: questo è il motto!

Il PDL? Sono decenni che il partito è in declino e l'apparentamento con AN, voluto da Berlusconi a livello nazionale, ha evidenziato delle crepe assai evidenti. Una parte di essi, ha di fatto decretato la morte celebrale e la sconfitta del centro-destra, in virtù della delegittimazione di Marcantoni, avvenuta a mezzo stampa ad appena due mesi dalle elezioni. Sulla candidatura di quest'ultimo, sono sempre pesati dei pregiudizi e dei dubbi: a dire il vero non era una candidatura nuova, forte, e forse un giovane avrebbe saputo attrarre meglio un certo tipo di elettorato, ma col senno di poi, non c'erano in giro personaggi di un certo spessore che potessero far meglio. La sparata pre-elettorale dovrà essere in qualche modo punita, così come certe scelte ed errori strategici, frutto dall'asse anconetano, che spesso condizional'autonomia del PDL senigalliese. Le correnti sono sempre esistite e sempre esisteranno. Sono il sale e l'humus di tutti i partiti. La vecchia DC discuteva e dibatteva (anche duramente) al proprio interno, ma fuori aveva una compattezza ed una linea comune. Il PDL, così come hanno fatto i comunisti e gli ex democristiani, rischia di fare una brutta fine se non si ricompatta  e lavora per obiettivi. La notte dei lunghi coltelli arriverà presto e con essa una doverosa resa dei conti: chi sbaglia paga e i cocci sono i suoi, inutile girarci intorno. Questa è una ristrutturazione che va fatta partendo da una demolizione. Chi ha remato contro in campagna elettorale dovrà dimettersi (ben 88 voti di preferenza in meno rispetto alle precedenti elezioni...) e chi non ha raggiunto il proprio obiettivo fare autocritica e se necessario, lasciare. E' arrivata l'ora di un vero confronto e il rinnovo del direttivo, dovrà stavolta PER FORZA passare attraverso una normale elezione.

 
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