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In Giappone la vita del negoziante è molto dura. Ho già accennato a questo argomento, ma oggi voglio trattarlo più approfonditamente.
Per prima cosa dovete sapere che in giapponese ci sono tre diversi livelli di formalità. Il primo è la forma piana, che è un po' come dare del tu. Il secondo è la forma cortese (teineigo, 丁寧語) che è un po' come dare del lei. Il terzo è l'onorifico (keigo, 敬語) che è ancora più formale.
Caratteristica fondamentale dei negozianti giapponesi sono, come già anticipato, le urla. Il Giappone è normalmente un posto molto silenzioso, tranne per quanto concerne i negozi. I negozianti infatti, per qualche assurdo motivo, sentono che più urlano più i clienti andranno da loro. La nostra prima esperienza al riguardo è stata la rosticceria vicino al dormitorio, la cui padrona intorno all'ora di pranzo attaccava con la cantilena: Hai, konnicchiwa! Hai irasshaimase! (Hei, buongiorno! Hei, benvenuti!). E andava avanti per tutta la pausa pranzo. In seguito, quando siamo andate al tutto a 100 yen (100 yen= dai 75 agli 80 centesimi di euro) siamo rimaste molto colpite dai commessi, che urlavano (ma urlavano proprio!) Irasshaimase! Douzo, goran kudasaimase!!! (qualcosa tipo Benvenuti! Prego, guardate pure, solo che in keigo e strascicato suonava più che altro: IRASSHAIMASEEEEEEEE! DOUZO, GORAN KUDASAIMASEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!!!!!!!!) ogni volta che vedevano un cliente o che il suddetto cliente si muoveva. Deve essere davvero dura lavorare in quel posto.
Questo ovviamente avviene anche per strada, e spesso si dotano anche di megafono, quindi potete ben immaginare quanto rumorosi siano i quartieri commerciali di Tokyo, soprattutto rispetto a quelli residenziali, dove non si sente nemmeno il rumore delle macchine.
Inoltre le usanze dei negozi sono molto sbilanciate nei confronti dei negozianti, soprattutto rispetto all'Italia. In Giappone quando si entra in un negozio il commesso dice sempre Irassahaimase! (che come avrete capito vuol dire benvenuti anche se si dice solo nei negozi, è più che altro un cosa posso fare per voi?. Poi serve il cliente parlando sempre in keigo, e alla fine dice Doumo arigatou gozaimashita! Mada okoshi kudasai! (Grazie mille! Torni ancora da noi! Ovviamente in keigo). Il cliente di solito non dice niente. Se in Italia è cortesia rispondere a quello che i negozianti dicono in Giappone la norma è andarsene dai negozi senza nemmeno salutare. Noi le prime volte non sapevamo cosa rispondere, e quindi abbiamo più volte spiato cosa facevano gli altri clienti. E se ne vanno senza dire niente. Non ringraziano mai nemmeno quando i negozianti porgono il resto o la merce. Io non riesco ad essere così scortese e ogni tanto ringrazio, e in effetti strappo qualche sorriso XD.
C'è anche da dire che questo avviene soprattutto nei negozi moderni, come i conbini (abbreviazione di convenience store, sono come dei piccoli supermercati aperti 24 ore su ventiquattro dove si vende più o meno di tutto) o i fast food, dove i commessi sono giovani che lavorano part time. Invece nei negozi privati, dove il commesso è anche il proprietario, come la rosticceria di cui ho parlato prima o il fruttivendolo con cui abbiamo ormai fatto amicizia, il rapporto negoziante-cliente è molto più paritario, e si risponde in genere al saluto. Poi, soprattutto con il fruttivendolo, abbiamo ormai fatto amicizia, e ci parla addirittura usando la forma piana.
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