Post N° 435
Post n°435 pubblicato il 12 Agosto 2008 da laancella
Ben tornata Rabbia. Quella bella corposa e sanguigna che mi manda l’adrenalina in circolo e mi fa respirare corto e brucia lo spazio lasciandomi senza fiato in una landa sconosciuta. La Rabbia velenosa e cattiva dell’odio e del rancore. Quella che avevo dimenticato esistesse ed oggi mi ha schiaffeggiato con la violenza della verità. Mi ha afferrato e stritolato nella sua morsa di acciaio e mi sono resa conto all’improvviso che il piccolo minuscolo e meschino angolo di vita che mi ero ritagliato non esisteva più. Affanculo le precarie certezze e le abitudini e i rituali con cui infiorettavo il vuoto che non volevo vedere. Ben tornata Rabbia. Ne avevo bisogno. Ne avevo bisogno come l’acqua fredda quando ho sete. Ne avevo bisogno per smuovere il fango che mi ricopriva come una corazza e attraverso cui non lasciavo passare le emozioni. Ne avevo bisogno per uscire dall’immobile staticità in cui appendevo i miei giorni e stavo a guardare scorrere la vita come non mi appartenesse. Sono confusa e frastornata e ancora nemmeno so che cosa farò. So solo che ci sono, che sono ancora dentro a me stessa, che lanciare coltelli è ancora possibile. Sono sicura che sarà anche dolore e non m’importa. Il dolore è un tributo che posso pagare alla battaglia. Sono stata silente per troppo tempo, senza spostare nemmeno un filo della matassa ingarbugliata che annodava i miei sentimenti. Questo amore che ho cercato di cancellare in tutte le maniere possibili ed anche in quelle impossibili della menzogna e dell’ipocrisia è indistruttibile e mi sogghigna beffardo graffiandomi con le sue lunghe unghie affilate. Sono troppo arrabbiata per avere una chiara visione di quello che farò, ma so solo che finalmente combatterò per me, unicamente per me stessa. Mi chiedo se è solo per rabbia che riparlo d’amore. Perché potrebbe essere l’opposto e la rabbia è la conseguenza inevitabile dell’amore. Nel momento in cui sento che questo amore mi sta scivolando dalle mani come sabbia spazzata via dal vento lo rivoglio. Stringo le mani per riaverlo. Non è diverso da altre volte nella mia vita, tranne che ho lasciato passare troppo tempo senza fare nulla. Ferma, nella stupida certezza del mio benessere ho dimenticato che un giorno dopo l’altro mi allontanavo nella stessa misura in cui anche lui si allontanava. Siamo lontani due modi interi. Il mio mondo. Il suo mondo. Quelli che ci siamo costruiti nella lontananza, forse solo per sopravvivere o forse perché è più facile stare bene se si pensa solo a se stessi. Ma è tornata la Rabbia e su quella costruisco. Non la uso come avevo fatto per distruggere, ma per orientarmi in questa nebbia che non mi fa vedere dove voglio andare. Ho un po’ di tempo prima della battaglia e lo userò per capire e capirmi, non per cercare certezze, che quelle mai le avrò, ma per riuscire di nuovo a sentire la vita pulsare ansiosa nelle vene dei polsi. E per avere di nuovo amore da inventare.
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