Creato da labbrasilenziose il 04/04/2009

MY CHEMICAL ROMANCE

IN QUESTA VITA SELVAGGIA NON PUO' ESSERE TUTTO UNA COINCIDENZA

 

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Resonance of the Mind

Post n°762 pubblicato il 11 Aprile 2012 da labbrasilenziose

Ci son luoghi in cui non riesci a pensare a nulla, a nessuno. Ci provi a farlo, giusto per passare il tempo, quei 25 minuti che sembrano cosi lunghi da far scorrere. Ma niente. Anzi, i primi minuti sono quelli che ti mettono ansia. Devi stare immobile, cercare una posizione che  regga per un lungo istante, ma li, in quel posto, fatichi a respirare. E forse capisci cosa sia la claustrofobia e chi ne soffre. Incominci a sentire dei rumori, regolari, che sembrano quasi un assolo di basso. Non accordato.
Poi il respiro si regolarizza. I pensieri non arrivano. O forse ci sono. Anche perché paragonare quel rumore a musica ci si deve mettere di impegno. Ma è probabile che il cervello si senta osservato. Sai capita che quando qualcuno ci osserva non riusciamo a fare le cose con naturalezza, anzia non farle proprio. Capiterà anche a lui. Ha bisogno di tempo per adattarsi. E quando lo fa incomincia a domandarsi “perché mi guardano?” “C’è qualcosa che non va?” “ Se trovano qualcosa me lo diranno subito?”
Non so quanto tempo sia passato, la sensazione è indecisa tra l’eternità e 10 minuti, ma i pensieri incominciano ad arrivare. Ma non i soliti, quelli che occupano la mente come un parcheggio di un supermercato il sabato pomeriggio. No, son diversi, forse quelli più intimi, conditi dalle paure più ataviche, quelli che scavano dentro, quelli che sviscerano le più intricate emozioni, quelle che sembrano dei ragionieri che tirano le somme fino a quel punto. Con te sdraiato, immobile, mentre ascolti del rock immaginario e tutto il tuo corpo sembra vibrare come se dentro te ci fosse un terremoto.
Poi arriva un pensiero, apparentemente lucido, come una lacrima che d’inverno si iberna con il freddo della notte. Un pensiero che prende il posto di tutto. Della paura, dell’ignoto, delle delusioni, delle sconfitte e degl’incubi su ciò che succederà. Un pensiero che non parla di  futuro desiderato ma di un presente prossimo. Non c'è arrendevolezza o rassegnazione, ma una considerazione tiepida, "l'uomo ha bisogno di sentirsi speciale per una donna e con essa condividere tale qualità".
Uno strappo alle convinzioni che si stavano rafforzando nella solitudine. Quasi che questa affermazione dichiarasse apertamente il valore pindarico della solitudine stessa. Avere la consapevolezza che non si è importanti solo per se ma anche per qualcun'altra e sapere che dentro te manca qualcosa di veramente straordinario che solo una persona che cammina li di fianco a te può darti.
La solitudine claustrofobica di un tubo non solo rivela la materia di cui son fatti i pensieri ma ne districa le trame quasi sparite nel silenzio di un letto.









Finalmente il tubo sparisce alle mie spalle. Scaduti i 26 minuti e 15 secondi....

 











 
Rispondi al commento:
in.differente
in.differente il 15/02/13 alle 18:32 via WEB
è strano che un uomo con una tale sensibilità non abbia trovato una donna che lo ami
 
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