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Un blog creato da labiologiamarina il 06/03/2006

La biologia marina

Un sorriso e una manciata di semi. E' così che si educa la gente

 
 

PUBBLICAZIONI E ATTI A CONVEGNI 2019

2019

ü  Rizzelli Daniele and Pagliarulo Lorella Pina, “Young Scientists Discovering Food Web: An IBSE (Inquiry Based Science Education) Activity at Zoo Delle Maitine (Benevento, Italy).” American Journal of Educational Research, vol. 7, no. 3 (2019): 194-198. doi: 10.12691/education-7-3-2.

 

ü  Daniele Rizzelli, Lorella Pina Pagliarulo, Newton Fusco. Meeting the Educators’ Anxiety on Zoo Accreditation because of Conservation Education Standards (EAZA CES): the road to success is littered with caffeine and adrenaline. (ORAL COMMUNICATION) EAZA EZE Conference, Skansen Zoo, Stockholm, 25 – 28 March 2019.  

 

Daniele Rizzelli, Michele Capasso, Lorella Pina Pagliarulo, Newton Fusco. Mediterranean reptiles: my monsters friends. An educational campaign to raise awareness on Mediterranean reptiles. (POSTER) EAZA EZE Conference, Skansen Zoo, Stockholm, 25 – 28 March 2019.

 

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Gamberi estremi! L'Artemia salina.

Post n°205 pubblicato il 27 Ottobre 2012 da labiologiamarina
 

L'Artemia salina (Linnaeus, 1758), nota anche come scimmia di mare, è un piccolo crostaceo d'acqua salata appartenente al genere Artemia, unico genere della famiglia Artemiidae. È una specie cosmopolita, che ha sviluppato adattamenti a condizioni di vita estreme che le consentono di colonizzare ambienti ostili quali le pozze delle saline, caratterizzate da alta salinità e da periodica evaporazione dell'acqua. L'essiccamento delle pozze in cui vive è superato grazie alla deposizione di uova durature (cisti), in grado di rimanere in uno stato di quiescenza (criptobiosi) per lunghi periodi - vari anni - fino a quando non si ripresentano condizioni favorevoli al loro sviluppo.

L'Artemia salina si riproduce, in condizioni normali, per via anfigonica, in acqua; quando la salinità dell'acqua supera una certa soglia (identificabile intorno al 4 per mille), la riproduzione avviene per via partenogenetica, con uova incistate criptobiotiche protette da un guscio isostatico rinforzato, mentre al di sotto di tale indice di salinità avviene per via sessuale. In casi di emergenza riproduttiva la progenie viene generata per via asessuata. I piccoli nati di Artemia (detti nauplii), di modeste dimensioni (5x10−4 m), possono vivere grazie al sacco vitellino ricco di lipidi, fino a 48 ore senza ulteriore nutrimento.

La riproduzione via partenogenetica in cisti dormienti è un espediente evolutivo che viene attuato in previsione del prosciugamento delle pozze in cui in natura prospera l'Artemia: la progressiva evaporazione dell'acqua provoca infatti una crescente concentrazione di sali, nel loro ambiente, che funzionano da scatenante per la riproduzione conservativa per mezzo di cisti in stasi.

Generalmente l'Artemia salina si nutre di fitoplancton e batteri, in pratica di ogni biotipo tra 1 e 50 micron. Ogni soggetto può vivere circa 700 giorni e genera, nel corso della sua esistenza, 300-400 nauplii. Sopravvive nell'intervallo termico tra 5 ed i 40 °C ed indifferentemente in acque da quasi dolci a salate; si riproduce solo tra 20 e 35 °C, in acque salate tra i 3 ed il 5 per mille.

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