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Messaggi di Dicembre 2021

DTT. Delibera 407/21/CONS: consultazione pubblica per assegnare la 12^ rete nazionale dopo il mancato accordo tra Retecapri...

Post n°394 pubblicato il 30 Dicembre 2021 da laboratoriotv

DTT. Delibera 407/21/CONS: consultazione pubblica per assegnare la 12^ rete nazionale dopo il mancato accordo tra Retecapri ed Europa 7
 
Delibera 407/21/CONS

Ennesima gatta da pelare per il complicato refarming della banda 700 MHz. Questa volta, con la Delibera n. 407/21/CONS Agcom tenta di gestire la complessa questione dell’assegnazione del 12° mux nazionale in cui avrebbero dovuto confluire i mezzi mux di Retecapri ed Europa 7. Proponendo una soluzione salomonica.

retecapri - DTT. Delibera 407/21/CONS: consultazione pubblica per assegnare la 12^ rete nazionale dopo il mancato accordo tra Retecapri ed Europa 7

Attraverso la Delibera n. 407/21/CONS (qui il testo) Agcom ha avviato una consultazione pubblica concernente la definizione della procedura riservata per l’assegnazione del diritto d’uso delle frequenze pianificate per la rete nazionale n. 12 del sistema di radiodiffusione digitale terrestre, ai sensi dell’articolo 1, comma 1031, della legge n. 205/2017.

La Delibera 129/19/CONS

Dal punto di vista regolamentare, l’articolo 2, comma 2, della delibera n. 129/19/CONS prevede che: “Agli operatori che, al momento dell’assegnazione dei diritti d’uso di frequenze (…) risultino titolari di un singolo diritto d’uso di capacità trasmissiva e non rientrino nelle fattispecie di cui al precedente comma 1, il Ministero dello Sviluppo Economico rilascia un diritto d’uso senza specificazione delle frequenze per l’esercizio di una delle reti nazionali pianificate dal PNAF (corrispondente alla metà di un multiplex nazionale in tecnologia DVB-T2), destinato ad essere completato: a) mediante l’aggiudicazione di uno dei lotti oggetto della procedura onerosa (…)  (in tal caso il soggetto rientra nella fattispecie di cui al precedente comma 1, lettera a); b) mediante la stipula di un successivo accordo commerciale (intesa) con altro operatore titolare di un analogo diritto d’uso (in tal caso il soggetto rientra nella fattispecie di cui al precedente comma 1, lettera b). All’esito del completamento, il Ministero procede ad assegnare il diritto d’uso delle frequenze per l’esercizio di una specifica rete nazionale delle 12 pianificate dal PNAF, secondo i criteri di assegnazione di cui al successivo articolo 3”.

11 reti nazionali assegnate su 12

Ad esito delle procedure di assegnazione in ambito nazionale dei diritti d’uso delle frequenze pianificate dal PNAF, delle procedure di assegnazione dell’ulteriore capacità trasmissiva disponibile in ambito nazionale e delle frequenze terrestri, nonché dei conseguenti atti esecutivi del Ministero, sono state assegnate 11 reti nazionali pianificate, restando non attribuita la rete nazionale n.12.

I mezzi mux di Retecapri ed Europa 7

In particolare, si legge nella Delibera n. 407/21/CONS, la Società Premiata Ditta Borghini & Stocchetti di Torino S.r.l. (gruppo Retecapri), e la Società Europa Way s.r.l. (Europa Way, cioè gruppo Europa 7), “per effetto della conversione dei diritti d’uso delle frequenze in ambito nazionale per il servizio digitale terrestre in diritti d’uso di capacità trasmissiva (…) sono titolari ciascuna di un “diritto d’uso delle frequenze generico”, definito quale “diritto d’uso senza specificazione delle frequenze per l’esercizio di una rete pianificata dal PNAF e corrispondente (con dimensione pari) alla metà di un multiplex nazionale in tecnologia DVB-T2” e, in quanto tale, assegnatari di “metà rete nazionale senza specificazione delle frequenze”.

Mancata partecipazione alla procedura onerosa

Tali gli operatori di rete “non hanno preso parte alla procedura onerosa di cui all’articolo 1, comma 1031-bis, della Legge di Bilancio 2019, per l’assegnazione di diritti d’uso per ulteriore capacità trasmissiva” e, conseguentemente, il MISE, con comunicazione del 9 settembre 2021, “constatata la mancata partecipazione alla gara per l’ulteriore capacità trasmissiva di entrambi gli operatori di rete nazionali PDBST ed Europa Way, ha chiesto ai suddetti operatori di trasmettere l’accordo commerciale necessario per poter esercire la rete nazionale n. 12″.

La posizione di Retecapri: diritto d’uso anche senza accordo con Europa 7

In riferimento alla suddetta comunicazione del Ministero, spiega Agcom nella Delibera n. 407/21/CONS, “la Società PDBST (…)  ha comunicato al Ministero e all’Autorità che non ci sono i presupposti per un accordo con Europa Way, né con altri operatori di rete nazionali”.

europa 7 - DTT. Delibera 407/21/CONS: consultazione pubblica per assegnare la 12^ rete nazionale dopo il mancato accordo tra Retecapri ed Europa 7

Procedure eque, trasparenti e non discriminatorie

La Società ha chiesto, “altresì, alle suddette Amministrazioni di introdurre procedure eque, trasparenti e non discriminatorie volte a garantire il completamento del proprio diritto d’uso generico, per l’esercizio di una delle reti nazionali pianificate per il DVB-T2, anche in assenza di un accordo con Europa Way; ciò al fine di consentire alla Società la prosecuzione della propria attività di operatore di rete senza soluzione di continuità rispetto all’esercizio della propria rete attuale (le cui frequenze sono destinate ad essere rilasciate secondo le tempistiche stabilite nella citata roadmap)”.

La posizione di Europa 7: nessun accordo con altri operatori nelle more dei giudizi pendenti

In riferimento alla suddetta comunicazione del Ministero, la Società Europa Way, con nota del 19 settembre 2021, ha comunicato al Ministero e all’Autorità che “non intende, per il momento, addivenire ad accordi di natura commerciale con altri operatori, in attesa della risoluzione del contenzioso promosso dalla stessa Società avverso, tra l’altro, le delibere Agcom nn. 129/19/CONS e 564/20/CONS, nonché i conseguenti atti esecutivi del Ministero”.

La gatta da pelare

Ora, naturalmente, spiega Agcom nella Delibera n. 407/21/CONS  corre la “necessità di promuovere il completamento dell’intero processo di refarming del sistema nazionale di radiodiffusione digitale terrestre, garantendo i minori impatti sugli utenti in termini di continuità nella fruizione dei servizi, mediante assegnazione di tutti i diritti d’uso delle frequenze pianificate dal PNAF per l’esercizio in ambito nazionale di reti di radiodiffusione televisiva in tecnica digitale DVB-T2″.

Gli obblighi di Mise e Agcom

E ciò tenendo conto che il Ministero e l’Autorità, nell’ambito delle rispettive competenze, sono tenuti ad assicurare che le frequenze radio siano utilizzate in modo efficiente ed efficace, conformemente agli articoli 13, comma 4, e 14, comma 1, del Codice delle comunicazioni elettroniche.

La posizione del Mise: assegnare la rete nazionale n. 12

Per parte propria, il Ministero, con nota del 23 novembre 2021, ha chiesto all’Autorità una integrazione delle procedure previste all’articolo 2, comma 2, della delibera n. 129/19/CONS, che consenta al Ministero stesso di poter assegnare la rete nazionale n. 12.

La posizione di Agcom: offrire la possibilità di esercire tale rete agli operatori in possesso di diritti d’uso di frequenze generiche

Agcom, pertanto, ritenuto necessario procedere all’assegnazione del diritto d’uso delle frequenze pianificate dal PNAF per la rete nazionale n. 12, che risulta l’unica allo stato non assegnata, e che, in prima istanza, occorre offrire la possibilità di esercire tale rete agli operatori in possesso di diritti d’uso di frequenze generiche.

La procedura ex art. 29 c. 1. C.C.E.

Sul punto, l’art. 29, comma 1, del Codice delle comunicazioni elettroniche, prevede che “Quando debba valutare l’opportunità di limitare il numero dei diritti di uso da concedere per le radiofrequenze oppure di prolungare la durata dei diritti d’uso esistenti a condizioni diverse da quelle specificate in tali diritti, l’Autorità, tra l’altro: a) tiene adeguatamente conto dell’esigenza di ottimizzare i vantaggi per gli utenti e di favorire lo sviluppo della concorrenza e la sostenibilità degli investimenti rispetto alle esigenze del mercato, anche in applicazione del principio di effettivo ed efficiente utilizzo dello spettro radio di cui agli articoli 14, comma 1, e 27, comma 6; b) concede a tutte le parti interessate, compresi gli utenti e i consumatori anche attraverso le associazioni, l’opportunità di esprimere la loro posizione, conformemente all’articolo 11; c) pubblica qualsiasi decisione di concedere solo un numero limitato di diritti d’uso o di limitare il rinnovo dei diritti d’uso, indicandone le ragioni; […]”.

La consultazione pubblica

Per tale motivo, Agcom, con la Delibera n. 407/21/CONS, ha pertanto, ritenuto di indire, ai sensi dell’art. 11 del Codice, la consultazione pubblica concernente la definizione della procedura riservata per l’assegnazione del diritto d’uso delle frequenze pianificate per la rete nazionale n. 12 del sistema radiodiffusione digitale terrestre, al fine di consentire a tutte le parti interessate di presentare le proprie osservazioni, in ossequio ai principi di trasparenza e di partecipazione dell’attività amministrativa.

I termini

Il testo della consultazione di cui al comma 1, e le modalità di consultazione, sono riportati nell’allegato A della Delibera n. 407/21/CONS. Le comunicazioni di risposta alla consultazione pubblica dovranno essere inviate entro il termine di 30 giorni dalla data di pubblicazione della delibera (avvenuta il 28/12/2021).

La soluzione salomonica di Agcom

La soluzione prospettata da Agcom è indicata all’art. 4 dell’Allegato A alla Delibera n. 407/21/CONS ed è salomonica. Tale articolo prevede che “Stante la necessità di contemperare l’assegnazione del “diritto d’uso delle frequenze specifico per l’esercizio della rete nazionale n. 12” ad uno dei due soggetti titolati alla partecipazione alla presente procedura, con la tutela del “diritto d’uso delle frequenze generico” dell’altro operatore, che per definizione non sarà aggiudicatario, l’Autorità ritiene necessario imporre, quale condizione associata al suddetto “diritto d’uso specifico delle frequenze pianificate dal PNAF per la rete nazionale n. 12”, l’obbligo di concedere, a condizioni tecniche ed economiche regolate, l’utilizzo delle risorse di rete per una quota paritaria ovvero, equivalentemente, l’obbligo di cessione di una quota di capacità trasmissiva pari alla metà del multiplex nazionale in tecnologia DVB-T2, a favore dell’operatore titolare del diritto d’uso delle frequenze generico per l’esercizio di “metà rete” nazionale, che, ad esito della presente procedura, non sia risultato aggiudicatario del diritto d’uso delle frequenze specifico o non abbia partecipato alla procedura“. (E.G. per NL)

 
 
 

DTT. Confermata partenza switch-off nord Italia dal 3 gennaio 2022. Anche se in diverse aree esiste ancora ...

Post n°393 pubblicato il 30 Dicembre 2021 da laboratoriotv

DTT. Confermata partenza switch-off nord Italia dal 3 gennaio 2022. Anche se in diverse aree esiste ancora qualche problema da definire

3 gennaio 2022

Confermato, nonostante i rumors delle scorse settimane di un (lieve) differimento, la partenza dello switch-off del nord Italia dal 3 gennaio 2022. Anche se in Val d’Aosta vi sarebbero ancora nodi da sciogliere a riguardo della veicolazione dei programmi francofoni e in Lombardia e Piemonte ci sarebbero alcuni aggiustamenti dell’ultimo minuto sulle reti assentite.

Via dal 3 gennaio 2022, come da programma

Il Ministero dello sviluppo economico ha diffuso una nota con la quale ha spiegato che dal 3 gennaio al 9 marzo saranno interessate dal processo di refarming della banda 700 MHz la Valle d’Aosta, il Piemonte, la Lombardia (tranne la provincia di Mantova) e le province di Piacenza, Trento e Bolzano.

Dal 9 febbraio al 14 marzo

Dal 9 febbraio al 14 marzo toccherà il Veneto, la provincia di Mantova, il Friuli Venezia Giulia e l’Emilia Romagna.

Switch-off completato

La riorganizzazione delle frequenze è già stata avviata in Sardegna il 15 novembre e si completerà il prossimo 4 gennaio con gli altri canali RAI (Rai 1, Rai 2, Rai 3 TGR Regionale e Rai News).

refarming tsunami - DTT. Confermata partenza switch-off nord Italia dal 3 gennaio 2022. Anche se in diverse aree esiste ancora qualche problema da definire

Le nazionali

L’8 marzo 2022, invece, le emittenti televisive nazionali provvederanno a dismettere la codifica di trasmissione Mpeg-2 ed attivare in tutto il Paese la codifica Mpeg-4 sullo standard tecnologico DVBT, che consentirà di vedere i programmi in alta qualità solo per chi ha un televisore che supporta questa tecnologia.

Moratoria

Fino al 31 dicembre 2022 le emittenti televisive nazionali potranno continuare comunque a trasmettere simultaneamente con entrambe le codifiche, ma sui numeri del telecomando da 1 fino a 9 ci saranno i canali con la nuova codifica.

 

Bontà loro

I cittadini che avranno necessità di cambiare il televisore o di acquistare il decoder potranno continuare a richiedere i bonus messi a disposizione dal Mise, “le cui risorse sono state, su volontà del ministro Giancarlo Giorgetti e del sottosegretario Anna Ascani, ulteriormente rifinanziate con 68 milioni di euro nella legge di bilancio 2022”, tiene a precisare il Mise.

Over 70

Nella Legge di Bilancio 2022 è stata inserita anche una nuova agevolazione che prevede la consegna dei decoder a casa degli anziani over 70 con reddito inferiore a 20.000 euro, attraverso una apposita convenzione tra Ministero dello sviluppo economico e Poste Italiane S.p.a.

Iniziative di comunicazione regionale

È stata inoltre già avviata dal Mise una collaborazione con le regioni coinvolte dalla riorganizzazione delle frequenze che partirà il 3 gennaio per coordinare iniziative di comunicazione funzionali a raggiungere capillarmente tutti i comuni interessati. (E.L. per NL)

 
 
 

Radio. Chi pensava che lo spettro dello sterminio di centinaia di impianti FM fosse alle spalle si sbaglia.

Post n°392 pubblicato il 16 Dicembre 2021 da laboratoriotv

Radio. Chi pensava che lo spettro dello sterminio di centinaia di impianti FM fosse alle spalle si sbaglia. Dentro la P.A. c’è chi lo vuole 
 
  
 
 
spettro
 
 
 

Mentre la discussione sull’opportunità di uno switch-off FM/DAB+ al 2030 rimane al momento un mero, ancorché acceso, confronto dialettico a distanza tra gli operatori del settore, lo spettro che l’Italia possa immolare sull’altare dei good offices molte centinaia di impianti FM (privati) più o meno incompatibili con emissioni estere coordinate UIT, è ancora reale.

La brace 

Sì, perché, a quanto riferito a NL, qualcuno al Ministero dello sviluppo economico starebbe soffiando sulla brace del Piano FM, che Agcom sarà chiamata a predisporre e che il dicastero di Giorgetti dovrà, poi, attuare. E non necessariamente per velocizzarne la realizzazione.

Il parere del Consiglio di Stato 

Nonostante a fine settembre 2021 il Consiglio di Stato, nel parere (1582/2021) reso sul nuovo TUSMAR (Testo unico dei servizi media audiovisivi e radiofonici), avesse allertato sugli effetti deleteri che lo spegnimento degli impianti FM incompatibili con le emissioni estere potrebbe avere sull’economia delle imprese radiofoniche italiane, una corrente interna al Mise sembrerebbe orientata a cedere il passo agli stranieri (Slovenia in testa, che nel 2019 aveva dichiarato di volere “mostrare i denti”).

Attenzione ai tempi 

E a proposito di passo, facciamone uno indietro.
La Sezione Atti Normativi del Consiglio di Stato richiamava “Possibili ricadute negative, anche economiche, sulla concorrenza, con particolare riguardo alla radiofonia soprattutto locale e alle imprese italiane, spesso di piccole e medie dimensioni, che operano in questo settore, che vedrebbero sacrificata la loro attività in ragione della tutela, ritenuta prevalente, dell’interesse dei paesi radio-elettricamente confinanti”.

 

rspg - Radio. Chi pensava che lo spettro dello sterminio di centinaia di impianti FM fosse alle spalle si sbaglia. Dentro la P.A. c'è chi lo vuole

 Il gruppo dello Spettro 

Bene, immediatamente prima e dopo la conclusione di tale attività consultiva del supremo consesso di giustizia amministrativa, segnatamente il 20/09/2021 e il 05/11/2021, si tenevano due riunioni al Radio Spectrum Policy Group (RSPG) in seno alla Commissione Europea (RSPG21-042 Final Radio Spectrum Policy Group – 28th Progress Report of the RSPG Sub-Group on cross-border coordination). All’esito delle quali seguiva il report 24/11/2021, su cui ci siamo ampiamente soffermati nelle scorse settimane.

Croazia e Slovenia: nessun progresso con gli italiani 

Nel corso delle citate riunioni RSGP, davanti ai responsabili italiani, Croazia e Slovenia (in particolare) si erano lamentate di come non vi fossero “stati progressi significativi da parte italiana nella risoluzione delle problematiche interferenziali in FM”.

Delusi e frustrati 

I due paesi avevano definito, senza mezzi termini, la situazione italiana come “deludente e frustrante”. E, perciò, avevano chiesto garanzie che Agcom definisse un piano di assegnazione FM solo sulla base dei “diritti internazionali italiani”. Cioè delle frequenze coordinate. Che, come noto, allo stato, sono solo quelle RAI (ironia della sorte, unico player radio favorevole allo switch-off FM/DAB+).

Passare al DAB+ abbandonando la FM 

Il rapporto del Radio Spectrum Policy Group sottolineava sul punto come, tenuto conto dell’elevato numero di programmi FM italiani, fosse necessario rendere disponibile una capacità trasmissiva sufficiente in DAB+ per consentire la migrazione delle emissioni in modulazione di frequenza non coordinabili.

Non accetteremo elusioni sugli spegnimenti FM 

Il documento recava anche un piccato riferimento alla legislazione interna che avrebbe potuto surrettiziamente favorire l’ennesimo aggiramento politico del problema. Evidentemente il nuovo TUSMAR, ormai stagnante da oltre un mese dopo l’esame delle commissioni parlamentari.

Italia non aggiri lo spettro 

L’Italia ha l’obbligo di rispettare le regolamentazioni ITU per gestire e utilizzare lo spettro radio in modo efficiente e per prevenire la produzione di interferenze – si leggeva nel report –. Solo quando si realizzerà un piano FM italiano, Slovenia e Croazia avranno sufficiente fiducia per poter negoziare un’armonizzazione delle emissioni scevre da interferenze ed una ottimizzazione della capacità trasmissiva per ciascun paese, secondo il principio dell’accesso equo”.

 

aeranti corallo switch off fm limite copertura radio - Radio. Chi pensava che lo spettro dello sterminio di centinaia di impianti FM fosse alle spalle si sbaglia. Dentro la P.A. c'è chi lo vuole

 Spettro e corrente 

Ora, dicevamo, rumors riferiscono di una corrente ministeriale molto intrasingente, che vedrebbe di buon grado una formulazione del nuovo TUSMAR vincolante sull’obbligo di coordinare gli impianti FM italiani con quelli esteri. Coordinamento che, però, potrebbe passare solo da un Piano FM licenziato da Agcom. Il quale, giocoforza, sterminerebbe una quota rilevante degli attuali impianti di diffusione analogici, considerato che – a quanto pare – più del 35% degli esistenti non sarebbero coordinabili.

More e lamponi 

Siccome però, realisticamente, l’attuazione del Piano FM difficilmente potrebbe essere – ci si perdono il gioco di parole – pianificabile prima del 2025 (inteso come inizio dei giochi e non termine, beninteso) e difficilmente croati e sloveni sarebbero disponibili ad attendere ancora così a lungo (soprattutto alla luce di talune rassicurazioni italiane di provvedere a breve), sarebbe più “semplice” riprendere l’idea della ricognizione dell’esistente per identificare gli impianti incompatibili.

 Restrizioni e somme 

Assumendo poi iniziative restrittive verso di essi, nelle more della regolamentazione Agcom.
Insomma, Piano FM o ricognizione che sia, variando l’ordine degli addendi la somma dei disattivati non cambierebbe. (E.G. per NL)

 

 
 
 

DTT. Switch off del nord Italia: ecco il calendario di dettaglio. Si parte il 3 gennaio 2022 e si termina il 14 marzo

Post n°390 pubblicato il 07 Dicembre 2021 da laboratoriotv

DTT. Switch off del nord Italia: ecco il calendario di dettaglio. Si parte il 3 gennaio 2022 e si termina il 14 marzo

switch off del nord Italia

Nell’ambito del processo di refarming della banda 700 MHz, si è tenuta oggi presso il Ministero dello sviluppo economico la riunione in videoconferenza con gli operatori di rete per l’illustrazione del piano di dettaglio dello switch off del Nord Italia, che inizierà il 3 gennaio e si concluderà il 14 marzo 2022 (di cui al decreto direttoriale del 6 dicembre 2022).

Switch off del Nord Italia nel dettaglio: si parte dalla Valle d’Aosta

Si parte con la Valle d’Aosta, tra il 3 ed il 7 gennaio 2022, seguita nel range 10-18 gennaio da Piemonte occidentale (Torino, Cuneo e relative province, Langhe e Roero, parte della provincia di Asti). Il 19 gennaio è la volta del versante piemontese dell’Appenino ligure (parte della provincia di Alessandria), Val Tidone (parte della provincia di Piacenza).

Tra il 20 gennaio ed il 9 febbraio

Tra il 20 gennaio ed il 9 febbraio saranno interessate dallo switch off del Nord Italia le aree delle Alpi biellesi, Valsesia, Verbano Cusio Ossola, Vergante (parte delle province di Verbania, Vercelli, Biella, Novara).

La Lombardia

Nello stesso periodo (20 gennaio/9 febbraio) lo switch-off interesserà Sondrio e provincia, Alpi e Prealpi lombarde (parte delle provincie di Varese, Como, Bergamo, Lecco, Brescia), sponda veneta del lago di Garda (parte della provincia di Verona).

Lo switch off del nord Italia in Trentino Alto Adige

Dal 10 al 14 febbraio toccherà a Bolzano e provincia, mentre dal 15 al 23 febbraio sarà la volta di Trento e provincia.

Il Veneto

Dal 24 al 28 febbraio lo switch-off nel Veneto partirà con Belluno e provincia, Prealpi vicentine (parte della provincia di Vicenza) e prealpi trevigiane (parte della provincia di Treviso).

Il FVG

Il Friuli Venezia Giulia sarà toccato il 1° marzo con le montagne pordenonesi, Carnia, Canal del ferro, Valcanale (parte delle province di Udine e Pordenone).

Emilia Romagna

Tra il 2 ed il 4 marzo, toccherà all’Alto appennino emiliano-romagnolo e medio Appennino forlivese-cesenate (parte delle province di Pr, Re, Mo, Bo, Ra, FC).

Mix

Dal 7 all’11 marzo saranno interessate dallo switch-off Monferrato (parte delle province di Asti ed Alessandria), pianura padano-veneta-friulana (parte delle province di To, Bi, Vc, No, Al, Pv, Mi, Va, Cr, MB, Co, Bg, Lc, Bs, Lo, Mn, Pc, Pr, Vr, Re, Mo, Bo, Fe, FC, Ra, Ro, Pd, Vi, Tv, Ve, Pn, Ud, Go, Ts).

Il termine

Infine, il 14 marzo toccherà all’Alto appennino forlivese-cesenate (parte della provincia di FC), Rimini e provincia. (E.G. per NL)

 
 
 
 
 

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