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Dopo il caso della giovane di Brescia uccisa dal padre pakistano perchè conduceva una vita troppo all'occidentale, ecco un nuovo caso di cronaca che induce alla riflessione sull'integrazione tra culture diverse.

Kaur P., una giovane vedova indiana trapiantata in provincia di Modena, si è suicidata il 23 agosto scorso gettandosi sotto un treno per sfuggire al matrimonio al quale era stata costretta dalla famiglia con il cognato settantenne nei mesi scorsi. Per celebrare le nozze era ritornata in patria e al ritorno i conoscenti videro come l'umore di Kaur fosse cambiato. L'ultima goccia la notizia che il marito aveva fatto sapere di volere il ricongiungimento familiare in Italia.

E' a quel punto che Kaur ha deciso di comprarsi due bottiglie di whisky e di farla finita. Non prima, però, di aver lasciato un biglietto che contiene i motivi del gesto e un'ultima supplica per i figli: "In India non ci voglio tornare e non ci tornerò mai più. Ma vi supplico, vi scongiuro con tutte le ultime forze di una mamma e di una vedova che è stata costretta a sposare il vecchio cognato: fate che anche i miei due bambini restino in Italia, e per sempre. Non rimandateli nella terra in cui sono nati. Qui ci avete accolto con affetto, ci aiutate con generosità. Qui è la loro nuova patria. Italiani, non permettete che mia figlia di 13 anni e il mio ragazzino di 12 vivano di imposizioni e di pregiudizi".

Un'altra triste storia che ci fa capire con la sua tragicità quanto distanti siano le culture che le vie della migrazione portano a confrontarsi: un confronto non più eludibile e che rappresenta senza dubbio la vera sfida per le società occidentali del ventunesimo secolo.